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Post n°33 pubblicato il 06 Aprile 2008 da colognoladomani


Articolo pubblicato dall'Arena del 06.04.2008  - Vittorio Zambaldo

COLOGNOLA. Rimossi gli oggetti depositati nel punto in cui ha perso la vita Alberto Costalunga
Via foto, fiori e sciarpe dall’incrocio della morte Il sindaco: «Nessuna volontà di cancellare il problema» I familiari dispiaciuti: «Erano stati portati dagli amici»


Un minuto di silenzio in Consiglio comunale per Alberto Costalunga, morto sulla sua moto all’incrocio di Decima, passa in un minuto. Fiori, foto, scritte, ricordi depositati sullo spartitraffico dell’incrocio, restano come un dito puntato sulle responsabilità di chi avrebbe dovuto far qualcosa per la sicurezza di quello snodo viario e non l’ha ancora fatto. Sono simboli di fastidio e imbarazzo - sostengono gli amici di Alberto -, per questo sono stati rimossi ieri mattina, in meno di un’ora, il tempo trascorso dalla telefonata a un familiare, all’ordine eseguito. «Rifiuto questa strumentalizzazione: non c’è stata nessuna volontà di cancellare il problema», risponde il sindaco Alberto Martelletto, «e ribadisco il massimo rispetto per il grande dolore della famiglia, ma gli oggetti coprivano il segnale di direzione obbligatoria posizionato sullo spartitraffico e andavano rimossi. Si può discutere sul quando, ma i familiari non hanno chiesto nessuna dilazione quando sono stati avvertiti dell’intervento, anzi hanno ringraziato», precisa il sindaco.
La telefonata era partita dal comando della polizia locale e arrivata alle orecchie del cognato di Alberto, ma il tono non era proprio possibilista: «In mattinata sgomberiamo l’incrocio dagli oggetti. Li potete venire a ritirare in municipio».
«Effettivamente ho ringraziato perché si è avuta la gentilezza di avvertire prima e di non chiamare direttamente i genitori», conferma il cognato, «ma non certo perché portavano via tutto. Dal tono della telefonata non mi è sembrato che mi fossero date delle alternative, se non quella di accettare quanto deciso dall’amministrazione comunale».
Gli oggetti non erano stati messi dai familiari, ma dagli amici di Alberto: c’erano mazzi di fiori, magliette e sciarpe del Verona di cui era grande tifoso, lettere e foto. Proprio il giorno prima la fidanzata Debora aveva portato la foto di loro due insieme. Tutto finito in due sacchi e portato in municipio. Una mano pietosa, qualche ora dopo, ha portato all’incrocio, rimasto desolatamente vuoto, un vaso di margherite gialle con un nastro blu.
«Sono oggetti portati dagli amici», confermano i familiari, «ancora qualche settimana e poi sarebbero andati dispersi e non ci sarebbe stato bisogno di nessuna “pulizia forzata”. Potevano starci almeno fino al trigesimo», suggeriscono i familiari. Invece diciannove giorni dopo l’incidente quelle lacrime pubbliche sembrano un peso insopportabile.
«Un incrocio addobbato a quel modo poteva essere una distrazione», ribadisce Martelletto, «resto convinto che il lasso di tempo trascorso sia sufficiente e sono esterrefatto che si possa polemizzare su una cosa del genere, anche perché mi sono personalmente dato da fare per quell’incrocio, anche prima di essere sindaco», ricorda, rivelando che proprio venerdì ha fatto un sopralluogo con i tecnici della Provincia per cercare soluzioni possibili.
Se la soluzione arriverà in tempi brevi gli saranno grati familiari delle vittime e i sopravvissuti che ogni giorno passano di lì: Alberto Costalunga, ha già perdonato questo e anche la mancanza di tatto di due righe di condoglianze mai arrivate ai familiari dall’amministrazione di Colognola.

 
 
 
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