Creato da Io_Crisalide_Inversa il 08/06/2010

InversaMente

Pregna di elettricità senza messa a terra.

 

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Post n°21 pubblicato il 05 Settembre 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Nella mia piccola patria privata  - imperfetta -  osservo gli aspetti della mia topografia emotiva. Percorro a livello tattile le nervature dell'etica, i crepacci dei sensi di colpa,  le zone desertiche del dubbio e le lande dell'innocenza e della curiosità.

Gli anni si dispiegano nitidi in singole immagini, singole parole. Stagliate alla luce, a lasciare dietro attimi come souvenir del tempo. Ciò che m'ha sempre sorretta. Le cose non dette, quelle accantonate. Come se a sostenermi ci fosse la rivalsa sul momento. I miei allungamenti ed i miei scorci emotivi. I paradossi, i perni, gli smarrimenti, le indecenze.

Setacciare il fiume ansante che sono, e trovarci l'oro.

In questa poetica affezione visiva è possibile. Un asterisco d'oro, èndice della vita.

Senza clausole.

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."Scritto sul corpo c'è un codice segreto, visibile solo in certe condizioni di luce: quello che si è accumulato nel corso della vita si ritrova lì. In certe parti il palinsesto è inciso con forza tale che le lettere si possono sentire al tatto, come fosse stato scritto in braille. Preferisco tenere il mio corpo ripiegato, al riparo da occhi indiscreti.  Mai aprirsi troppo, svelare tutta la storia."

Jeanette Winterson - Scritto sul corpo

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Post n°20 pubblicato il 29 Agosto 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Di nuovo in silenzio, a scrutarsi dentro. 
Intuizioni che partoriscono pensieri. Pensieri che germogliano in sillabe. Sillabe che si intrecciano, si fecondano, si smembrano. E via, ancora. Sono l'onda leggera che non possiede altro campo se non il mare. Mi dibatto, scivolo, mi infrango.

Mi basterebbe poter trovare un qualche nesso o aggancio provvidenziale. Una sorta di correlato disegno dentro al gioco, un plesso di artistica maestria. E qualcosa, una scheggia, del piacere già provato da coloro che ci hanno già giocato.

Voglio emulsionarmi d'imprudenza.

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E' una delle ultime notti di agosto, questa. Ed io sono un gorgo di sconquassanti sensazioni. Che prima di metabolizzare vedrò  dissipate. Esplodo in una malinconia ellittica.

Ma la bellezza di questa notte rimane.

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Post n°19 pubblicato il 23 Agosto 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Imbastisco parole per arginare l'espandersi del mio sentire impetuoso. La raffinata gabbia dell'atarassia sente cigolare le proprie sbarre. Farfalle bianche trascolorano in lavanda. Mille grammi di sabbia sottile da contare. Tempo da ingannare. Distanze da sublimare. Lo spazio è uno sciame febbrile dentro gli occhi. Una presenza presagita è un messaggio scarabocchiato al buio.

Morbida forma disciolta nel prisma del desiderio.

Beffardo.

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"Era diventata funambola per amore dell'equilibrio. Lei, la cui vita si svolgeva come un filo tortuoso, disseminato di viluppi che intrecciavano e scioglievano tra loro sinuosità della sorte e insipidezza dell'esistenza, eccelleva nell'arte sottile e insidiosa del fare evoluzioni su di una fune tesa.
Non si sentiva mai così a suo agio come quando camminava sul filo a mille piedi dal suolo. Dritto davanti a sé. Senza mai deviare d'un solo millimetro dalla rotta.

Era il suo destino.
Avanzare passo dopo passo.
Da un capo all'altro della vita."

                                                                                          Neve - Maxence Fermine

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Post n°18 pubblicato il 06 Agosto 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Mi chiedi di comunicarmi, di scarnificarmi fino all'osso. Per conoscermi. E mi domandi come sarei, se.

Sarei densa, io. Da abbracciare e contenere. Mieterei dalle labbra grappoli di sferee umidità vocali. Incendiando l'accademia della lontanaza e l'arcadia delle tristezze pratiche. Tanta energia repressa a scaricarsi in un abbraccio. Stiverei midollo, sangue e spirito per i letarghi della ragione, a venire. Un desiderio da versare oggi dentro domani. I segni delimitanti del gesso, cancellati.

Mi chiedi di raccontarmi, di debordare oltre me e non avere limite che l'intelligenza possa conservare.

Sarei densa, io. Da ingoiare fino all'ultimo boccone. Formulerei promesse che rinnovatamente non  manterrei, in bilico sulle mie caviglie gotiche. La felicità si gode di più se la si isola completamente dalla fumosità di un garbato quanto misero contorno.

La mediocrità dei sentimenti mi fa male, così male. Raccoglimi prima dell'immediatezza verbalizzata di una sensazione.  Prima di ogni sovrastruttura. 

Adesso, per esempio: non ho voglia di dormire. La porta è accostata. E i miei pensieri trasposti su questa pagina perdono ogni attrito estetico, già.  Ma mi fanno convergere verso l’angolo più acuto della mia intimità.  Densa.
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 Credenziali morali glissate. Peggio, cestinate. Per ogni ragione possibile ed immaginabile dovrei dedicarmi ad altro. E invece. Tutti hanno qualcosa di fronte alla quale restano disarmati. Io ho la caparbietà.

 Mi sfinisco a pronunciare abracadabra.

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Post n°17 pubblicato il 01 Agosto 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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In questo dedalo di inchiostro.

Sotto le parole, sopra le sillabe, attraverso gli accenti.  Il mio amore sensuale per la consonne d'appui sbrodola generoso. Ad esaltare il ritmo sincopato di questo verbale ciondolare senza meta. Tra grossolani omeoteleuti e anacoluti emotivi. Un chiasmo sbadiglia annoiato. Il mio universo personale non ammette la scansione. E' una frenesia artificiosa. Una paronimia ingannevole. Un nodo gordiano.

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Cerco un alleanza.
Un bacio sugli occhi che ricacci indietro l'esperienza. Un assoluzione che mi si chiuda sopra. Silenziosa.  In un rigurgito di nudo isolamento smorzo l'inquietudine. Diluendola in queste parole.


Sotto una ruvidezza generata da quella che si può definire dignità del cuore.
Lì mi troverai.

 


 

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Post n°16 pubblicato il 25 Luglio 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Sono alla ricerca di una traccia olfattiva.

Percepibile solo da me, come un'emissione di ultrasuoni propagati nell'acqua. Decrittabile solo per me, come i sibili che si insinuano tra le imposte, stanotte, e che nessun vocabolario potrebbe tradurre. Quella traccia che mi spacchi in due come la spada di Shannara.

 

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Lo spettro delle emozioni si divarica, prepotente. Resta solo affidarsi. La più grande libertà, in fondo, è quella di rimanere irrimediabilmente coinvolti.

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In questo vento che fiuto potrebbe esserci tutto ciò di cui ho bisogno per derivare.
Tutti i pollini misti a tutto il desiderio del mondo.

 
 
 

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Post n°15 pubblicato il 19 Luglio 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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E' luglio avanzato. Eppure mi sento quasi come aprile. Sorniona, capricciosa e imminente. Di nuovo. Sto covando un periodo di vita che sembra stia per schiudersi.  Come i fiori del ciliegio selvatico del mio giardino, in primavera. la magnolia spalanca come bocche affamate i suoi fiori dai petali carnosi, e il ciliegio è lì, capziosamente titubante. Ha petali sottili e delicati, non può rischiare una fioritura azzardata.

Andrei scritta tra virgolette. Arginando la follia. Nidifico in estasi e paure con ritmo costante. Indugiando nei brividi.  In impulsivi flussi di edonismo.

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Fuori l'aria è ancora calda. Il cielo  sembra ammiccare. In quel momento in cui tutte le cose del mondo vengono trasfigurate, intrise di una luce indulgente che le rende limpide e insopportabilmente più belle.

Ed io avrei solo voglia di solcare con i polpastrelli le rughe d'espressione di un sorriso, senza guardarlo. Nell' attimo in cui si parla a luce spenta. Un discorso muto ed intenso. 

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Post n°12 pubblicato il 09 Luglio 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Incantata. Voglio essere incantata. Ed incatenata.

Da uno sguardo che sappia cogliere l'incongruenza delle cose che sono. Uno sguardo che laceri la pellicola dei miei gesti per carpirne il segreto più intimo. Quel segreto capace di dare senso al Tutto. Una passione che non voglia cambiare strada ad ogni incrocio.  Nè  condensarsi in semplice torpore. Qualcosa di cieco ed inappellabile cui sottoporsi. Senza riserve. Un affronto alla banalità dei blandi interscambi epidermici. Incapaci di denudare. Voglio sommergere il dubbio con possenti ondate di ebbrezza.

Non ne ho bisogno. Lo voglio.

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Se per caso mi hai ri*conosciuta non dirlo. Lasciamelo capire piano. Fammi scivolare addosso una certezza che non esiste.

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Post n°11 pubblicato il 05 Luglio 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Mi risveglio intemperante. Nella purezza di un ascolto imprevisto. Parole che corrispondono. Dritte nel segno, rapide alle voglie. E poi, altre. Le tengo per me. chiuse in orbite di seta, a  godere di quel cielo di ragnatela. Si schiuderanno dopo lenta matuazione.

L'estate pare indulgente.

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Un piacere s'innerva sottile. Ctonio. Un'ansa zuccherina dietro la nuca. Audace alla sua foce. Flabello notturno a sfiorare i miei inguini chiusi.  Desinenza docile di queste ore. Sospese. Nell'aria immobile e calda che ferma i rododendri. E non saperlo definire altrimenti. Che così. Sgravato dal mio battito insonne e stralunato.

Sulla tastiera.

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Mi domando se mai potrò essere toccata e riconosciuta nel modo in cui io stessa mi percepisco.  Probabilmente no. L'aggettivo è per la lingua quel che il colore è per la pittura.  Vorrei saperlo.  Con quali colori mi dipingerebbe.

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Post n°10 pubblicato il 02 Luglio 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Oggi mi evito. Mi sfuggo tra le dita. Sposto il baricentro. Annego in un cielo pastoso.
Spinosa e pensosa.

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" Se tu fossi qui, ora, mi diresti cosa fare. Ti telefonerei adesso, o alle quattro del mattino, e dal timbro della mia voce capiresti subito e arriveresti nel giro di un quarto d'ora con un mazzo di dalie rubate in un giardino. Io ti direi che probabilmente mi sono di nuovo persa e tu cercheresti di consolarmi, ricordandomi, una dopo l'altra, tutte le cose belle e i momenti preziosi dell'estate; mi diresti: "non ti sei solo persa, sei stata anche ritrovata, sono tante le volte in cui lo sei stata". E rideremmo insieme, perchè sarei la trovatella più vecchia che sia mai esistita."

Che tu sia per me il coltello - David Grossman

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Post n°9 pubblicato il 28 Giugno 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Una farfalla mi frulla sottopelle e mi delizia.  Niente di educato, composto, prudente. Mi concedo sfacciate sventatezze. E mi ritrovo tesa a volerle replicare nella loro voluminosa vollutà. Ho voglia di leccare il bordo di un bicchiere e sentirmi bruciare la lingua.

Ancora e ancora.

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Desidero cedere assecondando. Demolendo il paradigma dei falsi limiti. Nessun passato a trattenere, nessun domani a cui pensare. Abbracciando il desiderio tra le due parentesi che mi sospendono nel momento. Senza alcuna nota a margine, solo parole sconquassanti a corollario. E respiri brevi, inanellati come perle a sgusciare a fior di labbra. Scivolando per perdermi in ogni istante che è l'ultimo prima dell'istante successivo.

Prima di un altro affondo, con la mano salda sulla nuca a sorreggere la spina dorsale del piacere.

Il sapore lo devo sentire in bocca, arrotolarsi sul palato, già quando lo penso.

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Post n°8 pubblicato il 23 Giugno 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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 La notte è fresca.
Un refolo di vento entra dalla finestra e accarezza le caviglie. La mia immobilità è circondata da pareti trasparenti.

I tasti  sembrano caramelle gommose alla liquerizia, sotto le dita.  Li premo e si deformano accogliendo i polpastrelli in un amplesso infido. Lasciano tracce che in qualche modo rassomigliano al tentativo di dire le cose: magari con la bocca piena di sciroppo di lampone. 

Basterebbe una parola questa notte. Quella giusta. Per scardinarmi. Disgregarmi. Frantumarmi. E ricompormi.

Possibilmente.

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Il mio sproposito è un urgenza ialina. Di espugnazione. In un istante indifferente. Scoppiare in un fuoco aperto. Vorticare. Viva.  Inversamente. Accendere di tenerezza. L'Anima.

I baci, li vorrei  di tulle.

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Post n°7 pubblicato il 20 Giugno 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Giugno è come la più laida baldracca. Si veste in redingote luminosa, bianca di trine e macramè e t'abbaglia con i suoi giorni di luce, quando è così bello da offenderti gli occhi.

E nasconde bene sotto un'oncia di profumo di loglietto tagliato di fresco, di camomilla e tenere foglie di basilico il suo brutto cuore falso e mercenario, pronto a rifilarti una giornata di novembre quando ti aspetteresti una brezza asciutta e setosa.

Ti respira sul collo il suo fiato umido, appena ritoccato da caramelle alla menta, mentre ti sussurra nell'orecchio menzogne roride di pioggia, appena spolverata di polvere di liquirizia.

 

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Lei cammina con prudenza circospetta evitando di calpestare: guano, pozzaghere, bucce di banana, gomme masticate, cicche di sigaretta o macchie d'olio.

 

Guarda a terra, centimetro per centimetro.

Eppure è dal bleu del cielo che cadrà la prossima tegola. 

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Post n°6 pubblicato il 16 Giugno 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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In queste ore la blogosfera è pigra e silenziosa. Mi piace la sensazione che mi trasmette. E' come passeggiare in una caletta deserta tutta per me.

Potrei scrivere come se nessuno potesse leggermi e godermi il ritmo rallentato delle parole.

Avrei quasi la tentazione di raccontarmi di più.

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La porta è aperta. Al centro della stanza io. In un attesa distratta e vaga. Tra le dita il mio orgoglio. Mimetizzo la paura di giocare senza distrazioni. Docilità in caduta libera. Esibita. Ed io sparsa nell'aria. Basta oltrepassare la soglia e respirarmi.

Prima ancora di toccarmi.

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Post n°5 pubblicato il 13 Giugno 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Stavano seduti l'un l'altra, dalla parte reciproca del tavolo, ad una distanza che un occhio esperto, un geometra, forse un agrimensore,  potrebbe valutare in mezzo metro, altri cinquanta centimerti.

Le loro mani erano abbandonate sul piano di cristallo, graffitato delle loro impronte digitali stese come arabeschi su una tela di damasco argentata.

Erano lì le loro mani, abbandonate, come calamari passati brevemente alla griglia, come papaveri privi di pigmento dimenticati ai lati della strada. Dimenticati dopo averli uccisi via dal campo di frumento.

Tra di loro l'aria era fitta e diafana, ed aveva l'esatta consistenza di una falda d'organza.

Lei attraversò le distanze con uno sguardo dipinto d'acquerelli, solo ai lati decorato con schegge d'ametista, e gli fece la domanda.

Lui s'avvicinò dolcemente, e disse, Si.

 

 

 

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Post n°4 pubblicato il 12 Giugno 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Dal più profondo impulso che brucia inclemente. La vita che di nuovo si leva informe, audace, incalzante. Un euforia che vortica nel petto, sollevando mulinelli.

Intensa, incontrastabile.

Ma più di tutto si chiarisce quel movimento costante nel mio intimo.

Cresce e vibra.

Quel movimento di cosa viva che cerca di liberarsi e di respirare. E di volare, si, anche di volare via.  Lasciando l'involucro qui, a terra. Vuoto guscio.

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Tra il pensare e il fare c'è di mezzo un fastidioso tergiversare.

Apriti sesamo. Voglio   uscire  fuggire.

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Post n°3 pubblicato il 11 Giugno 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Il tempo passa.

Ho nuove conoscenze. Un paio di sperimentazioni in atto. Qualche corrispondenza in equilibrio precario. Un crogiolo di tentennamenti e verbali avvitamenti. Ho pazienza in esaurimento e difese in accanimento.

 Ho sete di Nuovo, di nuovo.

Ho titoli improbabili sullo scaffale e una definitiva voglia di andare. Irrimediabili vizi ed opinabili giudizi. Ho sofferenze senza rifugio e gioie senza memoria.
Ho voglia di strade, selciati, viali, sentieri, rotaie, svincoli.

Di gesti d'amore malsano, di turbanti odori e invitanti perdugi a portata di mano.

Di essere  cercata e non essere riconosciuta.

 

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Post n°2 pubblicato il 09 Giugno 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Non era bellissima, e forse non era nemmeno bella.

Allungò una mano per appoggiarla sulla spalla lui, larga come un continente, forse casualmente,  forse  era solo il modo innocente in cui si fanno le cose più deliberatamente criminali.

Lui fiutò l'odore acre del pericolo.

Eppure  le corse incontro a braccia aperte, ansioso di conquistarsi lo spicchio d'inferno che ancora gli mancava.

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Post n°1 pubblicato il 08 Giugno 2010 da Io_Crisalide_Inversa

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Mi dimeno ostentando ridicola compostezza. Pericolante e snaturato fortino, ne salgo le scale, scavate nella pietra e dirottanti a scenari inconsueti o solamente trascurati.
E mi ritrovo immersa nel turchino di un celeste trasparente e, sfidata la prospettiva, la mia mano affonda in un brillante raggio giallo: il calore si rincorre sulla pista snodatasi del mio corpo, che lo inghiotte fino al cuore.
Adesso, col cuore caldo e l'azzurro negli occhi, mi dimentico del mio volere  e da lassù ammiro l'immediatezza.
Assaporo una saliva cullata dai movimenti morbidi della mia bocca.
Non penso, ma guardo il mite andirivieni di instancabile onde spumose.
Intorno è grido canterino di natura sbocciante e morente.
E mi accorgo che i contorni sono smorzati e strappati, quasi inneggino alla perenne precarietà di una libertà che è incipit.

Renderò tali anche i miei contorni.

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