Creato da SilviaInDark il 23/02/2012
c'è solo casino.

 

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Post n°21 pubblicato il 02 Maggio 2012 da SilviaInDark
 

Ci volevano tutti quei chilometri per chiarire il nostro assurdo stato d'animo. Ci volevano tutti quei chilometri (affrontati con assoluta sorpresa) per essere felici come e più del primo giorno «mi piacerebbe andare in Irlanda un giorno, sai? Tu ci sei stato così tanto tempo, ci hai anche vissuto. Sarebbe fantastico vedere i posti dove hai passato i momenti più belli/brutti della tua vita», ti avevo detto qualche tempo fa. Ma tu non avevi risposto. Ti eri limitato a guardarmi negli occhi, sorridermi ed accennare ad un «» timidamente. E adesso capisco perché. L'ho capito otto giorni fa quando - dopo avermi detto che saremmo andati dai tuoi genitori a pranzo - mi hai fatta salire su un aereo. L'ho capito quando guardando fuori dal finestrino ho iniziato ad intravedere le incontaminate quanto verdi pianure irlandesi. * Siamo atterrati all'aeroporto di Cork verso sera, come previsto la pioggia (che meraviglia) ha iniziato a bagnare il paesaggio «è chiusa da un po', O. se n'è preso cura durante la mia assenza quindi non dovrebbe esserci poi così casino» mi hai detto tra sorrisi compiaciuti allungandomi un mazzetto di chiavi. Il cuore ha iniziato a battere all'impazzata, il respiro si è fatto affannoso, gli occhi lucidi «cos'hai, non ti piace?» mi hai domandato preoccupato appoggiandomi una mano sulla nuca «è tutto così perfetto. Io, te, questo posto». Ti ho abbracciato. Un abbraccio che è durato solo qualche secondo eppure è sembrato lungho un'intera vita. Un abbraccio dove ho affondato il naso nella tua felpa e mi sono riempita i polmoni di tutto il tuo profumo, restandone estasiata. Siamo entrati in casa tua, mi hai fatto conoscere O. il tuo migliore amico (l'unico che hai e vive a duemila chilometri da te...stupida sorte) e la sua fidanzata: due persone deliziose. Abbiamo cenato insieme e poi, scombussolati dal viaggio ed immensamente stanchi, siamo andati a dormire. * Il giorno dopo mi hai portata in giro per la contea (Cork è una contea! Nemmeno lo sapevo), il posto più bello che io abbia mai visto. E' stato come se mi fossi ritrovata improvvisamente in una dimensione parallela, in un luogo etereo e talmente bello da apparire inesistente. O forse è stato il vivere quest'esperienza con te a farmi sentire così. * I giorni più belli che mai potessi desiderare. Con te/per te/per me/per noi. Nient'altro «sai, un giorno quando saremo pronti - tu più che altro, perché io l'ho già fatto di prendere e partire - questa potrebbe essere la "nostra" casa e non più la "mia"» mi hai detto una sera perdendo il tuo sguardo nel fuoco del camino. Io guardavo fuori dalla finestra; la luce della luna era talmente forte da illuminare il tuo giardino e da permettermi di poter apprezzare tutte quelle piante, tutto quel verde, tutta quella natura. Solo voltandomi verso di te mi sono accorta dei tuoi occhi lucidi «credo di essere più pronta di quanto sia io che te, possiamo pensare»; ho appoggiato la mia testa sulla tua spalla, ho chiuso gli occhi, e una lacrima mi ha bagnato la pelle: 




solo che, non era mia.





















Sil.

 
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