Creato da ildiariodellalinda il 05/04/2006 |
il senso della vita
per chi crede nella vita, anche quella più piccola nella pancia di una donna. Questa è la mia storia, un esperienza attraverso interruzioni di gravidanza, una morte perinatale e due splendide bambine (ora ragazze).
"Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi."
Da “Il Piccolo Principe” di Antoine De Saint Exupery
« 17 maggio 2015 | Tutto è solo un passaggio » |
Post n°503 pubblicato il 05 Agosto 2015 da ildiariodellalinda
Sabato si è abbattuta una tempesta di vento, grandine e pioggia, una vera e propria tromba d'aria o come l'hanno chiamato in queste ultime ore un "Downburst", su tutta Firenze sud, lasciando il quartiere devastato dai danni. Noi eravamo andati a letto tardissimo per risistemare in modo grossolano il luogo di lavoro di mio marito e poi casa nostra allagata, eravamo scesi anche nelle cantine alle una di notte ma, arresi e stanchi, avevamo rimandato tutto al giorno successivo. Una notte agitata girandomi in continuazione nel letto, con le motoseghe che lavoravano per liberare le strade, pensando agli alberi abbattuti che avevamo incontrato, al gazebo appoggiato tra la casa e una macchina in via Datini, le migliaia di tegole e vetri che erano cascati in terra e sulle macchine ora semi distrutte ... come dormire? La domenica, gli abitanti di Gavinana alle sette di mattino sono scesi per le strade, increduli, davanti ai loro occhi il quartiere era distrutto, ovunque ti girassi c'era devastazione, le serrande erano bucate come dal fuoco di una mitragliatrice, le strade erano rosse di tegole, un tetto si e uno no era volato, tende strappate, grondaie penzoloni, alcune finestre erano state addirittura scardinate e si trovavano a terra, le antenne non ce ne era più una in piedi, le macchine riportavano seri danni, i semafori erano tutti girati in direzione in cui era passato il vento e ... gli alberi ... ne erano rimasti in piedi davvero pochi. Sembrava fosse esplosa una bomba, una violenza così non si era mai vista. Così alle otto c'era già chi era a lavoro e provava a ridare un senso alla sua casa, alla sua strada, chi invece una casa non l'aveva più perchè era stato evacuato per inagibilità. Il lunedì tornando a lavorare ti sembrava di passare come da una porta, dopo piazza Ferrucci, sul lungarno in direzione del centro, la città non si era accorta di niente, solo un forte nubifragio estivo, le foglie continuavano a vibrare nella fresca mattina e le persone erano inconsapevoli di quello che stava vivendo una parte di Firenze, una parte dei fiorentini. Mai così tanta gente sui tetti, sembrava di essere nel film "Mary Poppins", tra lunedì e martedì per le strade si sono visti vigli del fuoco, carri-gru, allestimenti di ponteggi, il quartiere provava a risollevarsi. Poi presi la bici, volevo vedere il "mio" parco, quello che ha visto i miei passi, il mio sudore, i miei pensieri, almeno due volte a settimana per tredici anni, il parco dell'Anconella e dell'Albereta, dove correvo regolarmente e dove trovavo rifugio dal caos della vita, mi rifugiavo nel silenzio, nel canto degli uccellini e nel fruscio delle foglie mosse dal vento, non volevo la musica negli orecchi, era quella l'armonia che cercavo. Ed eccolo lì, il "mio" rifugio distrutto, un cazzotto allo stomaco mi avrebbe fatto meno male. Dove erano gli alberi ... quelli sradicati, tanti spezzati in due, come se fossero stuzzicadenti, la ricerca dell'ombra delle giornate estive e la frescura nelle serate, a mangiare una pizza con amici nei tavolini del parco, le feste di compleanno, i giochi, le "gavettonate" tra ragazzi, restavano un sogno passato, e lo sarà ancora per lungo tempo. Non è rimasto più niente, la natura sarà più forte e troverà la strada per rigenerarsi, pianteranno nuovi alberi e magari sarà una nuova "Anconella" ma i ragazzi, ora, non possono più giocare e passare i pomeriggi a giocare a calcio, o a pallacanestro, le persone anziane non hanno più un luogo dove andare a prendere un po' d'ombra o andare a fare due passi, ora Gavinana è in ginocchio. Sindaco io donerei volentieri i soldi per ricostruire il "mio" parco, il "nostro" parco, se ne avessi, siamo a ricostruire le nostre case, le nostre macchine e chiedi i soldi ai cittadini che non ne hanno più, la tromba d'aria è arrivata il 1 agosto, chi era in ferie è tornato, chi doveva partire è restato, perchè ci si deve sempre appellare alla buona volontà e al buon cuore delle persone e non potete andare a chiedere i soldi a chi ce li ha? |
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IO ...
La mia non è una vita di rimpianti, ma una vita fatta dal presente, proiettata nel futuro e costruita sul passato. Ilaria
IL LIBRO
Della serie "tutti possono pubblicare un libro", ecco la mia storia e quella della mia bambina che è iniziata con un diario della gravidanza, diventato poi una terapia al dolore del tutto personale, passata dopo 4 anni e 1/2 su una pagina web ed ora un libro. Così uno può leggere tutto su internet, oppure con due pagine sul divano. Senza nessuna pretesa quello che con una parola un po' grossa posso chiamarlo:
Il mio libro: "il diario della Linda"
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