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Il mondo di Hansel e Gretel
Esiste nella Scuola il concetto di competenza sociale? Gli insegnanti sono in grado di proporre un sistema di valori di diritto universale che possano essere condivisibili dai giovani?
Trovare una risposta è aumentare il nostro livello di stress perché la Scuola sta diventando praticamente l’unico luogo del Paese alternativo al condizionamento dei mass media e alla pochezza culturale delle famiglie. Due avversari quasi imbattibili che hanno la responsabilità de facto della confusione e ‘leggerezza’ che condizionano tanti atteggiamenti degli studenti di media superiore.
Chi lavora in classe, soprattutto gli insegnanti di materie umanistiche, si confronta con un sistema di riferimento ( non chiamiamolo per favore di valori ) che porta una parte delle ragazzine ad avere come modelli Fabrizio Corona e Paris Hilton, o – qui il lascito familiare è immediatamente percepibile – ragazzini che parlano degli immigrati come categoria di incivili invasori, che rubano, puzzano, portano malattie e soprattutto rubano il lavoro agli indigeni.
Non è facile per queste generazioni identificarsi ( come avvenne nel ’68 ) con ideali sublimi e strategie quotidiane. La società capitalistico-consumista li ha attratti come Hansel e Gretel nella casa di marzapane e dolci vari. Agli adolescenti non viene chiesto di responsabilizzarsi, di maturare, di provocare in sé i dubbi della conoscenza, di confrontarsi abbattendo il grigiore intellettuale di tanti genitori. No, proprio no, al sistema che pone il profitto come meta e strumento, una coscienza sociale dei giovani è in contrasto con il modello di compulsivo spendaccione, con un cervello tarato a seconda delle richieste consumistiche, in cui l’elemento qualitativo diventa persino ostativo.
Questi ragazzi non saranno mai come Pollicino che in modo autonomo cerca una modalità di salvezza. In questo sono anche demotivati dall’atteggiamento di troppi genitori che si sentono investiti di una crociata: salvare il proprio timido orsacchiotto dalle fauci della tribù insegnante. “Mio figlio ha come voto tre-quattro in tutte le materie, senz’altro è la colpa dei docenti che non lo capiscono “. Ma come vedremo più avanti trovano degli insospettabili alleati.
Ed ecco che corporations e famiglie diventano inconsapevolmente concorrenti per la distruzione mentale delle ultime generazioni. Come il “muro” di “Another Break in the Wall” dei Pink Floyd costruiscono intorno ai ragazzi una fortificazione fatta di appiattimento intellettuale, di edonismo, di paure razziste. Questi ‘presunti’ adulti non sono preoccupati del futuro della nostra società: che i loro figli possano diventare degli interinali a vita, che non avranno la pensione, che vivranno in un sistema di precarietà morale e ideale, sembra non interessarli, tanto mamma tv li tiene amorevolmente occupati mentalmente …
Ed ecco che la Scuola si ritrova a gestire il patrimonio dei valori sociali, delle relazioni umane, della sperimentazione, della pedagogia , in solitudine come la famosa ‘cattedrale nel deserto’. La Scuola come un insieme strutturale di intellettualità sta diventando però un mito. Forse già non esiste più, se non in qualche irriducibile laico dispensatore idealista di metavalori comunitari. E di ideali pedagogici.
Quando la lotta non è supportata dalla motivazione la strada diventa impervia e si rischia di precipitare verso valle. Ed ecco che quello studente che si trova inconsapevolmente preda di un dominio con comandanti invisibili trova in tanti insegnanti un esercito in fuga preoccupato solo di tornare a casa.
E nelle Superiori ci ritroviamo quasi tutti gli insegnanti di materie scientifiche e specialistiche che non hanno mai letto un libro di pedagogia in tutta la loro vita: non pensano di averne bisogno. E poi ci sono quelli che sono concentrati sul loro lavoro di liberi professionisti e usano la professione scolastica per avere uno stipendio sicuro e la pensione. E poi ci sono quelli che insegnano italiano o una lingua straniera che hanno problemi a farsi capire nella lingua nazionale. E poi ci sono ‘quelle’ che ‘timbrano il cartellino’ e pensano alla pelliccietta ed alle vacanze in luoghi esotici. E poi ci sono quelli che pensano che la classe insegnante sia una classe borghese da ammirare ( avete presente quando sono fuori dall’ambito scolastico il sussiego mentre pronunciano “io sono un insegnante” ) e poi, poi, poi….
Per non parlare della proposizione di sistemi di vita alternativi: di ecologia, consumo critico, cantieri sociali, animalismo, multiculturalità, sobrietà felice … Quando alcuni di loro scendono dal SUV con la sigaretta in bocca, l’abito firmato, la borsa in pelle, che realtà Altra rappresentano?
L’insieme di queste negatività è inglobabile nel nostro sistema di vita: bassa qualità, ricchezza di pochi e sfruttamento del pianeta. Anche questa pattuglia di disfattisti concorre con le corporations, le famiglie, a tramare contro i giovani studenti. Appartengono allo stesso raggruppamento sociale, piccolo borghese, settario e menefreghista.
Hansel e Gretel quando getteranno la strega nel pentolone ?
da: NO DOUBT
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