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Post N° 71

Post n°71 pubblicato il 19 Agosto 2007 da jinny1978
 






 Tutte le
manifestazioni e gli studi sulle attività paranormali

TELEPATIA
E PSICANALISI


da "I
Misteri"



Freud credeva alla trasmissione del pensiero, e molti psicanalisti
ritengono importanti le ricerche sui poteri occulti della mente.




 


 “C'
è trasmissione del pensiero”. Così affermava Freud in "Sogno e
occultismo" (1932). «Si può dire», aggiungeva, «che con
l'inserimento dell'inconscio tra ciò che è fisico e ciò che finora
veniva chiamato "psichico" la psicoanalisi, ha reso accettabili
processi come la telepatia. 


Si
dà per certo che i processi psichici in una persona (rappresentazioni,
stati di eccitamento, impulsi di volontà) possono trasmettersi attraverso
il libero spazio ad un'altra persona, senza valersi delle vie conosciute
di comunicazione fondate su parole e segni».  


La
telepatia attraversa in realtà tutta la storia del movimento
psicoanalitico. Un esempio. La lettera nella quale Freud racconta a Jones
un esperimento di trasmissione del pensiero, fatto assieme alla figlia
Anna e a S. Ferenczi, fu scritta lo stesso giorno in cui Jones inviò una
circolare ai membri della Associazione in cui esprimeva il suo disaccordo
con Ferenczi circa I'utilizzazione della telepatia come prova obiettiva
delle affermazioni della psicoanalisi». Jones non approva. Freud a
Ferenczi: < lo credo che stiate per scoprire qualcosa d'importante, una
specie di "psicogenesi della fisica".» La storia dei rapporti
tra Freud e Ferenczi grazie a Jones, è stata "occultata"; la
loro corrispondenza non è ancora arrivata a destinazione, non è ancora
"pubblica". (Per una ricostruzione diparte del problema si veda
il capitolo intitolato "Occultismo" di Vita e opere di Freud,
Milano 1962, pp 443-475, dell' “infedele" Jones). 


All'indomani
della guerra, il dibattito riprese in America grazie a J. Eisenbud, e gli
interventi più interessanti, rintracciabili nelle annate di The
Psychoanalitic Quarterly, vennero raccolti da un ungherese oggi celebre,
G. Devereaux, nel volume ancora oggi "unico" Psychoanalysis and
the Occult (Int.
Univ.
Press, New York, 1953). 
 


Negli
anni '60-'70 altri temi occuparono la scena della psicoanalisi, e intorno
alle telepatie scese un silenzio quasi completo anche se in Italia -
grazie soprattutto al compianto Emilio Servadio e ad analisti quali A.
Calvesi, E. Gaddini, A.M.. Muratori, L. Micati Zacca, A. Novellato e R.
Speziale Bagliacca - è sempre stato mantenuto vivo l'interesse sui
fenomeni d'induzione del pensiero e di percezione extrasensoriale. E anche
J. Lacon, nel suo seminario del 1973-74 "Le non-dupes errent"
(lezione del 30 novembre 1973) si soffermò sull'argomento: ai limiti
dell'interpretazione analitica c'è "die occulte Bedeutung des
Traumes" (il significato occulto dei sogni). 


Ma,
come fanno notare molti autori, le questioni più importanti restano
ancora da affrontare. Queste riguardano la maniera in cui i messaggi
vengono veicolati; il chiedersi se arrivano o no al destinatario; se la
trasmissione avviene grazie al transfert o fuori di esso, etc. Questioni
d'analisi, certo. 


Resta
da ultimo il problema di sapere se il discorso della fisica sulla
variabilità delle coordinate di spazio e di tempo e sulla non reperibilità
dei campi che esse determinano corrisponde o no all'esperienza analitica.
Quale correlazione c'è tra la produzione di certi discorsi e il
verificarsi di certi "eventi"? È una "strada" nuova
per "spezzare i codici"




 
 
 
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