Corri Forrest Corri!
Mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose, dove va, cosa fa, dove è stata.
Post n°34 pubblicato il 11 Febbraio 2007 da Die972
Oggi domenica con gli stadi a porte chiuse. Peccato, sarei forse andato a vedere la partita a Bergamo col la mia nipotina G. che, giocando nelle giovanili dell’Atalanta, avrebbe avuto un biglietto anche per me aggratis. Penso però che sia giusto così. Siamo arrivati a livelli intollerabili, la partita deve essere una festa, sia sugli spalti che in campo. Certo chiudere gli stadi non è la soluzione, ci vuole molto, molto di più. Bisogna lavorare sulla testa delle persone, sull’educazione alla sportività.. e farlo soprattutto con i ragazzi, quando cominciano a dare i primi calci al pallone. Io vedo G. che quest’anno ha fatto il grande salto giocando per una grossa società che dovrebbe pensare al risultato. Ma fortunatamente non è così. Vedo le ragazzine giocare e divertirsi, questo è quello che conta. Vedo i dirigenti e l’allenatore comportarsi quasi come educatori.. e quando qualche genitore sugli spalti dà in escandescenza questo viene isolato. L’altra settimana tornando a casa ho visto gli occhi di G. davvero delusi. La squadra aveva perso la sua prima partita perdendo il primato in classifica. In realtà non erano delusi per aver perso, ma per non aver potuto giocare. Si perché quella partita l’hanno persa a tavolino 3-0. Quella domenica il loro pulmann le aveva portate a Milano per giocare col Milan, ma le aveva portate sul campo sbagliato. Si erano anche già cambiate quando ci si è accorti dell’errore allora via, di corsa di nuovo sul pulmann (ancora in maglietta e pantaloncini) per trasferirsi al campo giusto, dove sono arrivate con una ventina di minuti di ritardo. Le ragazze scese in campo hanno avuto tuttavia il tempo di vedere le loro avversarie pronte per giocare con la maglia rossonera. Tutte avevano voglia di giocare..e avrebbero potuto farlo, a patto che il Milan non avesse fatto richiesta ufficiale all’arbitro del 3-0 a tavolino per ritardo della squadra. Richiesta che è stata fatta puntualmente, e l’arbitro ne ha preso atto. Mi chiedo come si possa svilire così l’entusiasmo di ragazzine che sono lì solo per divertirsi. Mi chiedo cosa diavolo hanno nella testa certi dirigenti… ma soprattutto… mi chiedo come possiamo lamentarci di questo calcio marcio e corrotto se è questo l’atteggiamento che trasmettiamo ai giovani… se inculchiamo loro il principio che l’importante è vincere, e che se abbiamo la possibilità di farlo con una domanda in carta bollata non dobbiamo lasciarci sfuggire l’occasione. Eppure un paio di mesi fa era successo un caso analogo in occasione del derby Brescia – Atalanta. Un incontro del genere fra le prime squadre sarebbe considerata ad alto rischio, ma non è stato così per le ragazze. Il Brescia quella domenica chiamò per avvisare che per vari motivi non avrebbero potuto mettere in campo 11 giocatrici. Ma non fu uno 0-3 a tavolino. Si misero d’accordo per giocare la partita il mercoledì successivo. La partita si disputò e a fine partita c’erano solo pacche sulle spalle tra giocatrici, dirigenti e tifosi. E del buon vin brulè per stemperare il freddo cane. Solo per dovere di cronaca, G. e le sue compagne purgarono il Brescia 0-7 (!) ed io, che le avevo accompagnate col pulmann della squadra, ho ricevuto – inaspettata – la dedica di uno splendido gol in contropiede di mia nipote, che è corsa sotto la tribuna puntandomi il dito addosso. Quello che dico sempre a G. è che non deve smettere di divertirsi. Conta solo quello. E finchè continuerà a farlo io andrò a vederla ogni volta che posso.
D.
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Post n°33 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da Die972
O è una bocca spalancata. O è un disco dalla bellezza sconcertante, pubblicato nel 2004 in Irlanda. In Italia l’hanno visto e conosciuto appena all’inizio del 2006. Qualcuno, come me, ha avuto il privilegio di apprezzarlo solo in seguito a quel breve intarsio musicale di The Blower’s daughter, inserito nel film "Il Caimano" di Nanni Moretti. Damien Rice ha la voce rotta dalla tristezza. Damien è un delicato ragazzino che canta storie, non chiede scusa per la tristezza che t’infonde, risultando, a chiusura del disco, il diretto responsabile di un magone di fondo, di una felicità sconnessa, ombrosa e vuota. Damien Rice è una relazione d’amore di otto anni e mezzo che finisce senza che nemmeno ci si renda conto del perché. È quel disorientamento. Ieri tutto okay, oggi invece non c’è più niente: tutte le abitudini sconvolte, ogni singola cosa dimenticata, accantonata, remota. O è questo: un disco da ascoltare soli sotto un piumone, mentre fuori piove, mentre è tardi avanti sera. Suona dolce e morbido, mai retorico, secco e diretto come uno stiletto nel petto. O è un disco nato e concepito per casa, per il focolare, perché suonato tra quattro pareti e tra quattro amici. Die
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Post n°32 pubblicato il 18 Gennaio 2007 da Die972
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Post n°31 pubblicato il 04 Gennaio 2007 da Die972
Santa Lucia Mirco è un ragazzo più o meno della mia età, portatore di handicap. Mirco quando viene al museo e quando torna a casa, è accompagnato da sua madre, una discreta e cortese signora un po' in là con l'età. Mirco dipende quasi totalmente da sua madre... e da suo padre. Ma Mirco due giorni fa ha perso il padre. Questo non ci voleva. Fa che gli sia dolce anche la pioggia nelle scarpe... D. |
Post n°30 pubblicato il 01 Gennaio 2007 da Die972
Caro 2007, il tuo predecessore che se n’è andato ha combinato un po’ di guai, sai.. e prima che anche tu ti metta a fare disastri è bene che ti prenda adesso, che sei piccolo e ancora stai aspettando di aprire gli occhi, e ti spieghi alcune cose. Anzi, comincio già ad avanzarti qualche piccola richiesta. Vuoi mai che sia uno dei primi a mettere le pratiche sul tuo tavolo e magari mi esaudisci. Caro 2007, col tuo predecessore, è inutile nasconderlo, ho una questione personale aperta. Fa in modo di non accettare la sua eredità e, se puoi, rimetti mano a un po’ di casini che ha combinato quello là. Che se disfi qualche sciagurato garbuglio che si è divertito a combinare non fai altro che rimettere lo scorrere del tempo sul binario giusto, rimediando al “fai tre passi indietro con tanti auguri” che quell’altro ci ha fatto pescare dal mazzo degli imprevisti. Caro 2007, se è vero che il tempo è galantuomo, sii galantuomo. Mi basta questo per appianare qualche credito che ho accumulato con la sorte. E con qualche persona. Caro 2007, io non credo sia facile però fare il galantuomo sai, preparati. Scusa l’eufemismo, ma quaggiù pare che chi si fa guidare dalla correttezza, e non dalla falsità, sia destinato a prenderla spesso in c… Caro 2007, fai però in modo che io possa continuare a guardarmi allo specchio senza provare vergogna, anche se il mio di dietro dovesse bruciarmi un po’. Caro 2007, proteggimi ti prego da coloro che pur mostrandomi di volermi davvero bene ad un certo punto non esitano, quando è loro utile, ad usarmi. Io purtroppo mi sono accorto che contro di loro non ho difese, insomma, sono impreparato. Soprattutto proteggimi da coloro che dovessero pensare a me non come “investimento per il futuro”, ma come assicurazione sulla vita. No, per davvero, tienimi lontano da questo genere di persone. Caro 2007, aiutami a discernere. Caro 2007, dona buona salute a mia madre, che farà 80 anni (!) ed è la mia unica donna, che non tradisce. Caro 2007, butta un occhio anche alla vita di Mi., o quantomeno non infierire, che anche lei ha qualche conto in sospeso quanto a sentimenti, ed è ingiusto che una ragazza splendida come lei non riesca a liberarsi dai lacci e laccetti di una persona che la rifiuta. Caro 2007, apprezzerei molto se decidessi, una mattina qualsiasi, di farmi risvegliare senza avere già per la testa gli spettri di quel volto, quei luoghi, quelle situazioni, quelle persone. Piuttosto restituiscimi i sogni, che se a un uomo togli anche quelli è come se gli metti il cuore sotto formalina. Caro 2007, con te vedranno la luce i figli di So. e di Si. Prenditi cura di loro. Caro 2007, aiuta alcune persone a non vedere sempre e solo “ricatti morali” dietro ogni mio gesto. Aiutale, perchè è probabile che la mia stessa esistenza, più o meno pulita, rappresenti per loro un “ricatto morale”. Forse dovrei scomparire o iniziare a comportarmi a mia volta in modo sporco e disonesto per farle sentire meglio... ma che senso avrebbe… se un semplice cielo stellato, o il pianto di un bambino, dovrebbe rappresentare per loro un ricatto morale. Caro 2007, fa che un gesto d’amore, o di semplice generosità, non debba sempre essere spiegato. Questa cosa mi rende pessimista sul genere umano. Caro 2007, fai in modo che non smetta mai di indignarmi. Rendimi però un po’ meno sensibile, solo un po’. Caro 2007, il 1996 e il 2006 sono stati gli anni che mi hanno riservato le due veri drammi della mia vita. Entrambi sono accaduti circa un mese dopo la vittoria di Prodi alle elezioni. Ora non vorrei buttarla in politica, anche perchè non vorrei che questo cambiasse le mie convinzioni politiche, ma ormai è chiaro che quel simpatico omaccione con gli occhiali larghi mi porta sfiga. Ricordati però che il 1997 è stato un anno fantastico… che mi ha donato, inaspettata, la più grande emozione che abbia mai provato, che mi ha accompagnato per tanto tempo. Vedi di non essere da meno, anche tu finisci col 7 eh.. Caro 2007, fai in modo di farmi conoscere il senso della presenza nel mio portafoglio di una foto che non è la mia. E se per caso dovessi rivelarmi che un senso non c’è, imponimi di liberarmene. Caro 2007, se in un giorno qualsiasi dei tuoi dovesse succedere che lei mi si presenti, improvvisa, alla porta, ti chiedo due cose: la prima è di fare in modo che non mi sorprenda coi calzini senza pantaloni. Che figura ci farei! Tanto più che ho capito che infilarsi i calzini prima dei pantaloni quando ci si veste è una delle maggiori cause di separazione delle coppie. La seconda, ti prego, concedimi la breve debolezza di sorriderle. E di avere da qualche parte per casa un mazzo di fiori, freschi, finti, secchi, non importa. Questo anche solo per il fatto di aver avuto il coraggio di riguardarmi negli occhi.. e poi perché, dopotutto, si tratta della ragazza a cui un giorno, guardandola negli occhi, ho detto “tu sei la donna con cui vivere”… una frase che un uomo vorrebbe pronunciare una sola volta nella vita. Caro 2007, proteggila dai mascalzoni, ma a una sola condizione: che non sia un incontro tra mascalzoni. Caro 2007, fa che non debba aspettare molto prima che il mio medico si decida ad interrompere quella cazzo di cura a base di pillole. Sinceramente mi sto stancando, e poi non vorrei che mi trasformasse in una specie di tossicodipendente. Mah, comunque pare che fin quando penserò a lei ogni minuto non posso smettere. Caro 2007, ricordati bene che, in una notte di quelle del tuo predecessore, c’è stata una persona che mi ha detto che no, non è più come prima, semplicemente perché il mio agire proviene dalla testa, mentre il suo agire proviene dal cuore. Te lo ripeto perché forse non hai capito: mi è stato detto che non va perchè i miei comportamenti sono frutto della testa e basta, mentre quelli di lei provengono dal cuore. Ecco, se deciderai che il “tuo” tempo sarà galantuomo ti chiedo di ricordarti distintamente di questo. E di fare giustizia senza guardare in faccia a nessuno. Caro 2007, fammi il piacere, fa che Silvia e la sua famiglia passino un anno sereno, ma che dico, felice. Fallo sennò mi arrabbio davvero. Caro 2007, dammi una mano a trovare delle risposte che, al momento, non sono in grado di trovare. E se una risposta non c’è, se una ragione non c’è, allora fa che smetta di farmi domande, fa che certe cose mi scorrano veloci sopra la testa.. come succede agli stolti, o ai grandi saggi. Caro 2007, non ti chiedo di restituirmi la felicità, che la felicità è come una farfalla. Se le corri dietro farà di tutto per non farsi afferrare. Caro 2007, però basta eh. Basta.
Caro 2007, tirami fuori di qui. D. |
Post n°29 pubblicato il 30 Dicembre 2006 da Die972
Tanto a star fermo non ci riesco. L’altro ieri è stata una giornata fantastica, vissuta a 360°, ricca di cose belle, suggestioni, momenti veri. Tutto è iniziato con la periodica uscita organizzata dall’Orobie Fans Club. A parte l’orribile inglesismo (ma perchè sempre sto inglese ovunque!) il gruppetto, circa una quindicina di persone, era composto da persone vere, belle e interessanti. Mi sto rendendo conto che su nelle valli alpine i gruppi che si organizzano per andare in montagna sono fatti soprattutto di gente giovane, mentre giù a Ravenna o sugli appennini tendenzialmente i gruppi organizzati sono composti da persone più in là con l’età. Per metà giornata abbiamo vagato sulle creste del Gremèi con le ciaspole ai piedi, condotti da una guida d’eccezione, che finalmente ho potuto conoscere personalmente: il mitico “Camòs” (in dialetto, camoscio), detto anche il Mauro Corona delle Alpi Orobie. Il Camòs è un tosto ometto d’acciaio sulla cinquantina. Conosce a memoria ogni anfratto della zona, è dotato di una tecnica sopraffina e, naturalmente, si esprime solamente e rigorosamente in bergamasco. Era da tempo che aspettavo di tornare a respirare l’aria pulita e pungente della montagna d’inverno. La giornata limpida oltre a scorci mozzafiato ci ha offerto il piacevole incontro con un branco di camosci in “tenuta” invernale. Beh, il pranzo in baita non poteva mancare. Non approfondisco l’argomento per pietà del lettore ^^ Per me la vera novità è stato il “battesimo del ghiaccio”. Dopo pranzo, infatti, il Camòs e Yuri, l’altra guida alpina che ci accompagnava, ci hanno offerto la possibilità di sperimentare la tecnica dell’arrampicata su ghiaccio su un breve pendio, non ripidissimo per la verità, dove si trovava una delle rare colate ghiacciate disponibili. Caschetto in testa, ramponi, piccozza, imbrago e via! Confesso che si è rivelato molto più semplice del previsto. E divertente. A fine giornata il Camòs si è proposto, in futuro, di darmi delle lezioni su qualche parete ghiacciata più impegnativa. Io non ho trovato miglior modo per ringraziarlo che offrirgli un bel bicchierino di grappa al mirtillo. Che ruffiano che sono ;) A sera, rosso in faccia e piuttosto stanco, ero a cena da mia sorella e marito. Gli altri ospiti: il grande Pier Carlo, ottimo amico prima ancora che scrittore e bevitore di vino. Il sorprendente Carlo, poeta locale trasferitosi da anni nell’Oltrepo pavese dove ora produce vini. Il venerabile Franchino, raffinato operaio dell’enel in pensione, amico prezioso e riservato. Una serata intera a parlare di poesia, di arte e di donne, fra un piatto di pizzoccheri (il 2° della giornata!!), vari bicchieri di diversi vini dell’Oltrepò (diavolo se erano buoni) e gli arabeschi del fumo di sigaretta del Pier Carlo. Da subito ci siamo definiti il cenacolo degli artisti: Io, conoscitore d’arte, o almeno così mi dipingono ^^ Pier Carlo, artista del narrare. Carlo, artista dei versi. Franchino, artista dei silenzi. Carlo ha distribuito alcuni fogli con le sue poesie, alcune delle quali le ha recitate personalmente. Franchino annuiva mentre tagliava il salame in fette larghe un centimetro. “ì fète dè salàm i g’ha de stà ‘mpè!!” (Le fette di salame devono restare in piedi). Pier Carlo ha gesticolato tutto il tempo ammaliando la compagnia col suo fare affabulatore. E condendo la conversazione con le sue considerazioni dissacranti e con qualche bestemmia, che stranamente detta da lui suona più genuina che volgare. A fine serata mia sorella mostra a Carlo (Carlo e Pier Carlo non si conoscevano prima) l’ultimo romanzo di Pier Carlo edito da Garzanti: C: Ecco, vedi Pier Carlo, tu mi hai tenuto nascosto che eri uno scrittore di questo livello, mi hai voluto fregare… P.C.: eh.. oh.. io non sono mica come te che giri con le tue poesie nel baule della macchina, Porco DXX C: … P.C.: oh, Carlo non ti daranno fastidio le bestemmie che sei un vecchio compagno come me!! C: beh io le bestemmie le considero un po’ volgari ma te le passo.. P.C.: eh vabè, se ti da fastidio allora DXX Cane, fai un po’ te.. Che spettacolo. Questo di oggi è il mio mondo, e me lo tengo stretto. D. |
Post n°28 pubblicato il 25 Dicembre 2006 da Die972
Ieri sera percorrevo l’autostrada diretto verso la mia casa in Val Brembana. Non posso dire velocemente, perché la mia punto a metano è quello che è, ma tanto abbastanza per vedere scorrere le luci di Natale intorno a me prima lentamente, poi sempre più veloci fino a sgorgerle passare accanto a me come una scia. Cavolo, tra due giorni è Natale ma intorno non riesco a cogliere la magica atmosfera che, dicono, dovrebbe ammantare queste ore. Anche le luci che mi scorrono intorno sono in fondo poca roba rispetto a quelle che ero abituato a vedere in questo periodo. Ma forse questo non vuol dire nulla, anzi ne sono certo.. non sono né le luci né quei buffi signori vestiti da uomini-immagine della Coca-cola a fare di questa festa qualcosa di speciale. Perché è una festa speciale, ma non per tutte quelle manifestazioni esteriori che fanno del Natale la giornata dell’Associazione commercianti, ma perché, diamogliene atto, il Natale è una sorta di acceleratore di emozioni che fa si che chi è felice assapori con maggiore intensità la fonte della sua felicità, e chi non lo è avverta ancor più distintamente il suo stato di insoddisfazione esistenziale. A questo pensavo ieri mentre attraversavo la Pianura Padana avvolta da una notte scura, scurissima. Guidavo, e più divoravo chilometri più mi accorgevo che mi stavo facendo prendere dall’influsso natalizio. In sostanza mi cresceva l’ansia e, senza girarci troppo intorno, una forte, radicata sensazione di tristezza. Tra due giorni è Natale. “C’è la luna sui tetti, c’è la notte per strada”.. una luna surreale, una falce sottile e acuminata che scintillava bassa sull’orizzonte. La osservavo e pensavo che era bellissima. Mi ricordava tanto quelle che dominano le visionarie incisioni di Armando Donna; che bello, ho avuto in regalo una seconda incisione di Donna, un autore che adoro, soprattutto per la carica poetica delle sue raffigurazioni. Le ho fatte incorniciare e le ho appese nella mia camera ridipinta a nuovo. “Il solitario” e “Il poeta se ne va”. Non le ho scelte io, giuro! Ma senza farlo apposta il tema di quei due fogli mi tocca molto, molto da vicino. La stessa luna l’osservavo stasera, ma stasera era ancora più bella, nitida, luccicante. Ero sulla terrazza a casa di mia sorella, in accappatoio, appena uscito da un quarto d’ora di sauna. Può sembrare strano, ma se vai fuori al freddo – e stasera in valle c’è un freddo che pela, che ancora non è andata via la brina della notte passata – dopo una bella sauna, non senti niente, anzi, avverti un tepore dovuto al calore accumulato dal tuo corpo che ti avvolge e ti protegge. Il Natale ormai è tremendamente vicino, e le sensazioni affiorano ancora più intensamente. Il cielo qui è più bello che da altre parti.. è nitidissimo, le costellazioni sono come miriadi di luci di una grande metropoli e l’orizzonte è dato dal seghettato motivo del profilo dei monti innevati. Da dentro il mio accappatoio guardavo lo spettacolo unico della bellezza del mondo, ma i miei occhi umidi e tremanti vedevano solo il misterioso e meraviglioso miracolo dell’esistenza, da qualche parte lontano, di una ragazza che ha fatto della mia esistenza un flusso vitale che avesse un senso. Un qualcosa dotato di perfezione. Non ho mai fatto tanti regali come quest’anno per Natale. Ho la forte necessità di DARE. Ma in realtà vorrei tanto regalare me stesso, ed è per ciò che questo Natale, che per essere vissuto felicemente richiede una sorta di perfezione di sentimenti, non sarà un bel Natale. Sentivo tanto freddo sotto quell’accappatoio. Nonostante la sauna...
Un buon Natale a tutti!! D. |
Post n°27 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da Die972
Ho pensato all'opportunità di chiudere questo blog. Ci ho riflettuto per molto tempo. Oggi ho deciso. Torno a scrivere. Non più un diario di viaggio, così com'era partito, ma un diario di un viaggio interiore.. un viaggio che non conosce meta, ma il cui percorso è troppo pieno di cose da raccontare, di scorci da catturare, di emozioni da cogliere. Torno a scrivere. E da oggi questo blog sarà come il taccuino di disegni di un artista itinerante. Torno a scrivere.. anche grazie a una breve chiacchierata avuta con Kikko l'altra sera. Poche parole, il tempo di una pausa sigaretta durante una cena, non di più. Chicco mi ha parlato di "stato di grazia". Doloroso si, perchè si tratta di attraversare le fiamme dell'inferno, ma pur sempre uno stato di grazia, in cui la profondità del sentire si amplifica a dismisura. E in cui ti accorgi della straordinarietà del tuo essere, delle cose che pensi e che senti, e delle sterminate distese di cose che hai da dare e da dire. Ti accorgi che ci sono valori, che toccano i sentimenti delle persone, che sono inviolabili.. che ci sono piccoli gesti il cui valore non ha prezzo. E ti accorgi che mai e poi mai scambieresti il tuo posto da perdente con quello di chi ti ha lasciato sul terreno e se n'è andato da vincitore, con qualche ferita si, ma se n'è andato con le sue gambe.. calpestando indistintamente fango e innocenza. "Che si gioca per vincere, e chi vince è perduto.." Ringrazio Kikko, conosciuto per caso al termine dell'inaugurazione di una mostra e con il quale, insieme ad una piccola e stimolante compagnia, ho trascorso una serata pacevole. Torno a scrivere, anche solo per non soffocare quello "stato di grazia". D. |
Post n°26 pubblicato il 04 Ottobre 2006 da Die972
Sì, al di là della gente (Pedro Salinas) |
Post n°25 pubblicato il 18 Settembre 2006 da Die972
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Post n°24 pubblicato il 08 Settembre 2006 da Die972
Che si gioca per vincere e non si gioca per partecipare F. De Gregori |
Post n°23 pubblicato il 04 Settembre 2006 da Die972
Dedicato a tutti i miei compagni di viaggio, che in questo momento, come me, stanno riprendendo il difficile cammino della quotidianità: La strada di bellezza Nuvole nere bussano alla porta Ecco, sono esaudito. Canto Navajo Di cuore. Diego. |
Post n°22 pubblicato il 20 Agosto 2006 da Die972
Il ritorno a casa è stato doloroso. Soprattutto vorrei tanto essere sul Camino per completarlo con coloro che sono stati i miei compagni di viaggio. Sono con voi, lo sapete.. Buen camino Monia, avrei bisogno anche solo di una parte della forza d'animo che hai dentro di te. E Buen camino, quello della vita, a tutti coloro che per un motivo o per l'altro hanno dovuto lasciare il Camino: Daniela, Alice, Dieter, Eva, Nuria, Eva, Suzana, Isabel e chissa' quanti altri. Domani probabilmente sarò in grado di pubblicare qualche foto. Diego |
Post n°21 pubblicato il 18 Agosto 2006 da Die972
Leon e' una citta' fantastica. Oggi ho fatto il turista quindi ve lo posso dire. E' incredibile vedere la qualita' e il tenore di vita che hanno qua. La cattedrale e' un esempio superbo di gotico francese, con le sue vetrate trecentesche perfettamente conservate. Ma il pezzo forte di questa citta' e' la basilica di Sant'Isidoro, con la biblioteca e il "Panteon", detto anche la cappella sistina del romanico europeo. Ne sono rimasto incantato. L'intera cappella palatina e' ricoperta di affreschi dell'inizio del XII secolo perfettamente conservati nella loro forza cromatica. Oggi non ha fatto altro che piovere, rendendo un po' piu' triste quest'ultima giornata in terra spagnola prima di fare ritorno a casa. Persone... Persone... Diego |
Post n°20 pubblicato il 18 Agosto 2006 da Die972
Sfatiamo un mito. Qui in Spagna non si crepa affatto dal caldo, anzi.. se non sono morto assiderato e' perche' ho avuto l'idea geniale quache giorno fa di comprarmi un pail pesante. La sera di ferragosto e' stata davvero speciale. Ho alloggiato in un albergue per pellegrini fatto di paglia e fango, ovviamente con un'anima di travi di legno incrocate per mantenere la struttura. Sono le costruzioni tipiche di questa zona. Bercianos pare proprio un villaggio quasi da terzo mondo, ma il suo fascino e' incredibile. Una indigena mi ha prima chiesto da dove venivo, poi mi ha confessato che ballo benissimo. Ehh.. pare che abbia lasciato un buon ricordo dell'Italia. Dopo un valzer con Katrin (austriaca, come potevo non ballare un valzer con lei) e numerosi balli improvvisati con Nuria, Arianna e Monia, io e Gianni (ragazzone sardo che non smette mai di ballare) abbiamo preso in mano la situazione. Non potevamo non farlo. Salto sul palco, mano al microfono e vai con ROMAGNA MIA! Un successo. La mattina successiva ce l'ha fatta pagare cara la baldoria di ferragosto. E' stato il tratto piu' duro in assouto, soprattutto per le condizioni meteorologiche proibitive. Per la prima volta da quando sono partito pioggia. Ma fosse solo quella... freddo, non piu' di 10 gradi credo, e vento forte e incessante da sinistra che strappava lateralmente le mantelle. Ho marciato tutto il giorno con Arianna ed e' stata una fortuna. Abbiamo parlato moltissimo.. ci siamo tenuti su di morale e ci siamo sistemati a vicenda, quando necessario, le mantelle per la pioggia. A Mansilla sono arrivato alle 4 del pomeriggio, completamente morto e con i piedi bagnati che ormai urlavano per conto loro dal male. Durante la marcia mi sono chinato e ho raccolto dallo sterrato bagnato due sassi. E' per il rito della Cruz de fero, il punto piu' alto del Camino, poco prima di Santiago, dove non avro' la possibilita' di arrivare. In quel punto e' possibile lasciare un oggetto che rappresenti qualcosa da lasciarsi definitivamente indietro nella vita, oppure uno o piu' sassi, portati da casa o raccolti durante i momenti piu' difficoltosi del Camino, perchiedere protezione su una o piu' persone. Alla fine ho deciso di non liberarmi di quella fototessera, non ora. Ho raccolto due sassi e li ho affidati ad Arianna, che li depositera' per me alla Cruz de Fero. Mi ha osservato quasi perplessa e mi ha chiesto "perche' due?". "Perche' qualsiasi cosa succeda e' gusto che chieda protezione non solo per me, ma anche per lei". Mi ha sorriso e mi ha stretto la spalla quando ho pronunciato queste parole, con la voce un po' rotta dall'emozione. "Sono sicura che ce la farai", ha aggiunto piu' tardi. Devo molto a Arianna. Oggi ho raggiunto Leon. Il mio Camino finisce qui. Tra poco sara' momento di addii. Sara' molto difficile. Lo e' gia'. Domani tutti proseguiranno verso Santiago ed io restero' qui. Tu me manquera', Philip. Ma ci rivedremo. Diego |
Post n°19 pubblicato il 16 Agosto 2006 da Die972
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Post n°18 pubblicato il 14 Agosto 2006 da Die972
Giornata sofferta. I piedi si rifiutano di continuare e buttano fuori bolle un po' dappertutto. Oggi poi e' stato particolarmente monotono... campi e campi e nient'altro. Anche oggi per un bel pezzo ho marciato da solo. Forse e' perche e' 3 giorni che non prendo ansiolitici, ma oggi provo un gran senso di vuoto. |
Post n°17 pubblicato il 13 Agosto 2006 da Die972
Estoy vivo, y non es poco! Le mesetas. Dopo Burgos ho camminato 2 giorni interi in questo ambiente surreale, quasi sempre da solo. I walk alone. Ma non fa caldo qui. Anzi. Ieri ho dovuto comprare una felpa pesante perche' la sera e la mattina non arriva a 15 gradi. Il mio giubbino del CUS Bergamo l'ho infatti seminato all'Albergue di Belorado. L'altra sera a Burgos e' arrivata la protrezione civile spagnola ed ha organizzato un pronto soccorso a cielo aperto per i "pellegrini". C'era una gran fila. Io fortunatamente non ne ho avuto bisogno Nel mettermi a letto ho scoperto che Alice mi aveva cucito di nascosto parte del mio marsupio che si era strappato il giorno prima. Dormiva gia' quando l'ho ringraziata stampandole un bacio sulla fronte. L'arrivo a Hontanas quello stesso pomeriggio mi ha riservato uno spettacolo improbabile. Incassato in una sorta di crepa-avvallamento nell'infinito altopiano giallo-ocra, Hontanas appare all'improvviso. E' un villaggio immobile e silenzioso, con poche case di legno e pietra, 2 bar ristoranti, l'ostello dei pellegrini e una chiesa, il cui campanile raggiunge appena, alla sua sommita', il livello di capestio dell'altopiano. Ieri a Boadilla ho conosciuto una coppia di bergamaschi, di caravaggio. lei bellissima, non credo di afere mai visto mie conterranee cos¡ belle (e soprattutto senza antipatiche cadenze). Si fanno il percorso in bicicletta da st jean Pied de Port a santiago. Abbiamo parlato e scherzato per un po' a bordo piscina (incredibile, l'ostello di Boadilla ha un giardino con piscina all'interno). Li ho rivisti per l'ultima volta stamattina quando mi hanno salutato sfrecciandomi di fianco con le loro biciclette uguali. Ora sono a Carrion de los Condes, dopo 25 km un po' monotoni percorsi accanto alla strada statale. Stamattina un banchetto di volontari mi ha offerto una ciotola calda di zuppa d'aglio. C'e' poco da ridere, faceva ancora freddo e l'ho gustata volentieri. Con oggi sono quasi 400 i km che ho percorso. Sta montando una sensazione di tristezza e disagio per il mio imminente abbandono del Camino. Diego |
Post n°16 pubblicato il 11 Agosto 2006 da Die972
A Belorado ho lasciato uno dei miei migliori ricordi del Camino. La stessa sera ho conosciuto Eva, ragazza catalana che strimpella un po' la chitarra. Le ho procurato un pletro improvvisato (ho ritagliato una scheda telefonica) e abbiamo chiacchierato un po' in quello strano idioma catalano-italiano che comincia ad essermi familiare. Eva e' una geologa di circa 26 anni, e' qui col ragazzo insieme ad un gruppo di 15 persone. Noto che appena puo' tenta di instaurare una conversazione con me. Oggi l'arrivo a Burgos e' stato particolarmente faticoso. La citta' conta infatti quasi 200000 abitanti, e attraversarla tutta, da periferia est a periferia sud, ha comportato una marcia sull'asfalto di circa 3 ore. Burgos e' tuttavia una citta' fantastic... una citta in cui vivere. Ho preso alloggio nell'albergue posto all'interno del grande parco della citta', in mezzo al verde. Per mangiare abbiamo usufruito della mensa universitaria. Con 4 euro abbiamo fatto pasto completo. Qui in Spagna sono un pezzo avanto rispetto a noi. I servizi universitari sono impeccabili, anzi, direi di altissimo livello. La mensa poteva sembrare un ristorante di lusso per noi, ubicato all'interno di uno splendido campus universitario che comprende strutture gotiche perfettamente conservate e parchi verdissimi e molto curati. Non posso non segnalare la magnificenza della cattedrale di Burgos, una delle piu' famose e ricche d'Europa. Incredibile la sedimentazione di stili e la ricchezza delle opere che vi sono conservate. Peccato avere cosi' poco tempo per visitare questa sorprendente citta'. Stasera ho procurato qualche bottoglia di vino tino per "bagnare" adeguatamente l'addio del gruppo di catalani di cui fa parte Eva, che domani lascia il camino e rientra a Barcellona. Devo dire che mi dispiace. Domani il Camino entra davvero nel vivo. Iniziano le famigerate Mesetas, altopiani completamente a grano per centinaia di chilometri dove l'unica ombra possibile e' quella del tuo cappello. Ho un po' di timore ma anche di eccitazione per questo brusco cambiamento di paesaggio e di condizioni ambientali. Dalle comodita' di Burgos domani si passera' a una delle zone piu' selvagge d'Europa, dove non c'e' l'ombra di una casa per decine di chilometri. Diego |
Post n°15 pubblicato il 08 Agosto 2006 da Die972
Santo Domingo de la Calzada, donde canto' la gallina despues de asada. Oggi altra tappa tranquilla, 24 km un po' noiosi fra campi di grano, spesso costeggiando la statale per Burgos. Belorado e' un ridente villaggio della Castilla dove tutti ti salutano e sono molto cortesi. Anche oggi ho avuto un pomeriggio a disposizione per rilassarmi. La stanchezza aumenta di giorno in giorno, non solo per me. Bastava infatti vedere la camera dell'Albergue: oggi pomeriggio tutti quanti erano riversi sui letti a fare la siesta. Il rifugio e' molto confortevole e accogliente, con un giardino interno con tanto di fontanella e vasca per immergere i piedi che pare proprio fatto al caso nostro. A proposito di spagnoli, l'altro ieri il gruppo di spagnoli con cui sono usvito sabato sera ha lasciato il Camino. Con Juan Carlos e Pedro ci siamo scambiati gli indirizzi email per stabilire degli scambi enologici. Loro mi manderanno una selezione di buoni vini di Spagna e io faro' altrettanto coi vini italiani. Ci siamo proprio incontrati eh.. Un saluto dalla Castilla. Diego |
PAROLE...
"Todo pasa y todo queda,
pero lo nuestro es pasar,
pasar haciendo caminos,
caminos sobre el mar.
Nunca persequí la gloria,
ni dejar en la memoria
de los hombres mi canción;
yo amo los mundos sutiles,
ingrávidos y gentiles,
como pompas de jabón.
Me gusta verlos pintarse
de sol y grana, volar
bajo el cielo azul, temblar
súbitamente y quebrarse...
Nunca perseguí la gloria.
Caminante, son tus huellas
el camino, y nada mas;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
Al andar se hace camino,
y al volver la vista atras
se ve la senda que nunca
se ha de pisar.
Caminante, no hay camino,
sino estelas en la mar.
[Antonio Machado]
Tutto passa e tutto resta
ma il nostro destino è di passare
passare disegnando percorsi
percorsi sul mare.
Non ho mai rincorso la gloria,
nè voglio lasciare nella memoria
degli uomini la mia canzone;
io amo i mondi sottili,
in assenza di gravità e gentili,
simili a bolle di sapone.
Mi piace vederli mentre si dipingono
di sole e di rosso, volare
nel cielo azzurro, tremare
improvvisamente e svanire...
Non ho mai rincorso la gloria.
Viandante, sono le tue orme
il cammino e niente di più;
Viandante, non c’è una strada,
la si costruisce camminando.
Mentre vai si fa la strada
e voltandoti
vedrai il sentiero che mai
più calpesterai.
Viaggiatore,
non esiste una strada,
ma solo scie nel mare.
"Superba è la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l'anima si getta all'avventura".
[Alda Merini]
"Le case abbandonate sono come gli uomini. Alcuni tengono duro, altri crollano. Dolore e solitudine fanno cadere uomini e muri."
[Mauro Corona]
STO LEGGENDO
Luisito Bianchi, I miei amici, Sironi, 2008
Inviato da: Rossella
il 11/04/2009 alle 11:21
Inviato da: Anonimo
il 21/01/2009 alle 11:42
Inviato da: Anonimo
il 21/01/2009 alle 11:38
Inviato da: Anonimo
il 12/01/2009 alle 00:00
Inviato da: Anonimo
il 01/12/2008 alle 14:23