non giudicate il mio intervento dal punto di vista morale, ma prendetelo così, come una provocazione. A volte mi chiedo se sia giusta la guerra e se sia giusta la violenza; le persone (me compreso) avrebbero bisogno talvolta di uno schiaffo in faccia, come succedeva magari da bambino con le prime esperienze, perchè per camminare bene è giusto capire che il passo ha una sua lunghezza, che cadere è dolore. Come fa a sapere un bambino che uno schiaffo fa male? la via migliore è riceverlo. a cosa servirebbe ricordare ed insegnare che uno schiaffo fa male? le parole devono avere un significato. Perchè l'insegnamento del passato dovrebbe toglierci la libertà di sbagliare? gli antenati sono morti, hanno lasciato tracce sui libri alle quali io non credo fino in fondo. Il dolore delle persone può essere trasmesso, ma fino a che punto? la memoria dei nostri antenati scivola via, non è più nostra, è difficile viverla, crederci. La necessità di realizzarsi, è la voglia di essere protagonisti e ci porta a rifiutare gli insegnamenti del passato, accettando, anzi desiderando la libertà di poter sbagliare. Qualcuno si strapperà i capelli inneggiando alla sacralità dei valori in cui crede, ma a volte credo la morte sia giusta.
c'è una contraddizione di fondo in tutto il discorso su bene e male, su violenza e altro. Io generalizzo, e con ciò mi trascino i mille fraintendimenti del caso, ma spesso la realizzazione dell'identità di molte persone involontariamente travalica il confine tra il rispetto e la violazione dei diritti delle persone. In questo c'è ancora molto da fare, la mia riflessione nasce dal fatto che la felicità delle persone viene sempre dalla sofferenza e dalle privazioni
Inviato da: minarossi82
il 11/11/2016 alle 18:25
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 10/09/2016 alle 10:20
Inviato da: Egure
il 27/07/2013 alle 18:42
Inviato da: EnricoDC_gallery
il 13/07/2013 alle 18:44
Inviato da: living_art
il 28/06/2013 alle 15:06