Creato da odissea750 il 07/09/2006

volubile ma perversa

emozioni quasi vissute, sensazioni provate

 

 

libera lo spirito

Post n°22 pubblicato il 05 Agosto 2008 da odissea750

La noia aveva preso il sopravvento.

Il matrimonio, la vita coniugale aveva lasciato l'enfasi iniziale per dare spazio alla routine, quella stramaledetta sensazione di vissuto che mi teneva sempre in uno stato di torpore insopportabile.

Io, un fuoco sempre acceso, stavo diventando una fiammella pronta a morire con il primo soffio di noia.

Così non poteva andare.

Aprii l'agenda del telefonino e andai alla C., sapevo chi cercavo ma non sapevo ancora se volevo farlo.

Digitai il suo numero, aspettai qualche secondo, e poi il dito ... quasi inconsapevolmente andò su "chiamata".

"sono io, come stai?"

"che sorpresa" mi rispose

"ho bisogno di vederti, al più presto. Devo farti vedere una cosa che so che ti piacerà".

Ovviamente acconsentì e mi diede appuntamento per lo stesso pomeriggio.

Erano mesi che non varcavo la soia della libido. Erano mesi che non andavo a casa sua.

Mi accolse spettinato con un paio di pantaloni militari ed una t -shirt a maniche corte sopra. Io indossavo un paio di jeans attillati, una camicina di raso rosso e le mie Jimmy Choo nuove di zecca, rosse anch'esse, tacco 10. Leggermente dorata dal sole, mi ero premurata di mettere solo un tocco di mascara e un pò di gloss sulle labbra.

"sei adorabile" mi disse. Mi abbracciò e mi diede due baci sulla guancia.

Io lo guardavo con malizia e lui fece altrettanto.

"allora? che mi dici? cosa dovevi mostrarmi di così importante?".

"Usciamo in terrazzo" gli ordinai.

Lo presi per mano e lo portai fuori. In sottofondo aveva messo quello splendido cd degli Air, una leggera brezza accarezzava i nostri volti e scompigliava i nostri capelli.

Adoravo il suo terrazzo all'attico. nessuno poteva vederci ma noi potevamo vedere tutti.

Cominciai ad ancheggiare sulle note di "Sexy Boy" e piano piano slacciai la camicetta di raso. Lui seduto sulla poltrona in vimini mi guardava, sorridendo.

Quando levai la camicetta lui strabuzzò gli occhi e mi chiese di avvicinarmi.

"E' il reggiseno che avevamo visto insieme quel pomeriggio. E' stupendo. E' uno dei capi di biancheria intima più sexy che abbia mai visto".

Era un completino intimo della Perla, nero di pizzo, di una semplicità quasi esagerata, ma decisamente sexy e poi, non per apparire presuntuosa, sembrava disegnato per il mio corpicino. Il mio seno era vestito alla perfezione da quei due triangoli di pizzo e le mutandine adornavano il mio fondoschiena in maniera divina.

"perchè?" fu la sua unica domanda

Premetti le sue labbra carnose con un dito, mi sedetti su di lui e strusciai i miei seni, piccoli, ma turgidi, contro il suo petto.

Non ci fu spazio per altre parole. Mi cinse i fianchi con le sue mani possenti e mi baciò il collo, a lungo...

In pochi istanti ci ritrovammo a rotolarci per terra, con le gambe di uno aggrovigliate a quelle dell'altra.

Un bacio ed un altro e i vestiti volarono sui vasi di gerani che facevano da cornice al terrazzo. Le mattonelle di cotto erano ancora calde dal sole ma lui lo era di più.

Il suo sesso entrò dentro di me in un istante. Arcobaleni, lampi, tuoni, saette, raggi di sole, canti d'uccelli. Tutto questo e molto più balenò nella mia testa.

Avevo quasi dimenticato quanto fosse bello fare l'amore con lui.

Lui che avevo sempre considerato come la mia perfetta metà. Ma quello stesso lui che amava dichiararsi uno "spirito libero", incapace di amare.

Lui, la mia dolce metà negata... era lì tra le mie braccia, gemeva e mi baciava e mi abbracciava e mi soffiava dolcemente nelle orecchie e mi prendeva con veeemenza e poi mi riabbracciava e poi mi guardava con nostalgia, la nostalgia che può provare uno spirito libero...

Libera lo spirito e sarò per sempre "tua", pensai. Tu "mio" lo sei già.

 

 
 
 

lègami o legàmi?

Post n°21 pubblicato il 13 Settembre 2007 da odissea750
Foto di odissea750

Avevo voglia di trasgredire, un'ultima volta.

Mi aveva detto "vorrei trovarti così, ti prego di accontentare i miei desideri". E io lo avevo fatto, ancora una volta, devota ed obbediente.

Nonostante la notevole differenza di età, lui era decisamente eccitante e capace di farmi provare quelle emozioni che, forse, solo un uomo con esperienza sarebbe stato in grado di farmi provare.

Lo avevo sempre saputo, lo avevo intuito dalle sue parole, dal suo fisico ancora così puro ma allo stesso tempo esperto, lo avevo capito non appena avevo visto il suo sesso, così "impettito", grosso e tronfio; splendido direi, una delle più belle aste che avessi mai visto.

E, così mi ero preparata per quel giorno.

Un bagno caldo, un massaggio con la mia crema preferita, un paio di mutandine di pizzo di dimensioni ridottisime, il vestitino rosso e i sandali con il tacco alto.

Mi sentivo un pò puttana vestita così, ma la cosa mi eccitava ulteriormente.

Al suono del campanello della porta, una vampata mi aveva assalito, pensando a quello che la serata mi stava riservando, una notte di sesso -estremo- con un ragazzo più giovane di me, molto più giovane di me.

Lui era bellissimo quel giorno, una maglietta bianca che metteva in risalto il suo fisico muscoloso ed un paio di jeans che rendevano giustizia al suo sedere ...così perfetto.

Chiaccherammo amabilmente sul divano, ma sentivo già i suoi occhi scrutarmi in maniera molto invadente, quasi mi stesse svestendo con il solo sguardo. Sapevo che stava impazzendo dalla voglia di toccarmi, ma io - subdola e malvagia- ogni qualvolta lui si avvicinava, mi scostavo di qualche centimetro. Fino a quando non seppi resistere più.

Un bacio passionale, lungo e intenso, un incontro tumultuoso di lingue, le mie labbra erano diventate un tutt'uno con le sue, le sue mani avide sul mio seno, piccolo, ma decisamente turgido in quel momento. La voglia di poggiare le mie sul suo sesso fu tanta e sentii immediatamente gli effetti, piuttosto soddisfacenti ed evidenti, che stavo provocando su di lui. Era duro, durissimo.

Mi prese per i fianchi e mi portò con un balzo seduta su di lui, dalle mie mutandine potevo sentire il suo piacere crescere, ero già bagnatissima, morivo dalla voglia di farmi prendere.

Ma decisi di aspettare ancora.

Quasi furtivamente slacciai i bottoni dei suoi jeans e li calai fino alle caviglie, dai boxer bianchi si intravedeva il suo cazzo, bellissimo e -come sempre- imponente.

Mi abbassai in ginocchio e lo tirai fuori, facendo immediatamente scorrere la mia lingua sulla sua asta, lo succhiai e baciai a lungo, vedendolo impazzire di piacere la mia eccitazione saliva ancora di più.

Ad un tratto lui mi scostò, mi prese con violenza le mani e me le legò con una sciarpina di seta. Ero lì davanti a lui, inerme, incapace di muovermi, bagnata, eccitata, vogliosa, come una puttana in calore.

Si piegò su di me e cominciò a leccarmi in mezzo alle gambe voracemente, da prima sopra le mutandine di pizzo, poi, scostandomele da un lato direttamente lì sulla mia pelle, liscia e curata.

Lo volevo da matti, volevo che mi prendesse, in quel momento in maniera indecente, sporca, violenta, ero la sua indiscutibile puttana quella sera e da tale volevo essere trattata.

MI prese in braccio e mi sbattè per terra, io sempre con le mani legate, inerme, impossibilitata a fare qualsiasi cosa, anche se mai e poi mai avrei interrotto quella fantastica scena.

Mi allargò le gambe e mi penetrò, finalmente, a lungo, succhiando intanto i miei capezzoli, prima dolcmente, poi con forza, facendomi male. Mi piaceva da matti.

Ad un tratto mi slegò le mani, mi girò e mi prese così da dietro, aggrappandosi un pò alle natiche un pò, nuovamente, ai miei seni, esausti. Picchò duro, fino a farmi sentire il suo sesso nei menadri del mio stomaco. MI sembrava di impazzire, un dolore misto ad un piacere indescrivibile.

Non veniva mai e più lo imploravo di smettere, più lui continuava, forte, violento, dolce, piano, forte, violento, dolce, piano. Era un susseguirsi di sensazioni piacevoli e di dolorosi colpi che stavano portandomi sempre più al miglior orgasmo, mai provato prima.

Avrei voluto girarmi, abbracciarlo e dirgli che sarei stata la sua puttana per tutta la vita, ma non lo feci, ferma nella promessa che avevo fatto a me stessa, che quella sarebbe  stata l'ultima volta.

Si fermò per un istante, poi mi leccò dietro e mi penetrò lentamente anche lì, nel buchino raramente violato.

Fu dolce, nella sua veeemenza. Dopo pochi minuti venne, così dentro di me. Sentii il calore del suo seme dentro il mio corpo e lo sentii mio, solo mio, in quel momento.

Mi disse che ero una fantastica puttana, che si sarebbe potuto innamorare di me, puttana nel sesso ed impeccabile donna nel quotidiano.

Era bellissimo, muscoloso quanto basta, con le gambe lunghe, le labbra carnose, gli occhi vispi che mi guardavano con ammirazione.

Restammo abbracciati a lungo, poi senza accorgemene ci addormentammo così, quando mi svegliai lui non c'era più. Sul divano solo un bigliettino "Schiava dei miei sogni".

 
 
 

nelle tue mani

Post n°20 pubblicato il 17 Maggio 2007 da odissea750
Foto di odissea750

sfoltita del superfluo, con un solo abito indosso e un paio di sandali a tacco alto.

Ti aspetto così, intrepida e vogliosa.

Arrivi, sento i tuoi passi sulle scale, apro la porta, me ne nascondo dietro.

Mi trovi, mi saluti, due baci come due teneri amici.

Chiudo la porta.

Io pronta a soddifare i tuoi desideri.

Le tue mani imperturbabili sotto il mio vestito per verificare che abbia rispettato le regole. Un sorriso beffardo si disegna sul tuo viso, non vedi l'ora di infilarmi la lingua tra le cosce, lo so. Conosco quello sguardo.

Mi prendi, mi rivolti sul divano, quante sono le tue mani? la mia pelle odora della tua saliva, sono umida e non solo nel fiore della passione. Il mio nettare sgorga nella tua bocca, prima, tra le tue dita poi. Spingi forte, mi vuoi scopare con la mano.

Provo a dimenarmi, ma mi tieni per i capelli, mi strattoni, mi sculacci. Hai ragione sono una monella.

Mi sussurri frasi forti, mi insulti, so che sono la tua unica devota amante. Questo è il tuo modo di dimostrarlo.

Sei ancora vestito, slaccio i pantaloni, tiro fuori la tua asta, è lunga è dritta , è liscia, è splendida, è mia.

Mi siedo su di te; adesso sono io a condurre il gioco. Blocco le tue mani sopra la testa e comincio la mia cavalcata. Fiumi di nettare, il mio.

Ribaltamento di ruoli. Mi giri, mi tieni la testa, mi tiri la lunga coda di capelli e sbatti violentemente sulle mie natiche, più volte. Ti sento, profondamente. Continui, fino a raggiungere il tuo orgasmo, inondandomi del tuo piacere...

Ancora una volta, MIO.

 

 
 
 

Emozioni virtuali

Post n°19 pubblicato il 22 Marzo 2007 da odissea750

Quando mi era capitato di leggerlo sui giornali, un sorriso incredulo e beffardo si era disegnato sul mio volto.

Sesso virtuale? Non so ... non mi convince.

Io sono così carnale, concreta e terrena.

Poi la smentita.

Mi è capitato di "conoscere" (conoscere ...) una persona nel mondo cibernetico.

Le sue parole scritte ed il suo "profilo" mi hanno subito rapita e così, senza neppure rendermene conto, ho iniziato a stare al suo gioco, che poi è diventato, a breve, il nostro gioco.

Ogni parola da lui digitata è stato un gemito per me, ho immaginato una delle più eccitanti scene di sesso che possa capitare nella vita di una donna che, come me, non si accontenta facilmente.

Mi sono sfiorata immaginando fossero le sue mani a farlo, ho affondato le mie dita fantasticando, ancora una volta, a farlo fosse lui; ogni gesto che ho compiuto non ero io, ma era lui... questo splendido sconosciuto ...che piano, piano assumeva i contorni del mio amante ideale.

Ho fatto sesso con uno sconosciuto. Sì. L'ho fatto. Ma, senza compiere il peccato.

E' stato trasgressivo, eccitante e coinvolgente.

In quella stanza c'ero io, sola insieme al mio corpo, e l'immaginazione di due persone che non si conoscono.

Trovo sia assurdo ed insensato, irrazionale ed inconcreto, ma follemente erotico... Si fatica a volte a raggungere l'orgasmo con la persona che ti conosce da anni, che ti ama, con la quale non hai segreti, che dovrebbe conoscere la mappa dei tuoi punti erogeni in modo scientifico, che non dovrebbe avere problemi nel farti godere, che non dovrebbe avere problemi nel coinvolgerti nei suoi giochi passionali.

E, invece, capita che si risolva tutto in un fallimento; in un orgasmo recitato solo per non ferire la sensibilità di chi ti vuole bene.

Poi, all'improvviso arriva uno sconosciuto che, forse, anzi probabilmente, rimarrà tale per sempre, e digitando poche semplici parole su una tastiera, lontana, ti inonda di passione ...

 
 
 

trasgressione

Post n°18 pubblicato il 15 Febbraio 2007 da odissea750
Foto di odissea750

Spesso mi hai chiesto quale fosse la mia fantasia più trasgressiva...

Non ti ho mai risposto, ma l'hai capito da solo.

Appuntamento in una stanza di albergo.

E' notte fonda, ti aspetto, senza vesti, senza anima, senza pudore, senza vergogna.

So che non verrai solo.

Vi sento entrare, è buio, non vi vedo ma riconosco subito il tuo profumo e la tua sagoma.

Mi accarezzi, mi baci e mi dici " ci sono io".

Le tue labbra, la tua voce, così calda, mi rassicurano. Non ho più paura di nulla.

"girati".

Mi giro, mettendomi a carponi sul letto, sento qualcuno avvicinarsi, il rumore di una cerneria che scende e di pantaloni scivolare.

Una mano scorre lungo la mia schiena sino ad arrivare al mio sesso. Mi accarezza dolcemente (lo so è la tua). Un'altra mi pentra con due dita, sto già gemendo, sento un asta appoggiarsi al mio buco inviolabile. Ma non entra, lo sento lì strusciarsi, duro, sempre più dritto.

La tua mano continua ad accarezzare il mio corpo, due dita si agitano dentro il mio sesso. Spingono forte.

Lo so c'è qualcun'altro, lo sento respirare, un respiro diverso dal tuo, più greve, forse...

Ansimo, gemo anche io. Tu mi chiedi come mi sento e io come da copione rispondo: "la tua puttana" e ancora "lo vedi che non ho pudore a far vedere le mie nudità più intime ad un estraneo, lo so che c'è un estraneo.  Mi piace, continuate ...vi prego".

Sento l'altro gemere sempre di più e strusciarsi sulle mie natiche con maggiore ingordigia; continuate a toccarmi, questa volta insieme. I miei seni strizzati da qualcuno, le dita che entrano ed escono nel mio sesso. Labbra sul mio collo, poi una lingua lievamente lungo la schiena, sino a giù, le mie natiche e... il mio sesso già bagnato.

Ad un tratto ti allontani, ti siedi in disparte sulla poltrona, lì nell'angolo, non ti vedo ma ti sento.  Mi lasci sola con lui. Il mio bacino fa avanti e indietro, voglio essere penetrata, ora. Voglio essere scopata. In quel preciso istante non so da chi, non mi interessa, urlo, qualcuno mi preme la mano sulla bocca, non la riconosco, non è la tua...

Ad un tratto quella atmosfera surreale viene smorzata dalla tua voce "Spostati, ora. Voglio finire io".

TI avvicini, nel frattempo ti sei sfilato i pantaloni, i boxer, avvicini la tua asta al mio sesso, bagnato, zuppo di passione, allargato da quelle dita sconosciute. Lo appoggi e piano piano mi penetri, una volta dentro spingi forte, sempre più forte. Ti sento, sei tu il mio Amore indecente, la mia Passione, la mia Emozione ... TU.

Godo, so che qualcun'altro ci sta guardando, il che mi eccita ancora di più. Voglio mostrargli quanto sia puttana con Te. Mi sussurri all'orecchio "sei mia e di nessun'altro".

Ti sento duro dentro di me che affondi nelle caverne più nascoste del mio ventre. Ad un tratto, lo tiri fuori e mi penetri lì nell'inviolabile, solo tuo, fino a venire, dentro di me ... Mi gira la testa, vibro ed il cuore va all'impazzata.

Di sottofondo sento qualcun'altro venire, non mi giro, non tento di vedere chi è, non mi interessa, ci sei tu.

Sono felice, mi sento una parte integrante di te e ti sento una parte essenziale di me.

Adesso, più che mai, so che non cederesti mai la tua amata puttana a qualcun'altro, neppure per gioco.

 
 
 

un'altra volta ancora

Post n°17 pubblicato il 15 Gennaio 2007 da odissea750

Appuntamento alla stazione.

"Incontriamoci a metà strada" mi avevi detto " Mi manchi troppo"

fare l'amore in un bagno pubblico ... non avrei mai pensato di arrivare a tanto. Eppure anche questa volta sei riuscito a farmi scovare gli angoli più nascosti della mia perversione.

Un abbraccio, forte; un bacio, intenso; uno sguardo, voglioso. Questi sono stati gli ingredienti. MI hai preso per mano e mi hai trascinato nel bagno della stazione.

 Mi hai poggiata sul lavandino, mi hai sfilato le mutandine, io ho allargato le gambe, ti ho abbracciato con esse, mentre con le mani massaggiavo iln tuo il piacere... già così duro.

Abbiamo fatto l'amore scopando, ancora una volta. Ancora una volta è stato splendido.

Mi hai fatto sentire a fondo quanto mi avessi desiderato tutti quei giorni, lontani ... A me è bastato un nullla per inondarti della mia brama. Splendide le tue labbra, così come le ricordavo ... morbide e delicate le tue mani sul mio corpo ... le mie intrecciandosi tra i tuoi capelli spettinati, la mi lingua assaporare la tua pelle. Come mi è mancata ... 

MI hai sussurrato parole che non avrei mai pensato potessero uscire dalla tua bocca, parole d'amore perverso, d'amore malato per qualcuno che sai non potrai mai avere completamente tuo. IO.

 
 
 
 
 

silenzio

Post n°15 pubblicato il 06 Dicembre 2006 da odissea750
Foto di odissea750

Sono giorni di silenzio.

Ho bisogno di sentirti vicino, per ispirarmi.

Mi parli ma non dici nulla. Le tue parole sono suoni afoni.

La tua voce non ha intonazione. E' come una canzone mononota.

Ormai sono stufa di non sentire.

Riprenditi la voce, ridatemi l'udito.

Emozioni sterili di puro materialismo dopo qualche tempo stufano anche le persone più audaci e insensibili come me.

Mi odio per questo.

Vorrei cambiare direzione, ma davanti a me vedo troppe strade, tutte buie.

La luce dove sta?

Non ho bisogno di contentini.

Vorrei amicizia anche da qualcuno che non è capace di trasmettere sentimenti, almeno verso di me.

Rimango sola con la mia vita e ti guardo, in attesa di un tuo gesto.

Sappi che presto, molto presto, mi stancherò e comincerò anche io ad ignorarti. Forse quel giorno troverò anche la mia direzione.

Chissà ...

 
 
 

la forza dell'amore impuro

Post n°14 pubblicato il 21 Novembre 2006 da odissea750

Non è amore il nostro, ne sono ben cosciente.

Ma quello che provo quando mi sei vicino, mi scalda, mi fa sentire viva.

MI domando, a volte, se anche tu senti quello che sento io.

Mi domando, a volte, se quello che raccontano di voi uomini (esseri brutali senza anima) si rispecchi anche in te.

Non mi cerchi ma so che mi pensi

Non mi chiami ma so che vorresti lo facessi io

Sono immobile nel mio percorso statico, ti guardo, sei dall'altra parte della strada, cammini ma non verso di me. Cammini nella mia stessa direzione ma senza mai guardarmi.

Hai paura?

Io sono sincera quando dico "si, ho paura"

La passione che ci lega non significa nulla, forse. Ma è passione, qualcosa di grande, travolgente e coinvolgente che dura solo un istante.

La passione non lega per sempre.

L'amore è per sempre, forse ... forse ...

Mi domando quando arriverà il punto di non ritorno.

Sono consapevole di essere ancora in tempo per salvarmi, ma non ho voglia di allontarmi dalla tua bocca, dalle tue mani, dal tuo corpo, dal tuo sesso.

So che sono miei, anche quando non lo sono

E voglio che tu sappia che io sono tua, anche quando non  lo sono.

Ti interessa?

No, non credo. L'aridità è una tua caratteristica, penso ...

Non mia. Non mi appartiene. Anche quando non ti amo, io amo.

Mi piace  croggiolarmi, soffrire in qualcosa che non ne vale la pena, anche se, poi, la stupidità mi soprassale.

Soo una stupida? si, forse ... forse ...

Mi piace amare ed essere amata, non nel senso puro del termine; ma nel senso fisico.

E' una colpa? non lo so. Non sento, non provo, sensi di colpa.

E' questo che mi fa andare avanti con te.

 
 
 

Occhi addosso

Post n°13 pubblicato il 15 Novembre 2006 da odissea750
Foto di odissea750

Era lì, seduto dall'altra parte dell tavola e mi osservava.

Mi reputo una persona sessualmente spregiudicata ma fondamentalmente timida.

I suoi occhi addosso mi stavano innervosendo. Le mie unghie battevano ripetuti colpetti sul bordo del piatto, i miei occhi fissi in un punto di non ritorno.

Silenzio, imbarazzante silenzio.

Ad un tratto la sua voce mi sveglia da quell'incantato incubo.

"Sei nervosa?"

"No" contrabbattei "affatto"

"lo sai cosa ti aspetta dopo cena, vero?"

Sapevo e non vedevo l'ora, ma i suoi occhi addosso continuavano ad agitarmi. MI sembrava mi stesse spogliando ed avevo la sensazione che la gente intorno a noi potesse vedermi senza vestiti, nuda come certamente mi vedeva lui in quel momento ed avevo, ancora, la sensazione che lui godesse all'idea che degli etranei avessero potuto davvero ammirare il mio corpo.

Mi sembrò una cena interminabile, poche parole, lunghi silenzi e il suo sguardo che non smetteva di penetrarmi.

Finalmente il conto, ci alzammo dalla tavola e lui mi avvolse la vita con le sue braccia, quasi spingendomi verso l'uscita.

Salimmo in macchina e lui volle farmi da chauffeur. 

"siedeti dietro" mi disse

"Farò finta di essere il tuo autista personale"

La richiesta mi parve stravagante, ma ero abituata alle sue stravaganze, dunque feci come mi chiese.

Un istante dopo, capii il motivo della sua richiesta. Voleva guardarmi, ancora, dallo specchietto retrovisore.

I suoi occhi addosso durante il tragitto verso casa sua. Ancora, i suoi occhi addosso.

La cosa cominciò, ad un tratto, a stuzzicarmi. Mi sentii, finalmente, parte del suo gioco.

 Adesso eravamo soli, era tardi, poche automobili stavano circolando, nessuno avrebbe potuto vedermi.

Il mio lato spregiudicato era pronto a farsi avanti.

Portai le mie mani verso il collo e cominciai a sfiorarmi le spalle, fino a scendere lungo i seni, abbassai la bretellina del vestito e gli lasciai intravedere i capezzoli. Anche i miei occhi, adesso, erano fissi su di lui.

Le mie mani scesero ancora lungo il vestitino fino ad arrivare all'altezza delle cosce.

Allargai le gambe, consapevole che dallo specchietto quel punto del mio corpo lui non avrebbe potuto vederlo. Ma, ovviamente, intuì quello che stavo per fare.

"Sei bravissima" mi disse con tono accondiscente.

"Voglio che ti scaldi per quando ti scoperò".

Adoravo quando usava quei termini duri con me. Perchè sapevo che dietro la brutalità delle sue parole si nascondeva una passione smisurata nei confronti del mio corpo  e della mia anima.

Cominciai a toccarmi e a gemere, eccitata dall'idea che lui mi stesse guardando.

Ad un tratto accostò la macchina, i miei occhi socchiusi, le mie labbra che si mordevano , le mie mani che continuavano ad affondare nel mio sesso. Sentii aprire e chiudere lo sportello. Sentii qualcuno sedersi accanto a me e riconobbi il suo profumo.

"Voglio farti venire io".

Mi prese le mani e se le mise in bocca per assaporare il mio sapore, mi accarezzò tra le gambe ed affondò le sue dita lì dove ha origine il mio piacere.

Continuavo a gemere e ad ansimare, poggiai la mia testa sulle sua spalla, lui mi baciò teneramente i capelli, la guancia, le labbra. Sentii il mio sapore, era buono.

Piacere multiorgasmico.

Ritornò al posto di guida e fece ripartire l'auto.

Mi guardò ancora dallo specchietto, con un sorriso beffardo, il sorriso di chi ha ottenuto ciò che voleva, il sorriso di chi, presuntuosamente, sa di averti in pugno. Il sorriso di chi sta, spudoratamente, scopandoti con il solo sguardo.

Quando arrivammo a casa e facemmo l'amore, immaginai ancora il suo sguardo, pensai a quello che mi aveva tacitamente fatto fare, pensai che tutto ciò che era accaduto, forse, era proprio quello lui aveva maliziosamente immaginato, seduto a quel tavolo del ristorante.

 

 
 
 
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