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Messaggi di Maggio 2021

 

Considerazioni sparse sulla saga de L'Attraversaspecchi

Post n°483 pubblicato il 12 Maggio 2021 da Hanahr

In queste settimane mi sono presa il tempo di rileggermi una saga divenuta molto popolare nell'ambito della narrativa per ragazzi: L'Attraversaspecchi.
Si tratta di una quadrilogia, opera di esordio dell'autrice francese Christelle Dabos che ha dato una bella rinfrescata al panorama un po' stantio del fantasy young adult e che in Italia è stata pubblicata da Edizioni E/O, casa editrice piccola ma ricercata.
L'ultimo volume della saga è uscito in Italia nel 2020, in Francia nel 2019 e inizialmente lo avevo letto online, solo di recente ho recuperato i volumi fisici, tutti piuttosto imponenti ma impreziositi da bellissime copertine disegnate da Laurent Gapaillard.
Prima di parlare di questi libri, che hanno suscitato in me sentimenti contrastanti, ho preferito aspettare la rilettura del cartaceo, perché trovo che maneggiare la carta e leggere le parole stampate abbia tutto un altro gusto e lasci un'impressione molto più intensa nella mente del lettore e avendo molto tempo libero a causa della quarantena ho potuto leggerli tutti in tempi piuttosto rapidi (anche se in effetti non ho ancora terminato la rilettura di Echi in Tempesta l'ultimo volume).
C'è da dire che come esordio letterario, la Dabos ha "spaccato". Immaginare che questi siano solo i primi frutti partoriti dalla mente dell'autrice sembra davvero incredibile da credere, perché il mondo immaginato dalla Dabos è soprpendemente ricco, affascinante e pieno di attrattiva.
Il suo stile narrativo, almeno per i primi tre volumi, procede con una facilità di lettura impressionante, tanto che arrivi alla fine senza nemmeno accorgertene, sebbene le trame procedano paradossalmente molto lentamente e gli avvenimenti sostanziosi accadano tutti solo sui finale di ogni libro, non si ha mai la sensazione di una storia che resta ferma o procede staticamente e noiosamente, qualità queste che la Dabos ha sicuramente raffinato nel tempo ma che è evidente le siano naturali.
Ovviamente posso solo parlare per la traduzione italiana, poiché non leggo il francese e mi sarebbe impossibile partire dal materiale originale, ma credo che l'opera di traduzione sia stata accurata e molto vicina all'originale.
Il mondo costruito dalla Dabos è davvero ricco di fascino e ogni volta che ci viene mostrato lascia una sensazione di stupore e curiosità che invoglia il lettore a proseguire nella narrazione e i suoi personaggi, sebbene non manchino di difetti, sono tutti per lo più interessanti e peculiari.
Ma di che parla L'Attraversaspecchi? Veniamo alla parte succosa.
Nel mondo immaginato dalla Dabos la Terra non è più una sfera unita che ruota nello spazio ma si è frantumata, in seguito a un misterioso evento catastrofico soprannominato Lacerazione, e ora ogni popolo vive su ventuno isole che galleggiano attorno all'antico nucleo della terra mantenendo delle orbite fisse, chiamate Arche. Ogni Arca è dominata da uno Spirito di Famiglia, una sorta di divinità eterna ma concreta, visibile e di aspetto umano che caratterizza in modo specifico ogni Arca, con poteri particolari.
La vicenda parte dall'Arca di Anima, dominata dallo spirito di famiglia Artemide, anche detta Arca animista, poiché la peculiarità dei suoi abitanti è quella di animare la materia, e la protagonista della storia è Ofelia, un'animista di Anima, dotata di un potere davvero speciale: è lettrice e attraversaspecchi. Un lettore è colui che toccando la superficie delle cose inerti può ricavarne il suo passato, riuscendo quindi a leggere la memoria delle cose e l'impronta immateriale lasciata dalle persone su quell'oggetto (sentimenti, ricordi, immagini e così via), inoltre Ofelia è in grado di muoversi attraverso spazi distanti spostandosi attraverso gli specchi, che utilizza come fossero porte intradimensionali, a patto che conosca la destinazione di arrivo e che sia all'interno di una certa distanza massima da lei.
Ofelia è un personaggio che inizialmente risulta abbastanza apatica e forse un po' troppo stereotipata, calcando alcuni dei classici cliché della narrativa per ragazzi: è diversa dagli altri membri della sua famiglia, timida, introversa, trasandata, cronicamente impacciata e incapace di adattarsi alle aspettative che la famiglia ha su di lei. Si rintana nel Museo che gestisce oppure dal prozio, curatore dell'archivio di famiglia, che pare essere l'unico a capirla davvero. Vive una vita solitaria e silenziosa, nonostante i vani tentativi dell'ingombrante madre di accasarla.
Ma un giorno la sua vita viene stravolta da un evento imprevisto: Ofelia, per ordine delle Decane, le amministratrici del potere di Artemide, deve sposarsi e non solo è obbligata a farlo ma deve trasferirsi sull'Arca del suo consorte, di cui non sa nemmeno il nome: Polo, molto distante da casa e totalmente diversa da ciò a cui è abituata.
Da qui comincia il primo volume Fidanzati dell'Inverno, che nonostante il nome melenso, vi assicuro è un libro sorprendente e molto diverso da ciò che potreste immaginare.
Cominciamo a prendere visione dell'altro protagonista della storia Thorn, intendente dell'Arca Polo, alle dirette dipendenze dello spirito di famiglia Faruk. Un uomo glaciale a dir poco, spropositatamente alto e segaligno, duro, spietato, inflessibile e chiaramente affetto da una sorta di sindrome di Asperger o ossessivo-compulsiva, che non farà nulla per mettere Ofelia a suo agio o per rendersi appena più apprezzabile, creando veri e propri conflitti e incomprensioni su cui verterà buona parte della trama del primo e del secondo volume, Gli Scomparsi di Chiardiluna.
Anche se vedremo tutto sommato molto poco Thorn nel corso della narrazione, per varie vicende che non voglio anticipare, la sua figura ingombrante e severa sarà un perno importante della vicenda, che non come forse molti pensano, una storia d'amore, ma si avvicina molto di più a una spy story in salsa fantasy, con molti colpi di scena e rivelazioni sempre più sorprendenti su chi siano davvero di Spiriti di Famiglia e su cosa si celi dietro la Lacerazione, alla caccia del vero artefice della fine del mondo e della dispersione delle Arche.

----- POTREBBE CONTENERE  SPOILER -----

Devo dire che ho divorato e amato moltissimo i primi due volumi (Fidanzati dell'Inverno e Gli Scomparsi di Chiardiluna). Sono trascinanti, con un universo brillante e originale che benché si rifaccia ad alcuni stereotipi del genere e a elementi steampunk non proprio nuovi, ha saputo tracciare una rotta innovativa e fresca di cui sicuramente il genere aveva bisogno, saturato com'è da produzioni statunitensi.
E' facile rintracciare molti riferimenti ad Alice nel Paese delle Meraviglie, all'estetica dello studio Ghibli e ad Hayao Miyazaki e alla trama di Queste Oscure Materie di Pullman, ma quanto meno nei primi due volumi e in parte nel terzo, questi aspetti non sono mai eccessivi o pretestuosi e creano un mix assolutamente vincente.
I personaggi, con le loro caratteristiche strampalate e volutamente caricaturali, restano tutti impressi e anche se non si può dire che siano approfonditi, restano memorabili e davvero gustosi.
Contrariamente a molte recensioni che ho letto e visto, ho amato da subito le dinamiche tra Thorn e Ofelia, e ho amato da subito Thorn, nonostante per buona parte dei libri sia un personaggio che è davvero difficile non prendere a schiaffi. Il rapporto inizialmente conflittuale e avversativo, con una Ofelia molto fragile e sperduta e un Thorn incapace di relazionarsi con chicchessia e di fidarsi degli altri, è uno dei motivi per cui i libri reggono così bene, nel loro conflitto c'è non sono il conflitto individuale di due persone che si trovano in un gioco complesso di intrighi politici e macchinazioni mortali, ma anche di due culture diverse, di percorsi familiari totalmente diversi (Ofelia, per quanto diversa dal resto della sua famiglia è amata Thorn è un bastardo rinnegato e strumentalizzato) e il modo in cui il loro rapporto lentamente si evolve e si sviluppa nell'arco dei 4 libri è sicuramente la cosa che ho apprezzato di più.
Ma veniamo anche alle note dolenti che mi hanno purtroppo smontato parte dell'entusiasmo iniziale.
Se i primi due volumi risultano molto uniti e ben intrecciati tra loro, con la trama che sembra bene indirizzata verso alcune risoluzioni importanti (chi ha lacerato il mondo, chi ha creato gli spiriti di famiglia, perchè i Libri degli spiriti di famiglia sono così importanti e così via) e si sviluppa in maniera articolata e accattivante sull'Arca di Polo, non si può dire altrettanto del terzo e del quarto libro (La Memoria di Babel e Echi in Tempesta) che purtroppo lasciano ben più di un dubbio e una sensazione di incompletezza e confusione sempre più pervasiva.
La Memoria di Babel, sebbene non eccellente, mantiene comunque un ritmo e un'idea generale ancora interessante, Echi in Tempesta purtroppo si perde completamente e a mio modesto avviso non è assolutamente all'altezza dei primi tre volumi.
La mia personale sensazione è che l'autrice non avesse un'idea definita di come avrebbe voluto finire la storia, forse la casa editrice ha forzato la mano obbligandola a pubblicare prima che il progetto si fosse interamente sviluppato, forse la piega presa da La memoria di Babel (che parte da quasi 3 anni dopo la fine de Gli Scomparsi di Chiardiluna) non è stata progettata e gestita in maniera abbastanza coerente, fatto sta che tutto quello che è accaduto nei primi due libri viene completamente accantonato e persino dimenticato, in favore di un reset sempre più caotico pieno zeppo di personaggi e vicende secondarie che si allontanano sempre di più da ciò che abbiamo amato all'inizio e che lasciano una sensazione di totale spiazzamento, arrivando poi a culminare in un finale assolutamente incomprensibile.
Il problema fondamentale di Echi in Tempesta è che purtroppo l'autrice è chiaramente incapace di tirare i fili delle mille sottotrame che ha intessuto e cerca sbrigativamente delle spiegazioni che purtroppo sono inconsistenti e incomplete. La Dabos ha chiaramente pescato a piene mani da Queste Oscure Materie di Pullman, traendo da lì molti elementi simili ma non altrettanto ben scritti né spiegati, che lasciano l'amaro in bocca e che davvero ti fanno detestare l'ultimo libro (almeno mia opinione personale).
Delle 21 Arche menzionate riusciamo a conoscerne bene solo 2 e intravederne solo altre due, dei 21 spiriti di famiglia che all'inizio della storia sembrano così importanti e attorno a cui si penserebbe che ruoti tutta la storia, ne conosciamo se va bene solo 3 o 4 (di cui solo uno abbastanza perché ci resti davvero impresso), delle grandi domande che attraversano tutti i libri non si vede davvero una conclusione degna di questo nome.
E ciò che ho pensato alla fine della lettura è stato: un'occasione sprecata.
La Dabos ci fa affezionare a dei personaggi, costruisce attorno a loro l'idea che la storia ruoterà sulle loro scelte e sulle loro interazioni, e anche se i personaggi secondari sono abbozzatti e poco caratterizzati sono funzionali alla trama e il lettore pensa che li ritroverà, invece vengono resettati e cancellati, tutto sacrificato all'unica protagonista Ofelia, che se all'inizio apprezziamo per la sua crescita personale (da timida e introversa, a sempre più consapevole e coraggiosa), non è sufficiente a reggere tutta la saga.
Trovo anche molto discutibili le scelte operate sul finale, che mi hanno dato la sensazione di voler punire il lettore, obbligandolo a dire addio ad alcuni dei personaggi più amati e lasciando una sensazione viscerale di amaro in bocca.

----- CONSIDERAZIONI FINALI -----

Insomma, quali conclusioni trarre da questa saga?
Nonostante i grossi problemi di Echi in Tempesta, mi sento comunque di consigliarvi di leggere questa saga.
I motivi per amarla sono molteplici: personaggi affascinanti e memorabili, ambientazioni suggestive e caleidoscopiche, trame complesse e articolate, una storia d'amore decisamente atipica ma che lascia il segno e uno stile narrativo incredibilmente accattivante e scorrevole. Non può lasciare indifferenti e sicuramente verrete trascinati da questo mondo originale e pieno di fascino, e non solo se siete adolescenti o giovani adulti, ma anche a venerande età come la mia potrete apprezzarlo.
Mi sento tuttavia di consigliarvi di non avere aspettative troppo elevate sul modo in cui tutti i fili si riallacciano, perché i buchi nella trama del tessuto purtroppo ci sono e sono evidenti, ma questo secondo me non inficia la voglia di voler leggere tutta la saga.
Il costo dei libri è abbastanza importante, ma sono disponibili anche in e-book, per cui se volete regalarvi qualche ora di totale relax sentendovi completamente immersi nella storia recuperate l'Attraversaspecchi e immergetevi con Ofelia in questa splendida avventura.

 
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