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Straight up and thirty

Domenica ho compiuto trent'anni.
E già così non so come continuare. Sto pensando se ho voglia di fare un bilancio o no. Mentre ci penso, permettetemi una piccola digressione.

Quando ho compiuto vent'anni, sull'onda dell'entusiasmo di un'adoloscenza appena finita, feci il bilancio degli anni passati concludendo che tutto sommato non era niente male e che c'erano un sacco di cose che mi sarebbe piaciuto fare.
In appendice, aggiunsi un lunghissimo elenco per punti di tutto cio' che ritenevo importante avere/fare/trovare/realizzare. Inutile dire che lo spazio dedicato alle caratteristiche che doveva avere il mio uomo occupava gran parte delle voci in elenco, descrivendo minuziosamente atteggiamenti, aspetto fisico, vestiti e persino pensieri. A dimostrazione che questi dieci anni non sono passati invano, oggi il mio elenco è molto più breve e magari ne parliamo in un altro post.

Dicevo. Ieri, mentre addormentavo il ciuccione, sono passata davanti allo specchio e mi sono guardata come guarderei una foto vecchia e ho capito che, intanto, mi sento senza tempo. Una volta avevo molto di più il senso di adesso sono così e poi cresco ma adesso no. Chissà se tra dieci anni, guardando davvero le foto di oggi dirò "guarda com'ero giovane!".
Ho pensato anche che sono grata della fortuna di vivere in questa casa, del lavoro che ho, degli amici che mi accompagnano, dell'uomo con cui mi divido la vita.
Mi ha colpito che nessuna di queste cose sia acquisita, ma che siano tutte l'inizio di un'avventura che durerà, ognuna con i suoi tempi, per tutta la mia vita, perchè per anni le ho pensate come voci dell'elenco della spesa invece che come processi continui in divenire. 
Con in mente questi tempi dilatati domo un po' l'impazienza nei rapporti e la presunzione dell'aver capito, specialmente con il Dottore, perchè se davvero passerò i prossimi decenni ad imparare ad amarlo, allora oggi posso guardarlo con più indulgenza.

Mi guardo e penso che sono diversa da come credevo di essere. Sono più fredda con questi amici nuovi di quanto lo sia mai stata con gli amici di lungo corso e non per mancanza di affetto quanto per l'indurimento di questi anni. Sono più abitudinaria e casalinga di prima, sono meno inquieta, meno esuberante, meno civetta ma sicuramente più felice non tanto per la mancanza di motivi per piangere quanto per il fatto che adesso mi voglio più bene.

Guardavo lo specchio e pensavo che sono diventata curiosa del mondo per i viaggi che ho fatto in compagnia del Dottore e per quelli che ancora ci rimangono da fare.
Che sono contenta di aver fatto un figlio (appena) prima di aver compiuto trent'anni e che prima o poi vorrei vedere il volto anche dei prossimi bambini.
Che non ho ancora perso il desiderio di abitare vicino al mare, di cucinare torte per ogni occasione e magari un giorno avrò persino un cane.

Così niente, dopo un po' ho messo giù il ciuccione e ho cominciato a scendere le scale concludendo che tutto sommato i miei primi trent'anni non sono stati niente male e che ci sono ancora un sacco di cose che mi piacerà fare.