InversaMente
Pregna di elettricità senza messa a terra.
Non era bellissima, e forse non era nemmeno bella.
Allungò una mano per appoggiarla sulla spalla Lui, larga come un continente,
forse casualmente, forse era solo il modo innocente in cui si fanno le cose più deliberatamente criminali.
Lui fiutò l'odore acre del pericolo.
Eppure le corse incontro a braccia aperte,
ansioso di conquistarsi lo spicchio d'inferno che ancora gli mancava.
.
.
L'inferno è dentro di noi, non è fuoco e fiamme in un'altra vita.
E' quel fuoco che divampa tra stomaco e polmoni,
che attraversa, sotto le mentite spoglie delle "sensazioni", tutta la nostra vita.
Affonderei volentieri le mani nella tua anima a sporcarmi del tuo inferno,
che il mio lo conosco già.
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Post n°5 pubblicato il 13 Giugno 2010 da Io_Crisalide_Inversa
. . . . Stavano seduti l'un l'altra, dalla parte reciproca del tavolo, ad una distanza che un occhio esperto, un geometra, forse un agrimensore, potrebbe valutare in mezzo metro, altri cinquanta centimerti. Le loro mani erano abbandonate sul piano di cristallo, graffitato delle loro impronte digitali stese come arabeschi su una tela di damasco argentata. Erano lì le loro mani, abbandonate, come calamari passati brevemente alla griglia, come papaveri privi di pigmento dimenticati ai lati della strada. Dimenticati dopo averli uccisi via dal campo di frumento. Tra di loro l'aria era fitta e diafana, ed aveva l'esatta consistenza di una falda d'organza. Lei attraversò le distanze con uno sguardo dipinto d'acquerelli, solo ai lati decorato con schegge d'ametista, e gli fece la domanda. Lui s'avvicinò dolcemente, e disse, Si.
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