il senso della vita

Vorrei scrive due righe per capire questa insoddisfazione ad una vita piena e splendida, vorrei scrivere due righe per dare un senso a quello che mi è successo e a tutta la fatica per essere mamma, vorrei scrive due righe per vedere se riesco a far passare questa malinconia, questa voglia di gravidanza mancata questo senso di incompiutezza che mi sorprende la sera e mi ritrovo a piangere soffocando tutto nel cuscino per non svegliarti.
Vorrei che tu leggessi nel mio cuore.

C’era una volta una bellissima bambina che viveva sulla luna e mangiava le frittelle, in attesa che un babbo e una mamma esprimessero il desiderio di avere una piccola stella da crescere nel loro mondo.
Così un giorno una donna che abitava sulla terra disse le preghiere e in questo modo la chiamò, ma questa bambina sapeva di essere speciale, era speciale perché era destinata al Paradiso, infatti Gesù gli aveva dato una missione, doveva andare nella pancia della sua mamma e trasmetterle quell’amore infinito che soltanto una gravidanza poteva regalarle, doveva comunicare con lei in quei nove mesi, perché sapeva che dopo non avrebbe potuto ricevere i baci che le venivano promessi.
Così con quella magia che solo Gesù sa fare, fece volare questa piccola creatura nella pancia della sua mamma, quando ella seppe del suo arrivo era felicissima e ringraziava ogni giorno Dio dello splendido dono, non sapendo che il Suo progetto era ancora più grande di quello che era chiamata a compiere una mamma. Così la piccola cresceva felice nel pancione, con le coccole e i racconti che ella gli diceva sulle persone che incontrava e sulla vita che conduceva, i vestitini che comprava per la sua stella e che poi si appoggiava sulla pancia inmaginandoglieli addosso. Era un'amore puro che traspariva dagli occhi e la bellezza di quella gravidanza si rifletteva nel viso della donna.
La piccola sentiva l’emozione di entrambe, nell’avvicinarsi al giorno in cui si sarebbero viste, ed ecco che arrivò e dopo uno splendido parto la stellina di nome Linda, dovette salutare la sua mamma, forse un po’ troppo presto, ma non sarebbe andata via del tutto, anzi gli sarebbe rimasta vicina in modo da poterla consolare, perché sapeva del grande dolore che gli procurava andandosene così. Arrivò in Paradiso e raccontò tutto a Dio e Dio raccontò tutto a lei, aveva fatto questo per rendere quella mamma speciale, per renderla messaggera di amore e messaggera di vita, perché sapeva che quella donna, dopo aver sofferto tanto, avrebbe sentito il desiderio di aiutare gli altri.

Mi volevo far perdonare, quindi per ringraziare tutte della vicinanza e dei commenti ai post mentre io non riuscivo nemmeno a rispondervi ... vi volevo passare una ricetta semplice, veloce e super buona che mi ha insegnato la mia collega:

Ingredienti:
Petti di pollo
Stracchino
1 salsiccia
1 arancia
1/2 limone (oppure meno, a seconda di quanti sono i petti di pollo)

Ricetta:
Prendere i petti di pollo batterli e fare dei rettangolini,
in una ciotola mischiare lo stracchino e la salsiccia spellata e con un cucchiaino metterla nei rettangoli di pollo che poi vanno arrotolati (volendo si può preparare questa parte prima di mangiare).
Prendere una padella, mettere pochissimo olio e buttare i rotolini di pollo con stracchino e salsiccia precedentemente infarinati.
Rigirarli in modo che si rosolino, quando sono coloriti buttare un arancia e un po' di limone spremuto.
Quando il sughetto si è ritirato si possono servire e ... buon appetito !!!

Al proposito, hanno gradito anche la Livia (che fa poco testo perchè mangia di tutto) ma soprattutto Siria ... bocchina fine che è, come si dice a Firenze, un po "calia" ...

Il 200° post lo dedico a te, marito premuroso e a volte un po’ scontroso, marito silenzioso che parla poco dei suoi sentimenti e di quello che prova, ma che in realtà ti ama ancora di più di quello che    uno possa pensare. Oggi che sono 15 anni che tu mi hai chiesto di stare con te, ti rinnovo il mio amore, ma non perché ti amo come allora, ma perché ti amo di un’amore maturo, passato attraverso prove e difficoltà, discussioni, litigate e poi la pace, passato attraverso gioie immense, come le nostre bambine e dolori atroci che ci hanno unito ancora di più. Il futuro, non lo sappiamo ma percorrere questa strada per mano, sarà comunque un nostro punto di forza, noi che ci compensiamo, che sappiamo esattamente quello che si pensa, forse non condivideremo le stesse idee, ma sappiamo come confrontarci. Che tutto questo sia la prima parte di un grande amore.

E così è passata la Befana che con quella sua scopa ha spazzato via tutte le feste, i residui di panettoni, di cene e pranzi e tutte quelle giornate in giro per case e per parenti. Finalmente siamo tornati alla vita di tutti i giorni, casa nostra, luogo familiare è generalmente popolato da noi piccola famigliola,  era diventato un porto di mare, il via vai di gente oppure il nostro fugace passaggio ci aveva reso agitati e stanchi, soprattutto le piccole; ed allora si ritorna al lavoro (per me è già la seconda settimana), le piccole a scuola, le cene a casa, ed a volte un po' di normalità ci vuole.
Io ho pensato a tante cose in questo ultimo periodo, ma soprattutto ho pensato alla mia difficoltà di esprimermi, di non riuscire a raccontare a Romano cosa penso e cosa provo, cosa mi sono lasciata alle spalle e cosa ancora mi porto nel cuore, ci provo e poi mi blocco. Non so nemmeno io come risolvere questa piccola malinconia, credo che non mi sia riconosciuta, che stia passando inosservata, forse per colpa mia. Per ora prendo tempo, poi si vedrà.

Usa sempre fare bilanci alla fine di un anno e devo dire che quello che ho lasciato è stato un anno particolare, ho creato la mia pagina web "il diario della Linda", ho dato vita al mio blog in un invernata che non finiva più, presa dai vari malanni delle piccole che non riuscivano a rimanere sane per più di una settimana, così sono arrivata alla primavera con il sole e le giornate lunghe, poi l'estate, con il nostro bellissimo viaggio in Puglia, solo noi piccola famiglia, ma è stato uno dei più belli, stretti nel nostro ritmo, indipendenti da tutti, indipendenti dai consigli e giudizi dei parenti, insomma, facevamo proprio come ci  andava e quello che volevamo. Poi il diario ha iniziato a trovare i suoi spazi, le sue persone e forse ha aiutato davvero qualcuno è arrivato persino ad essere un surrogato di libro, che hanno letto in molti, non solo sul web, ma i fratelli, nipoti, zii, amici, colleghe di lavoro e tutti mi hanno manifestato aprezzamenti e sorprese per quello che vi avevano trovato, oltre a versare un po' di lacrime, avevano trovato una riflessione, perchè il mio dolore aveva trovato il dolore  di ognuno di loro, la perdita che avevano avuto e che magari non avevano esternato. Ho chiuso l'anno con un'altra delusione, che ho sentito come mia personale, condivisa da pochi, una delusione che forse ancora duro fatica a esprimere, perchè è stato così veloce il suo passaggio, che quasi nessuno si è accorto e che tutti hanno già dimenticato. Forse questa volta sono state le lacrime non versate a farmi più male, ma non sono riuscita a piangere, solo a pensare.
Dall'anno nuovo non desidero qualcosa in particolare o meglio lo penso ma non lo dico a nessuno, nemmeno a mio marito, perchè ho paura a sentirmi dire di no e così mi ritrovo a sperare in un'anno sereno con le mie piccole che cresceranno accanto a chi amo. Benvenuto 2007.