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Colognola Domani

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T-RED TARATI PER FARE CASSA!!!

Post n°36 pubblicato il 18 Settembre 2008 da colognoladomani

Fonte: L'Arena

LAVAGNO. E intanto ieri la Guardia di Finanza di Segrate ha arrestato e denunciato imprenditori e pubblici ufficiali per casi di semafori T-red tarati per «fare cassa»
Su internet le multe annullate
Tutte le informazioni sulle sanzioni non valide e i moduli per il rimborso sono già a disposizione
 

Le 1.633 multe rilevate dalle telecamere agli incroci sulla strada Regionale 11 a Vago che il Comune di Lavagno ha ritirato partono dalla numero 004028/V/07 del 25 marzo del 2007 e arrivano alla numero 005704/V/07 del 07 maggio dello stesso anno.
La precisazione è del Comune di Lavagno che, dopo la determinazione numero 429 di Vincenzo Aramini, segretario e direttore generale del Comune, riportata anche dall’Arena il 13 settembre scorso, è stato subissato da una moltitudine di telefonate di multati che chiedevano se anche la loro sanzione fosse stata cancellata. Il segretario comunale ha dichiarato la nullità di 1.633 verbali per le violazioni alle norme del codice della strada relative agli impianti semaforici di Vago dotati di telecamere dopo la segnalazione ricevuta dal commissario dell’Unionvalli, Andrea Volpe, responsabile del servizio di polizia municipale, che contengono vizi formali come quello di non riportare il nome e la matricola dell’agente accertatore o di riportarlo errato. I verbali in questione, come si legge nella determinazione, sono stati emessi nei giorni 7, 8 e 9 agosto 2007, ma le sanzioni annullate partono dalla numero 004028/V/07 del 25 marzo 2007 e arrivano alla numero 005704/V/07 del 7 maggio dello stesso anno. Gli interessati dall’annullamento possono consultare il sito www.comune.lavagno.vr.it e scaricare il modulo per la richiesta di rimborso. La domanda deve essere accompagnata dalla copia del bollettino di pagamento della sanzione.
Intanto è di ieri la notizia che nel milanese sono scattati quattro arresti e 21 denunce per amministratori di imprese che fornivano agli enti locali i dispositivi elettronici per la rilevazione delle infrazioni semaforiche. La Guardia di finanza di Milano ha scoperto manipolazioni in appalti di 29 comuni sparsi in tutta Italia: le accuse mosse agli arrestati sono associazione a delinquere e turbativa delle commesse pubbliche. In sostanza, spiegano dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf milanese, «in alcuni casi, in accordo con gli amministratori pubblici, venivano invitate alla trattativa privata solo le imprese affiliate al cartello gestito dagli arrestati; in altri casi, invece, venivano inseriti nei bandi di gara requisiti tali da escludere di fatto le aziende estranee al cartello». In base alla ricostruzione dei finanzieri, «i comuni non acquistavano i dispositivi elettronici e li noleggiavano, remunerando le imprese fornitrici con una percentuale sulle contravvenzioni elevate grazie ai dispositivi opportunamente tarati dalle aziende vincitrici degli appalti». Raoul Cairoli, amministratore unico della Ci.Ti. Esse che commercializza apparecchiature semaforiche, è finito in carcere; sono ai domiciliari gli imprenditori Giuseppe Astorri, Scae Spa, Simone Zari Centro Servizi srl, e Antonino Tysserand, Tecnico Traffico. Tra i denunciati comandanti dei vigili urbani di diversi comuniG.C.

 

 
 
 

CLAMOROSA SVOLTA NELLA VICENDA T-RED

Post n°35 pubblicato il 25 Giugno 2008 da colognoladomani

FONTE: L'ARENA
LE MULTE AI SEMAFORI. Svolta nella vicenda delle apparecchiature sequestrate in Val d’Illasi e a Lavagno: si muove anche la prefettura
T-red irregolari senza lo studio
Zampedri: «È gravissimo che siano stati installati senza dimostrare che servissero per il traffico o per la sicurezza»
L’Unione restituisca soldi e punti anche a chi non ha fatto ricorso

MARIO ZAMPEDRI
CONSIGLIERE PROVINCIALE


Vittorio Zambaldo
Stavano in strada a far multe i «semafori intelligenti» della Val d’Illasi, ma erano fuori posto finché lo scorso 24 gennaio non è intervenuto il pubblico ministero Valeria Ardito a sequestrarli e a mettere a riposo le famigerate apparecchiature T-red, che sanzionavano gli automobilisti passati con il rosso.
Adesso esce il risvolto meno noto - e più inquietante - di tutta la vicenda. Infatti, c’è stata precisa richiesta dello scorso 23 maggio, da parte del vicepresidente del Consiglio provinciale, Mario Zampedri, all’Unione dei Comuni Verona Est, di avere copia dello studio effettuato da un tecnico esperto per determinare la durata del giallo ai semafori della Val d’Illasi e copia dello studio effettuato per motivare la necessità di installare le attrezzature per la rilevazione fotografica delle infrazioni.
Una settimana fa ha risposto il vice commissario e comandante della Polizia locale dell’Unione dei Comuni, Graziano Lovato, inviandogli un rapporto di sintesi del Consiglio nazionale delle ricerche intitolato «Norme sulle caratteristiche funzionali e geometriche delle intersezioni stradali», che vale a livello teorico per tutti i semafori d’Italia e non è specifico per quelli della Val d’Illasi, come la legge pretende. Inoltre lo stesso comandante dichiara che per la seconda richiesta non esiste nessuno studio.
«È gravissimo che i semafori siano stati installati senza prima dimostrare che servissero per snellire il traffico o fare sicurezza. Impensabile che nessun tecnico abbia monitorato il traffico per un intero anno e che la durata del giallo sia stata fissata arbitrariamente a poco meno di 4 secondi», denuncia Zampedri. «È arrivato il momento di gettare la maschera. L’inganno è evidente e non ci si può più nascondere dietro il dito della motivazione che si deve fare sicurezza. Ci sono responsabilità di tipo morale, penale e amministrativo. Ammetto che si possa essere partiti in buona fede, ma non è moralmente accettabile che si vada contro la legge per sanzionare presunte violazioni.
«È diabolico perseverare», rincara la dose Zampedri, «e chiedo che l’Unione dei Comuni restituisca soldi e punti anche ai cittadini che non hanno fatto ricorso. Se i sindaci pensano di essere stati tratti in inganno, chiedano i danni a chi li ha ingannati. Se invece c’è stato accordo, ognuno si assuma le proprie responsabilità», conclude severo Zampedri. Intanto si è messa in moto anche la Prefettura di Verona, che tramite il viceprefetto vicario Elio Faillaci, scrive a tutti i sindaci della provincia allegando la circolare del ministero dell’Interno dello scorso 14 maggio relativa al parere espresso dall’Avvocatura generale dello Stato in merito all’installazione di semafori dotati delle apparecchiature T- red.
È importante l’allegato perché in quel documento viene esplicitamente dichiarato che la delibera con la quale si decide di far ricorso ai T-red deve essere motivata in relazione alle esigenze della circolazione e della sicurezza del traffico e degli utenti.
L’Avvocatura ricorda altresì che il provvedimento è suscettibile di controllo per eccesso di potere e che compete al giudice valutare se le modalità sono rispettose dell’omologazione e se sia un valido e inequivoco mezzo di accertamento della violazione rilevata.
Nella lettera è aggiunto specificatamente per i Comuni di Illasi, Lavagno e Colognola ai Colli «di precisare se i semafori aventi le apparecchiature T-red presenti nel loro territorio sono omologati e sono conformi a quanto contenuto nella circolare ministeriale». Adesso stanno tutti sotto sequestro e la risposta arriverà dalla documentazione acquisita dalla magistratura.

 
 
 

PROMUOVONO L'ALCOLISMO CON UNO SLOGAN RIPUGNANTE

Post n°34 pubblicato il 15 Maggio 2008 da colognoladomani

L’ARENA di Verona
ILLASI. Lo slogan indicato come «Speciale giovani» compariva sui depliant della fiera campionaria come promozione per la serata in discoteca in calendario
Bevi tre birre, paghi due E i genitori protestano
Gli organizzatori di Val d’Illasi Produce: «Abbiamo vietato di applicare la proposta Noi promuoviamo il divertimento sano»
L’associazione delle Pro loco: «Presi di mira troppo spesso Noi lavoriamo per il territorio»
Vittorio Zambaldo
Prendi tre e paghi due: è il classico slogan delle promozioni, solo che stavolta, ogni due birre, una è in omaggio e l’offerta è indicata come uno «Speciale giovani» per la serata di discoteca organizzata nell’ambito di Val d’Illasi Produce, seria associazione che da sette anni organizza una fiera campionaria per promuovere il territorio e i suoi prodotti, in collaborazione con le associazioni di categoria di artigiani, commercianti e agricoltori delle Valli di Illasi e Mezzane. Il patrocinio, come si legge nell’opuscolo che pubblicizza la manifestazione, lo danno Regione, Provincia, Camera di commercio e Comitato provinciale delle Pro loco.
È quello che ha fatto prendere carta e penna a un gruppo di cittadini e genitori per scrivere a una lunga lista di interlocutori: dal prefetto, ai presidenti di Regione e Provincia, al questore, alla Procura, ai carabinieri, agli organi di informazione e a sei sindaci di Illasi, Colognola, Badia Calavena, Tregnago e Mezzane.
«Chiediamo agli organizzatori se questa era l’unica proposta da fare ai giovani», scrivono, «chiediamo a che cosa servano incontri, seminari, tavole rotonde, campagne pubblicitarie sui giornali, televisioni, nelle scuole se poi proponiamo e pubblicizziamo queste iniziative. La comunicazione che viene data ai giovani è sconcertante, come l’idea di chi l’ha pensata», conclude la lettera di cittadini e genitori che non si firmano. Risponde Giovanni Verzini, presidente di Val d’Illasi Produce: «Ritengo ingiusto dare peso a uno scritto anonimo, comunque l’associazione che presiedo ha l’unico scopo di promuovere il territorio ed essere aggregazione per le famiglie e le persone che amano il divertimento sano».
«Tanto più che la promozione delle tre birre non è stata di fatto applicata né quella sera né le successive», precisa Verzini, «perché io stesso, per evitare rimostranze, ho vietato ai gestori dei chioschi di applicarla». (*) «Ci tengo ad aggiungere che la fiera non ha nulla da spartire con l’alcolismo, perché altrimenti sarebbero da censurare anche le varie feste della birra, dell’uva, del Recioto, le degustazioni del Vinitaly e le adunate degli alpini che sono notoriamente occasioni di bicchierate» (**), aggiunge il presidente, ricordando che in sette anni di fiera non ci sono mai stati problemi di ordine pubblico e per questa edizione c’era anche la collaborazione dello sci club Goderecci di Colognola, che impegna le risorse nel volontariato a favore delle persone più deboli e svantaggiate. «È una critica che condanno perché sobilla gli animi, denigra il territorio e un’associazione, senza considerare che l’unico scopo della frase incriminata era quello di attirare un pubblico giovane, non di incentivare l’abuso di alcol», conclude Verzini.
Sulla stessa lunghezza d’onda è anche l’intervento di Lucia Baltieri, presidente dell’Unpli provinciale, l’associazione delle Pro loco che patrocina la manifestazione ed è stata tra i fondatori della fiera: «Non abbiamo come scopo quello di far sballare la gente, ma di promuovere il territorio», precisa, «ma ogni volta che si fa qualcosa per il proprio paese si viene stroncati. A volte siamo criticati perché incentiviamo l’alcolismo, altre perché portiamo via lavoro ai ristoratori e non si tiene conto che tutto è mosso da spirito di volontariato e solo per promuovere il territorio a beneficio anche di chi ci critica».
«I genitori ci dicano cosa fare», conclude Lucia Baltieri, «perché se facciamo qualcosa per i giovani non va bene; se non si fa nulla si passa per amorfi e disfattisti».

(*) Nota: evidentemente la lettera è servita.

(**) Nota: i problemi alcol correlati, prima causa di mortalità giovanile (e quasi mai si tratta di “alcolisti”), vengono bevendo il vino, la birra, gli alcolici: ogni festa che promuove il messaggio alcol-divertimento è censurabile.
In questo caso c’era una promozione, rivolta in particolare ai giovani, che spingeva a bere non una, ma tre unità alcoliche. Uno strano modo di “fare qualcosa per i giovani” e “promuovere il territorio”.
Gli organizzatori evidentemente si sono resi conto dell’errore, non avendo poi applicato la promozione.
A questo punto, invece di arrabbiarsi, avrebbero fatto più bella figura a chiedere scusa.
Lo “spirito di volontariato” che muove queste persone non sminuisce le responsabilità delle loro decisioni: non tutto quello che viene fatto volontariamente è buono.

 
 
 

UNA MANCANZA DI RISPETTO RIPUGNANTE!!!

Post n°33 pubblicato il 06 Aprile 2008 da colognoladomani


Articolo pubblicato dall'Arena del 06.04.2008  - Vittorio Zambaldo

COLOGNOLA. Rimossi gli oggetti depositati nel punto in cui ha perso la vita Alberto Costalunga
Via foto, fiori e sciarpe dall’incrocio della morte Il sindaco: «Nessuna volontà di cancellare il problema» I familiari dispiaciuti: «Erano stati portati dagli amici»


Un minuto di silenzio in Consiglio comunale per Alberto Costalunga, morto sulla sua moto all’incrocio di Decima, passa in un minuto. Fiori, foto, scritte, ricordi depositati sullo spartitraffico dell’incrocio, restano come un dito puntato sulle responsabilità di chi avrebbe dovuto far qualcosa per la sicurezza di quello snodo viario e non l’ha ancora fatto. Sono simboli di fastidio e imbarazzo - sostengono gli amici di Alberto -, per questo sono stati rimossi ieri mattina, in meno di un’ora, il tempo trascorso dalla telefonata a un familiare, all’ordine eseguito. «Rifiuto questa strumentalizzazione: non c’è stata nessuna volontà di cancellare il problema», risponde il sindaco Alberto Martelletto, «e ribadisco il massimo rispetto per il grande dolore della famiglia, ma gli oggetti coprivano il segnale di direzione obbligatoria posizionato sullo spartitraffico e andavano rimossi. Si può discutere sul quando, ma i familiari non hanno chiesto nessuna dilazione quando sono stati avvertiti dell’intervento, anzi hanno ringraziato», precisa il sindaco.
La telefonata era partita dal comando della polizia locale e arrivata alle orecchie del cognato di Alberto, ma il tono non era proprio possibilista: «In mattinata sgomberiamo l’incrocio dagli oggetti. Li potete venire a ritirare in municipio».
«Effettivamente ho ringraziato perché si è avuta la gentilezza di avvertire prima e di non chiamare direttamente i genitori», conferma il cognato, «ma non certo perché portavano via tutto. Dal tono della telefonata non mi è sembrato che mi fossero date delle alternative, se non quella di accettare quanto deciso dall’amministrazione comunale».
Gli oggetti non erano stati messi dai familiari, ma dagli amici di Alberto: c’erano mazzi di fiori, magliette e sciarpe del Verona di cui era grande tifoso, lettere e foto. Proprio il giorno prima la fidanzata Debora aveva portato la foto di loro due insieme. Tutto finito in due sacchi e portato in municipio. Una mano pietosa, qualche ora dopo, ha portato all’incrocio, rimasto desolatamente vuoto, un vaso di margherite gialle con un nastro blu.
«Sono oggetti portati dagli amici», confermano i familiari, «ancora qualche settimana e poi sarebbero andati dispersi e non ci sarebbe stato bisogno di nessuna “pulizia forzata”. Potevano starci almeno fino al trigesimo», suggeriscono i familiari. Invece diciannove giorni dopo l’incidente quelle lacrime pubbliche sembrano un peso insopportabile.
«Un incrocio addobbato a quel modo poteva essere una distrazione», ribadisce Martelletto, «resto convinto che il lasso di tempo trascorso sia sufficiente e sono esterrefatto che si possa polemizzare su una cosa del genere, anche perché mi sono personalmente dato da fare per quell’incrocio, anche prima di essere sindaco», ricorda, rivelando che proprio venerdì ha fatto un sopralluogo con i tecnici della Provincia per cercare soluzioni possibili.
Se la soluzione arriverà in tempi brevi gli saranno grati familiari delle vittime e i sopravvissuti che ogni giorno passano di lì: Alberto Costalunga, ha già perdonato questo e anche la mancanza di tatto di due righe di condoglianze mai arrivate ai familiari dall’amministrazione di Colognola.

 
 
 

MARTELLETTO AND BOYS: ENNESIMA VERGOGNOSA  CADUTA DI STILE!!!

Post n°32 pubblicato il 30 Marzo 2008 da colognoladomani

Ennesima caduta di stile di Martelletto e dei suoi boys. Un sindaco sempre più arrogante, ed una maggioranza sempre più repressa ed assolutamente priva di pudore, ha espresso voto contrario all'emendamento presentato dal nostro gruppo di minoranza "Colognola Domani" relativamente alla sollecita sistemazione dell'incrocio della decima. L'aspetto più vergognoso è stato che subito dopo aver espresso voto contrario, terrorizzati dalle ripercussioni della infelice scelta, hanno in modo assolutamente strumentale presentato un emendamento estemporaneo con le nostre identiche richieste. Ovviamente questa pagliacciata non è stata tollerata dal nostro gruppo che ha giustamente deciso di abbandonare il consiglio. Già ad inizio consiglio le dichiarazioni del sindaco erano state raccapriccianti dal momento che citava come principale causa degli incidenti non la pericolosità del tratto di strada bensì la velocità  dei mezzi che circolano in ambedue i sensi. Ha poi rimarcato la dose... gettando ancora una volta la croce sull'amministrazione precedente del suo amico (?) Zambaldo ed ovviamente chiamando ancora una volta in causa quella che ormai ha il sapore di un'ossessione patologica: i coniugi Dal Dosso!!!. Non sono mancate le offese verso la minoranza rea secondo l'illustrissimo di strumentalizzare le tragedie. Un'affermazione vergognosa che ha fatto arrabbiare moltissimo i consiglieri di minoranza ed in particolar modo il consigliere Davoli che ha dichiarato di non accettare simili insinuazioni (false) da una persona (il sindaco) che ha avuto il "coraggio", dopo aver speso circa duemilioni di euro (dei cittadini) per l'acquisto di una baracca, di dichiarare tramite l'Arena che l'incrocio della decima non potrà essere sistemato prima del 2010 per mancanza di risorse economiche. Come dire: conta più la sistemazione della "baracca" che la sicurezza dei cittadini. Inoltre il consigliere Davoli ha ribadito che il principio fondamentale del gruppo colognola domani è la centralità dell'uomo e che la tutela dei cittadini ha priorità assoluta su qualsiasi scelta amministrativa. Se lei ha fatto una dichiarazione infelice, ha proseguito Davoli, sono problemi suoi, deve assumersene le responsabilità e scusarsi con la cittadinanza .

Il consiglio come detto è stato abbandonato dai consiglieri Dal Dosso, Fasoli, Davoli e Zigiotto. Non è più accettabile l'arroganza di questo sindaco, la sensazione e la speranza è che qualcosa si stia muovendo anche all'interno del suo gruppo.  Abbiamo buone ragioni per credere che il buon senso e l'intelligenza di qualche esponente della maggioranza, possano ridimensionare l'egocentrismo di questo sindaco che ormai ha stancato tutti compreso i suoi!!!! Ricordiamo che recentemente alcuni esponenti del suo schieramento politico (vedi Zampedri  vice Presidente della  Provincia)   hanno pubblicamente preso le distanze dalle infelici scelte del sindaco nonchè  assessore provinciale ai trasporti Albero Martelletto. Prese di distanza che probabilmnete  gli sono costate l'ambizione di un sogno...politico!

Chi è causa del suo male pianga se stesso...

 
 
 
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