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Zio Grissom come Hamlet?

Post n°389 pubblicato il 15 Maggio 2009 da clodclod
 

TV, parole senza impegno...

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Grissom  come Hamlet?

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Da CSI se ne va  Grissom. Zio Grissom, mi verrebbe spontaneo dire. Come se fosse uno di famiglia, in un certo senso: perché non è buttato lì sullo schermo e sulla scena del crimine come un personaggio piatto… Cioè di lui non vengono  evidenziati solo il suo ruolo nella squadra, i tic e le competenze, che conosciamo bene... Di lui invece lo spettatore percepisce l’interiorità, il carattere e/o il caratteraccio.

Li  intuisce e percepisce da frasi disseminate qua e là, da situazioni dove i pensieri rimangono per la più parte sobriamente impliciti.

Tra le righe dei dialoghi e  dei silenzi, lo spettatore  coglie il rifiuto delle ‘mosse’ politiche, il mi spezzo ma non mi piego: come Hamlet, Grissom non potrebbe mai aver a che fare con tipi alla Rosencranz e Guildenstern, né potrebbe stimarli..

E ancora. Lo spettatore, dagli insetti più schifosi e dalle necrolarve, coglie in Grissom la natura del suo sapere:   monolitico, quasi un sapere-rifugio accumulato in una vita di studi e esperienze; un rifugio dagli spigoli o dalle dolcicurve dell’esistenza che egli non è pronto ad incontrare.

Ma ciò che colpisce di più nel tuttotondo di zio Grissom è quell’ineffabile io amletico che l’attore (scespiriano ) ha assorbito, fatto suo e forse iniettato nel personaggio per via endovenosa con lente fleboclisi.  E viene infatti da chiedersi:  perché zio Hamlet-Grissom ci mette quattro o cinque serie a sfogliare dubitosamente ‘amo’ o ‘non amo’,  senza capire se stesso, o facendo finta di non capirsi?  E’ come se tentasse, con ciò, di  proteggersi dalle proprie paure o di proteggere ‘lei’ , Ofelia-Sara, da un non lieto fine…

O ancora, ci chiediamo:  perchè difende gli ‘uomini’ della sua squadra a muso duro, ma con altrettanta sferzante freddezza sa dire la parola così inaspettatamente aspra da  lasciarli muti, desolati, col senso dell’abbandono? E’ come se non sapesse mettersi nei panni di nessuno di loro, ma sappiamo che vero vero non è. Impossibile che non ne senta la mancanza quando se ne sarà andato; solo che non si macererà in nessuna stazione di via crucis, ma caccerà via i pensieri troppo grigi, come se fossero forfora sulle spalle.

Infine ci chiediamo, noi spettatori:  perché , come Hamlet, parla per enigmi, citazioni e sentenze, per poi pigliar su e  allontanarsi? Certamente è  più sibillino che  preoccupato di dilatare il suo discorso nella pianura della comunicazione. Difficile per lui il darsi agli altri,solitario fino a restare solo.

Non so ‘come’ se n’è andato o se ne andrà zio Grissom. Resterà vittima del crimine? Lascerà la squadra e cambierà orizzonti interessi e affetti? Non ne sapremo più niente?

Boh! Io so solo che William Petersen si darà – ritornerà - al teatro e so anche che non conosco l’epilogo perchè ieri sera mi sono addormentata davanti al telefilm, come spessissimo mi accade. Cercherò qualcuno che mi racconti uno straccio di trama e di the end…

 
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