Creato da: comitatonofanghi il 17/08/2007
No al trasferimento dei rifiuti speciali industriali da Bagnoli a Piombino

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PERCHE' NON SAREMO PRESENTI ALLA IV COMMISSIONE

Post n°33 pubblicato il 05 Settembre 2007 da comitatonofanghi

Abbiamo ricevuto l’invito per partecipare, venerdì 7 settembre, ad una riunione della IVa Commissione Dipartimentale del Comune di Piombino.

Ordine del giorno: Approfondimenti sulle caratteristiche chimico - fisiche dei materiali provenienti dalla colmata di Bagnoli.

Abbiamo deciso di non partecipare e, per evitare strumentalizzazioni, proviamo a spiegare le ragioni che ci hanno spinto a questa decisione.

In merito alle certificazioni squadernate dai fautori dell’Accordo, il Comitato fa proprie le perplessità e i dubbi sulla correttezza delle procedure di analisi già più volte denunciate dal Prof. De Vivo dell’Università Federico II di Napoli e membro della Commissione di Esperti per il controllo dei lavori di monitoraggio delle aree ex-industriali di Bagnoli, secondo il quale non possono offrire garanzia di  credibilità le analisi effettuate all’interno di un laboratorio creato direttamente dalla Società Bagnolifutura. (Chi vuole può approfondire l’argomento su http://nofanghi.blogspot.com; http://blog.libero.it/comitatonofanghi).

Ma il dissenso del Comitato No Fanghi alla firma dell’Accordo non è limitato agli aspetti tecnici e non vogliamo che il problema e la discussione vengano  strumentalmente  “deviati” solo o principalmente su tale aspetto.

Il problema più grave, a nostro giudizio, riguarda la bonifica del nostro territorio, l’assenza di un reale progetto di smaltimento dei milioni di m3 di rifiuti industriali legati alle nostre industrie. Di questo, che dovrebbe costituire la principale preoccupazione di un Sindaco e di un’Amministrazione responsabili, non vi è traccia nell’Accordo quadro. Ma quello ambientale è solo un punto della nostra contrarietà, che riguarda anche motivazioni di ordine economico e di credibilità democratica, in particolare:

1.      la fretta e il silenzio con cui questa operazione è stata progettata e l’ansia di chiudere il tutto in tempi brevissimi. Tutto questo non può essere accettato. Le linee di programmazione sulle quali si era progettato per un decennio il risanamento del territorio di Bagnoli sono state gettate all’aria nel giro di poche settimane con l’incursione nell’”affaire” della Società Sviluppo Italia, società ben nota per la cattiva gestione del denaro pubblico. Sono credibili una tale inversione di rotta e la promessa di soldi che nessuno può assicurare che saranno realmente disponibili?

2.      la bonifica dei siti di interesse nazionale (una cinquantina) non può essere pensata e gestita movimentando i materiali inquinati attraverso l’intero territorio italiano, sia per un problema di investimenti finanziari (è questo sperpero di denaro pubblico l’immagine che questo governo vuole dare?), sia per il drammatico impatto ambientale che da questa ottica deriverebbe: per noi una fondamentale regola ecologica resta quella che i rifiuti vanno trattati e smaltiti laddove sono prodotti.

Per questo non saremo presenti alla Commissione del 7 settembre, perché i motivi del NO non si fermano alle questioni tecniche, ma chiedono una discussione sull’impostazione complessiva e sull’opportunità di questa operazione, la quale va ridiscussa dall’inizio e portata al giudizio dei cittadini con un referendum.

Su questa base potremo confrontarci con tutti, a partire dall’assemblea pubblica del 6 settembre.

 

 
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ASSEMBLEA  PUBBLICA

Post n°32 pubblicato il 05 Settembre 2007 da comitatonofanghi

Continua la mobilitazione del Comitato No Fanghi dopo il successo della raccolta di firme contro il trasferimento dei fanghi di Bagnoli a Piombino (nella sola settimana di ferragosto 4575 adesioni), iniziativa che ha costretto il Sindaco a rinviare la decisione di firmare l’Accordo di programma quadro inserendo nella partita anche la Regione Toscana

Giovedì 6 settembre alle ore 21 presso la Sala Circoscrizione del Perticale il Comitato organizza un’Assemblea pubblica per fare il punto della situazione e per discutere le iniziative proposte dai vari gruppi di lavoro del Comitato (Referendum; Approfondimento tecnico; Comunicazione; Informazione e Organizzazione).

Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.

 
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ANCORA DUE PAROLE SUI FANGHI

Post n°31 pubblicato il 04 Settembre 2007 da comitatonofanghi

Per quanto riguarda i rifiuti industriali della colmata di Bagnoli, sono note (per chi non vuole tapparsi occhi ed orecchie) le tesi sostenute dal prof. Benedetto De Vivo, geofisico e vulcanologo del Dipartimento di Geofisica e Vulcanologia dell’Università Federico II di Napoli e membro della Commissione di Esperti tecnico-scientifica per il controllo dell’attività di risanamento dei siti industriali dell’area di Bagnoli, Commissione eliminata, unitamente al Comitato di Coordinamento e Alta Vigilanza, il 23 dicembre del 2000. Dopo questa data i lavori di monitoraggio a Bagnoli sono continuati senza “controlli esterni”.

Il prof. De Vivo ha più volte ripetuto che il problema grave riguardava la presenza di IPA (composti organici altamente cancerogeni) e ha ricordato come la Commissione di Esperti avesse consigliato di asportare dalle aree spot i terreni inquinati da IPA per essere sottoposti a vagliatura, lavaggio e poi avviati necessariamente ad un impianto di termodistruzione. In queste fasi il materiale avrebbe dovuto essere analizzato chimicamente prima e dopo il trattamento da un Laboratorio di Analisi esterno alla Società di Bagnolifutura spa, per evitare evidenti problemi di conflitti di interesse, ma la Società Bagnolifutura decise di costituire un Laboratorio interno (il Centro Campano Teconologie e Ambiente), il quale avrebbe fatto le analisi e certificato se il materiale spedito fuori da Bagnoli avesse avuto le caratteristiche di “inerte” oppure no. Le domande che il prof. De Vivo (e noi con lui) si pone sono:

1.      Può la tasca destra certificare ciò che fa la tasca sinistra? Cioè, quali garanzie di correttezza scientifica possono offrire tali analisi frutto di una terribile confusione tra controllore e controllato?

2.      Come si può dire di aver eliminato gli IPA se non è stato previsto alcun impianto di termodistruzione?

Il prof. De Vivo così conclude il suo ragionamento: “Viene in tal modo alla luce il grave problema del conflitto di interessi determinato dal fatto che i controlli analitici sulle attività di bonifica sarebbero stati effettuati dalla stessa Bagnolifutura, attraverso le “certificazioni” di un suo Laboratorio interno costituito anche con fondi della Regione Campania e qualificato improvvidamente come Centro di Eccellenza di Ricerca. Il nodo oggi viene al pettine: se l’ARPAC, effettuati i controlli sulle sabbie dell’arenile, rileva che il solo trattamento di  soil washing ha determinato solo una parziale decontaminazione da IPA (valutabile attorno al 10%), non ci si può non chiedere se la stessa ARPAC, per i suoli ex-industriali certificati come decontaminati, abbia effettuato i controlli dovuti, secondo protocolli e procedure internazionalmente riconosciuti, oppure se si sia limitata a prendere atto delle “certificazioni” del Centro Campano Tecnologie e Ambiente, ossia della stessa Bagnolifutura”.

A queste gravi e inquietanti conclusioni non è stata data (o non si è voluto dare) risposta; i fautori dell’Accordo preferiscono trincerarsi dietro l’”oggettività” dei dati, ma nessuno risponde (o può rispondere) alle accuse del prof. De Vivo sulle procedure seguite per le certificazioni.

 
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ANCHE SE FOSSE  BOROTALCO

Post n°30 pubblicato il 03 Settembre 2007 da slicobaspiombino

ANCHE SE FOSSERO TONNELLATE DI BOROTALCO.

Voglio per un attimo dichiararmi convinto che ciò che vanno dicendo i sostenitori dell’”Accordo” anzi voglio andare oltre le assicurazioni  su “lavaggi”, trattamenti vari e controlli dei carabinieri che dovrebbero garantire la”natura” finale dei fanghi che si vorrebbero trasferire da Bagnoli a Piombino.

Mettiamo che quello che dovrebbe arrivare a Piombino fosse borotalco. Innocuo profumato e bianco borotalco.

Direi egualmente no.

E mi spiego. Ci sono due questioni fondamentali la prima riguarda la democrazia, la seconda il merito della vicenda.

Del futuro della colmata di Bagnoli se ne discute ormai da più di un decennio ( sono trascorsi 14 anni dalla chiusura dell’impianti siderurgici) e per tutti questi anni si sono confrontate tesi opposte sul da farsi. Ci sono pagine su pagine di relazioni tecniche accompagnate da analisi dei suoli, del mare e dell’ambiente complessivamente interessato dalla presenza della colmata.

Si sono costituite società come la Bagnoli SpA a cui successivamente è subentrata Bagnoli Futura che in questi anni senza bonificare un granello di quella “venefica collina” (come la chiamano i napoletani) hanno sperperato ben 1000 miliardi di Lire.

Si era deciso infine che quella collina andava rimossa, e i fanghi sarebbero finiti, dopo i necessari trattamenti nelle future vasche della Darsena di Levante del porto di Napoli.

In tanto il 3 Marzo 2007 su la Repubblica emergono notizie inquietanti sulla bonifica dei suoli, il Prof. De Vivo già membro della commissione esperti a supporto del Comitato di Alta sorveglianza dei siti ex industriali denuncia che il trattamento di lavaggio dei fanghi contaminati da IPA con il “soil washing”, a quest’ultimi “ gli farebbe il solletico”. Infatti si è registrato un abbattimento solo del 10%.

Ma a Napoli l’imperativo è far presto. L’Accordo di Programma stipulato tra il Ministero dell’Ambiente, autorità napoletane e campane (non ché  Min. Lav. Pubblici, Trasporti e Infrastrutture) sta per scadere, entro il 30 Ottobre la partita va chiusa, pena perdere i nuovi fondi stanziati per la bonifica.

E’ nel periodo Febbraio – Marzo, che qualcuno in sordina, a nome di tutta la città fa conoscere ai dirigenti ministeriali la disponibilità del porto di Piombino a togliere la patata bollente e prendersi la famosa colmata.

Partono in gran  segreto studi di fattibilità preparati da Sviluppo Italia per quanto riguarda i tempi del trasferimento a Piombino dei materiali della colmata.

Ed è a Marzo che il Presidente dell’Autorità Portuale di Napoli Nerli Francesco invia una preoccupatissima ed accorata lettera al Dott. Mascazzini ricordandogli gli impegni presi per la realizzazione della Darsena di Levante che potrebbero essere pregiudicati dalla scelta di Piombino, non trascurando di ribadire l’impegni finanziari promessi dal Ministero dell’Ambiente.

Naturalmente a Piombino nessuno sa niente o finge di non sapere, e quando sulla stampa locale trapela la notizia, il Sindaco Gianni Anselmi, taglia corto dichiarando pubblicamente che a Piombino “di quella roba” ce ne abbiamo anche troppa .

Per i piombinesi è ovvio che la vicenda è chiusa. E invece No.

Salta fuori ( e lo fa Rifondazione Comunista piombinese) una lettera del sindaco Gianni Anselmi

che ( siamo ad Aprile) in via del tutto riservata e senza portarne a conoscenza il Consiglio Comunale e i cittadini, la città di Piombino è disponibile a firmare l’accordo per il trasferimento dei fanghi entro il 30 Luglio,a patto che ci siano garanzie certe per la realizzazione della strada 398.

E’ da notare che la disponibilità del sindaco si riferisce ad un accordo che prevede l’arrivo a Piombino di 400 mila tonnellate di fanghi già classificati come pericolosi .

Si arriva così ai primi di agosto, tutto è pronto, fanno sapere sulla stampa da Napoli, manca solo la firma dl Sindaco di Piombino che visto il carteggio è scontata. Il resto è storia di questi giorni.

Dunque, se c’è una cosa che il Sindaco Anselmi si è bruciato nel rapporto con i cittadini è la fiducia, che certamente non può essere concessa a chi ha operato in tutta fretta e segretezza,

Per credere alle assicurazioni, che di fronte all’immediata protesta dei  cittadini, il Sindaco si è affrettato ad offrire  occorrerebbe fiducia, una merce preziosa che non la si perde e si riguadagna nel lampo di un giorno.

E siamo alla seconda questione, quella del merito.

Anche se fosse borotalco, ho detto.

Il costo stimato per trasferire la colmata di Bagnoli nelle vasca che saranno costruite a Napoli è stato stimato in 18 milioni di Euro, mentre per il trasferimento degli stessi fanghi della colmata nelle vasche del porto di Piombino ne occorrerebbero ben 62 milioni di Euro, (44 milioni di differenza).

Che senso ha uno spreco così grande di denaro?

Che senso ha armare una flotta di 3000 navi per inaugurare (come pomposamente dice  Pecoraro Scanio) l’autostrada del mare, attraversando il Tirreno con un carico così singolare?

Si risponde che a Napoli  le vasche ancora non ci sono e che saranno pronte non prima di 24 mesi. Ma anche a Piombino la TAP è solo una sigla e soltanto in autunno partiranno le gare di appalto per i lavori di costruzione dell’impianto che presumibilmente sarà pronto tra 18 mesi. Si può ragionevolmente sostenere che per un ritardo di soli sei mesi( dopo 11 anni d’inerzia e sperperi vale la pena di mettere in viaggio la colmata e sperperare la bellezza di 44 milioni ?

Ma c’è di più la TAP per sua natura (come prevede il decreto Bersani) non può in nessun caso trattare rifiuti che non siano trattati in loco.

Del resto come tutti sanno la TAP non ha ancora richiesto il VIA per l’autorizzazione a trattare rifiuti classificati come pericolosi, nemmeno quelli prodotti da un eventuale lavaggio dei fanghi.

Ancora nel merito ci sarebbe da dire sull’accostamento delle navi senza un molo di attracco e sulla inevitabilità di reperire aree per lo stoccaggio “provvisorio” dei fanghi e sulla non meglio precisata piattaforma marina su cui piazzare il discutissimo impianto di “soil washing”.

Non ultima la questione dei finanziamenti. L’”accordo” ne copre solo il 22% appena necessario per coprire la prima fase.

Il sindaco da una risposta inquietante: quei soldi le recupereremo accogliendo nelle vasche rifiuti (di non si sa bene quale provenienza e che comunque non coprirebbero oltre il 40% delle necessità finanziarie) da altri siti..

E’ come se un sindaco pensasse di costruire una scuola senza un soldo in bilancio, contando di pagarla con le tasse scolastiche dei futuri alunni.

Ma c’è di peggio: Allora si vuole davvero fare di Piombino la capitale dei rifiuti?

Concludendo si tratta di una operazione che non regge e fa acqua da tutti i punti di vista. Si configura soltanto come un enorme spreco di risorse per sostenere un progetto concepito fuori da ogni trasparenza e che solleva legittimi e inquietanti interrogativi. C’è di che riflettere soprattutto da parte di coloro che si sperticano nel chiedere vistosi tagli alla spesa pubblica pensando ai servi sociali piuttosto che a progetti come questo.

 

                                                           Paolo Profeti del Comitato Nofanghi

 

Piombino 03.09.2007

 
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BAGNOLI A FIANCO DEL COMITATO

Post n°29 pubblicato il 01 Settembre 2007 da comitatonofanghi

Abbiamo ricevuto una e-mail di solidarietà e di sostegno alla nostra battaglia contro l'accordo che vuole portare a Piombino i rifiuti speciali industriali di Bagnoli dall'Assise Cittadina per Bagnoli.         

E' un fatto importante, sia per l'aiuto che al nostro dibattito può portare un comitato di cittadini che da ben più tempo di noi si è organizzato per trovare una risposta democratica e compatibile con le esigenze del territorio e della popolazione, sia per la conferma delle nostre idee che trovano pieno rispecchiamento in quelle dei cittadini organizzati di Bagnoli, il che dimostra quanto il nostro rifiuto all'accordo non difenda un interesse localistico, ma esprima una consapevolezza e un'esigenza più generale.

Riportiamo di seguito il testo della e-mail che ci è giunta.

Salve,
siamo un coordinamento di comitati civici, associazioni ambientaliste e movimenti sociali di Napoli, che seguono da dieci anni la riconversione urbanistica di Bagnoli, battendosi per una trasformazione partecipata dell'area, socialmente equa ed ambientalmente sostenibile. Una battaglia non facile ma necessaria, come quella che state conducendo voi a Piombino.
Condividiamo i vostri dubbi e le vostre preoccupazioni sul malaugurato progetto di rimozione della colmata di Bagnoli, che vede coinvolto il vostro territorio come sede finale di stoccaggio dei fanghi di bonifica. Abbiamo sempre sostenuto la necessità di provvedere in via prioritaria al recupero in loco dei materiali di risulta, contro ogni ipotesi di scaricare il problema su altri territori(che si trattasse del vicino parco naturale di Pianura come dell'ex discarica di Penitro in Lazio). Conosciamo bene i passaggi  attraverso i quali la bonifica di Bagnoli è servita a sostenere interessi privati, anzichè provvedere prioritariamente al risanamento dei suoli ex industriali e del litorale marino; riteniamo che anche la soluzione prospettata dal Ministero per l'Ambiente si inquadri sostanzialmente in questo meccanismo perverso di dilapidazione dei fondi pubblici e sottostima delle esigenze ambientali.
Saremo lieti di poterne discutere con voi, sia per scambiarci informazioni e valutazioni, sia per poter individuare eventuali azioni comuni in merito. Abbiamo in cantiere per i primi di ottobre una iniziativa pubblica di tre giorni a Bagnoli e ci farebbe piacere una vostra presenza.

Vi salutiamo

Massimo Di Dato

Assise Cittadina per Bagnoli

 
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Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 30 Agosto 2007 da comitatonofanghi

giovedì 30 agosto alle 21 c/o la Festa di Liberazione alla Pinetina di Riotorto
dibattito sui Fanghi di Bagnoli
"NON INFANGHIAMOCI"
Intervengono:
Ciro Pesacane, resp. nazionale Ambiente PRC-Sinistra Europea
Sen. Salvatore Allocca, PRC-Sinistra Europea
Eugenio Baronti, assessore regionale casa, università e ricerca
Paolo Benesperi
Rossano Pazzagli
 
Conduce Riccardo Chiari, Il Manifesto

 
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MOBILITAZIONE POPOLARE!!!

Post n°27 pubblicato il 29 Agosto 2007 da luig75

Quasi 5 mila firme che meritano rispetto e Voce,un sentimento popolare che si e' trovato a nascere quasi per caso, senza nemmeno rendersi conto di essere cresciuto in pochissimi giorni, in un posto dove mai la cittadinanza era scesa in Guerra per difendere la propria terra, non puo' che far felice ogni padre putativo di questo comitato.E' stata fatta dell'ironia in sala consiliare di questo Nuovo organismo,un ironia pero' come tentativo di sminuire la paura che loro stessi hanno,un tentativo conscio o incoscio come per dire e' piccola cosa non ci ostacolera'...Sono state fatte affermazioni a dir quanto infelci,5 mila firme su 30 mila cittadini sono una minoranza,hanno ipotizzato probabili comitati del SI che ,a parer mio, potrebbero pur nascere ma avere un adesione limitata al gruppo del comune,consiglieri e piccole caste alle dipendenze del sindaco.'L'errore che stanno commettendo e' quello di considerare piombino un gregge di pecore o un gruppo di bambini facili da domare e educare secondo la loro mentalita';e' li che cadranno!! non sara' certamente la promessa  di un prato verde(aumento dell'occupazione)o un grande gelato per tutti(la strada di accesso) a mettere a tacere il malcontento popolare!!!Ci troviamo a vivere in un posto dove aime' per anni abbiamo dovuto barattare il pane con l'inquinamento chiudendo la strada a altre fonti economiche sfruttate a dovere dai comuni limitrofi..Ora ci chiedono di diventare il paese della raccolta dei rifiuti,anzi mi correggo ci voglione IMPORRE di diventarlo,mi lascia perplesso l'atteggiamento di arroganza, mascherato da una minima diplomazia da parte dei singoli, del tutto atipico dall ideale nazionale che questi partiti sbandierano tanto di avere.Proprio da quei gruppi dove la voce del popolo viene messa in primo piano per ogni decisione,vedi scelta dei propri leader attraverso le primarie,viene difficile capire come  a Piombino i soliti gruppi politici(DS e margherita) non lascino alla citta' la scelta di come morire(REFERENDUM!!!!!!!!!!).Vorrei poi fare una particolare considerazione sul gruppo dei verdi,perche' la loro posizione ufficiale su questa questione a un che ,all opinione pubblica ,di scandaloso.Proprio loro nati sotto il colore verde,attenti osservatori di tutto quello che puo' nuocere all'ambiente,in prima fila in crociate contro caccia e conversioni di centrali a carbone(vedi caso tor del sale di anni fa'),proprio loro che fanno del Sole che ride il loro simbolo,a PIombino in questa occasione si schierano dalla parte del profitto ai danni dell'ambiente, dalla parte di navi di rifiuti che attraversano i nostri mari,si schierano dalla parte della cementificazione di tratti di territorio rubati al MARE,per la realizzazione di vasche,insomma con una presa di posizione rinnegano se stessi e tradiscono il modo di vivere e pensare di tutto l'elettorato che in questi anni li ha sostenuti e gli ha permesso di prendere forza.Non si puo per accordi presi, a livello nazionale ,da singoli capogruppi, snaturare la missione di un partito;se solo potesse il sole, che portate sulle vostre bandiere, a PIombino per la vostra scelta smetterebbe di ridere e inizierebbe a piangere.Concludo rivolgendomi al Signor tortolini,oltretutto un mio coetaneo,ti invito a riflettere su gli efetti che la vosta scelta portera' nella nostra citta',non sono considerazioni pessimistiche di cittadini non istruiti spaventati dalla iniziativa,a volte come ben saprai un passo indietro fatto in tempo vale cento passi avanti nel senso sbagliato di marcia,quindi mi rivolgo proprio a te(mi permtto di darti del tu)affinche ' un ragazzo giovane ,come tu sei, possa diventare il miglior interlocutore e rappresentante vero di una classe politica che ascolta il volere del popolo. Invito oltretutto il COMITATO a continuare la raccolta delle firme perche e' l'unico modo per far capire anche a quei ciechi che pur di non vedere si toglierebbero pure l'occhio di vetro che PIombino non sta' con chi vuole fanghi e malatte.

 
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Fonti bibliografiche (seconda parte)

Post n°26 pubblicato il 28 Agosto 2007 da alessandropallini

Fonti bibliografiche.

26) Wenstrup D, Ehmann WD, Markesbery WR. Trace element imbalances in isolated subcellular

fractions of Alzheimer’s disease brains. Brain Res 1990; 533(1): 125-31.

27) Schettler T. Toxic threats to neurological development of children. Environ Health Perspect 2001;

109 (Suppl 6): 813-6.

28) Grandjean P, Weihe P, White RF et al. Cognitive deficit in 7-year old children with prenatal

exposure to methyl mercury. Neurotoxicol Teratol 1997; 19(6): 417-28.

30) Thun MJ, Schnorr TM, Smith AB, et al. Mortality among a cohort of US cadmium production

workers – an update. J Natl Cancer Inst 1985; 74(2): 325-33.

31) Blot WJ, Fraumeni JF Jnr. Arsenical air pollution and lung cancer. Lancet 1975; 2 (7926):142-4.

32) Severs R, Whitehead L, Lane R. Air quality correlates of chronic disease mortality: Harris County,

Texas 1969-71. Tex Rep Biol Med 1978; 36: 169-84.

33) Wecker L, Miller SB, Cochran SR et al. Trace element concentration in hair from Autistic

Children. J Ment Defic Res 1985: 29 (pt 1): 15-22.

34) Capel ID, Pinnock MH, Dorrell HM, et al. Comparison of concentrations of some trace, bulk, and

toxic metals in the hair of normal and dyslexic children. Clinic Chem 1981: 27(6): 879-81.

35) Brockel BJ, Cory-Slechta DA. Lead, attention, and impulsive behaviour: changes in a fixed

waiting-for-reward paradigm. Pharmacol Biochem Behav 1998: 60(2): 545-52.

36) David OJ, Hoffman SP, Sverd J, et al. Lead and hyperactivity: Behavioural response to chelation.

Am J Psych 1976; 133(10): 1155-8.

37) Masters RD. Biology and politics: linking nature with nurture. Ann Rev Polit Sci 2001; 4: 345-65.

38) Tong S, Baghurst P, McMichael A et al. Lifetime exposure to environmental lead and children’s

intelligence at 11 – 13 years: the Port Pirie Cohort Study. BMJ 1996; 312 (7046): 1569-75.

39) Leviton A, Bellinger D, Allred EN et al. Pre and postnatal low-level lead exposure and children’s

dysfunction in school. Environ Res 1993: 60(1): 30-43.

40) Eppright TD, Sanfacon JA, Horwitz FA. Attention deficit hyperactivity disorder, infantile autism

and elevated blood lead: a possible relationship. Mol Med 1996: 93(3): 136-8.

41) Needleman HL, Gunnoe C, Leviton A et al. Deficits in psychologic and classroom performance in

children with elevated dentine lead levels. N Eng J Med 1994; 331(13): 689-95.

42) Bellinger D, Leviton A, Waternaux C, et al. Longitudinal analyses of prenatal and postnatal lead

exposure and early cognitive development. N Eng J Med 1987; 316 (17): 1037-43.

43) Needleman HL, Riess JA, Tobin MJ, et al. Bone lead levels and delinquent behaviour. JAMA

1996; 275 (5); 363-9.

44) Gottscalk LA, Rebello T, Buchsbaum MS et al. Abnormalities in hair trace elements as indicators

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45) Schauss AG. Comparative hair-mineral analysis results of 21 elements in a random selected

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Res 1981; 1: 21-41.

46) Bowdler NC, Beasley DS, Fritze EC et al. Behavioural effects of aluminium ingestion on animal

and human subjects. Pharmacol Biochem Behav 1979: 10(4): 502-12.

47) Trapp GA, Miner GH, Zimmerman RL et al. Aluminium levels in the brain in Alzheimer’s

disease. Biol Pyschiatry 1978; 13(6): 709-18.

48) Multhaup G. Amyloid precursor protein, copper and Alzheimer’s disease. Biomed Pharmocother

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49) Zapatero MD, Garcia de Jalon A, Pascual F, et al. Serum aluminium levels in Alzheimer’s disease

and other senile dementias. Biol Trace Elem Res 1995; 47 (1-3):

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50) Martyn CN, Barker DJ, Osmond C et al. Geographical relationship between Alzheimer’s disease

and aluminium in drinking water. Lancet 1989; 1(8763): 59-62.

51) Crapper DR, Krishnan SS, Dalton AJ et al. Brain aluminium distribution in Alzheimer’s disease

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52) Neri LC, Hewitt D. Alzheimer’s disease and drinking water. Lancet 1991; 338 (8763): 390.

53) Zayed J, Ducic S, Campanella G, et al. Environmental factors in the etiology of Parkinson’s

disease. Can J Neurol Sci 1990: 17(3): 286-91.

 

 
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fonti bibliografiche del messaggio precedente (prima parte)

Post n°25 pubblicato il 28 Agosto 2007 da alessandropallini

Fonti bibliografiche.

1) Documento sulle tecnologie relative allo smaltimento dei rifiuti ed alla bonifica dei siti contaminati. Relatore On. Senatore Franco Asciutti della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite (7 marzo 2001).

2) Organizzazione Mondiale della Sanità. Ambiente e salute in Italia. Roma: Il Pensiero Scientifico ed.;

1997. p. 443-50.

3) Martuzzi M, Mitis F, Biggeri A, et al. Ambiente e stato di salute nella popolazione delle aree ad alto

rischio di crisi ambientale in Italia. Epidemiol Prev 2002;26(6) suppl:1-56.

4) Mitis F. Ambiente e stato di salute della popolazione nell’area di Napoli. In: II rapporto sullo stato

dell’Ambiente della provincia di Napoli. Napoli: Provincia di Napoli - Assessorato all’Ambiente;

2004. p. 870-97.

5) Belli S, Binazzi A, Comba P, et al. Analisi della mortalità causa specifica in prossimità di impianti

per lo smaltimento di rifiuti solidi urbani. In: Valutazione del rischio sanitario e ambientale nello

smaltimento dei rifiuti urbani e dei rifiuti pericolosi. Musmeci L (Ed.). Roma: Istituto Superiore di

Sanità; 2004. (Rapporti ISTISAN 04/5).

6) Mastrantonio M, Belli S, Binazzi A, et al. La mortalità per tumore maligno della pleura nei comuni

italiani (1988-1997). Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2002. (Rapporti ISTISAN 02/12).

7) Menegozzo M, Trinca S, Cammino F, et al. Distribuzione geografica della mortalità per tumore

maligno della pleura e dei soggetti ex esposti professionalmente ad amianto in Campania. Epidemiol

Prev 2004; 3.

8) Minichilli F. Studio epidemiologico sul rischio di malformazioni congenite in prossimità di siti di

discarica in provincia di Napoli. In: II rapporto sullo stato dell’ambiente della provincia di Napoli.

Napoli: Provincia di Napoli - Assessorato all’Ambiente; 2004. p. 897-914.

9) Minichilli F, Linzalone N, Pierini A, et al. Studio epidemiologico sul rischio di malformazioni

congenite in prossimità di siti di discarica in due regioni italiane. In: Musmeci L (Ed.). Valutazione

del rischio sanitario e ambientale nello smaltimento dei rifiuti urbani e dei rifiuti pericolosi. Roma:

Istituto Superiore di Sanità; 2004. (Rapporti ISTISAN 04/5).

10) ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ.Indagini epidemiologiche nei siti di interesse nazionale per le bonifiche delle regioni italiane previste dai Fondi strutturali dell’Unione Europea. A cura di Liliana Cori, Manuela Cocchi e Pietro Comba. Rapporto Istisan 05/1: pag. 41.

11) Documento tecnico allegato all’ ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO

“Per gli interventi di bonifica negli ambiti marino-costieri

p r e s e n t i a l l ’ i n t e r n o d e i S i t i d i bonifica di interesse nazionale

di Piombino e Napoli Bagnoli-Coroglio”

12)  Den Hond E, Roels HA, Hoppenbrouwers K et al. Sexual maturation in relationship to

polychlorinated aromatic hydrocarbons: Shape and Skakkebaek’s hypothesis revisited. Environ Health

Perspect 2002; 110(8): 771-6.

13) Eskenazi B, Mocarelli P, Warner M et al. Serum dioxin concentrations and endometriosis: a

cohort study in Sevenso, Italy. Environ Health Perspect 2002; 110(7): 629-34.

14) Wolff MS, Weston A. Breast cancer risk and environmental exposures. Environ Health Perspect

1997; 105(Suppl 4): 891-6.

15) Hoyer AP, Granjean P, Jorgensen T et al. Organochlorine exposure and the risk of breast cancer.

Lancet 1998; 352 (9143): 1816-20.

16) Oliva A, Spira A, Multigner L et al. Contribution of environmental factors to the risk of male

infertility. Hum Reprod 2001; 16(8): 1768-76.

17) Sultan C, Balaguer P, Terouanne B et al. Environmental xenoestogens, antiandrogens and

disorders of male sexual differentiation. Mol Cell Endocrinol 2001; 178 (1-2): 99-105.

18) Hardell L, van Bavel B, Lindstrom G et al. Increased concentrations of polychlorinated

biphenyls, hexachlorobenzene and chlordanes in mothers of men with testicular cancer. Environ

Health Perspect 2003; 111 (7): 930-4. 

19) Porterfield SP. Vulnerability of the developing brain to thyroid abnormalities and environmental

insults to the thyroid system. Environ Health Perspect 1994; 102 Supp 2: 125-30.

20) Rowat SC. Incinerator toxic emissions: a brief summary of human health effects with a note on

regulatory control. Med Hypotheses 1999; 52(5): 389-96.

21) Costa DL, Dreher KL. Bioavailable transition metals in particulate matter mediate

cardiopulmonary injury in healthy and compromised animal models. Environ Health Perspect

1997;105 (suppl 5): 1053-60.

22) Dye JA, Lehmann JR, McGee JK et al. Acute pulmonary toxicity of particulate matter filter

extracts in rats: Coherence with epidemiologic studies in Utah Valley.

Environ Health Perspect 2001; 109 Suppl 3: 395-403.

23) Casdorph R, Walker M. Toxic Metal Syndrome, New York: Avery Publishing Group 1995.

24) Ehmann WD, Markesbery WR, Alauddin M et al. Brain trace elements in Alzheimer’s disease.

Neurotoxicology 1986; 7 (1): 195-206.

25) Thompson CM, Markesbery WR, Ehmann WD et al. Regional trace-element studies in

Alzheimer’s disease. Neurotoxicology 1988; 9(1): 1-7.

 
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Effetti tossici dei fanghi di Bagnoli

Post n°24 pubblicato il 28 Agosto 2007 da alessandropallini

Revisione della letteratura sui rischi derivanti dai fanghi di Bagnoli.

Nel documento finale del 7 marzo 2001 (1) la Commissione Parlamentare di Inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse afferma che quando si decide di realizzare un impianto di discarica si deve tenere presente che il costo pagato dalla comunità, considerando gli effetti diretti e indiretti, sulla popolazione esposta e sull’ambiente, è molto alto per le inevitabili ripercussioni negative sulle componenti ambientali, paesaggistiche, economiche e sociali.

Sul territorio si accumulano rifiuti e conseguentemente viene deprezzato il valore materiale e culturale del sito stesso. Anche i lavori di ripristino ambientale a fine chiusura della discarica sono un costo.

Nel medesimo documento vengono citate le conclusioni di una ricerca scientifica pubblicata sulla rivista The Lancet nella quale si afferma  che nella popolazione residente nei pressi di discariche controllate c’è un rischio di incremento del 33% delle malformazioni, con particolare incidenza delle malformazioni del tubo neurale, del cuore e dei grandi vasi sanguigni.

Il Sito di Interesse Nazionale di Napoli-Bagnoli-Coroglio è caratterizzato dalla presenza di due grossi complessi industriali quali l’ex-Ilva, con attività metallurgiche, e l’Eternit con produzione di cemento amianto. La bonifica attualmente comprende la rimozione di amianto e il risanamento dell’inquinamento dovuto all’attività metallurgica (10).

Nella popolazione di Napoli-Bagnoli è stato riscontrato un aumento della mortalità (2-3-4-5), un aumento del numero dei tumori maligni della pleura (6-7) e un aumento significativo del rischio di malformazioni congenite totali, cardiovascolari e cromosomiche (8-9).

Nel Rapporto Istisan 05 (pag. 29) il  sito Napoli-Bagnoli-Coroglio viene descritto come Area industriale degli ex stabilimenti siderurgici, di produzione di cemento e cemento-amianto e di produzione di fertilizzanti.

Nel Documento Piombino-Bagnoli Ambiente Siluppo Trasparenza (pag 6) si afferma che i fanghi di Bagnoli presentano l’inquinamento tipico dell’attività siderurgica e cioè idrocarburi, IPA e metalli pesanti.

Gli IPA (Idrocarburi policiclici aromatici)  sono sostanze lipofile che si accumulano nei tessuti grassi, rimanendo attive negli organismi viventi e nell’ambiente per molti anni. Sono stati associati con pubertà precoce (12), endometriosi (13), cancro del seno (14-15), ridotto conteggio spermatico (16) e altri disturbi riproduttivi maschili (17), cancro del testicolo (18) e interferenza con la tiroide (19). Si è asserito che circa il 10% delle sostanze chimiche prodotte dall’uomo sono cancerogene e molte sono adesso riconosciute come interferenti endocrini.. Molti di questi effetti sulla salute non erano stati anticipati e vengono riconosciuti soltanto adesso.

Gli IPA sono un esempio di veleno organico. Sebbene i livelli di emissione siano piccoli, queste sostanze sono tossiche a parti per bilione o persino a parti per trilione(20) rispetto a parti per milione per molti altri inquinanti. Possono causare cancro, cambiamenti immunitari, danni al polmone e al fegato, sviluppo cognitivo e motorio ritardato, diminuito peso alla nascita e ridotto tasso di crescita (20).

E’ stato dimostrato che l’esposizione a metalli pesanti ha un ruolo da intermediario nel danno cardiopolmonare nei ratti (21) e si sa che piccole quantità di metalli (< 1%) nelle polveri causano tossicità polmonare (22).

I metalli tossici si accumulano nell’organismo con l’aumento dell’età (23). Respirare aria che contiene metalli tossici porta al bioaccumulo nel corpo umano. E qui possono restare per anni; il cadmio ha un’emivita di 30 anni.

Il mercurio è uno dei più pericolosi metalli pesanti. E’ neurotossico ed è stato implicato nell’Alzheimer (24,25,26), nelle difficoltà dell’apprendimento e nell’iperattività (27,28).

L’inalazione di metalli pesanti quali nichel, berillio, cromo, cadmio e arsenico aumenta il rischio di cancro al polmone (29). L’esposizione cumulativa al cadmio è stata correlata con il cancro al polmone (30). Prove di sostegno vengono da Blot e Fraumeni che hanno trovato un eccesso di cancro polmonare nelle contee degli Stati Uniti dove c’erano fonderie e raffinerie di metalli non ferrosi (31). Il cadmio inalato correla anche con le cardiopatie ischemiche (32).

I metalli tossici che si accumulano nell’organismo sono stati implicati in una serie di problemi emotivi e comportamentali compreso autismo (33), dislessia (34), comportamento impulsivo (35), disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) (36, 37), come pure nelle difficoltà dell’apprendimento (38, 27, 39, 40, 41, 42), nell’intelligenza più bassa (37) e nella delinquenza (43,37), sebbene non tutti gli studi arrivino a livelli di significatività standard. Si èdimostrato che vengono colpiti anche gli adulti esposti, che mostrano livelli più alti di violenza (44, 45), demenza (46, 47, 48, 49, 50, 51, 52) e depressione rispetto agli individui non esposti. La tossicità dei metalli pesanti è stata anche implicata nel Morbo di Parkinson (53).  Alessandro Pallini

 

 
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Riflessioni sull'accordo Bagnoli-Piombino

Post n°23 pubblicato il 28 Agosto 2007 da alessandropallini

In questi giorni ho seguito l’evoluzione della discussione sui fanghi di Bagnoli. Ho notato che i due schieramenti del si e del no si sono come fossilizzati nelle proprie posizioni e la popolazione si è divisa tra chi non vuole i rifiuti e chi vuole lo sviluppo di Piombino.

Io credo che tutti non vorrebbero avere altri rifiuti e che tutti vogliano lo sviluppo di Piombino.

Quello che dobbiamo invece discutere e spiegare è se questo è un buon accordo per risolvere i problemi locali e nazionali.

Vorrei quindi fare delle considerazioni su quanto previsto dall’Accordo.

Nel documento tecnico allegato all’ Accordo di Programma Quadro per gli interventi di bonifica negli ambiti marino-costieri presenti all’ interno dei Siti di bonifica di interesse nazionale di Piombino e Napoli Bagnoli-Coroglio si riporta la storia del sito di Bagnoli: l’attività siderurgica a Bagnoli inizia nel 1905, tra il 1962 e il 1964 parte del tratto compreso tra i due pontili viene colmato dalla ITALSIDER SpA, in regime di concessione demaniale, alterando la naturale linea di costa.

Nel 1991 l’attività industriale termina e l’impianto siderurgico viene definitivamente chiuso e nel 1994 si avvia il processo di riqualificazione dell’area a terra nonché dell’area marina antistante il sito industriale.

La Legge 18 novembre 1996, n. 582 dispone che il Ministro dell'ambiente, entro centoottanta giorni,  elabori il Piano di recupero ambientale – Progetto delle operazioni tecniche di bonifica dei siti industriali dismessi nella zona ad elevato rischio ambientale dell’area di crisi produttiva ed occupazionale di Bagnoli.

In ottemperanza a quanto disposto dal detto provvedimento, con Ordinanza n. 18 del 22/04/99, il Commissario di Governo per l’emergenza bonifica e rifiuti, impone alla società IRITECNA SpA (ex ITALSIDER) in qualità di soggetto concessionario, l’immediata messa in sicurezza e bonifica dei siti contaminati dell’area di colmata e dell’arenile di Bagnoli Coroglio, la bonifica dell’area marina antistante, nonché l’avvio degli interventi di ripristino previsti dalle concessioni demaniali.

Contro tale ordinanza ITALSIDER SpA propone ricorso al TAR e ne ottiene la sospensione. Lo stato di compromissione ambientale dell’area in esame porta con la legge 23 dicembre 2000, n. 388 (finanziaria 2001) al suo inserimento tra i siti di bonifica di interesse nazionale. Con il medesimo provvedimento normativo l’intervento di rimozione della colmata confluisce poi  nel “Piano di completamento della bonifica e del recupero ambientale dell’area industriale di Bagnoli”. Per dare garanzie finanziarie all’attuazione del Piano, viene sottoscritto il 26 luglio 2002 un Accordo in base al quale l’Autorità Portuale di Napoli si impegna a smantellare ed acquisire i materiali derivanti dalla demolizione della colmata, a effettuare l’escavo, il trattamento dei materiali, e a procedere al trasporto degli stessi materiali nella zona portuale, al fine di un loro riutilizzo per opere di riempimento di competenza della medesima Autorità.

Gli impegni non vengono rispettati per cui si sottoscrive un successivo Accordo di Programma in data 17 luglio 2003 nel quale l’Autorità Portuale di Napoli si impegna a concludere gli interventi previsti nel Piano di Completamento in 48 mesi, con l’ultimazione degli stessi entro giugno 2007.

Rispetto a tali previsioni, si è registrato un generale ritardo, divenuto insostenibile nel momento in cui, nel corso dell’estate 2006, con provvedimento della Magistratura, viene disposto il divieto di fruizione degli arenili a nord e a sud della colmata a mare di Bagnoli, nonché il divieto di balneazione dello specchio d’acqua antistante detti arenili.

Il divieto di fruizione degli arenili è da attribuire alla presenza di IPA e metalli pesanti, superiori ai limiti tabellari imposti dal DM 471/99, colonna A. Analogamente il divieto di balneazione dello specchio d’acqua antistante scaturisce dagli esiti del monitoraggio dei sedimenti e della colonna d’acqua, curato da ARPAC, che registra concentrazioni, in particolare dei metalli e degli IPA, valutati dall’Istituto Superiore di Sanità tali da rappresentare: “un rischio inaccettabile per la salute pubblica”.

Con l’entrata in vigore della Legge 27 dicembre 2006, n. 296 - finanziaria 2007 – (art. 1, commi 996 e 997) si definiscono le destinazione possibili dei sedimenti in ragione del livello di pericolosità dei medesimi. I fanghi di dragaggio classificati non pericolosi all’origine o a seguito di trattamenti finalizzati esclusivamente alla rimozione degli inquinanti (trattamenti di detossicizzazione), possono essere conferiti in casse di colmata, in vasche di raccolta o comunque in strutture di contenimento poste in ambito costiero. Nel caso in cui, al termine del refluimento, i fanghi classificati non pericolosi presentassero livelli di inquinamento superiori ai valori limite di cui alla tabella 1 dell’Allegato 5 alla parte quarta del D.Lgs n. 152/06, dovrà essere attivata la procedura prevista dallo stesso D. Lgs. per la bonifica.

Da la Repubblica ( ed. Napoli, 9 marzo 2007): I dati dell´Arpac, riferiti in un promemoria al ministro dell´Ambiente On. Pecoraro, sono espliciti: «I risultati - c´è scritto nella relazione - sono lontani da quelli attesi. Il livello di inquinamento residuo da idrocarburi policromatici totale resta sempre del 90 per cento». Significa che la macchina "soil washing" utilizzata dalla ditta De Vizia - una variante al progetto di partenza - non riduce l´inquinamento presente nella sabbia. Secondo la relazione che Pecoraro può leggere da qualche giorno, ai veleni dell´Ilva l´intervento di pulizia gli fa il solletico: «Gli abbattimenti sono poco significativi»… La colmata va rimossa perché non esistono attualmente informazioni che indichino se il sistema di messa in sicurezza del 2003 abbia prodotto o meno un lavaggio dei sedimenti e dei suoli….

Arriviamo ad oggi: il Sindaco di Piombino e il ministro dell’Ambiente propongono il risanamento del Sito di Bagnoli. A Piombino come a Napoli, l’inquinamento ha la stessa natura in quanto i sedimenti sono quelli tipici dell’attività siderurgica, composti principalmente da metalli pesanti, idrocarburi, IPA. In entrambi i siti sono presenti quantità di fanghi classificati pericolosi, per l’alta concentrazione delle sostanze inquinanti.

L’idea è quella di portare il materiale meno inquinato a Piombino (più di 2 milioni di metri cubi di materiale) dove verrà successivamente smaltito.

In poco tempo così verrà ripristinato il litorale di Bagnoli e da due siti inquinati passeremo ad un solo sito inquinato. Poi Piombino rapidamente, secondo il citato Accordo di Programma Quadro, con i fondi assegnati dovrebbe liberarsi dei rifiuti propri e di quelli di Bagnoli.

L’operazione Bagnoli-Piombino si presenta come una bonifica dei due siti, ma in effetti porta unicamente al trasferimento di rifiuti da un sito di interesse nazionale ad un altro (probabilmente di minore interesse nazionale).

A Piombino è stata costituita la TAP (Tecnologie Ambientali Pulite) nel 1995 per trattare i rifiuti del proprio stabilimento siderurgico, ma attualmente non è ancora stata realizzata e forse sarà pronta nel 2009.

E’ un accordo assurdo fuori da ogni logica: ogni sito dovrebbe provvedere alla propria bonifica e non si dovrebbero avere carichi di rifiuti che viaggiano nelle acque del nostro mare. Alessandro Pallini

 

 
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Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 28 Agosto 2007 da comitatonofanghi

4575 VOLTE GRAZIE A CHI HA FIRMATO CONTRO I FANGHI DI BAGNOLI.

IL RINVIO DELLA FIRMA E’ UNA PRIMA VITTORIA, MA LA PARTITA E’ ANCORA TUTTA DA GIOCARE.

DIALOGO SI, MA NELLA CHIAREZZA E CON PARI DIGNITA’

 

4575 firme contro il trasferimento dei fanghi di Bagnoli a Piombino, 4575 volte grazie ai Piombinesi, agli abitanti della Val di Cornia, di Follonica e ai turisti (e su queste firme si rifletta) che nella sola settimana di Ferragosto hanno fatto sentire la loro voce preoccupata e indignata per stoppare un evidente tentativo di chiudere con un blitz estivo una partita che lo stesso Sindaco aveva definito “epocale”. Grazie dunque a loro, grazie a tutti i cittadini riuniti nel Comitato No Fanghi che hanno animato i banchetti e informato la gente ben prima di ogni brochure patinata e costosa. Grazie perché hanno di fatto impedito che il 24 agosto Anselmi chiudesse la partita. E’una prima vittoria e alcune reazioni istituzionali lo testimoniano: una rappresentante del Comitato ha parlato in Consiglio comunale e il segretario del maggior partito ora chiede di dialogare con il Comitato.

Il dialogo però lo si fa se si riconosce all’altra parte piena dignità. Non si può chiedere il confronto e dire che l’altro non ha più tutte le ragioni di esistere.

Poi resta la fretta di concludere: il Sindaco ha chiaramente detto di voler aspettare solo l’iter regionale per poi decidere al prossimo consiglio comunale di settembre. Allora, intendiamoci: le nostre proposte rimangono chiare e semplici, le vasche del porto di Piombino devono essere riempite con il materiale di Piombino, le vasche del porto di Napoli devono essere riempite con il materiale di Bagnoli. A ciascuno il suo !

Solo così si possono risolvere i problemi delle due città, risparmiare decine di milioni di euro pubblici per il trasporto, trovare soluzione per le montagne di rifiuti industriali accumulati nel territorio di Bagnoli e in quello di Piombino.

Se deve esserci dialogo, questa ipotesi deve avere piena dignità e pari opportunità di essere approvata e su questo siamo disponibili, anzi chiediamo noi un pubblico confronto.

Se deve esserci per tutti un passo in avanti, s’interrompa la corsa all’approvazione dell’accordo di programma, non è sufficiente una semplice sospensione in attesa di integrarlo con qualche indicazione della Regione.

Così pure ritenianiamo che la “campagna ampia con punti di informazione” – come ha dichiarato il segretario Tortolini - debba avere come scopo non la propaganda, ma la partecipazione dei cittadini al processo decisionale. In questi giorni siamo stati protagonisti di una grande voglia di contare, con tanta rabbia e determinazione nel respingere il ricatto e le lusinghe dei soldi balenate con l’arrivo dei fanghi.

I cittadini vanno informati, perché ad essi va demandata la decisione finale attraverso la convocazione di un referendum consultivo. Informati sì, ma per decidere.

Per questo il Comitato ha formato dei gruppi di lavoro, continuerà il presidio in piazza e organizzerà nuove iniziative a livello locale e verso l’esterno nel corso delle prossime settimane.

 

Il Comitato NO FANGHI

 

Piombino, 28 agosto 2007

 
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Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 27 Agosto 2007 da comitatonofanghi

I FANGHI DI BAGNOLI COME ESEMPIO DELLA LIBERTA’ DI STAMPA?
 
Ieri 24 agosto 2007 si è svolto il consiglio comunale di piombino sull’operazione Fanghi di Bagnoli, che registra una forte contrapposizione tra i sostenitori del progetto (in primo luogo il sindaco, i Ds e gli altri partiti della maggioranza comunale) e i cittadini che si sono organizzati in un comitato, hanno raccolto in poco tempo quasi 5000 firme contro l’arrivo dei fanghi in Toscana ed erano presenti in massa al consiglio come forma di protesta, ottenendo anche l’intervento in aula di un proprio rappresentante. Durante la mattinata è stato presente un operatore tv per conto di RAI3, che ha ripreso sia lo svolgimento del consiglio che la protesta fuori dall’aula, raccogliendo testimonianze e interviste.

IL TG3 DELLE 14 ha messo in onda un ampio servizio, come apertura del giornale, riassumendo correttamente i contenuti del progetto e in cui si dava equamente conto del dibattito e della protesta, con due interviste, rispettivamente al sindaco e ad un rappresentante del Comitato “No fanghi”.

IL TG DELLE 19,30 invece ha messo in onda un servizio parziale, limitato alle ragioni del si, con la sola voce del sindaco e l’accento posto esclusivamente sulle presunte opportunità, tralasciando completamente i rischi denunciati dagli oppositori. (Guarda il video)

CONSIDERAZIONE: poiché il materiale di partenza era il solito, così come il curatore del servizio, è evidente che tra i due TG, cioè nel pomeriggio del 24 agosto, qualcuno è intervenuto per consigliare, caldeggiare o suggerire una revisione dell’impostazione del servizio. Chi e perché? Naturalmente il sospetto potrebbe cadere, ad esempio sulla segreteria regionale dei DS, fortemente interessata – come ha dichiarato recentemente sui giornali il segretario Manciulli - al proseguimento dell’operazione “fanghi di Bagnoli”. Oppure a qualche altro soggetto interessato direttamente all'operazione.
Se così fosse, saremmo in presenza di un chiaro esempio del perché «Freedom House» ha messo questo anno l’Italia al 61° posto per quanto riguarda la libertà di stampa.

Questo intervento è stato copiato da www.corriereetrusco.it 

 
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Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 25 Agosto 2007 da comitatonofanghi

CONSEGNATE  IN  COMUNE

               4575  firme

 http://www.scienzedellacomunicazione.com/dettaglio.asp?idNews=993 

                        se queste firme vi sembran poche, provate voi...

                                                                                            http://www.scienzedellacomunicazione.com/dettaglio.asp?idNews=993

 
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Bagnoli chiama Piombino

Post n°19 pubblicato il 23 Agosto 2007 da mapple2006
 

Bagnoli chiama Piombino e intanto accelera i lavori

 

Scritto da Ottavio Lucarelli da la Repubblica Napoli   

domenica 12 agosto 2007

Venerdì 24 agosto Gianni Anselmi, sindaco di Piombino, chiederà al Consiglio comunale il mandato per firmare l´accordo di programma per riempire le nuove banchine del porto toscano con due milioni di metri cubi di materiale proveniente da Bagnoli: 1.3 milioni di fanghi della colmata a mare di Coroglio e altri 700 mila di sedimenti. A quel punto, se otterrà il via libera potrà firmare al ministero dell´Ambiente, assieme a Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli, Autorità portuali campana e toscana un accordo di programma che prevede il completamento della bonifica di Bagnoli con l´eliminazione della "colmata" ex Italsider e il recupero di spiaggia e mare. 

Sul piatto dell´accordo ci sono cospicui finanziamenti per Piombino: 274 milioni, complessivamente, per completare 64 ettari di nuove banchine, costruire una strada diretta di collegamento tra il porto e la statale tirrenica, realizzare un impianto per il trattamento dei rifiuti industriali e bonificare un´area di 35 ettari, una discarica del gruppo Lucchini.
Secondo Anselmi, che in questi giorni sta incontrando i cittadini, compreso un comitato promotore di un referendum consultivo previsto dallo Statuto comunale, «a Piombino non arriveranno sedimenti pericolosi da Bagnoli». «Non arriverà nulla - spiega il sindaco - che il ministero certifica come pericoloso. Noi tratteremo solo i 230 mila metri cubi pericolosi che verranno dall´escavo del nostro stesso porto e, comunque, in una seconda fase. Da Bagnoli attendiamo 760 mila metri cubi di sedimenti non pericolosi che andranno subito in vasca, sedimenti che saranno accompagnati in partenza da certificazioni dell´Arpa Campania e in arrivo da altrettanti documenti dell´Arpa Toscana. A seguire arriveranno 1.3 milioni di metri cubi della colmata di Bagnoli. Duecentomila andranno subito in vasca, altri duecentomila sotto la bretella della statale "398" e i restanti novecentomila saranno trattati da un impianto nuovo che sarà allestito sul porto».
Un accordo di programma, benedetto dal ministro dell´Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che divide Piombino. Favorevole la Cgil toscana, che punta sui piani di sviluppo ma anche sugli aspetti delle bonifiche dei due siti. Più preoccupata la cittadinanza per l´arrivo del materiale ex Italsider al punto che è stato costituito un comitato per il referendum sostenuto da Legambiente. Un´interrogazione la annunciano i consiglieri regionali di Rifondazione e un´altra è in arrivo dal parlamentare emiliano Lanfranco Turci, della Rosa nel pugno, legato politicamente all´ex sindaco di Piombino Paolo Benesperi.
A Bagnoli, intanto, il nuovo Consiglio di amministrazione, guidato dal professore Rocco Papa ma asciugato da undici a cinque componenti con la "promozione" di Mario Hubler a direttore generale, sta intensificando il ritmo nei cantieri già aperti nei mesi scorsi: la "porta" della nuova cittadella, il parco dello sport disegnato sotto il costone di Coroglio, il centro benessere nei pressi di via Diocleziano, l´acquario per le tartarughe e il centro per gli studi televisivi. Mentre nell´area ex Eternit prosegue la "confezione" dei sacchi bianchi da portare in una discarica specializzata nel basso Lazio.
Nei giorni scorsi, inoltre, è stato presentato a Palazzo San Giacomo il progetto preliminare per il parco urbano (160 ettari, investimento di 150 milioni) con la previsione di apertura al pubblico del primo lotto entro il 2009. Bagnoli chiama Piombino e accelera i lavori. Nell´attesa che si definiscano le procedure per i lotti da edificare (case, alberghi) e per la realizzazione del porto turistico.

 
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Riflessioni sui fanghi

Post n°18 pubblicato il 23 Agosto 2007 da alessandropallini

La vicenda dei fanghi di Bagnoli è sicuramente, per certi aspetti, molto positiva. Nel caldo del mese di agosto la tranquillità delle giornate al mare e delle serate al pattinodromo è stata interrotta da un inaspettato risveglio delle coscienze dei Piombinesi. Ci voleva un pasticcio come questo per risvegliare l'attenzione dei cittadini sull'attività dell'Amministrazione Comunale, da sempre abituata a ricevere il mandato elettorale a grande maggioranza e a governare poi senza alcuna opposizione. E'prassi ormai consolidata delle Pubbliche Amministrazioni bandire concorsi e gare nei periodi di ferie e così anche questo inaudito accordo tra ministri e sindaci doveva passare inosservato. Ma le notizie sull'accordo sono state così disarmanti e offensive dell'umana intelligenza, che l'effetto è stato quello di mobilitare molti Piombinesi, tra cui il sottoscritto non avvezzo ad interventi pubblici. Ci saremmo aspettati allora un ripensamento da parte della maggioranza, ma no! E' invece cominciata una campagna volta a dimostrare come sia conservatore, oltre che sguaiato, chi si oppone all'arrivo dei fanghi da Bagnoli. Ma cosa c'è di diverso rispetto alla lotta alla TAV o all'individuazione dei siti di stoccaggio nucleare in Basilicata? Invece di ascoltare i validi motivi di chi si oppone ai fanghi, l'Amministrazione Comunale usa la propria capacità politica e organizzativa per giustificare e sostenere ciò che è insostenibile, per arruolare alleati tra chi non può tirarsi indietro. A quale titolo (tecnico, scientifico, politico, clientelare) i gestori delle attività balneari parlano in favore dell'accordo con Bagnoli? Il Sindaco ha assicurato che i fanghi di Bagnoli non sono pericolosi. Io non credo che lo pensi veramente: abbia il coraggio, per il bene di Piombino, di tornare indietro sulle scelte già compiute. Alessandro Pallini 

 
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Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 22 Agosto 2007 da comitatonofanghi
Foto di comitatonofanghi

DOMANI 22 agosto alle ORE UNDICI
il Circolo Prc di Follonica organizza una conferenza stampa sui fanghi di Bagnoli destinati a Piombino, sul Golfo, anche in vista della riunione (decisiva?) del Consiglio comunale di Piombino convocato per il 24 agosto.

Partecipano:
Roberto Barocci, segretario Prc Follonica
Rino Checcoli, capogruppo Prc Piombino
Mimmo Fiorani, capogruppo Prc Follonica
Paolo Gianardi, direttivo Prc Follonica
Rossano Pazzagli, Comitato No Fanghi
 
Appuntamento al Circolo, in via Nenni 2, Centro commerciale Conad zona 167 ovest Follonica.
 
contatti 3477074986

 
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Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 21 Agosto 2007 da mapple2006
 

venerdì 04 novembre 2005

E noi qui a Formia dovremmo fidarci! Smaltivano fanghi tra gli ortaggi

Nove persone in cella per traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale. In manette anche un funzionario pubblico, sequestrata una società.

barbabietole

Caserta: di Peppe Ruggiero

Il "giro" aveva fruttato 4 milioni di euro. Il pm Ceglie: scoperta una holding criminale. Legambiente: saremo parte civile.
Sono nove le persone arrestate stanotte con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi e di disastro ambientale. Le ordinanze sono state eseguite in provincia di Caserta nel corso dell'operazione del comando dei carabinieri del Nucleo per la Tutela dell'Ambiente di Napoli e del Comando provinciale di Caserta, denominata "Madre terra". Tra gli arrestati anche un funzionario pubblico della Provincia di Caserta deputato ai controlli.

manette

Sono nove le persone arrestate stanotte con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi e di disastro ambientale. Le ordinanze sono state eseguite in provincia di Caserta nel corso dell'operazione del comando dei carabinieri del Nucleo per la Tutela dell'Ambiente di Napoli e del Comando provinciale di Caserta, denominata "Madre terra". Tra gli arrestati anche un funzionario pubblico della Provincia di Caserta deputato ai controlli.

L'operazione è stata attuata al termine di una indagine coordinata dal procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Paolo Albano, e dal pm Donato Ceglie. Un'indagine, durata oltre due anni, che ha visto le forze dell’ordine impegnate in intercettazioni telefoniche, riprese e appostamenti. Nel mirino dei magistrati è finita questa volta la rete dei depuratori dei fanghi industriali della Campania. Per due anni la produzione di fanghi industriali veniva smaltita alla luce del sole nelle campagne di Castelvolturno, Villa Literno, San Tammaro in provincia di Caserta e di Caivano in provincia di Napoli.

Nel solo periodo 2004-05 il traffico illecito aveva fruttato circa quattro milioni di euro attraverso lo smaltimento di più di 3.600 tonnellate di rifiuti pericolosi. Sotto sequestro l’impianto industriale della Fiser sas di Villa Literno dove solo apparentemente avveniva il trattamento e dove, invece, partivano i camion carichi di fanghi industriali mai trattati. Questa volta gli ecomafiosi non hanno avuto bisogno di strategie per smascherare lo smaltimento. Tutto veniva in modo semplice e banale.

Dalle riprese televisive dei Carabinieri si vedono i camion carichi di questi liquame, seguiti da trattori. Arrivati nelle campagne del casertano scaricavano il materiale e con il trattore miscelavano e lo impastavano compattandolo con il terreno agricolo. «Siamo in presenza di una vera holding criminale - ha anticipato Donato Ceglie, pm titolare dell’inchiesta - siamo solo all’inizio della nostra indagine. Continuano gli sversamenti in provincia di Caserta in una zona ad alto inquinamento ambientale e dove l’impatto tumorale non ha eguali in Europa. L’indagine - ha concluso Ceglie - è partita da continue segnalazioni anche visive e denunce della cittadinanza che si è ribellata a questo nuovo disastro ambientale». L’operazione è stata denominata “Terra Madre” perché nei terreni colpiti dai fanghi tossici venivano coltivati zucchine, barbabietole ed altri prodotti agricoli.

4 novembre 2005

da:http://www.lanuovaecologia.it/
rifiuti/ecoreati/4903.php

Nota per il lettore:
Signori Consiglieri e Signor Sindaco, le nostre paure sulla ecomafia sono campate in aria, non è vero?

Una vostra risposta, prego. I vostri concittadini l'aspettano.

 

 
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Andare avanti guardare oltre.

Post n°14 pubblicato il 21 Agosto 2007 da mapple2006

Car* compagn* d'avventura superata la fase iniziale della raccolta di firme e della creazione del blog, entrambe riuscite perfettamente vista la partecipazione ed il consenso ricevuto, penso che occorra pensare in maniera pragmatica all'organizzazione ed agli obiettivi da perseguire nel medio lungo periodo ed ai mezzi tecnico logistici per ottenerli.

Cercando di schematizzare il tutto, penso che si possa riassumere nei seguenti punti:

A)    Nuove metodologie di protesta

B)    Allargamento delle visibilità del comitato con coinvolgimento di altri comitati e/o comuni

C)    Recepimento di fondi per finanziare le iniziative

D)    Analisi di ogni aspetto formale di questa vicenda

Oggettivamente penso che sia difficile fare una divisione chirurgica delle varie attività proposte perché ognuna di esse è causa ed effetto di ogni altro punto in cartello, cmq procedo.

Riguardo al punto A pongo all’attenzione di questo comitato la possibilità di intraprendere iniziative di lotta , non violente ma spettacolari ed incisive, volte a creare un varco nel fronte dei fanghistize degli indecisi,le cui modalità non descrivo, per la probabile visione di questo blog da parte di Caronte &C.

Punto b presuppone la creazione di

1)    Contatti con gli alti comitati ( No Tav,No dal Molin, No Turbogas….)per confrontarci sui migliori metodi di lotta esperiti e iniziative comuni da intraprendere. A tal scopo sono venuto a conoscenza di una organizzazione con sede a PT che funziona come una specie di coordinamento regionale

2)    Creazione di una carovana itinerante che con alcune significative tappe lungo il percorso delle bettoline, riesca sulla base dei rischi collegati al trasporto dei fanghi, a trovare solidarietà in comuni da noi distanti e rompere il fronte nazionale di Caronte & C.

Relativamente al punto c:

1)    Stampa di magliette, bandiere adesivi e quant’altro allo scopo di creare struttura, e cura dell’aspetto iconografico. Oltretutto  potrebbero essere rivendute presso i ns banchetti con recupero di liquidità da utilizzare nelle varie iniziative (abbiamo già indirizzi ed esperienze positivi in merito con altre associazioni)

2)    Happening musicali ( mi sembra ok il titolo proposto da Aldo “Funky contro i fanghi “allo scopo di ricavare fondi ed il coinvolgimento dei giovani.( ci sono già gruppi pronti a suonare gratuitamente)

3)    Cene sociali e/o iniziative varie) vendita roba usata, libri..etc…

Punto D

Analisi accurata con personale qualificato di ogni piccolo particolare legato a questa nefandezza volto all’individuazione di  qualunque irregolarità, allo scopo di bloccare l’iniziativa ( e vista la complessità della stessa penso non sia improbabile riuscirci).

 

Attendo un vs giudizio in merito.

 

Stefano A.

 

 
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Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 21 Agosto 2007 da comitatonofanghi

CONFERENZA STAMPA

Il COMITATO NO FANGHI indice una Conferenza stampa il giorno  giovedì 23 agosto alle ore 12, presso la sede di Legambiente in Via Cavour 56 (primo piano) a Piombino, in occasione della chiusura della raccolta delle firme per la petizione popolare contro il trasporto dei fanghi di Bagnoli a Piombino. Le firme saranno depositate al protocollo del Comune lo stesso giorno 23, cioè il giorno prima dello svolgimento del Consiglio comunale che dovrebbe discutere la materia.

 
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