Un blog creato da dammiltuoaiuto il 19/08/2007

ZORRO E' VIVO

ZORRO HA BISOGNO DI TE LA SUA SPADA E' IL TUO CLICK RACCOGLIE INGIUSTIZIE NELLA RETE DAMMI IL TUO AIUTO

 
 
 
 
 
 
<a href="http://www.bannerpromotion.it/go.php?m=13911" mce_href="http://www.bannerpromotion.it/go.php?m=13911"><img alt="Clicca qui!" border="0" src="http://www.bannerpromotion.it/show.php?m=13911&amp;g=1&amp;t=image" mce_src="http://www.bannerpromotion.it/show.php?m=13911&amp;g=1&amp;t=image" width=468 height=60></a>
Iscriviti subito a BannerPromotion.it
 
 
 
 
 
 
 

I MIEI LINK PREFERITI

- ZORRO DALLE PARTE DEGLI ANIMALI
- NO ALLE BOMBE NUCLEARI IN ITALIA FIRMA QUI
- VEDI IL TELEGIORNALE SKY
- GUANTANAMO LO SCANDALO AMERICANO LA MORTE DEL DIRITTO
- GUANTANAMO DOCUMENTARIO AMERICANO
- IL METEO SU SKY
- TELEZERO LA TIVU CHE FAI TU
- QUESTA E' LA SANITA' AMERICANA
- ECCO CHI E' BERLUSCONI
- LE DONNE DI ZORRO
- ECCO COME HA FATTO I SULDI BUSH
- IL FILM 9/11 E' IN INGLESE
- IO CI SARO'
- IL V DAY
- BEPPE GRILLO AL PARLAMENTO EUROPEO
- IL V DAY APPARTIENE A TUTTI NOI
- VEDI SAT2000
- WEB TV
- TUTTO LO SPERPERO IN ITALIA
- passo doppio di zorro
- zorro banderas canzone
- IL FILM DI ZORRO
- LA SIGLA DEL FILM CON BANDERAS
- LASIGLA IN ITALIANO DI ZORRO
- IL DUELLO DI ZORRO CON CATRINA
- LA MURICA DI ZORRO
- LA SIGLA DI ZORRO IN ITALIANO
- IL TRAILER DI ZORRO
- ZORRO SARA' V DAY LA SIGLA
- le danze spagnole del ciclone
- LA DONNA DI ZORRO NEL CICLONE
- ZORRO E' CONTRO LA CACCIA FIRMA
- VIDEO INTEGRALE V DAY
- ZORRO E' PER LA PACE
- IL VIDEO INTEGRALE DEL V-DAY A BOLOGNA
- tg RAI 3
- FIRMA QUI PER LIBERARE Aung San Suu Kyi
- GUARDA IL FILM SU GESU'
- C'ERA UNA VOLTA
- ANNO ZERO
- W L'ITALIA
- SCRIVI AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
- foto di pescara
- AIUTIAMO QUESTE PERSONE CON IL MICROPROGETTO
- IN DIRETTA DALLA BIRMANIA
- FIRMA PER ABITI PULITI
- MOSAICO DI PACE SCRIVI AD ALEX ZANOTELLI
- FIRMA LE PETIZIONI URGENTI
- FIRMA QUI PER SALVARE CARLO PARLANTI
- FRIMA QUI PER AIUTARE KASSIM
- AIUTIACI A SALVARE I TIBETANI
- TIBET LIBERO NOTIZIE E FOTO
- belusconi e la mafia
- nonvilonza
 
 
 
 
 
 
 

AREA PERSONALE

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Agosto 2009 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
31            
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

FACEBOOK

 
 
 
 
 
 
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 12
 
 
 
 
 
 
 

ZORRO DENCE

 
 
 
 
 
 
 

AUNG SAN SUU KYI, BIRMANIA,

 
 
 
 
 
 
 

AUNG SAN SUU KYI, INTERVISTA

 
 
 
 
 
 
 

AUNG SAN SUU KYI 2 INTERVISTA

 
 
 
 
 
 
 

JEM CARRY PARLA DI AUNG SAN SUU KYI

 
 
 
 
 
 
 

DOCUMENTARIO MUSICALE AUNG SAN SUU KYI

 
 
 
 
 
 
 

BONO PARLA DIAUNG SAN SUU KYI

 
 
 
 
 
 
 

I REM FOR ANGUN

 
 
 
 
 
 
 

INTEVISTA 3 AD ANGUN

 
 
 
 
 
 
 

AUNG SAN SUU KYI

 
 
 
 
 
 
 

MONACI PROTESTANO ZORRO E' CON LORO

 
 
 
 
 
 
 

NO AL MASSACRO BIRMANO

 
 
 
 
 
 
 

ECCCO LA FIDE CHE DEVONO FARE I SOLDATI

immagine 

 
 
 
 
 
 
 
 

LA LADY E IL GENERALE

 
 
 
 
 
 
 

Messaggi di Agosto 2009

 

L'ENI in Toscana - parte prima

Post n°668 pubblicato il 31 Agosto 2009 da dammiltuoaiuto
 

L'ENI in Toscana - parte prima

Le "colline metallifere" sono una zona della Toscana, a cavallo fra le provincie di Livorno, Pisa, Siena e soprattutto Grosseto, ricche di metalli ferrosi e di rame. Fino al 1980 queste colline erano le maggiori produttrici di pirite d'Europa.

La pirite e' il cosiddetto oro degli sciocchi, di formula chimica FeS2, da cui inizialmente si ricavava ferro. Il processo di lavorazione pero' e' molto complesso a causa delle numerose impurita' ed e' difficile ottenere una buona qualita' del prodotto finale. Cosi, in tempi piu' vicini a noi, la pirite venne usata soprattutto per ricavarci acido solforico (H2SO4). La piu' grandi ditta produttrice di questo acido, in Toscana e in Italia, era la "Nuova Solmine" del gruppo ENI.

L'H2SO4 e' usato in vari processi industriali, fra cui la creazione del vetriolo, di fertilizzanti e per metterlo dentro le batterie delle macchine. Gli scarti ferrosi che provengono dalla lavorazione di questo acido - dette ceneri di pirite - sono spesso contaminate da metalli pesanti e tossici, fra cui arsenico, mercurio, piombo e rame. Gli stessi che impediscono di ottenere ferro di buona qualita'.

La logica vorrebbe che queste ceneri tossiche fossero smaltite per bene.

Una delle miniere piu' grandi era la Miniera di Campiano, nel comune di Boccheggiano, in provincia di Grosseto, gestita dalla Campiano Mineraria, al 100% anche lei controllata dall'ENI.

Uno dei problemi piu' grandi per l'ENI, era lo smaltimento di queste ceneri di pirite. Avevano gia' chiesto alla regione Toscana di depositarle nella vicina Scarlino, accanto ad una falda acquifera di circa tre chilometri quadrati. Li vicino c'erano campi di cereali, orti e allevamenti di animali.

La regione disse si.

Ma lo spazio di Scarlino non basta, ce n'e' troppa di cenere. E allora cosa fare?

L'ENI decide di definire questi scarti tossici materiali "sterili e riutilizzabili" e nel 1986 convincono la regione ad usarli per inertizzare le discariche, per asfalti nelle strade e per riempirci cave e miniere.

A partire dai primi anni '90 ci riempiono pure la miniera semi-abbandonata di Campiano, 800 metri sottoterra, 35 chilometri di lunghezza, immersa fra boschi, lontana dalle persone, un segreto fra i sentieri. E chi mai andra' a controllare?

La USL lancia un timido allarme che queste ceneri fanno male, ma l'ENI continua imperterrita a fare cio' che vuole. La regione e' latitante. Per anni l'ENI stocca rifiuti con tutti i veleni incorporati nelle viscere della Maremma.

Ben 67,000 metri cubi di monnezza tossica. Tutto smaltito illegalmente, in silenzio, avendo cura di dare del matto o del catastrofista ai pochi che vedevano, capivano, denunciavano.

Gli scarichi continuano per anni. I rifiuti sono talmente corrosivi che i camionisti sono costretti tutte le sere a lavare le cisterne dei camion a causa della possibile corrosione delle lamiere.

Ora, in quella miniera c'erano delle pompe che servivano a drenare l'acqua che naturalmente andava a confluirci dentro. E' bene drenare quell'acqua perche' altrimenti finisce per allagare la miniera e tutti quegli scarti tossici, e con le reazioni chimiche chissa' che mostro poteva essere partorito.

E infatti per vari anni il drenaggio venne compiuto. Nel 1996 pero' l'ENI decide di chiudere la Miniera di Campiano definitivamente. Non viene fatta nessuna bonifica.
Chiudono e basta. Tutta la monnezza che c'era, resta li, in balia degli eventi.

Cessano pure le operazioni di pompaggio dell'acqua del sottosuolo. Gli ex-minatori che di quella miniera sanno tutto, scongiurano di non farlo, ma l'ENI non vuole sentire ragioni.

L'acqua inizia a salire, la miniera si allaga. Il contatto dell'acqua con i rifiuti inquina le falde idriche sotterranee. Italia Nostra fa fare delle analisi private, alcuni professori universitari sollevano domande e persino una perizia alla pretura di Grosseto.

Tutto viene liquidato con superficialita'. Va tutto bene. Non ci sono problemi. La vita e' bella.

E sarebbe tutto rimasto cosi' se non fosse che nel 2001, improvvisamente il fiume Merse che scorreva li vicino, a 600 metri d'altezza, diventa rosso fuoco, si riscalda a 37-38 gradi. Uno scenario apocalittico, mai visto prima.

La miniera iniziava a sputare veleni fangosi al ritmo vertiginoso di 18 litri al secondo di robaccia direttamente nel fiume. Tutto esplode, sui giornali, fra l'indignazione della gente e degli amministratori. Molte persone andavano li a farsi il bagno e a pescare regolarmente.

Ecco qui come appariva l'acqua del Merse



Rosso e veloce come il sangue, in mezzo al verde dei boschi

Infili la mano e quasi ti scotti. Una melma colore ruggine, densa. Il fondo del fiume, in parecchi punti, non si vede piu'. In altri, piano piano, si sta sedimentando l'orrenda fanghiglia. Uno scenario da racconto di fantascienza, da pianeta rosso, da Marte e da avventure in altri mondi.

Sara' difficile, sempre piu' difficile, pescare trote, cavedani o barbi da queste parti. Difficile perche' chissa' che fine faranno questi pesci.

Subito, un odore fortissimo di ferro ti arriva alle narici. E l'acqua... Acqua? Ma quale acqua. C'e' solo una fanghiglia colore ruggine, che chissa' quali veleni contiene. E poi avanzi di macchianri adoperati in miniera. Imergiamo una mano nella fanghiglia. E' caldissima.


Nel 2001 la Regione Toscana (e dunque i cittadini) stanzia 200 milioni di lire al mese per installare un depuratore d'emergenza.

Nel 2002 una tesi di laurea denuncia la presenza abnorme di arsenico e mercurio nei pesci. Analisi sucessive confermano che a Scarlino trovano quantita' arsenico nei molluschi al di fuori da ogni limite.

Si calcola che l'ENI ne abbia riversato circa 5,300 tonnellate nel corso degli anni.

L'arsenico e' cancerogeno.

Con molto ritardo, l'Agenzia regionale per l'ambiente e il territorio della Toscana, Arpat, afferma che le falde idriche sono sono inquinate.

Alcuni pozzi di acqua potabile sono stati chiusi per la forte presenza di mercurio.

La gente continua a pescare, a farsi il bagno, ignara di tutto.

Il responsabile di tutto questo e' l'ENI.

Nel corso degli anni hanno cercato di scaricare tutte le loro responsabilita', ed il pagamento di eventuali bonifiche, alla collettivita'.

Nessuno dell'ENI e' mai andato a processo per questo (ed altri) schifi in Maremma. Infatti, i misfatti non finiscono qui. Ne parliamo nelle prossime puntate.

Di tutta questa storia, il professor Roberto Barocci ha fatto un ottimo libro "Maremma Avvelenata."

La regione Toscana e' colpevole di leggerezza, di superficialita', di poca cultura preventiva, di poca curiosita', di poca attenzione a cio' che i pochi ma coraggiosi cittadini denunciavano.

Intanto in Abruzzo abbiamo dei veri campioni per l'ambiente. L'assessore regionale, Daniela Stati, impiegata, e' muta sul petrolio ed ha scarsissima preparazione sul tema. Quello provinciale, Eugenio Caporrella, geometra, e' preoccupato di non far perdere affari all'ENI. Il presidente di regione, Gianni Chiodi, ci ignora, quello regionale di Chieti, Enrico di Giuseppantonio prende esempio da Ponzio Pilato e non si pronuncia.

Andiamo avanti cosi. Pensiamo che in Abruzzo sara' diverso che in Maremma e l'ENI sara' una santa?

Fonti: Roberto Barocci.it, Corriere della Sera, Roberto Barocci.it 2, Indymedia Toscana

 
 
 

petrolio no grazie

Post n°667 pubblicato il 31 Agosto 2009 da dammiltuoaiuto
 

 


*** Per vedere la situazione dei pozzi petroliferi in Italia si puo' andare sul sito del Comitato Abruzzese per la Difesa dei Beni Comuni. Un altra descrizione sui Rospi petroliferi di Vasto e' data da Allegria di Naufragi ***

Bene, visto che sono passati dieci giorni da quando gli ho scritto, e visto che la situazione petrolifera resta prigioniera del non fare politico, non posso fare altro che pubblicare la lettera che ho scritto al nostro presidente della provincia, Enrico di Giuseppantonio.

Ricordo che il 31 dicembre del 2009 scade la moratoria sulle operazioni petrolifere in Abruzzo, senza che vi sia nessuno strumento che protegga la nostra regione.

Ricordo a tutti che il presidente della provincia di Chieti si e' impegnato ad adoperarsi contro il petrolio nel concreto. L'ha promesso a Lanciano, il 19 luglio del 2009. Finora di concreto non ha fatto nulla, se non appuntare Remo di Martino - paladino del si al centro petrolfiero di Ortona - ad assessore al turismo, senza che nemmeno quest'ultimo fosse stato eletto. Bella roba.

Se c'e' una cosa che non sopporto e' di essere presa in giro. Quando uno da' la propria parola sarebbe bene mantenerla. Appena scritto questo email, il segretario del presidente, Antonello Antonelli, mi rispose dicendomi che diGiuseppantonio mi avrebbe contattato l'indomani.

Bene, questo "indomani" di dieci giorni fa non e' mai venuto. Se pensano che siccome sono fisicamente lontanta me ne sto zitta, si sbagliano di grosso.

Qui altre richieste di convocazione con il presidente di regione, Gianni Chiodi, portata avanti dagli amici del Comitato per la difesa dei beni comuni, nel teramano. Anche li, non ci sentono bene i nostri politici. Che delusione questo Gianni Chiodi.

------
Gentile Dr. Di Giuseppantonio,

sono Maria Rita D'Orsogna, e le scrivo da Los Angeles, di nuovo in merito alla questione petrolio.

Come forse lei sapra' la ditta Vega Oil ha deciso di trivellare le coste antistanti Ortona, con una piattaforma a soli sette chilometri dalla costa, in acque profonde solo trenta metri e per circa cinque chilometri sotto la crosta terrestre.

Tutto questo in una democrazia vera non succederebbe. Le ricordo che lungo le coste atlantiche e pacifiche degli USA non si mettono piu' piattaforme in mare a meno di ben 160 km dalla costa e questo dal 1969.

Cosa c'e' da fare nel concreto? C'e' tempo fino al 25 Settembre per presentare osservazioni al Ministero dell'Ambiente per contrastare questa nuova proposta di trivellare l'Abruzzo. Le associazioni di cittadini si stanno gia' mettendo all'opera per farlo.

Nello specifico occorre che:

1) La provincia deve presentare delle proprie osservazioni contrarie al progetto della Vega Oil SpA. Le associazioni di cittadini si stanno gia' muovendo in questo senso ma non possono essere lasciate, ancora una volta, sole.

Serve un segnale FORTE da parte delle isituzioni legate al nostro territorio. Quando un cittadino ha contattato i tecnici del ministero e ha chiesto come mai rilasciassero sempre tutte le autorizzazioni, si e' sentito rispondere che NESSUNO ha mai presentato delle osservazioni contrarie entro i termini previsti dalla legge (60 giorni dalla pubblicazione dell'avviso sui
giornali).

Se necessario, la provincia si faccia carico di pagare un consulente
ESPERTO ed INDIPENDENTE che la aiuti nella redazione delle osservazioni.

2) La provincia supporti attivamente il lavoro svolto dalle associazioni.
In particolare, occorre che la provincia sia COFIRMATARIA delle osservazioni che i cittadini stanno preparando. Bisogna far capire ai tecnici del ministero che c'e' un fronte comune che unisce istituzioni e semplici cittadini nel dire no al petrolio.

Le manderemo le nostre osservazioni appena saranno pronte.

3) La provincia puo' coinvolgere attivamente i comuni del suo territorio chiedendo ai sindaci di aggiungere le singole amministrazioni cittadine alla lista dei firmatari delle osservazioni al ministero.

Le ricordo che e' UN DOVERE proteggere ed informare i cittadini, anche
perche' lei ha promesso che si sarebbe impegnato concretamente a proteggere la costa teatina dagli attacchi del petrolio.

Bene: questo e' il momento di darsi da fare concretamente e di iniziare a produrre dei documenti ufficiali con il marchio della provincia. Vacanze o non vacanze i petrolieri si portano avanti con il proprio lavoro.


Da ultimo, le faccio notare come sia diverso l'atteggiamento delle istituzioni locali verso il problema del petrolio da nord a sud del nostro paese.

IN VENETO: Sono stata invitata ad un convegno a Venezia, a parlare del tema petrolio. Ci saranno il presidente della regione Veneto, Galan, i tre presidenti della provincia di Venezia, Padova e Rovigo e tutti i sindaci del comprensorio, compreso quello di Venezia.

IN LOMBARDIA: Sono stata a parlare ad una platea molto ampia e alla presenza di vari sindaci ed amministratori locali nel mese di Giugno. I Lombardi sono stati tutti uniti e compatti nel dire no, compresi i vari ministri che vivono nella zona. Dopo solo un mese dalla mia visita,
l'attivismo dei lombardi ha costretto la ditta proponitrice delle estrazioni petrolifere
a domandare il ritiro delle autorizzazioni.

In Abruzzo invece, salvo pochissime eccezioni, siamo governati da una classe politica poco lungimirante e ferma agli anni del dopoguerra italiano, al miraggio della ricchezza portata dal petrolio.

Grazie,

Maria Rita D'Orsogna
 
 
 

tumori made in ......

Post n°666 pubblicato il 31 Agosto 2009 da dammiltuoaiuto
 


Tumori made in......
 

Spulciando su internet vengono fuori vari articoli, anche recenti, su fatti gravi che pero' non portano mai ad azioni politiche vere. l giornalismo italiano e' spesso colpevole di essere troppo superficiale, ma anche quando fanno le cose come si deve, non c'e' ne' una coscienza pubblica forte da esigere che le cose cambino, e ne' tantomeno un senso di amore da parte degli amministratori di garantire una miglior qualita' di vita alle persone.

Mi riferisco, nello specifico ad una indagine portata avanti dall'Espresso nel maggio del 2007. Lo scenario e' abbastanza triste: in Italia c'e' un aumento vertiginoso di tumori. Si parla di livelli da epidemia. Ne avevamo gia' parlato qui e qui, ma questa indagine spicca per precisione, per numeri e perche' si fanno nomi e cognomi, o meglio, sigle. Dall'inchiesta viene fuori che dagli anni ottanta ad oggi, i tumori in Italia sono aumentati

del 20% per linfomi e leucemie

del 27% per il seno

del 10% per il cervello

del 15% circa per il fegato.

Nella regione Lombardia nel giro di venti anni i casi di neuroblastoma, cioe' un tipo di tumore al cervello che colpisce i bambini di eta' fra i zero e i due anni, sono aumentati del 70%, quelli del sistema nervoso quasi del 50%, e le leucemie infantili del 23%.

L'articolo parla di vari fattori che portano alla comparsa di tumori - il fumo, la genetica, la vita sedentaria. Per alcune di queste cose non ci possiamo fare quasi niente - come appunto i geni. Per altre cause sono le persone che decidono di ammazzarsi da sole, con il fumo e decidendo di non far attivita' fisica. Io naturalmente non fumo, e non riesco a capire perche' la gente continui a farlo. La Philip Morris per anni ha sperimentato sui topi per capire come rendere le sigarette le piu' assuefanti possibili. Perche' uno vorrebbe consegnare la propria salute (oltre che i propri quattrini) ai commercianti di sigarette? Volere e' potere per chi pensa che e' impossibile smettere.

Ma poi c'e' la regina delle cause: l'avvelenamento delle nostre acque, dei nostri mari, della nostra aria a causa di inquinanti di vario tipo. Dice l'Espresso:

Così, se il rapporto tra fumo di sigaretta e tumori del polmone e dell'uretra è un fatto indiscutibile, così come quello tra fumo passivo e cancro del seno, è anche vero che se si cercano le ragioni dell'EMERGENZA fotografata in queste pagine, l'attenzione si punta tutta sui VELENI che ci circondano.

Secondo il presidente dell'associazione internazionale medici per l'ambiente, Renzo Tomatis, i tumori italiani con una forte componente ambientale superano il 50 per cento del totale.

Dove aumentano i casi di cancro? In tutta Italia, con una concentrazione micidiale in 54 aree che comprendono 311 comuni. Nella mappa tracciata da 'L'espresso' queste zone di crisi disegnano una radiografia della Penisola avvelenata che corre da Pieve Vergonte, un paese all'ombra della fabbrica Enichem nel profondo Nord della provincia di Verbania, alla punta inferiore della Sicilia, con Gela e il suo petrolchimico voluto da Enrico Mattei per regalare un futuro industriale all'isola.

C'e' da aggiungere qualcosa? La prima in classifica a regalare tumori agli Italiani ed ai loro figli e' la nostra beneamata ENI! Siamo noi ad amazzarci con le nostre mani, visto che l'ENI e' finanziata dagli Italiani stessi, azionari al 30%.

Aree siderurgiche e chimiche, porti e raffinerie: qui si concentrano gli eccessi di mortalità per malattie respiratorie, per tumori alla laringe e ai polmoni, al fegato, alla vescica, leucemia e linfomi. Lo raccontano gli studi sempre più numerosi sulle acciaierie di Genova, Piombino e Taranto, sui petrolchimici siciliani di Gela, Priolo e Augusta, così come sulle raffinerie di Sarroch, Porto Torres e Portoscuso in Sardegna.

Non sono senza colpa i pesticidi, le antenne dei telefonini, i cementifici, le discariche della Camorra a Napoli, gli inceneritori, l'amianto sui tetti.

Di queste conclusioni io non sono affatta stupita, sono due anni che continuo a leggere di storie di morte, di malattie che l'ENI ed altri industriali di pochi scrupoli regalano ai propri dipendenti e a tutti coloro che vivono vicino ai loro stabilimenti. Ed e' senso comune che se respiri aria malsana tutti i giorni della tua vita, qualcosa pure ne risentira' il tuo fisico. Ma non e' solo colpa di ENI e compari.

Quello che mi stupisce di piu' e' che questa inchiesta di due anni fa non ha portato a quasi nessuno scandalo nazionale. La politica non ha fatto nulla. Le normative italiane per il regolamento delle emissioni industriali sono ancora adesso fra le piu' blande al mondo. Abbiamo una ministra dell'ambiente, la Prestigiacomo, che si vanta del suo ambientalismo del fare e che si fa vedere a stringersi la mano con i capi dell'ENI. Ancora adesso, mi arrivano un giorno si e uno no email da varie citta' italiane su proposte di inceneritori, di pozzi di petrolio in posti inimmaginabili, di carbone "pulito", di centrali a biomasse, di turbogas.

Basta!

Non ancora ci si rende conto che investire sull'ambiente significa per prima cosa investire su noi stessi, visto che ci ammaliamo tutti alla fine?

Perche' mentre proliferano infrastrutture di morte, i tetti delle case italiane non hanno tutti i pannelli solari?

Perche' le bonifiche vengono fatte alla meno peggio, se mai si fanno?

Perche' i processi sono deragliati, senza colpevoli, con multe irrisorie, o dove i colpevoli sono le aragoste, come a Manfredonia?

Perche' in Italia la percentuale di bambini che si ammalano di tumore e' del doppio che nel resto d'Europa e degli USA?

Qualcuno di noi quando vede un tetto di amianto va a lamentarsi con le autorita' o con chi l'ha messo - o non l'ha tolto - quel tetto di amianto? Ce ne sono dappertutto in Italia, anche sui tetti delle scuole. Non va mica bene.

Intanto in Germania, i tumori dal 1990 sono iniziati a calare, come riporta the German Cancer Research Center, idem nel Regno Unito dove per esempio il tumore al seno e' calato del 7% dal 1986 ad oggi secondo The Independent, e negli USA dove i tumori sono calati del 20% negli scorsi 20 anni.

Per inciso, mentre in Inghilterra i tumori al seno calano, in Italia un gruppo di ricercatori di Siena assieme a loro colleghi della Pennsylvania, stimano che le cifre che fornisce il governo italiano sono sottostimate del 70%! Cioe' i tumori aumentano, ma il nostro governo per ogni 100 casi, ne riporta solo 30. Malafede, onesto errore? Io non lo so.

Ma andiamo avanti cosi. Abbiamo il cibo migliore del mondo, una nazione bellissima, ma ci piace farci del male da soli.

Fonti: Corriere della Sera
Posted by maria rita at 4:09 PM 10 comments 
L'ENI in Toscana - parte prima
 
Le "colline metallifere" sono una zona della Toscana, a cavallo fra le provincie di Livorno, Pisa, Siena e soprattutto Grosseto, ricche di metalli ferrosi e di rame. Fino al 1980 queste colline erano le maggiori produttrici di pirite d'Europa.

La pirite e' il cosiddetto oro degli sciocchi, di formula chimica FeS2, da cui inizialmente si ricavava ferro. Il processo di lavorazione pero' e' molto complesso a causa delle numerose impurita' ed e' difficile ottenere una buona qualita' del prodotto finale. Cosi, in tempi piu' vicini a noi, la pirite venne usata soprattutto per ricavarci acido solforico (H2SO4). La piu' grandi ditta produttrice di questo acido, in Toscana e in Italia, era la "Nuova Solmine" del gruppo ENI.

L'H2SO4 e' usato in vari processi industriali, fra cui la creazione del vetriolo, di fertilizzanti e per metterlo dentro le batterie delle macchine. Gli scarti ferrosi che provengono dalla lavorazione di questo acido - dette ceneri di pirite - sono spesso contaminate da metalli pesanti e tossici, fra cui arsenico, mercurio, piombo e rame. Gli stessi che impediscono di ottenere ferro di buona qualita'.

La logica vorrebbe che queste ceneri tossiche fossero smaltite per bene.

Una delle miniere piu' grandi era la Miniera di Campiano, nel comune di Boccheggiano, in provincia di Grosseto, gestita dalla Campiano Mineraria, al 100% anche lei controllata dall'ENI, al 100%.

Uno dei problemi piu' grandi per l'ENI, era lo smaltimento di queste ceneri di pirite. Avevano gia' chiesto alla regione Toscana di depositarle nella vicina Scarlino, accanto ad una falda acquifera di circa tre chilometri quadrati. La regione disse si.
Ma non basta, ce n'e' troppa di cenere. E allora cosa fare?

L'ENi decide di definire questi scarti tossici materiali "sterili e riutilizzabili" e nel 1986 convincono la regione ad usarli per inertizzare le discariche, per asfalti nelle strade e per riempirci cave e miniere. A partire dai primi anni '90 ci riempiono pure la miniera semi-abbandonata di Campiano, 800 metri sottoterra, 35 chilometri di lunghezza, immersa fra boschi, lontana dalle persone, quasi un segreto fra i sentieri.

La USL lancia un timido allarme che queste ceneri fanno male, ma l'ENI continua imperterrita a fare cio' che vuole. La regione e' latitante. Per anni l'ENI stocca rifiuti con tutti i veleni incorporati nelle viscere della Maremma.

Ben 67,000 metri cubi di monnezza tossica. Tutto smaltito illegalmente, in silenzio, avendo cura di dare del matto o del catastrofista ai pochi che vedevano, capivano, denunciavano.

Gli scarichi continuano per anni. I rifiuti sono talmente corrosivi che i camionisti sono costretti tutte le sere a lavare le cisterne dei camion a causa della possibile corrosione delle lamiere.

Ora, in quella miniera c'erano delle pompe che servivano a drenare l'acqua che naturalmente andava a confluirci dentro. E' bene drenare quell'acqua perche' altrimenti finisce per allagare la miniera e tutti quegli scarti tossici, e con le reazioni chimiche chissa' che mostro poteva essere partorito.

E infatti per vari anni il drenaggio venne compiuto. Nel 1996 pero' l'ENI decide di chiudere la Miniera di Campiano definitivamente. Non viene fatta nessuna bonifica. Chiudono e basta. Cessano le operazioni di pompaggio dell'acqua del sottosuolo. Gli ex-minatori che di quella miniera sanno tutto, scongiurano di non farlo, ma l'ENI non vuole sentire ragioni.

L'acqua inizia a salire, la miniera si allaga. Il contatto dell'acqua con i rifiuti inquina le falde idriche sotterranee. Italia Nostra fa fare delle analisi private, alcuni professori universitari sollevano domande e persino una perizia alla pretura di Grosseto.

Tutto viene liquidato con superficialita'. Va tutto bene. Non ci sono problemi. La vita e' bella.

E sarebbe tutto rimasto cosi' se non fosse che nel 2001, improvvisamente il fiume Merse che scorreva li vicino, a 600 metri d'altezza, diventa rosso fuoco, si riscalda a 37-38 gradi. Uno scenario apocalittico, mai visto prima.

La miniera iniziava a sputare veleni fangosi al ritmo di 18 litri al secondo di robaccia direttamente nel fiume. Tutto esplode, sui giornali, fra l'indignazione della gente e degli amministratori. Molte persone andavano li a farsi il bagno e a pescare regolarmente.

Acqua rossa da una vecchia miniera nel paradiso dei canoisti: per vederlo scorrere, rosso e veloce come il sangue, in mezzo al verde dei boschi, bisogna essere bravi canoisti.

Infili la mano e quasi ti scotti. Una melma colore ruggine, densa. Il fondo del fiume, in parecchi punti, non si vede più. In altri, piano piano, si sta sedimentando l'orrenda fanghiglia. Uno scenario da racconto di fantascienza, da «pianeta rosso», da Marte e da avventure in altri mondi.

Sarà difficile, sempre più difficile, pescare trote, cavedani o barbi da queste parti. Difficile perché chissà che fine faranno questi pesci. Provate ad affacciarvi vicino alle vecchie miniere.

Subito, un odore fortissimo di ferro ti arriva alle narici. E l'acqua... Acqua? Ma quale acqua. C'è solo una fanghiglia colore ruggine, che chissà quali veleni contiene. E poi avanzi di macchinari adoperati in miniera. Immergiamo una mano nella fanghiglia. E' caldissima.

Quel paesaggio «marziano» fa quasi paura.

Nel 2001 la Regione Toscana (e dunque i cittadini) stanzia 200 milioni di lire al mese per installare un depuratore d'emergenza.

Nel 2002 una tesi di laurea denuncia la presenza abnorme di arsenico e mercurio nei pesci.

A Scarlino trovano arsenico nei molluschi. Si calcola che l'ENI abbia riversato circa
5,300 tonnellate di arsenico.

L'arsenico e' cancerogeno.

Con molto ritardo, l'Agenzia regionale per l'ambiente e il territorio della Toscana, Arpat, afferma che le falde idriche sono sono inquinate.

Alcuni pozzi di acqua potabile sono stati chiusi per la forte presenza di mercurio.

La gente continua a pescare, a farsi il bagno, ignara di tutto.

Il responsabile di tutto questo e' l'ENI. Non mi risulta che nessuno dell'ENI sia mai andato a processo per questo (ed altri) schifi in Maremma.

Infatti, i misfatti non finiscono qui. Ne parliamo nelle prossime puntate. Di tutta questa storia, il professor Roberto Barocci ha fatto un ottimo libro "Maremma Avvelenata."


Fonti: Roberto Barocci.it, Corriere della Sera

 

http://www.capitanoultimo.it/d/ambientes2.htm

http://archiviostorico.corriere.it/2001/giugno/26/Maremma_acqua_rossa_una_vecchia_co_0_01062610681.shtml

http://viceversa.megablog.it/item/il-fiume-paglia-diventa-rosso/category/ambiente

http://www.barocci.it/roberto/doc/polyteckne.html

http://www.maremmanews.tv/it1012/index.php?option=com_content&task=view&id=8868&Itemid=166

http://archiviostorico.corriere.it/2001/ottobre/21/Nel_sottosuolo_della_Maremma_arsenico_co_0_011021979.shtml

http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/salute/Sicurezza_sul_lavoro/visualizza_asset.html_682206381.html

http://www.youtube.com/watch?v=fDNT-Ah3SzQ

http://www.newmediaexplorer.org/ivaningrilli/2003/06/10/mercurio_nel_pesce_e_benzina_nelle_arance.htm


Fra le provincie di Siena e di Grosseto, nel cuore della Maremma, c'e' un fiume chiamato Merse. Non e' molto frequentato e sarebbe stato un tranquillo ruscello di bosco se non fosse stato per l'ingordigia dei nostri amici dell'ENI.


Nel 2001, improvvisamente, questo fiume si tinge di un colore rosso ruggine. Da una

Posted by maria rita at 2:25 PM 0 comments 
Thursday, August 20, 2009
Altre multe. Questa volta vere.
 

Dalla Repubblica di oggi un articolo che tutti ci aspettavamo: le multe per non avere rispettato i trattati di Kyoto. Ne abbiamo parlato tante volte, con la Prestigiacomo che andava a piangere all'UE che i tempi erano troppo stretti, o che il nostro paese e' un paese manifatturiero, o che c'è la crisi. Tutte scuse.

Abbiamo avuto quasi dieci anni per far qualcosa. Non abbiamo fatto nulla, ora si paga.

E chi paga? Il contribuente italiano. Ben 555 milioni di euro. Siamo circa 55 milioni di persone.
Fate voi il conto quanto costerà alla collettività questo mancato impegno: 10 euro a persona entro la fine del 2009.

DIECI EURO A TESTA.

Nel 2007 l'UE ci ha autorizzati ad emettere circa 200 milioni di tonnellate di CO2. Queste quote sono state ripartite fra vari settori - cementifici e acciaierie. Queste ditte hanno detto che questa quota era troppo bassa, e che, per costruire nuove centrali più moderne e meno inquinanti, era necessario avere tetti di CO2 più alti.

Cosi' il governo nel 2008, sotto la guida del direttore generale del ministero dell'ambiente, Corrrado Clini, diede il via libera ad emettere di più CO2.

Che importa che l'UE non ce lo consentiva. Facciamo un po come ci pare, e ci penseranno gli altri dopo alle conseguenze. Alla cieca.

Ora che arriva il salato conto, il sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia dice che e' tutto inevitabile e che e' colpa dello scorso governo (e' la moda nazionale dare la colpa sempre a qualcun altro!) .

Intanto ecco le mie domande:

1) Se acciaierie e cementificatori hanno chiesto di inquinare di più per poter costruire "centrali più efficienti", dove sono queste centrali?

2) I cementifici emettono una miriade di inquinanti e si stima emettano il 5% di tutto il CO2 nel mondo. Per ogni tonnellata di cemento prodotto ci sono oltre 200 chilogrammi di CO2. Come si e' potuto dare via libera ai cementificatori, invece di mettergli un freno? L'Italia e' già abbastanza cementificata, grazie.

Mentre succedeva tutto questo, in Abruzzo il signor Marrollo, cementificatore di mezza Italia, dal suo palco accanto allo Zio Remo Gaspari, era tutto felice di sentire Gianni Chiodi dire che ci servono nuove infrastrutture (di cemento, ovviamente).

3) Con un po di lungimiranza si potevano spendere quei 555 milioni di euro per mille altre cose: esempio? Creare una classe di piccola e media imprenditoria dedita all'energia verde, all'installazione e alla manutenzione di pannelli solari. E' la migliore fonte di energia rinnovabile, distribuita, poco impattante, dove viene tutto dal sole.

Ma si sa, ci piace essere amici dell'ENI, della Libia, e dei petrolieri. Ci piace continuare ad inquinare, a contare le morti per tumori che scoppiano. Un paese alla rovescia.

Intanto sul National Geographic di Settembre un articolo bellissimo sull'energia solare. La mappa sopra indica che in Italia abbiamo creato solo 35 giga-watt-ore di energia grazie al fotovoltaico.

E' tanto? E' poco? In Germania basta solo pensare che son arrivati a 2,220. Settanta volte di piu di noi. E' veramente rimarchevole quello che ha fatto la Germania, più e meglio di tutti, compresi gli USA. C'è solo da prendere esempio.

Loro non ce l'hanno il sole ma il cervello si.

Loro le multe da 555 milioni di euro, dieci euro a testa, non le pagano.

 
Posted by maria rita at 8:44 AM 7 comments 
Tuesday, August 18, 2009
La Castalia e le ridicole "multe" italiane
 

Nel 1998 il governo Italiano affida alla Castalia Ecolmar il compito di occuparsi degli sversamenti in mare di rifiuti sia petroliferi che di plastica e legname.

Cosi' nel primo triennio, 1992-2002 la Castalia raccolse circa 24,000 metri cubi di robaccia. Ad un certo punto pero' - magia - le iniziano a tagliare i fondi, e si decide di raccogliere solo petrolio.
Si finisce che nel triennio 2005-2007 la Castalia recupera solo 3,500 metri cubi di porcherie, cosi' ripartiti:

2005: 2,200 metri cubi di petrolio, plastica e legno
2006: 700 metri cubi di solo petrolio
2007: 500 metri cubi di solo petrolio

Infatti, la Castalia dal 2006 funziona solo come emergenza per gli scarichi petrolifieri in mare.

Del resto, chisse-ne-frega.

Nel 2005 la Castalia Ecolmar ha ricevuto oltre 25 milioni di euro. Ha risposto all'85% dei casi allertati dalle capitanerie di porto.

Nel 2006, oltre 29 milioni. Ha risposto al 52% delle chiamate.

Nel 2007, quasi 38 milioni di euro. Ha risposto solo al 30% delle chiamate.

Cioe' nel corso del tempo, la Castalia e' stata pagata di piu' per raccogliere meno rifiuti e per lavorare di meno!

Io non so chi sia a capo di questa Castalia, che tipo di rapporto hanno i suoi capi con i governanti italiani, se ci siano inciuci, ma tutto pare molto strano. Ti danno piu' soldi e tu lavori meno...

Ma allora cosa succede? Invece di dire alla Castalia, guardate che dovete far di piu', invece di aprire alla concorrenza e di trovare qualcuno che faccia lo stesso lavoro per meno soldi, invece di trovare una QUALCHE soluzione, i nostri politici decidono semplicemente di TRONCARE il rapporto con la Castalia.

Infatti, quest'anno la Castalia ha raccolto zero rifiuti, perche' dal primo gennaio 2009 non hanno piu' il contratto. Naturalmente questi rifiuti non li ha raccolti nemmeno qualcun altro.

La conseguenza e' che all'isola d'Elba la pulizia l'hanno fatta i turisti e il mare e' una pattumiera.

Ma il bello continua. Come abbiamo gia' detto, lo stato recupera solo il 2% di cio' che spende dei danni NOTI, per la pulizia del mare. Cioe' nella stragrande maggioranza degli sversamenti non si riesce a capire chi e' l'inquinatore. E li' e' tutto a carico del contribuente italiano.

Allora direbbe una qualsiasi persona di buon senso, quei pochi che prendiamo, diamogli delle multe salate, come direbbero in inglese "punitive", cioe' che puniscono, che siano di esempio e di monito. Cosi' uno ci pensa due volte prima di riversare porcherie a mare.

E poi, una volta presi, questi tizi dovrebbero essere sottoposti a monitoraggi. Del tipo: Signor Moratti, Signor Scaroni, ti abbiamo beccato ad inquinare il mare. Bene, da oggi e per i prossimi X mesi ti staremo addosso e controlleremo che tu non lo faccia piu. Se lo rifai, le conseguenze saranno ben piu' gravi.

Allora decido di andare a guardare le "multe" che hanno fatto e sono assolutamente ridicole! I petrolieri SONO TENUTI SOLO AL PAGAMENTO DELLE SPESE, dunque non sono nemmeno multe vere! Ma nemmeno qui ci azzecchiamo perche' nei rari casi in cui si sa chi e' responsabile degli schifi a mare, lo stato recupera solo il 2% dei costi spesi!

Cosi' nel triennio 2005-2007 hanno (abbiamo) speso 5 milioni di euro per danni noti, e ne hanno (abbiamo) recuperato solo 120,000. Furbi eh?

Esempi per sversamento in mare di petrolio:

Rospo Mare, Termoli - 26,000 di costo recuperati.
Terminale Agip Ravenna - 1,000 euro di costo recuperati
Raffineria Saras Sarroch - 11,000 euro di costo recuperati
Raffineria Agip Gela - 14,000 euro di costo recuperati

C'e' poi una marea di richieste, di pagamenti non fatti, di gente che decide che non vuole pagare.
Tanto, e chi fa niente?

Ora, le mie domande sono queste: ma cosa gli fanno mille euro all'ENI?

Al signor Moratti, con tutti i soldi del CIP6 che gli diamo, accettiamo pure che poi questo vada ad inquinare il mare sardo o di Pianosa, e gli facciamo pagare solo diecimila euro di multa ?

Anche i ventisei mila euro di Rospo Mare, non sono nulla per una compagnia petrolifera!

Queste cose semplicemente invogliano la gente a continuare a far il comodo loro, perche' tanto sanno che le probabilita' di essere presi sono bassissime, ed e' meglio pagare la "multa" ogni tanto piuttosto che evitare di lavare cisterne in mare o di stare piu attenti.

Intanto qui in America la Exxon-Mobil e' stata multata proprio l'altro ieri di 600,000 dollari per avere causato la morte di 85 uccelli nel corso di sei anni in cinque stati. Saranno sotto osservazione per tre anni. Dall'inizio della causa dicono di avere installato misure pro-uccelli per un costo totale di 2 milioni e mezzo di dollari.

Ottomila dollari per ogni uccello morto. Un altro pianeta.

http://dorsogna.blogspot.com/

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/24/Rischio_tumori_espresso.shtml

 

 
 
 

LA CASTA SEI GIORNALI

Post n°665 pubblicato il 15 Agosto 2009 da dammiltuoaiuto
 

 

La Casta dei giornali
La vera casta è quella dei giornali. Da questa dipende l'altra casta, quella dei politici.
I giornali ricevono un finanziamento pubblico di circa 600 milioni di euro all'anno e se aggiungiamo anche le provvidenze per radio e televisioni locali e del ministero delle Telecomunicazioni, e le convenzioni con la RAI e le agenzie di stampa, arriviamo a toccare i 1000 milioni di euro.
Prima , per ricevere i contributi, bisognava essere organo di movimento politico: bastava che un giornale si facesse sponsorizzare da due parlamentari. Così ha fatto Ferrara, addirittura con due deputati di schieramenti diversi: Pera e Boardi.
Libero, invece, era organo del Movimento Monarchico Italiano, poi si è trasformato in cooperativa e poi in s.r.l.
Dal 2001, infatti, il trucco dell’organo del partito non è più concesso, bisogna essere una cooperativa. I giornali già finanziati, però, furono trasformati per legge in cooperative.
I giornali di partito, invece, devono essere appoggiati da un gruppo parlamentare formato almeno da dieci deputati.
I contributi ai giornali sono stanziati dal dipartimento editoria che dipende dalla Presidenza del Consiglio. Un giornale può chiedere il contributo solo dopo tre anni dalla prima uscita in edicola.
Punto fondamentale: il contributo statale si basa sui costi e sulla tiratura. Più copie stampano più aumenta il contributo ma devono vendere almeno il 25% della tiratura.
Ovviamente se non ce la fa, vende il giornale sottocosto o li distribuisce gratis...
Inoltre i giornali ricevono rimborsi delle tariffe elettriche, telefoniche e postali, e dal 2002 al 2005 c’è stato anche un rimborso sulla carta utilizzata.

Ecco i finanziamenti statali (2003), tratto da La Casta dei giornali di Beppe Lopez:

I maggiori riceventi
Gruppo RCS (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport): 23 milioni e mezzo di euro
Sole 24 ore:
19.222.787 euro
Espresso-La Repubblica: 16.186.244 euro


1a categoria
Giornali di partito

Unità
: 6.817.231,05 euro
La Padania: 4.028.363,80 euro
Liberazione: 3.718.490,08 euro
Europa: 3.138.526,10 euro
Secolo d’Italia: 3.098.741,40 euro
La Discussione: 2.582.284,49 euro
Zukunft in Sudtirol: 1.032.913,80 euro
Il Sole che ride: 1.020.390,93 euro
Rinascita della Sinistra: 907.314,84 euro
Avanti!: 602.024,10 euro
Liberal: 563.604,85 euro
Le Peuple Valdôtain: 297.146,28 euro
Democrazia Cristiana: 157.545,10 euro


2a categoria
Quotidiani editi da cooperative costituite entro il 30 novembre 2001, già organi di movimenti politici

Libero: 5.371.151,76 euro
Foglio: 3.511.906,92 euro
Il Giornale d’Italia, Linea, Torino Cronaca-Il Borghese e Roma: 2.582.284,49 euro
Il Denaro: 2.238.168,15 euro
Il Riformista: 2.179.597,05 euro
Opinione delle Libertà: 2.065.827,60 euro
La Cronaca: 1.874999,72 euro
Campanile Nuovo: 1.153.084 euro
Gazzetta Politica: 516.456,90 euro
Metropoli Day: 516.456,90 euro
Avvenimenti: 451.992,60 euro
Area: 451.992,60 euro
Voce Repubblicana: 203.694,45 euro
Aprile, Patto, Angeli, Cristiano Sociali News, La Nuova Provincia e Milano Metropoli: fra i 169 mila e 10 mila euro


3a categoria
Sessantotto
quotidiani e periodici editi da cooperative di giornalisti o da società la cui maggioranza del capitale sociale sia detenuta da cooperative nonché quotidiani italiani editi e diffusi all’estero e giornali in lingua di confine

l’Avvenire: 5.999.900,04 euro
Italia Oggi: 5.061.277,60 euro
Il Manifesto: 4.441.529,33 euro
Primorski Dnevnik: 2.969.627,17 euro
America Oggi,  Conquiste del Lavoro, l’Avanti! , Il Cittadino,  Corriere di Forlì, Corriere di Perugia, Corriere di Firenze, Corriere Canadese, Corriere del Giorno di Puglia e Basilicata, Il Corriere Mercantile, Editoriale Oggi, Giornale Nuovo della Toscana,  Il Globo, Nuovo Oggi Molise, Sportsman - Cavalli e Corse, Voce di Romagna: fra i 2 milioni e i 2 milioni e mezzo di euro
Il Sannio Quotidiano e Rinascita: 1 milione e 800 mila euro
Dolomiten di Bolzano: 1 milione e 601 mila euro
Scuola Snals: 1 milione e 586 mila euro
Nuovo Corriere Bari Sera 1 milione e 406 mila euro
Provincia Quotidiano di Frosinone: 1 milione e 313 mila euro
Cittadino Oggi di Siena: 1 milione e 224 mila euro
Verità: 1 milione e 185 mila euro
Voce di Mantova: 1 milione e 272 mila euro
Agenzia Area e Ottopagine: sul milione di euro
Dossier News di Caserta:  916 mila euro
Cronache del Mezzogiorno: 891 mila euro
Agenzia Dire: 753 mila euro
Fare Vela, Luna Nuova, Carta, Motocross, Il Mucchio Selvaggio,  La Nuova Ecologia, Rassegna Sindacale, Il Salvagente, Trenta Giorni nella Chiesa e nel Mondo: 516 mila euro
Noi Donne e Minerva, Chitarre e Jam, Metropolis  Novi Matajur, Oep-Notiziario Agricolo Spazio Rurale, Ore 12, Qui, Sabato Sera  , Sole delle Alpi, Rivista Italiana: meno di 516 mila euro
Lucania: 153 mila euro
Umanità: 114 mila euro
Quotidiano di Sicilia: 108 mila euro
Domani: 76 mila euro
Mari e monti: 84 mila euro
Il Granchio: 41 mila euro
<!--[if !supportLineBreakNewLine]-->


4a categoria
Testate facenti capo, direttamente o indirettamente, alla Chiesa cattolica

Famiglia Cristiana
(210 mila euro ), Il Giornalino (210 mila), Jesus (49 mila), Vita Pastorale (34 mila), Famiglia Oggi (5 mila) e Letture (5 mila), L’amico del Popolo (102 mila), Città Nuova della Pia Associazione Maschile opera di Maria (94 mila), Toscana Oggi (89 mila), La Vita del Popolo dell’Opera San Pio X (82 mila), Corriere di Saluzzo (80 mila), Verona Fedele (74 mila), Il Popolo dell’Opera Odorico da Pordenone (65 mila), La Vita Cattolica (64 mila), L’Azione della Diakonia Ecclesiale (63 mila), La Difesa del Popolo (61 mila), La Voce dei Berici della Diocesi di Vicenza (57 mila), Adista (56 mila), La Voce del Popolo (56 mila), Il Nuovo Rinascimento dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (52 mila) e La Valsusa della Stampa Diocesana Segusina (51 mila).



Le altre categorie

-124 giornali italiani pubblicati e diffusi all’estero
Cinque i giornali più gratificati: Fiamma (Australia) con 143 mila euro, Pagina (Svizzera) con 89 mila, Cittadino Canadese (Canada) con 53 mila, Corriere Italiano (Canada) con 51 mila, Eco (Svizzera) con 49 mila.

-23 pubblicazioni edite in Italia e diffuse prevalentemente all’estero
Messaggero di S. Antonio, della Provincia Padovana dei Frati minori conventuali: 109 mila euro
Aise: 67 mila euro
Inform: 27 mila euro
Voce Buccino, Abruzzo nel Mondo, Bellunesi nel Mondo, Emigrazione Siciliana, Migranti Press, Notizie Fatti e Problemi dell’Emigrazione, Polesani nel Mondo, Santo dei Miracoli, Servizio Migranti, Sicilia Mondo, Trentini nel Mondo, Trevisani nel Mondo, Voce dell’Emigrante: 6 mila euro

-due quotidiani italiani teletrasmessi in paesi diversi da quelli membri dell’Unione Europea
Teletrasmissione all’estero della Repubblica (1 milione e 700 mila) e del Corriere della Sera (700 mila euro).

Inoltre:
La Stampa: 7 milioni di euro
Conquiste del Lavoro: 6 milioni e mezzo di euro
Il gruppo Giorno-Carlino-Nazione: più di 3 milioni di euro
Il gruppo Caltagirone (Messaggero-Mattino-Gazzettino): poco meno di 3 milioni di euro
Il Corriere dello Sport: quasi 2 milioni di euro

 
 
 

Pino Scaccia: "Non ho mai avuto paura di dire qualcosa"

Post n°664 pubblicato il 12 Agosto 2009 da dammiltuoaiuto
 

http://abruzzoblog.blogspot.com/2009/08/pino-scaccia-non-ho-mai-avuto-paura-di.html

I reporter uccisi dall'inizio del 2009 sono 44. L'ultimo è stato assassinato circa una settimana fa, in Messico: il settimo di una lista nera dall'ultimo capodanno, l'ennesimo di un elenco ancor più triste, e più lungo, dall'inizio del secolo. A raccontarlo, nella brezza di mercoledì sera in Piazza D'Albenzio, a Spoltore, è Pino Scaccia, reporter storico I volto ormai familiare a milioni di italiani. Il noto giornalista è stato infatti ospite di "Abruzzo Film Festival", rassegna di cinema di guerra organizzata da Tusio De Iuliis, dell'associazione umanitaria "Aiutiamoli a vivere". Pubblico raccolto, atmosfera colloquiale, la cornice rassicurante della piazza in una bella serata d'agosto: questo lo sfondo di una manifestazione che da anni affronta con crudezza e coraggio le aberrazioni della guerra, il dolore della sconfitta, l'odore pungente del sangue. Ma anche la vivace curiosità dei bambini, la devozione delle missionarie, l'audacia dei reporter, la pazienza dei medici: tutti volti, questi, che sulle pagine dei giornali, e negli spazi stretti delle dirette, spesso non trovano posto. Lo sa bene Pino Scaccia, testimone da anni degli scenari più apocalittici del nostro secolo, osservatore attento, reporter forse prima per passione che per lavoro. Lo abbiamo incontrato per porgli qualche domanda. Pino, tu sei stato nei luoghi maggiormente lacerati da eventi bellici e naturali: quanto è stato difficile, se lo è stato, separare l'esperienza umana dall'aspetto professionale? "Questo è un nodo centrale del nostro mestiere: devi emozionarti, se vuoi che anche chi ti ascolta si emozioni. Devi essere coinvolto, devi sentire, vivere appieno l'esperienza... ma attenzione, è proprio qui che entra in gioco la professionalità, cioè la capacità di gestire le emozioni, la determinazione di raccontarle senza soccombervi". Non è sempre facile... "Assolutamente no, ma è ciò che bisogna fare se si vuole essere dei veri testimoni. Ricordo bene quando, ad esempio, sono stato al centro di un agguato in Iraq: 90 colpi sulla nostra macchina, quattro kalashnikov sulla troupe Rai. Ci siamo salvati, e appena fuori pericolo sai cosa abbiamo fatto? Abbiamo pianto. Fatto sta che nell'edizione successiva del Tg raccontavo per filo e per segno quello che ci era successo poco prima, come se parlassi di un evento ormai estraneo. In fondo poi è proprio questo che noi giornalisti dovremmo fare: essere un tramite fra l'evento e la gente che, a casa, lontana kilometri, ti guarda, ti ascolta. Devi testimoniare con professionalità, che, attenzione, è molto diversa dalla mera freddezza". In situazioni estreme come quelle che hai vissuto è difficile conciliare il rispetto per la dignità delle persone con la necessità di dare la notizia? Un esempio che potremmo fare è quello di quanto accaduto qui in Abruzzo durante il terremoto.... "Succede spesso, purtroppo, che in situazioni come queste la ricerca sfrenata dello scoop porti a non avere rispetto delle persone. Ma si badi bene, è chiaro che quel che accade in questi casi non ha nulla a che vedere col giornalismo. E' un modo di fare notizia che è semplice gossip. Tanto è vero che nel caso del terremoto all'Aquila si trattava spesso di presentatori o intervistatrici che non erano giornalisti. Né io né i miei colleghi abbiamo mai mancato di rispetto a qualcuno. Sono errori, questi, che la stampa vera non fa". Che dire... è un dato di fatto, purtroppo, che i media sono diventati lo specchio della società. Allora non è più un problema della tv o dei giornali: è un problema nostro, di tutti noi. "Oggi, per esempio, è opinione diffusa che con una scuola di giornalismo si possa diventare bravi giornalisti. Io credo, però, che ci sia qualcosa che nessuna didattica possa mai insegnare. E' l'esperienza del mestiere, quella che si impara a bottega, prima, seguendo un buon mastro, e, poi, andando nelle strade, parlando con la gente, allenandosi nella palestra della cronaca. Se vuoi fare l'inviato, per esempio, non puoi solo sapere astrattamente che sarà un lavoro duro: devi arrivare nei villaggi, non mangiare per tre giorni, ascoltare il rumore delle bombe. Quando nonostante tutto avrai ancora voglia di testimoniare, raccontare ciò che vedi, allora sarai un buon reporter". Quindi per essere un buon inviato, cosa si deve fare? "E' una domanda che mi fanno spesso, specialmente i ragazzi. Sai cosa rispondo? Che l'80% è fatica, un 10% è tecnica, mestiere, un altro 10% è talento. Il nostro è un lavoro faticoso, in cui devi essere sempre disposto a rischiare. Spesso neanche ci pensi, quando rischi davvero grosso, perché se ti fermassi a pensare a quel che potrebbe accaderti forse non faresti un passo. Anche se la paura serve. Ho visto colleghi morire perché una granata cadeva su di loro, piuttosto che sulla mia troupe. Sono pochi secondi, è fortuna, forse destino. Ero con Baldoni la sera prima del suo sequestro, ma non mi fidai di quel che stava accadendo, e al posto di passare la notte a Najaf tornai in albergo a Baghdad. Fu una diffidenza, una paura... provvidenziale. Quel che è chiaro è che devi esserci. Quando qualcosa accade, tu devi esserci. Sai perché sono stato il primo a lanciare la notizia di Farouk? Perché non stavo a Porto Cervo in albergo come gli altri, ma andavo a cercare nelle vie della Barbagia". La tua più grande rinuncia? "Moltissime rinunce, questo è ovvio. Quando ti dedichi così tanto al tuo lavoro, e con tale passione, non sei più tu che governi, ma la notizia. Devi essere sempre pronto a partire, anzi, tu devi partire quando tutti gli altri scappano. E i rapporti sociali, quelli sì, un po' si allentano. E' un rischio, siamo d'accordo, ma è soprattutto una scelta. E naturalmente quel che perdi lo ritrovi in altra veste. Provi emozioni fortissime, sotto le bombe è tutto più forte. Ma vedi ciò che nessun altro vede, ascolti storie e percorri strade che mai avresti immaginato. Quanti cinema, quante cene andate perse... potevo sedermi, forse, dopo tanti anni, ma non l'ho fatto". E nel tuo lavoro ti sei mai dovuto scontrare con logiche che non condividevi? "Devo dire onestamente che ormai da un bel po' di anni ho ottenuto una credibilità tale da potermi imporre e potermi difendere. Gli scontri peggiori, credo, sono quelli che si verificano se tiri in ballo interessi soprattutto nazionali. E' per questo che ho una grande stima per i colleghi di cronaca di certe province difficili. Io come reporter ho sempre detto tutto, anche quando in tanti mi remavano contro, come nel caso di Farouk. Ciò che conta è essere sicuri della notizia. Nel giornalismo non deve esistere il condizionale. Non devi accettare i compromessi, ma certo la mia posizione è diversa da tante altre, perché ho lavorato per un telegiornale popolare, non ad esempio per la stampa schierata politicamente. Devi sempre sentire le due campane quando cerchi di dare una notizia. Ma se mi stai chiedendo se ho avuto paura, a volte, di dire qualcosa, la risposta è no". Carlotta Giovannucci

 
 
 

LIBERATELA ORA BASTA Aung San Suu Kyi libera!

Post n°663 pubblicato il 12 Agosto 2009 da dammiltuoaiuto
 

Aung San Suu Kyi libera!
Il premio Nobel Aung San Suu Kyi è gravemente malata, imprigionata dal brutale regime Birmano con una nuova serie di accuse inventate.

Questa crudele manovra giunge pochi giorni prima della fine della sua detenzione durata 13 anni, e la terrà in prigione fino a dopo le elezioni del 2010. L'unico 'crimine' che ha commesso è stato chiedere pacificamente democrazia.

I coraggiosi attivisti democratici Birmani stanno chiedendo al Segretario Generale ONU Ban Ki Moon di attivarsi per la liberazione dei 2,100 prigionieri politici -- lui può porre questa come condizione per qualsiasi ulteriore coinvolgimento internazionale. Abbiamo solo cinque giorni per ottenere l'attenzione di Ban Ki Moon -- la petizione verrà consegnata il 26 Maggio. Firma la petizione qui sotto e inoltra la mail per favore.
Al Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon: Il governo militare deve rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutti i prigionieri politici, inclusi Daw Aung San Suu Kyi, Khun Tun Oo e Min Ko Naing. Il rilascio di tutti i prigionieri politici è il primo e il più importante passo verso la libertà e la democrazia in Birmania. Noi sottoscritti ci appelliamo al Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon affinché consideri come sua priorità personale assicurare il rilascio di tutti i prigionieri politici birmani.

Firma qui sotto e inoltra questo messaggio

http://www.avaaz.org/it/free_aung_san_suu_kyi/97.php/?cl_tta_sign=7408dad44edd0541718dda56190fd476

LIBERIAMO AUNG SAN SUU KYI E TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI ORA! FIRMA LA PETIZIONE
“FINO A QUANDO TUTTI I NOSTRI PRIGIONIERI POLITICI NON SARANNO LIBERI, NESSUNO DI NOI PUO’ DIRE CHE LA BIRMANIA E’ VERAMENTE SULLA STRADA DI UN CAMBIAMENTO DEMOCRATICO”
Daw Aung San Suu Kyi
Queste sono le parole di Daw Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace (1991), agli arresti domiciliari per 13 degli ultimi 19 anni.

La petizione "Liberiamo tutti i prigionieri politici!" ha l’obiettivo di raccogliere 888,888 firme prima del 24 maggio 2009, data legale nella quale dovrebbe essere liberata Daw Aung San Suu Kyi dagli arresti domiciliari.

La giunta militare deve liberare immediatamente e senza condizioni tutti i prigionieri politici, compresa Daw Aung San Suu Kyi, Myo Aung Thant, Khun Tun Oo and Min Ko Naing.


Il rilascio di tutti i prigionieri politici è il primo passo verso la democrazia. Noi sottoscrittori chiediamo al Segretario Generale ONU Ban Ki-moon di fare di questo la sua priorità per garantire il rilascio di tutti i prigionieri politici da parte dell’ SPDC.


http://www.birmaniademocratica.org/ViewDocument.aspx?catid=241c8068be6bddcb86ed0162793314b&docid=673b416a320b4e2587c3f21cddc42da0
Ricevo e pubblico.

“Cari Amici,

Dopo 13 anni di detenzione, il Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi è stata incarcerata di nuovo su accuse inventate dal brutale regime birmano. Lancia un appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite per assicurare il suo rilascio e quello di tutti i prigionieri politici: Firma la petizione
La leader della democrazia birmana e vincitrice del premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, è stata arrestata in base a nuove accuse inventate, , proprio pochi giorni prima che scadessero i suoi 13 anni di detenzione. Lei e migliaia di monaci e studenti sono stati imprigionati per aver corraggiosamente sfidato il brutale regime militare con appelli pacifici per la democrazia.

Mettendo a repentaglio la propria incolumità per parlare in favore dei propri amici imprigionati, gli attivisti birmani stanno domandando il rilascio di Aung San Suu Kyi e di tutti i prigionieri politici e fanno appello a tutto il mondo perché li aiuti. Abbiamo solo sei giorni per inviare al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon una valanga di firme a sostegno della petizione chiedendogli di rendere il loro rilascio una priorità urgente – può farne una condizione per un rinnovato impegno internazionale. segui il link per firmare la petizione, e inoltra questa email ai tuoi amici per assicurare che Aung San Suu Kyi e tutti i prigionieri politici siano liberati. Gli attivisti birmani presenteranno la petizione globale ai media il 26 maggio:
http://www.avaaz.org/it/free_aung_san_suu_kyi

Il 14 maggio, Aung San Suu Kyi è stata arrestata e tradotta in carcere con l’accusa di essere in connessione con un uomo americano che presumibilmente si è introdotto furtivamente nel complesso in cui si trova trattenuta a Yangon. Le accuse sono assurde — sono i militari birmani, che ora l’accusano di aver violato gli arresti domiciliari, ad essere responsabili della sicurezza del complesso. Sono un pretesto per tenerla detenuta fin dopo le elezioni che si terranno nel 2010.
Il regime birmano è noto per la sua feroce repressione di ogni minaccia al completo controllo militare – migliaia sono in carcere in condizioni disumane e privi di cure mediche, ci sono continui abusi dei diritti umani, una violenta repressione dei gruppi etnici, ed oltre un milione sono stati costretti a cercare rifugio oltre confine.

Quella di Aung San Suu Kyi è la più grande minaccia al potere della giunta. La sua leadership morale del movimento democratico e la sua eredità della grande vittoria elettorale nelle elezioni del 1990 significano che è l’unica figura in grado di sopraffare i militari nelle elezioni del prossimo anno. E’ stata detenuta numerose volte dal 1988 – agli arresti domiciliari senza alcun contatto con il mondo esterno. Ma questa nuova scandalosa detenzione nella famigerata prigione Insein priva di cure mediche può essere molto pericolosa perché è seriamente malata.

Le fonti dicono che il regime militare teme questo appello online unificato e massiccio all’ONU — oltre 160 gruppi di solidarietà ed esiliati birmani in 24 paesi stanno partecipando alla campagna. E il Segretario Generale e i principali attori della scena internazionale che cercano di impegnarsi nuovamente con il regime birmano, possono influenzare il destino di questi prigionieri. La scorsa settimana il Segretario Generale Ban Ki Moon ha detto:” ‘Aung San Suu Kyi e tutti coloro che hanno un contributo da dare al futuro del loro paese devono essere liberati”. Inondiamolo con un appello globale affinché metta in pratica urgentemente le proprie parole e ponga fine agli arresti e alla brutalità:
http://www.avaaz.org/it/free_aung_san_suu_kyi

Come per il rilascio di Nelson Mandela dopo anni di prigionia in Sud Africa, la libertà di Aung San Suu Kyi dopo anni di ingiusta detenzione, porterà un nuovo inizio alla Birmania e speranza per la democrazia. Questa settimana potrebbe essere il momento storico per il cambiamento – rimaniamo uniti dietro Aung San Suu Kyi e questi coraggiosi uomini e donne chiedendo il loro rilascio adesso! Con speranza,
Alice, Brett, Ricken, Pascal, Graziela, Paula e il resto del team Avaaz
FREE LIBERIAMO Aung San Suu Kyi
FIRMA
https://secure.avaaz.org/it/free_burma_political_prisoners/

PETIZIONE FREE BURMA DA SPEDIRE NAZIONI UNITE
http://www.petitiononline.com/kha8954b/petition.html


FIRMA LA PETIZIONE PER UNA BIRMANIA LIBERA
http://htm.cisl.it/sito/contenuti/BIRMANIA/FormBirmania.htm
PETIZIONE PER LIBERARE Daw Aung San Suu Kyi,
http://www.actionburma.com/

CERCHIAMO DI ARRIVARE A 1 MILIONE DI FIRME QUI
http://www.avaaz.org/en/stand_with_burma/tf.php?CLICK_TF_TRACK
Facciamo qualcosa anche noi per la popolazione del Myanmar, sostenendo Aung San Suu Kyi e il diritto ad una Birmania libera:
1) Se vuoi, puoi mandare un biglietto di SOLIDARIETA' ad Aung San Suu Kyi,
Anche se è probabile che il biglietto venga intercettato dal regime, migliaia di
biglietti d'auguri daranno un potente segnale al regime.
Se i militari sapranno che il mondo li guarda, sarà meno facile che
intraprendano altre azioni contro Aung San Suu Kyi, poiché avranno
timore delle reazioni internazionali.
Il tuo biglietto d'auguri contribuirà a mantenerla al riparo da ulteriori attacchi.
Invia il tuo biglietto d'auguri a:
Daw Aung San Suu Kyi,
54 University Avenue,
Bahan 11201,
Yangon, Myanmar (Birmania)
Costo dell'affrancatura con posta prioritaria per l'estero
formato standard, cm 9x14 Euro 0,60
Una candela per la speranza

Aung San Suu Kyi è ancora agli arresti domiciliari e 2000 monaci ed attivisti favorevoli alla democrazia sono trattenuti in condizioni disumane nelle prigioni birmane. La loro colpa: invocare pacificamente la democrazia.

Clicca in basso per firmare una petizione al Segretario Generale Ban Ki Moon al fine di richiedere il loro rilascio.


Al Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon: Il governo militare deve rilasciare immediatamente ed incondizionatamente tutti i prigionieri politici, inclusi Daw Aung San Suu Kyi, Khun Tun Oo e Min Ko Naing.Il rilascio di tutti i prigionieri politici è il primo ed il più importante passo verso la libertà e la democrazia in Birmania. Noi sottoscritti ci appelliamo al Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon affinché consideri come sua priorità personale assicurare il rilascio di tutti i prigionieri politici birmani da parte del Consiglio di Stato per la pace e lo sviluppo (SPDC




IL principale leader della protesta birmana, Htay Kywe, latitante da anni e considerato dal regime il ricercato numero uno, ha indetto per domani una nuova iniziativa contro la Giunta militare: ciascun cittadino in qualsiasi parte del Paese, dovrà accendere una candela, ovunque si trovi, per esprimere il proprio dissenso contro il governo dei militari.


Lo ha appreso PeaceReporter da fonti della dissidenza all'estero, che hanno contattato nel primo pomeriggio lo stesso leader, appartenente al movimento studentesco Absdm (All Burma Student Democratic Front).


Per tre giorni, ogni birmano manifesterà pacificamente a casa, in strada e soprattutto davanti ai monasteri, tenendo accesa una candela che simboleggerà la speranza per il popolo birmano.


Htay Kywe, 40 anni, è stato l'unico, nel gruppo dirigente dell'Absdm, a riuscire a fuggire dai militari, dopo 14 anni di prigione. Secondo quanto riferito dalle stesse fonti a PeaceReporter, il 'nemico numero uno' della dittatura militare birmana riesce a eludere la cattura cambiando quotidianamente cellulare


PeaceReporter aderisce, e invita tutti ad aderire, alla forma di protesta contro la violenza e la repressione del regime birmano


http://www.youtube.com/watch?v=tiLxEIPD6iQ

ECCO IL SUO LUSSO
http://www.youtube.com/watch?v=s6YPsycc6Lc

http://www.youtube.com/watch?v=OXb9CiNEgfQ

Burma sept.2007: "The Lady and The General"

http://www.youtube.com/watch?v=UG3V5tJaEm8

APPELLO
http://www.youtube.com/watch?v=oPH7o_sJaNo

LA MORTE DI UN MONACO
http://www.youtube.com/watch?v=2_wVOdemFgg

MONACI RICHIUSI CON IL FILO SPINATO
http://www.youtube.com/watch?v=1YgJETfsM5A

PROTESTA IN ITALIA DI AMNESTY A ROMA

http://www.youtube.com/watch?v=NYowESPuybU

http://www.youtube.com/watch?v=1mfVZBd03oo

Un dittatore tra superstizione e ferocia
http://www.youtube.com/watch?v=1mfVZBd03oo

Onu deplora repressione dimostrazioni in Myanmar
giovedì, 11 ottobre 2007 10.36
Versione per stampa

NAZIONI UNITE (Reuters) - Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite oggi ha deplorato la repressione delle proteste per la democrazia in Myanmar e ha invitato al dialogo politico, in una dichiarazione che ha visto insieme le potenze occidentali e la Cina per la prima volta.
Il comunicato dice che "tutti i prigionieri politici e gli altri detenuti" dovrebbero essere rilasciati presto e chiede alla giunta militare che governa il Paese da quarant'anni di prepararsi a un "dialogo genuino" con la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi.
La dichiarazione non è vincolante, a differenza di una risoluzione.
E' la prima volta che il Consiglio di Sicurezza agisce ufficialmente nei confronti dell'ex Birmania, e questo segna un cambiamento di posizione da parte della Cina, vicino e fondamentale partner commerciale del Myanmar: in precedenza Pechino aveva usato il diritto di veto per evitare critiche alle autorità del Paese.
L'Onu ha detto che l'inviato speciale Ibrahim Gambari nel fine settimana partirà per una visita in Asia nel corso della quale dovrebbe far tappa in Myanmar per la seconda volta da quando la giunta ha represso le dimostrazioni guidate dai monaci buddisti il mese scorso.
Invia il tuo biglietto d'auguri a:

Daw Aung San Suu Kyi,
54 University Avenue,
Bahan 11201,
Yangon, Myanmar (Birmania)

Costo dell'affrancatura con posta prioritaria per l'estero
formato standard, cm 9x14 Euro 0,60

PROTESTIAMO CON LETTERA O EMAIL ALL'AMBASCATA BIRMANA IN ITALIA
meroma@tiscalinet.it
Via della Cammilluccia 551, Roma, tel. 0636303753, 0636304056
FAX 06/36298566
altre ambasciate della birmania a cui scrivere
mecanberra@biqpond.com australia
contact@myanmar-embassy-tokyo.net giappone
info@mewashingtondc.com usa
mission.myanmar@ties.itu.int hong kong
FIRMA TUTTE LE PETIZIONI
http://www.actionburma.com/
http://www.burmacampaign.org.uk/mtvaction.html
LA PETIZIONE DI AMNNESTY INTERNATIONAL
http://www.amnesty.it/appelli/firmamodelappelli.html?nomeappello=Myanmar_monaci
FIRMA LA PETIZIONE PER UNA BIRMANIA LIBERA
http://htm.cisl.it/sito/contenuti/BIRMANIA/FormBirmania.htm
FIRMA ALTRA PETIZIONE
http://www.avaaz.org/en/stand_with_burma/tf.php?CLICK_TF_TRACK

TUTTI I VIDEO AGGIORNATI SULLA BIRMANIA COSA ACCADE
http://www.youtube.com/results?search_type=search_videos&search_query=burma&search_sort=video_date_uploaded&search_category=0&search=Search&v=&uploaded=
LE FOTO AGGIORNATE IN TEMPO REALE SU FREE BURMA
http://flickr.com/search/?q=burma&m=text

NOTIZIE E FOTO E VIDEO IN TEMPO REALE FREE BURMA
http://niknayman.blogspot.com/

INTERVISTA AD Aung San Suu Kyi
http://www.youtube.com/watch?v=6_oabUxzglo
http://www.youtube.com/watch?v=Mjqo1JSDNpM
http://www.youtube.com/watch?v=GIR_-YN3Oyc


Democratic voice of Burma

www.irrawaddy.org

www.mizzima.com

 
 
 

UCCISA UN ALTRA GIORNALISTA IL RUSSIA

Post n°662 pubblicato il 07 Agosto 2009 da dammiltuoaiuto
 

ex giornalista e attivista per i diritti umani in Cecenia, nel Caucaso Russo. Natalia aveva aiutato RSF nella recente visita nel Caucaso

arton33842-c628f (1)

Reporter senza frontiere è costernata e addolorata per l’assassinio di Natalia Estemirova, ex giornalista e rappresentante in Cecenia dell’ONG russa per i diritti umani Memorial, avvenuto oggi.
Il suo corpo è stato trovato questo pomeriggio, nella vicina Repubblica di Inguscezia dopo il suo rapimento, avvenuto questa mattina nella capitale cecena di Grozny.

Estemirova aveva aiutato Reporter senza Frontiere nella visita nelle tre repubbliche caucasiche russe – Cecenia, Inguscezia e Daghestan – avvenuta nel mese di marzo. Le informazioni e le analisi che Natalia aveva condiviso con Reporter Senza Frontiere, hanno rafforzato la nostra convinzione che il Caucaso è sull’orlo del caos e che le attiviste per i diritti umani come lei riempiono coraggiosamente il vuoto lasciato dalla crisi della stampa indipendente.

“Noi salutiamo il coraggio esemplare e l’impegno di questa attivista per i diritti umani ed ex giornalista, condividiamo il dolore della sua famiglia e dei suoi amici e ci uniamo nell’onorare la sua memoria”, ha dichiarato Reporter senza Frontiere. “Ricordiamo alle autorità russe la violenza e gli abusi ai cui è stata abbandonata la popolazione del Caucaso e le esortiamo a prendere provvedimenti.”

L’Organizzazione per la libertà di stampa ha aggiunto: “Le autorità devono denunciare pubblicamente questo omicidio e dimostrare una reale volontà di combattere l’impunità. Il rapimento di un attivista per i diritti umani nel pieno centro di Grozny e il suo successivo omicidio, in un momento in cui si dichiara sicura la Cecenia, dimostra ancora una volta come, nonostante le ottimistiche affermazioni, la questione del Caucaso non sia stata risolta”.

Impegnata in una delle più note Organizzazioni non Governative per i diritti umani, Natalia Estemirova era specializzata nella denuncia delle violazioni dei diritti umani in Cecenia e, in quanto ex-giornalista, aveva aiutato a raccontare le guerre in questa travagliata repubblica.

Natalia Estemirova aveva vinto numerosi premi ed era stata proposta per il premio Sakharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero nel 2004.

 
 
 

MUSICARTE NEL PARCO della Majella - Live aid 2009 CARAMANICO 2009 I CONCERTI DI ZORRO

Post n°661 pubblicato il 03 Agosto 2009 da dammiltuoaiuto
 

MUSICARTE NEL PARCO della Majella - Live aid 2009 MusicArte &AmnestyInternational Direzione artistica Maria Gabriella Castiglione Associazione MUSICARTE di Pescara PREMIATA con Targa D'Argento del Presidente della Repubblica GIORGIO NAPOLITANO CARAMANICO TERME - AUDITORIUM SAN DOMENICO Martedi' 4 agosto - OPERAZIONE NOSTALGIA RENATO CALDARALE - baritono VITTORIO CENTOLA - pianoforte Giovedi' 6 agosto -"ACQUARELLI PER PIANOFORTE" TATIANA PAVLOVA - pianista e compositrice internazionale Mercoledi' 12 agosto - "ATMOSPHERE " MARIA GABRIELLA CASTIGLIONE - pianoforte new age Lunedi' 17 agosto- LA CANZONE CLASSICA NAPOLETANA Renato Caldarale -baritono SILVIA TIERI - soprano Vittorio Centola - pianoforte Mercoledi' 26 agosto - SAVERIO TARANTINI TRIO SAVERIO TARANTINI - chitarre ROCCO MONTEFFERRANTE - contrabbasso FABRIZIO GARNIERI - batteria e percussioni Domenica 30 agosto -THE PRECIOUS GOSPEL SINGER direzione direttore artistico: M° GIULIA MARTELLA voci soliste: Giulia Martella, Marta Santese, Greta Di Fusco, Federica Di Sabatino, Lorenzo Dolce sax: Alessandro Di Fonso Batteria: Giovanni Petrellesi pianoforte: Luigi Manzo Addetto stampa, presentatore: Lorenzo Dolce Lunedi' 31 agosto - THE TEXURE LUCA MARIANI-voce ANDREA FERRETTI chitarra MORENO RENZETTI - basso EMANUELE RENZETTI - batteria TUTTI I CONCERTI AVRANNO INIZIO ALLE ORE 21.15 INGRESSO GRATUITO Presentazione edizione festival Musicarte nel parco della Majella 2009 CARAMANICO TERME - auditorium San Domenico a cura della prof.ssa Maria Gabriella Castiglione Da diversi anni l'associazione Musicarte, l' Amnesty International , differenti per storia ed interessi, hanno deciso di collaborare nella convinzione che, oggi più che mai, sia necessario costruire momenti di confronto trasversale per realizzare una manifestazione culturale diversa e alternativa. Tale iniziativa mira alla promozione dei talenti musicali giovani ed emergenti ed alla difesa dei diritti umani, Occorre quindi affermare, attraverso politiche di cooperazione e iniziative tese ad allargare e aumentare la consapevolezza culturale, un processo di sviluppo che si faccia garante di diritti e regole sociali. In quest'ottica vengono proposti i concerti intesi come mezzi di trasmissione di valori, ma anche come momento di partecipazione attiva dei cittadini, di riflessione e di crescita culturale, emotiva ed etica. Il Festival Musicarte intende continuare su questa strada, controcorrente rispetto a tante iniziative di intrattenimento estivo, o "eventi" con artisti stranieri che ci costano milioni di euro. Il Festival Musicarte intende diffondere l'idea di una solidarietà e di un attivismo civile che escano dai soliti schemi, in cui la dignità dell'uomo rimanga sempre al centro dell'attenzione, nella convinzione che la musica sia uno dei più potenti mezzi per risvegliare le coscienze. Il direttore artistico: Maria Gabriella Castiglione Maria Gabriella Castiglione - pianista Considerata dalla stampa e dai critici musicali e d'arte come pianista estrosa ed eclettica... artista innovatrice e d'avanguardia. Nata a Pescara, ha iniziato a 5 anni lo studio della musica. Si diploma in pianoforte al Conservatorio "L.D'Annunzio" di Pescara nel '89 e in "Sound - Engineer" presso la Fonoprint di Bologna - '90 . Ha frequentato seminari di tecnica pianistica col M° V.Vitale; ha suonato per artisti internazionali del mondo della danza, come R. Paganini, G. Vantaggio, M. Pierin,G. Mancini,ecc.Ha insegnato pianoforte nel " Bussottioperaballett ", scuola civica diretta dal M°Sylvano Bussotti, a Genazzano (Roma). Nel ' 95 ha partecipato nell'opera " Sypario " ( in prima mondiale ), composta e diretta da Sylvano Bussotti e replicata più volte in diverse città italiane. L' estro per l' arte, nella Castiglione è testimoniato anche dalla sua passione per le arti visive; ha esposto le sue opere in molte rassegne nazionali ed internazionali.Musicarte nel parco 2008Da diversi anni l'associazione Musicarte, l' Amnesty International In quest'ottica vengono proposti i concerti intesi come mezzi di trasmissione di valori , ma anche come momento di partecipazione attiva dei cittadini, di riflessione e di crescita culturale,emotiva ed etica.Il Festival Musicarte nel Parco intende continuare su questa strada, controcorrente ris

 
 
 
 
 
 
 
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
 
 
 
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cgn722francomar17locilento.vincenzougobinottocamilla865gatteomarcarninaimdgl1pietroonevittorio.stoppacito7carinciMarco_De_Biasiogichiariluca.bgio14ve
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
 
 
 
 
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

CHI MI HA VISITATO

 
 
 
 
 
 
 

SCRIVI A ZORRO

 
 
 
 
 
 
 

CHI MI VISITA

 
 
 
 
 
 
 

LA VITA E' BELLA

 
 
 
 
 
 
 

BENIGNI PARLA DELL'OLOCAUSTO

 
 
 
 
 
 
 

LA MUSICA DI ZORRO

 
 
 
 
 
 
 

COME ERI BELLA BENAZIR

 
 
 
 
 
 
 

LA SUGLA DEL SITO

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963