Creato da Die972 il 17/07/2006

Corri Forrest Corri!

Mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose, dove va, cosa fa, dove è stata.

 

 

Perchè il calcio sia divertimento

Post n°34 pubblicato il 11 Febbraio 2007 da Die972

Oggi domenica con gli stadi a porte chiuse.

Peccato, sarei forse andato a vedere la partita a Bergamo col la mia nipotina G. che, giocando nelle giovanili dell’Atalanta, avrebbe avuto un biglietto anche per me aggratis.

Penso però che sia giusto così.

Siamo arrivati a livelli intollerabili, la partita deve essere una festa, sia sugli spalti che in campo. Certo chiudere gli stadi non è la soluzione, ci vuole molto, molto di più. Bisogna lavorare sulla testa delle persone, sull’educazione alla sportività.. e farlo soprattutto con i ragazzi, quando cominciano a dare i primi calci al pallone.

Io vedo G. che quest’anno ha fatto il grande salto giocando per una grossa società che dovrebbe pensare al risultato. Ma fortunatamente non è così. Vedo le ragazzine giocare e divertirsi, questo è quello che conta. Vedo i dirigenti e l’allenatore comportarsi quasi come educatori.. e quando qualche genitore sugli spalti dà in escandescenza questo viene isolato.

L’altra settimana tornando a casa ho visto gli occhi di G. davvero delusi. La squadra aveva perso la sua prima partita perdendo il primato in classifica. In realtà non erano delusi per aver perso, ma per non aver potuto giocare. Si perché quella partita l’hanno persa a tavolino 3-0. Quella domenica il loro pulmann le aveva portate a Milano per giocare col Milan, ma le aveva portate sul campo sbagliato. Si erano anche già cambiate quando ci si è accorti dell’errore allora via, di corsa di nuovo sul pulmann (ancora in maglietta e pantaloncini) per trasferirsi al campo giusto, dove sono arrivate con una ventina di minuti di ritardo. Le ragazze scese in campo hanno avuto tuttavia il tempo di vedere le loro avversarie pronte per giocare con la maglia rossonera. Tutte avevano voglia di giocare..e avrebbero potuto farlo, a patto che il Milan non avesse fatto richiesta ufficiale all’arbitro del 3-0 a tavolino per ritardo della squadra. Richiesta che è stata fatta puntualmente, e l’arbitro ne ha preso atto.

Mi chiedo come si possa svilire così l’entusiasmo di ragazzine che sono lì solo per divertirsi. Mi chiedo cosa diavolo hanno nella testa certi dirigenti… ma soprattutto… mi chiedo come possiamo lamentarci di questo calcio marcio e corrotto se è questo l’atteggiamento che trasmettiamo ai giovani… se inculchiamo loro il principio che l’importante è vincere, e che se abbiamo la possibilità di farlo con una domanda in carta bollata non dobbiamo lasciarci sfuggire l’occasione.

Eppure un paio di mesi fa era successo un caso analogo in occasione del derby Brescia – Atalanta. Un incontro del genere fra le prime squadre sarebbe considerata ad alto rischio, ma non è stato così per le ragazze. Il Brescia quella domenica chiamò per avvisare che per vari motivi non avrebbero potuto mettere in campo 11 giocatrici. Ma non fu uno 0-3 a tavolino. Si misero d’accordo per giocare la partita il mercoledì successivo. La partita si disputò e a fine partita c’erano solo pacche sulle spalle tra giocatrici, dirigenti e tifosi. E del buon vin brulè per stemperare il freddo cane. Solo per dovere di cronaca, G. e le sue compagne purgarono il Brescia 0-7 (!) ed io, che le avevo accompagnate col pulmann della squadra, ho ricevuto – inaspettata – la dedica di uno splendido gol in contropiede di mia nipote, che è corsa sotto la tribuna puntandomi il dito addosso.

Quello che dico sempre a G. è che non deve smettere di divertirsi. Conta solo quello. E finchè continuerà a farlo io andrò a vederla ogni volta che posso.

 

D.

 

 

 

 
 
 

O

Post n°33 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da Die972

immagineO è una bocca spalancata.
Un pozzo d’idee.
Un anello dentro cui ficcarci il dito.
Un tunnel.
Un viaggio.
Un disco.
A scrivere e musicare questo piccolo scrigno di emozioni è un illusionista musicale di nome Damien Rice, nativo d’Irlanda, fuggevole artista da noi pressochè sconosciuto.

O è un disco dalla bellezza sconcertante, pubblicato nel 2004 in Irlanda. In Italia l’hanno visto e conosciuto appena all’inizio del 2006. Qualcuno, come me, ha avuto il privilegio di apprezzarlo solo in seguito a quel breve intarsio musicale di The Blower’s daughter, inserito nel film "Il Caimano" di Nanni Moretti.

Damien Rice ha la voce rotta dalla tristezza.
Siamo davanti a un infame figlio di puttana. Uno che ti scava nel cuore e sminuzza le tue vene coronarie. Per l'intensità del suo racconto e per l'intimismo dei suoi accordi.
10 tracce affascinanti, dolci e delicate, urlate con passione.. che parlano d’amore, di sofferenza, di dolore. Sono un tesoro inestimabile.
Nella parte finale della magnifica “Amie”, non posso non emozionarmi fino alla pelle d’oca, ma una simile sensazione ritorna in molti momenti del disco.
“The blower’s daughter” è profonda, sentita, appassionata, con la semplice chitarra lasciata sola a sostenere il peso di un universo di sensazioni che valgono tutto l'oro del mondo.
“Cannonball”, orecchiabile e poetica, trasuda commozione da ogni accordo ed è pervasa da un senso di indicibile emozione in quei sussurri da brividi. Rice si commuove quasi fino alle lacrime nel mormorare con dolore:
“There’s still a little bit of your taste in my mouth
there’s still a little bit of you laced with my doubt
it’s still a little hard to say what's going on…”.
Drammatico grido d’amore.

Damien è un delicato ragazzino che canta storie, non chiede scusa per la tristezza che t’infonde, risultando, a chiusura del disco, il diretto responsabile di un magone di fondo, di una felicità sconnessa, ombrosa e vuota.

Damien Rice è una relazione d’amore di otto anni e mezzo che finisce senza che nemmeno ci si renda conto del perché. È quel disorientamento. Ieri tutto okay, oggi invece non c’è più niente: tutte le abitudini sconvolte, ogni singola cosa dimenticata, accantonata, remota. O è questo: un disco da ascoltare soli sotto un piumone, mentre fuori piove, mentre è tardi avanti sera. Suona dolce e morbido, mai retorico, secco e diretto come uno stiletto nel petto.
Ma O è anche un disco da suonare mano alla chitarra.. e da cantare, per chi può, o crede di poterlo fare, come me, esplodendo nell'aria una vibrazione vocale che viene dritta dal cuore.

O è un disco nato e concepito per casa, per il focolare, perché suonato tra quattro pareti e tra quattro amici.
Chi lo vuole apprezzare lo ha già fatto, chi vuole farlo è ancora in tempo.
Lo sarà sempre..

Die

 
 
 

Io aderisco!

Post n°32 pubblicato il 18 Gennaio 2007 da Die972

immagine 

 
 
 

Dedicato a Mirco

Post n°31 pubblicato il 04 Gennaio 2007 da Die972

          Santa Lucia
          il violino dei poveri è una barca sfondata
          è un ragazzino al secondo piano
          che canta, ride e stona
          perchè vada lontano fa che gli sia dolce
          anche la pioggia nelle scarpe
          anche la solitudine.

Mirco è un ragazzo più o meno della mia età, portatore di handicap.
Da quando è entrato nel museo ha portato una ventata di serenità, nonostante la sua sedia a rotelle elettrica, le sue mani incerte e tremolanti, la sua voce balbettante e strascicata.
Mirco quando ti parla prende fiato prima di pronunciare qualsiasi parola, tanto che la sua voce risulta sempre di tono molto alto, come se per uscire avesse dovuto superare un alto ostacolo.
Mirco rimane lì a strappare biglietti all'ingresso del museo, con la sua gentilezza sincera, con la sua professionalità.. che ce ne fossero con quella professionalità.
Mirco non accetta mai che gli offra un caffè, o un thè, o una bibita, perchè Mirco sul lavoro non beve.
Mirco quando mi vede passare, anche da lontano, mi chiama ad alta voce e mi saluta. E io due chiacchiere con lui le faccio sempre volentieri, perchè lo trovo molto più interessante di molte persone.
Mirco ride forte quando la sua mente è divertita da una qualche tua frase che apparentemente non farebbe ridere.
Mirco un giorno mi ha chiesto di avvicinarmi e mi ha sussurrato all'orecchio: "Diego, senti ti volevo chiedere una cosa. Da quando ha aperto la mostra ho venduto solo tre cataloghi. Secondo te è colpa mia che sono così che non comprano...". No, che c'entra Mirco... è il prezzo del catalogo che li fa scappare, questo si!

Mirco quando viene al museo e quando torna a casa, è accompagnato da sua madre, una discreta e cortese signora un po' in là con l'età. Mirco dipende quasi totalmente da sua madre... e da suo padre.

Ma Mirco due giorni fa ha perso il padre. Questo non ci voleva.
No, non ci voleva.

Fa che gli sia dolce anche la pioggia nelle scarpe...

D.

 
 
 

Caro 2007...

Post n°30 pubblicato il 01 Gennaio 2007 da Die972

Caro 2007,

il tuo predecessore che se n’è andato ha combinato un po’ di guai, sai.. e prima che anche tu ti metta a fare disastri è bene che ti prenda adesso, che sei piccolo e ancora stai aspettando di aprire gli occhi, e ti spieghi alcune cose. Anzi, comincio già ad avanzarti qualche piccola richiesta. Vuoi mai che sia uno dei primi a mettere le pratiche sul tuo tavolo e magari mi esaudisci.

Caro 2007, col tuo predecessore, è inutile nasconderlo, ho una questione personale aperta. Fa in modo di non accettare la sua eredità e, se puoi, rimetti mano a un po’ di casini che ha combinato quello là. Che se disfi qualche sciagurato garbuglio che si è divertito a combinare non fai altro che rimettere lo scorrere del tempo sul binario giusto, rimediando al “fai tre passi indietro con tanti auguri” che quell’altro ci ha fatto pescare dal mazzo degli imprevisti.

Caro 2007, se è vero che il tempo è galantuomo, sii galantuomo. Mi basta questo per appianare qualche credito che ho accumulato con la sorte. E con qualche persona. Caro 2007, io non credo sia facile però fare il galantuomo sai, preparati. Scusa l’eufemismo, ma quaggiù pare che chi si fa guidare dalla correttezza, e non dalla falsità, sia destinato a prenderla spesso in c…

Caro 2007, fai però in modo che io possa continuare a guardarmi allo specchio senza provare vergogna, anche se il mio di dietro dovesse bruciarmi un po’.

Caro 2007, proteggimi ti prego da coloro che pur mostrandomi di volermi davvero bene ad un certo punto non esitano, quando è loro utile, ad usarmi. Io purtroppo mi sono accorto che contro di loro non ho difese, insomma, sono impreparato. Soprattutto proteggimi da coloro che dovessero pensare a me non come “investimento per il futuro”, ma come assicurazione sulla vita. No, per davvero, tienimi lontano da questo genere di persone.

Caro 2007, aiutami a discernere.

Caro 2007, dona buona salute a mia madre, che farà 80 anni (!) ed è la mia unica donna, che non tradisce.

Caro 2007, butta un occhio anche alla vita di Mi., o quantomeno non infierire, che anche lei ha qualche conto in sospeso quanto a sentimenti, ed è ingiusto che una ragazza splendida come lei non riesca a liberarsi dai lacci e laccetti di una persona che la rifiuta.

Caro 2007, apprezzerei molto se decidessi, una mattina qualsiasi, di farmi risvegliare senza avere già per la testa gli spettri di quel volto, quei luoghi, quelle situazioni, quelle persone. Piuttosto restituiscimi i sogni, che se a un uomo togli anche quelli è come se gli metti il cuore sotto formalina.

Caro 2007, con te vedranno la luce i figli di So. e di Si. Prenditi cura di loro.

Caro 2007, aiuta alcune persone a non vedere sempre e solo “ricatti morali” dietro ogni mio gesto. Aiutale, perchè è probabile che la mia stessa esistenza, più o meno pulita, rappresenti per loro un “ricatto morale”. Forse dovrei scomparire o iniziare a comportarmi a mia volta in modo sporco e disonesto per farle sentire meglio... ma che senso avrebbe… se un semplice cielo stellato, o il pianto di un bambino, dovrebbe rappresentare per loro un ricatto morale.

Caro 2007, fa che un gesto d’amore, o di semplice generosità, non debba sempre essere spiegato. Questa cosa mi rende pessimista sul genere umano.

Caro 2007, fai in modo che non smetta mai di indignarmi. Rendimi però un po’ meno sensibile, solo un po’.

Caro 2007, il 1996 e il 2006 sono stati gli anni che mi hanno riservato le due veri drammi della mia vita. Entrambi sono accaduti circa un mese dopo la vittoria di Prodi alle elezioni. Ora non vorrei buttarla in politica, anche perchè non vorrei che questo cambiasse le mie convinzioni politiche, ma ormai è chiaro che quel simpatico omaccione con gli occhiali larghi mi porta sfiga. Ricordati però che il 1997 è stato un anno fantastico… che mi ha donato, inaspettata, la più grande emozione che abbia mai provato, che mi ha accompagnato per tanto tempo. Vedi di non essere da meno, anche tu finisci col 7 eh..

Caro 2007, fai in modo di farmi conoscere il senso della presenza nel mio portafoglio di una foto che non è la mia. E se per caso dovessi rivelarmi che un senso non c’è, imponimi di liberarmene.

Caro 2007, se in un giorno qualsiasi dei tuoi dovesse succedere che lei mi si presenti, improvvisa, alla porta, ti chiedo due cose: la prima è di fare in modo che non mi sorprenda coi calzini senza pantaloni. Che figura ci farei! Tanto più che ho capito che infilarsi i calzini prima dei pantaloni quando ci si veste è una delle maggiori cause di separazione delle coppie. La seconda, ti prego, concedimi la breve debolezza di sorriderle. E di avere da qualche parte per casa un mazzo di fiori, freschi, finti, secchi, non importa. Questo anche solo per il fatto di aver avuto il coraggio di riguardarmi negli occhi.. e poi perché, dopotutto, si tratta della ragazza a cui un giorno, guardandola negli occhi, ho detto “tu sei la donna con cui vivere”… una frase che un uomo vorrebbe pronunciare una sola volta nella vita.

Caro 2007, proteggila dai mascalzoni, ma a una sola condizione: che non sia un incontro tra mascalzoni.

Caro 2007, fa che non debba aspettare molto prima che il mio medico si decida ad interrompere quella cazzo di cura a base di pillole. Sinceramente mi sto stancando, e poi non vorrei che mi trasformasse in una specie di tossicodipendente. Mah, comunque pare che fin quando penserò a lei ogni minuto non posso smettere.

Caro 2007, ricordati bene che, in una notte di quelle del tuo predecessore, c’è stata una persona che mi ha detto che no, non è più come prima, semplicemente perché il mio agire proviene dalla testa, mentre il suo agire proviene dal cuore. Te lo ripeto perché forse non hai capito: mi è stato detto che non va perchè i miei comportamenti sono frutto della testa e basta, mentre quelli di lei provengono dal cuore. Ecco, se deciderai che il “tuo” tempo sarà galantuomo ti chiedo di ricordarti distintamente di questo. E di fare giustizia senza guardare in faccia a nessuno.

Caro 2007, fammi il piacere, fa che Silvia e la sua famiglia passino un anno sereno, ma che dico, felice. Fallo sennò mi arrabbio davvero.

Caro 2007, dammi una mano a trovare delle risposte che, al momento, non sono in grado di trovare. E se una risposta non c’è, se una ragione non c’è, allora fa che smetta di farmi domande, fa che certe cose mi scorrano veloci sopra la testa.. come succede agli stolti, o ai grandi saggi.

Caro 2007, non ti chiedo di restituirmi la felicità, che la felicità è come una farfalla. Se le corri dietro farà di tutto per non farsi afferrare.

Caro 2007, però basta eh. Basta.

 

Caro 2007, tirami fuori di qui.

D.

 
 
 

Battesimo del ghiaccio e Cenacolo degli Artisti

Post n°29 pubblicato il 30 Dicembre 2006 da Die972

Tanto a star fermo non ci riesco.

L’altro ieri è stata una giornata fantastica, vissuta a 360°, ricca di cose belle, suggestioni, momenti veri.

Tutto è iniziato con la periodica uscita organizzata dall’Orobie Fans Club. A parte l’orribile inglesismo (ma perchè sempre sto inglese ovunque!) il gruppetto, circa una quindicina di persone, era composto da persone vere, belle e interessanti. Mi sto rendendo conto che su nelle valli alpine i gruppi che si organizzano per andare in montagna sono fatti soprattutto di gente giovane, mentre giù a Ravenna o sugli appennini tendenzialmente i gruppi organizzati sono composti da persone più in là con l’età.

immaginePer metà giornata abbiamo vagato sulle creste del Gremèi con le ciaspole ai piedi, condotti da una guida d’eccezione, che finalmente ho potuto conoscere personalmente: il mitico “Camòs” (in dialetto, camoscio), detto anche il Mauro Corona delle Alpi Orobie. Il Camòs è un tosto ometto d’acciaio sulla cinquantina. Conosce a memoria ogni anfratto della zona, è dotato di una tecnica sopraffina e, naturalmente, si esprime solamente e rigorosamente in bergamasco. Era da tempo che aspettavo di tornare a respirare l’aria pulita e pungente della montagna d’inverno.

immagineLa giornata limpida oltre a scorci mozzafiato ci ha offerto il piacevole incontro con un branco di camosci in “tenuta” invernale.

Beh, il pranzo in baita non poteva mancare. Non approfondisco l’argomento per pietà del lettore ^^

immaginePer me la vera novità è stato il “battesimo del ghiaccio”. Dopo pranzo, infatti, il Camòs e Yuri, l’altra guida alpina che ci accompagnava, ci hanno offerto la possibilità di sperimentare la tecnica dell’arrampicata su ghiaccio su un breve pendio, non ripidissimo per la verità, dove si trovava una delle rare colate ghiacciate disponibili. Caschetto in testa, ramponi, piccozza, imbrago e via! Confesso che si è rivelato molto più semplice del previsto. E divertente.

immagineA fine giornata il Camòs si è proposto, in futuro, di darmi delle lezioni su qualche parete ghiacciata più impegnativa. Io non ho trovato miglior modo per ringraziarlo che offrirgli un bel bicchierino di grappa al mirtillo. Che ruffiano che sono ;)

 

A sera, rosso in faccia e piuttosto stanco, ero a cena da mia sorella e marito. Gli altri ospiti: il grande Pier Carlo, ottimo amico prima ancora che scrittore e bevitore di vino. Il sorprendente Carlo, poeta locale trasferitosi da anni nell’Oltrepo pavese dove ora produce vini. Il venerabile Franchino, raffinato operaio dell’enel in pensione, amico prezioso e riservato.

Una serata intera a parlare di poesia, di arte e di donne, fra un piatto di pizzoccheri (il 2° della giornata!!), vari bicchieri di diversi vini dell’Oltrepò (diavolo se erano buoni) e gli arabeschi del fumo di sigaretta del Pier Carlo.

Da subito ci siamo definiti il cenacolo degli artisti:

Io, conoscitore d’arte, o almeno così mi dipingono ^^

Pier Carlo, artista del narrare.

Carlo, artista dei versi.

Franchino, artista dei silenzi.

 

Carlo ha distribuito alcuni fogli con le sue poesie, alcune delle quali le ha recitate personalmente. Franchino annuiva mentre tagliava il salame in fette larghe un centimetro. “ì fète dè salàm i g’ha de stà ‘mpè!!” (Le fette di salame devono restare in piedi). Pier Carlo ha gesticolato tutto il tempo ammaliando la compagnia col suo fare affabulatore. E condendo la conversazione con le sue considerazioni dissacranti e con qualche bestemmia, che stranamente detta da lui suona più genuina che volgare.

A fine serata mia sorella mostra a Carlo (Carlo e Pier Carlo non si conoscevano prima) l’ultimo romanzo di Pier Carlo edito da Garzanti:

 

C: Ecco, vedi Pier Carlo, tu mi hai tenuto nascosto che eri uno scrittore di questo livello, mi hai voluto fregare…

P.C.: eh.. oh.. io non sono mica come te che giri con le tue poesie nel baule della macchina, Porco DXX

C: …

P.C.: oh, Carlo non ti daranno fastidio le bestemmie che sei un vecchio compagno come me!!

C: beh io le bestemmie le considero un po’ volgari ma te le passo..

P.C.: eh vabè, se ti da fastidio allora DXX Cane, fai un po’ te..

 

Che spettacolo.

Questo di oggi è il mio mondo, e me lo tengo stretto.

 

D.

 

 

 

 
 
 

Un Natale imperfetto

Post n°28 pubblicato il 25 Dicembre 2006 da Die972

Ieri sera percorrevo l’autostrada diretto verso la mia casa in Val Brembana. Non posso dire velocemente, perché la mia punto a metano è quello che è, ma tanto abbastanza per vedere scorrere le luci di Natale intorno a me prima lentamente, poi sempre più veloci fino a sgorgerle passare accanto a me come una scia. Cavolo, tra due giorni è Natale ma intorno non riesco a cogliere la magica atmosfera che, dicono, dovrebbe ammantare queste ore. Anche le luci che mi scorrono intorno sono in fondo poca roba rispetto a quelle che ero abituato a vedere in questo periodo. Ma forse questo non vuol dire nulla, anzi ne sono certo.. non sono né le luci né quei buffi signori vestiti da uomini-immagine della Coca-cola a fare di questa festa qualcosa di speciale. Perché è una festa speciale, ma non per tutte quelle manifestazioni esteriori che fanno del Natale la giornata dell’Associazione commercianti, ma perché, diamogliene atto, il Natale è una sorta di acceleratore di emozioni che fa si che chi è felice assapori con maggiore intensità la fonte della sua felicità, e chi non lo è avverta ancor più distintamente il suo stato di insoddisfazione esistenziale.

A questo pensavo ieri mentre attraversavo la Pianura Padana avvolta da una notte scura, scurissima. Guidavo, e più divoravo chilometri più mi accorgevo che mi stavo facendo prendere dall’influsso natalizio. In sostanza mi cresceva l’ansia e, senza girarci troppo intorno, una forte, radicata sensazione di tristezza. Tra due giorni è Natale. “C’è la luna sui tetti, c’è la notte per strada”.. una luna surreale, una falce sottile e acuminata che scintillava bassa sull’orizzonte. La osservavo e pensavo che era bellissima. Mi ricordava tanto quelle che dominano le visionarie incisioni di Armando Donna; che bello, ho avuto in regalo una seconda incisione di Donna, un autore che adoro, soprattutto per la carica poetica delle sue raffigurazioni. Le ho fatte incorniciare e le ho appese nella mia camera ridipinta a nuovo. “Il solitario” e “Il poeta se ne va”. Non le ho scelte io, giuro! Ma senza farlo apposta il tema di quei due fogli mi tocca molto, molto da vicino.

La stessa luna l’osservavo stasera, ma stasera era ancora più bella, nitida, luccicante. Ero sulla terrazza a casa di mia sorella, in accappatoio, appena uscito da un quarto d’ora di sauna. Può sembrare strano, ma se vai fuori al freddo – e stasera in valle c’è un freddo che pela, che ancora non è andata via la brina della notte passata – dopo una bella sauna, non senti niente, anzi, avverti un tepore dovuto al calore accumulato dal tuo corpo che ti avvolge e ti protegge. Il Natale ormai è tremendamente vicino, e le sensazioni affiorano ancora più intensamente. Il cielo qui è più bello che da altre parti.. è nitidissimo, le costellazioni sono come miriadi di luci di una grande metropoli e l’orizzonte è dato dal seghettato motivo del profilo dei monti innevati. Da dentro il mio accappatoio guardavo lo spettacolo unico della bellezza del mondo, ma i miei occhi umidi e tremanti vedevano solo il misterioso e meraviglioso miracolo dell’esistenza, da qualche parte lontano, di una ragazza che ha fatto della mia esistenza un flusso vitale che avesse un senso. Un qualcosa dotato di perfezione.

Non ho mai fatto tanti regali come quest’anno per Natale. Ho la forte necessità di DARE.

Ma in realtà vorrei tanto regalare me stesso, ed è per ciò che questo Natale, che per essere vissuto felicemente richiede una sorta di perfezione di sentimenti, non sarà un bel Natale.

Sentivo tanto freddo sotto quell’accappatoio. Nonostante la sauna...

 

Un buon Natale a tutti!!

D.

 
 
 

Torno a scrivere

Post n°27 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da Die972

Ho pensato all'opportunità di chiudere questo blog. Ci ho riflettuto per molto tempo.

Oggi ho deciso. Torno a scrivere.

Non più un diario di viaggio, così com'era partito, ma un diario di un viaggio interiore.. un viaggio che non conosce meta, ma il cui percorso è troppo pieno di cose da raccontare, di scorci da catturare, di emozioni da cogliere.

Torno a scrivere. E da oggi questo blog sarà come il taccuino di disegni di un artista itinerante.

Torno a scrivere.. anche grazie a una breve chiacchierata avuta con Kikko l'altra sera. Poche parole, il tempo di una pausa sigaretta durante una cena, non di più.

Chicco mi ha parlato di "stato di grazia". Doloroso si, perchè si tratta di attraversare le fiamme dell'inferno, ma pur sempre uno stato di grazia, in cui la profondità del sentire si amplifica a dismisura. E in cui ti accorgi della straordinarietà del tuo essere, delle cose che pensi e che senti, e delle sterminate distese di cose che hai da dare e da dire.

Ti accorgi che ci sono valori, che toccano i sentimenti delle persone, che sono inviolabili.. che ci sono piccoli gesti il cui valore non ha prezzo.

E ti accorgi che mai e poi mai scambieresti il tuo posto da perdente con quello di chi ti ha lasciato sul terreno e se n'è andato da vincitore, con qualche ferita si, ma se n'è andato con le sue gambe.. calpestando indistintamente fango e innocenza.

"Che si gioca per vincere, e chi vince è perduto.."

Ringrazio Kikko, conosciuto per caso al termine dell'inaugurazione di una mostra e con il quale, insieme ad una piccola e stimolante compagnia, ho trascorso una serata pacevole.

Torno a scrivere, anche solo per non soffocare quello "stato di grazia".

D.

 
 
 

Si, al di là della gente

Post n°26 pubblicato il 04 Ottobre 2006 da Die972

Sì, al di là della gente
ti cerco.
Non nel tuo nome, se lo dicono,
non nella tua immagine, se la dipingono.
Al di là, più in là, più oltre.

Al di là di te ti cerco
Non nel tuo specchio e nella tua scrittura,
nella tua anima nemmeno.
Di là, più oltre.

Al di là, ancora, più oltre
di me ti cerco. Non sei
ciò che io sento di te.
Non sei
ciò che mi sta palpitando
con sangue mio nelle vene,
e non è me.
Al di là, più oltre ti cerco.

E per trovarti, cessare
di vivere in te, e in me,
e negli altri.
Vivere ormai di là da tutto,
sull'altra sponda di tutto
- per trovarti -
come fosse morire.

(Pedro Salinas)

 
 
 

Le foto di Katrin!

Post n°25 pubblicato il 18 Settembre 2006 da Die972

Ecco le foto che mi ha mandato Katrin! Ovviamente, la festa di ferragosto a Bercianos..
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Cardiologia..

Post n°24 pubblicato il 08 Settembre 2006 da Die972

Che si gioca per vincere e non si gioca per partecipare
Chi è ferito e non cade, ma continua ad andare
A sbattersi nel buio e a farsi vedere
A sanguinare di nascosto e a pagare da bere
A goccia a goccia, ma tu guarda, il mio cuore mangiato
L’amore ha sempre fame, non l’avevi notato
E dice sempre con disinvoltura
Senza paura dice: “mai”, senza paura mai.

Che si veste di bianco per scandalizzare
E compra rose a dozzine
E fa curvare i pianeti e fa piegare le schiene
Che si gioca per vincere e chi vince è perduto
Con una chiave ed un numero in mano
Tutta la notte aspettare un saluto
E a pensare: “ti amo”

Chi raccoglie conchiglie dopo la mareggiata
E il cielo è ancora scuro, ma la notte è passata
E macina la sabbia dentro i mulini a vento
E che non ha mai fretta e che non ha mai tempo
E poi l’amore indecente, che si lascia guardare
L’amore prepotente che si deve fare
E gli amori ormai passati e ancora vivi nella mente
Chè dell’amore non si butta niente

F. De Gregori

 
 
 

Ravenna, 4 settembre

Post n°23 pubblicato il 04 Settembre 2006 da Die972

Dedicato a tutti i miei compagni di viaggio, che in questo momento, come me, stanno riprendendo il difficile cammino della quotidianità:

La strada di bellezza

Nuvole nere bussano alla porta
su un oscuro pensiero.
Il fulmine sinuoso le sovrasta.
O Dio,
accetta la mia offerta,
accetta questo fumo.
Ristora le mie membra,
ristora la mia mente,
ristora la mia voce,
allontana da me ogni maleficio
e scaccialo lontano,
rinfresca la mia aninma.

Ecco, sono esaudito.
Possa io da oggi camminare
senza dolore lungo i giorni,
pulsante di vita,
felicemente
tra nubi fitte,
piogge abbondanti,
tanti fiori,
su strade di rugiada e di bellezza.
Bellezza conclude il mio canto.

Canto Navajo

Di cuore.  Diego.

 
 
 

Ravenna, sera del 20 agosto

Post n°22 pubblicato il 20 Agosto 2006 da Die972

Il ritorno a casa è stato doloroso.
Ma porto dentro di me molti volti che mi auguro, un giorno, di reincontrare.

Soprattutto vorrei tanto essere sul Camino per completarlo con coloro che sono stati i miei compagni di viaggio. Sono con voi, lo sapete..

Buen camino Monia, avrei bisogno anche solo di una parte della forza d'animo che hai dentro di te.
Buen camino Philip, sono orgoglioso di aver fatto la tua amicizia.
Buen camino David, discreto compagno di chissà quanti chilometri.
Buen camino Michel, ricordati che NONOSTANTE sia italiano hai promesso di ospitarmi nei tuoi palazzi di Versailles.
Buen camino Arianna, domani sarai alla Cruz de Fero e farai un gesto importante anche per me; non lo scorderò.
Buen camino Roberto, uomo dagli occhi sempre vagamente tristi ma dalla grande determinazione.
Buen camino Nuria, se avessi avuto 8 anni in meno ti avrei fatto una corte spietata ;)
Buen camino Katrin, con te sono sempre stato particolarmente bene anche se le nostre conversazioni erano un po' "complicate".
Buen camino Fabio, ti passerò a trovare al Borgo San Giuliano.
Buen camino Maurizio, chissa' che fine avrai fatto.
Buen camino Marene, cordiale e sorridente come poche; e quanto cammini!
Buen camino Gianni, parli sempre troppo, te lo dicono tutti ;)
Buen camino Asier e Nerea, siete una coppia bellissima, vi manderò la foto di quando camminavate mano nella mano.
Buen camino Luciano, ricordati cosa ti ho detto: tu a Santiago non ci arrivi (ti puoi toccare).
Buen camino Laurent, mi hai segnato.
Buen camino Matteo, peccato che sei sparito altrimenti avremmo potuto suonare altre volte la chitarra insieme;
Buen camino Fabio, il caffe' italiano che mi hai offerto a San Nicolas mi ha fatto sentire a casa.

E Buen camino, quello della vita, a tutti coloro che per un motivo o per l'altro hanno dovuto lasciare il Camino: Daniela, Alice, Dieter, Eva, Nuria, Eva, Suzana, Isabel e chissa' quanti altri.

Domani probabilmente sarò in grado di pubblicare qualche foto.

Diego

 
 
 

Leon, sera del 18 agosto

Post n°21 pubblicato il 18 Agosto 2006 da Die972

immagineimmagineLeon e' una citta' fantastica. Oggi ho fatto il turista quindi ve lo posso dire. E' incredibile vedere la qualita' e il tenore di vita che hanno qua. La cattedrale e' un esempio superbo di gotico francese, con le sue vetrate trecentesche perfettamente conservate. Ma il pezzo forte di questa citta' e' la basilica di Sant'Isidoro, con la biblioteca e il "Panteon", detto anche la cappella sistina del romanico europeo. Ne sono rimasto incantato. L'intera cappella palatina e' ricoperta di affreschi dell'inizio del XII secolo perfettamente conservati nella loro forza cromatica.

Oggi non ha fatto altro che piovere, rendendo un po' piu' triste quest'ultima giornata in terra spagnola prima di fare ritorno a casa.
immagineGia' mi mancano i miei compagni di viaggio. Ho come la sensazione di averli traditi essendomi fermato qua in una stanza di Hotel (eh si, stanotte mi tratto bene) mentre loro affrontano le intemperie di questa nuova tappa verso Santiago.
Portero' con me in Italia ricordi indelebili.. ricordi di luoghi sorprendenti, di momenti magici, di persone straordinarie.

Persone...
L'incontro con Dieter forse e' stato quello che piu' mi ha sorpreso.
Dieter e' un uomo di mezz'eta di Berlino. Un bell'uomo, credo, quantomeno la sua eta' la porta molto ma molto bene. Parla perfettamente inglese, francese, spagnolo, italiano ed anche un po' di giapponese. Sin da quando l'abbiamo conosciuto Dieter ha conquistato il gruppo per la sua intelligenza, per la sua affabilita' e per la cortesia dei suoi modi. Dieter ha sempre il sorriso sulla bocca.
A Puente la Reina, passeggiando per il centro, lo vedo seduto a un tavolino con la canonica birra media davanti. Mi invita a unirmi alla bevuta, cosa che faccio volentieri.
Due chiacchiere e si entra subito in sintonia.. e' molto facile qui lungo il Camino entrare in sintonia con i compagni di viaggio.
Scopriamo di essere qui a camminare verso Santiago per lo stesso motivo.
Dieter stava per coronare il suo sogno di sposarsi quando il suo compagno ha deciso di lascarlo. Per paura, probabilmente. In Germania e' possibile sposarsi fra uomini.
Io e Dieter ci siamo scambiati i racconti delle nostre storie, le nostre angoscie, ma anche i nostri punti di vista e qualche buon consiglio.
Dieter era certo si trattasse della storia della sua vita, cosi' come era certo che questa fosse la convinzione del suo compagno. In questo periodo sta svolgendo una terapia per riacquistare fiducia in se' stesso e nelle persone. Ed ha intrapreso il cammino un po' per sopire il dolore, un po' per sfogare la sua rabbia, e un po' per ritrovare se' stesso.
Quando gli ho raccontato della splendida alba che ho potuto vedere il giorno prima e del fatto che, tuttavia, ho potuto viverne l'emozione solo per meta', perche' queste cose sento di coglierle pienamente solo se posso condividerle con la mia compagna, l'ho fatto piangere. Sorrideva e credo si scusasse per quelle lacrime improvvise, mentre tentava di trattenerle e con le dita cercava di impedire loro di scorrere giu'.
Annuiva e sorrideva, con i suoi occhi lucidi, quando gli ho detto di aver provato il forte desiderio di impugnarla quell'alba, e di portargliela ovunque lei fosse. Toccavo un punto debole.. e' evidente che Dieter provava le stesse cose, o forse le ha provate proprio il giorno prima osservando quell'alba.
Una seconda volta si e' emozionato. Quando ho sistetizzato cio' che provo per lei con le parole che le ho detto quella sera, sul promontorio del San Bartolo. Io ti amo cosi' come sei, E. (nome di donna), questo lo devi sapere. Cosi' come sei.
Ho provato una veloce sensazione di amarezza nel ripensare a quella sorta di muro freddo, quasi di fastidio, che quelle parole hanno incontrato in quel momento.
"Ecco e' proprio questo!", ripeteva Dieter con quel suo accento teutonico mentre quasi sobbalzava sulla sedia. "E' proprio questo, capisci!" ripeteva sorridendo, mentre i suoi occhi tornavano umidi d'improvviso. "Questa e' la cosa piu' grande del mondo, non esiste cosa piu' grande e piu' potente di quello che hai appena detto".
Dieter ama quell'uomo cosi' com'e'. Senza la minima intenzione di cambiarlo. Glie l'ha detto, certo, prima che lui lo lasciasse.
Mi ha fatto crescere Dieter, e mi ha dato molto. Mi ha fatto capire che io non posso fare niente. Che l'amore e' una forza potente che puo' cambiare le persone, come e' successo a me, che in queste settimane mi sento come un lavandino improvvisamente sturato. Ma non posso fare niente. Ora saro' certo l'uomo che lei cerca.. ora saro' pronto a darle cio' che vuole.. a renderla felice. Perche' la amo cosi' com'e'.
"Ma non e' la sua verita'. Non puoi fare niente Diego.. non e' la sua verita'. E non puoi trattenere il sole, aggrappandoti, per evitare che passi e vada a tramontare, se ha deciso che deve andare a tramontare".
La sua verita'...
Dieter e' ripartito da Burgos una settimana fa per fare rientro a Berlino. L'incontro con lui mi ha arricchito.

Persone...
L'altra sera a Terradillos de los Templares dopo cena siamo rimasti in tre al tavolo. Io, Michel e Philip. E una bottiglia di vino da finire.
Ho proposto un brindisi alla realizzazione dei nostri sogni. I bicchieri si sono toccati e non e' stato un momento qualsiasi. Ci siamo guardati negli occhi.
Io ho brindato al mio sogno.
Philip ha brindato per il cambiamento della sua vita che cerca, e per il quale e' qui ora a camminare con me. Philip conduce una tipografia, e' un lavoro di famiglia che si tramanda da generazioni. Ma Philip vuole lasciare quel lavoro che sa di piombo. Philip vuole avere la forza di dedicarsi esclusivamente alla realizzazione del suo sogno: la ristrutturazione di una vecchia casa di pietra dove andare a vivere con la sua famiglia. E' gia' un pezzo avanti col lavoro.. ma ha bisogno di piu' tempo e piu' energie. Quante volte abbiamo parlato di questa passione comune fra noi due, quello di rimettere in sesto piano piano una vecchia casa per poterci andare a vivere con la famiglia. Philip vorrebbe farlo addirittura di mestiere: restrutturare vecchie case.
Philip, ho conosciuto in te un'energia fortissima. So che ce la farai.
Michel vorrebbe sposarsi con Agnes. Michel e Agnes si sono conosciuti qui sul cammino, ma Agnes e' dovuta partire prima per rientrare in Francia. Michel e' la dimostrazione della potenza dell'amore.
Anche Michel mi manchera'. Ma mi ha detto che in ogni momento sara' disposto ad ospitarmi, nella sua casa vicino a Versailles. Sono sicuro che lo rivedro'.

Diego

 
 
 

Leon, sera del 17 agosto

Post n°20 pubblicato il 18 Agosto 2006 da Die972

Sfatiamo un mito. Qui in Spagna non si crepa affatto dal caldo, anzi.. se non sono morto assiderato e' perche' ho avuto l'idea geniale quache giorno fa di comprarmi un pail pesante.
Stasera a Leon ci sono 9 gradi (!). Domani sono previsti 17 di massima.

La sera di ferragosto e' stata davvero speciale. Ho alloggiato in un albergue per pellegrini fatto di paglia e fango, ovviamente con un'anima di travi di legno incrocate per mantenere la struttura. Sono le costruzioni tipiche di questa zona. Bercianos pare proprio un villaggio quasi da terzo mondo, ma il suo fascino e' incredibile.
Appena giunto all'albergue l'hospitalera Isabel, un bella ragazza di Alicante (se non ricordo male), mi ha accolto con un bicchiere di limonata gelida e molto calore. Sembra poco, ma per chi arriva con 25 chilometri nei piedi e' un gesto che rimette al mondo. La sera ha saputo del mio blog e ha detto che mi seguira'. Ha voluto anche la mia email. Ti mando un bacio Isabel, se mi leggi. Ho apprezzato molto la tua accoglienza.. ma mi e' spiaciuto che sei scappata dalla festa, la sera, e non ho potuto farti ballare un po'!
Anche qui in Spagna si festeggia il ferragosto, e qui a Bercianos lo hanno fatto in maniera molto particolare: festa paesana con tutti gli abitanti del villaggio (85% di anziani), orchestrina per la musica e tavolata lungo tutta la piazza per COMER! L'hospitalera ci ha comunicato che gli abitanti hanno chiesto a noi viandanti in sosta di partecipare alla festa. Non ci siamo certo fatti pregare. Discorso di un anziano signore col basco nero (forse un'autorita' morale? un muezin? il drudo? lo stregone? il capotribu'?) poi via a mangiare! Ma ci siamo divertiti un mondo quando si sono aperte le danze e noi ospiti di tutte le nazioni (italiani in testa) abbiamo animato la serata trascinando qualche vecchietta a ballare.

Una indigena mi ha prima chiesto da dove venivo, poi mi ha confessato che ballo benissimo. Ehh.. pare che abbia lasciato un buon ricordo dell'Italia. Dopo un valzer con Katrin (austriaca, come potevo non ballare un valzer con lei) e numerosi balli improvvisati con Nuria, Arianna e Monia, io e Gianni (ragazzone sardo che non smette mai di ballare) abbiamo preso in mano la situazione. Non potevamo non farlo. Salto sul palco, mano al microfono e vai con ROMAGNA MIA! Un successo.

La mattina successiva ce l'ha fatta pagare cara la baldoria di ferragosto. E' stato il tratto piu' duro in assouto, soprattutto per le condizioni meteorologiche proibitive. Per la prima volta da quando sono partito pioggia. Ma fosse solo quella... freddo, non piu' di 10 gradi credo, e vento forte e incessante da sinistra che strappava lateralmente le mantelle. Ho marciato tutto il giorno con Arianna ed e' stata una fortuna. Abbiamo parlato moltissimo.. ci siamo tenuti su di morale e ci siamo sistemati a vicenda, quando necessario, le mantelle per la pioggia. A Mansilla sono arrivato alle 4 del pomeriggio, completamente morto e con i piedi bagnati che ormai urlavano per conto loro dal male. Durante la marcia mi sono chinato e ho raccolto dallo sterrato bagnato due sassi. E' per il rito della Cruz de fero, il punto piu' alto del Camino, poco prima di Santiago, dove non avro' la possibilita' di arrivare. In quel punto e' possibile lasciare un oggetto che rappresenti qualcosa da lasciarsi definitivamente indietro nella vita, oppure uno o piu' sassi, portati da casa o raccolti durante i momenti piu' difficoltosi del Camino, perchiedere protezione su una o piu' persone. Alla fine ho deciso di non liberarmi di quella fototessera, non ora. Ho raccolto due sassi e li ho affidati ad Arianna, che li depositera' per me alla Cruz de Fero. Mi ha osservato quasi perplessa e mi ha chiesto "perche' due?". "Perche' qualsiasi cosa succeda e' gusto che chieda protezione non solo per me, ma anche per lei". Mi ha sorriso e mi ha stretto la spalla quando ho pronunciato queste parole, con la voce un po' rotta dall'emozione. "Sono sicura che ce la farai", ha aggiunto piu' tardi. Devo molto a Arianna.

Oggi ho raggiunto Leon. Il mio Camino finisce qui.
Ma il mio vero cammino iniziera' domenica, col mio rientro in Italia. Li' non ci saranno le frecce gialle segnate per terra a indicarmi la via. Li' dovro' trovare da solo la strada da percorrere. Ma avro' qualche callo ai piedi in piu' per camminare piu' sicuro, e il cuore temprato da questa esperienza straordinaria. Mi sento pu' forte, ma non sono sicuro che basti ad affrontare la mia quotdianita' da lunedi'.
A Bercianos un bel signore tedesco con capelli e barba grigia mi ha segnato la fronte, invocando aiuto per le mie pene corporali (piedi innanzitutto) e dell'anima. Era un pastore protestante. Non ho potuto trattenere il mio turbine di emozioni e sono andato dietro la casa per una buona mezz'ora ad aspettare che passasse.

Tra poco sara' momento di addii. Sara' molto difficile. Lo e' gia'. Domani tutti proseguiranno verso Santiago ed io restero' qui.
Philip oggi e' arrivato a Leon prima di me. Ha sostato un pochino poi e' ripartito per la tappa successiva. Ha voluto evitare gli addii. Ha detto a David che io avrei capito.
Ho capito, certo che ho capito.
E fu senza saluto il piu' compiuto addio, dice quella canzone.

Tu me manquera', Philip. Ma ci rivedremo.

Diego

 
 
 

Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 16 Agosto 2006 da Die972

scrivo con sms. Oggi sono devastato. I piedi non vanno più. Tutto il giorno pioggia e vento incessanti da sinistra x 26 km. Domani dovrei raggiungere Leon con un giorno di anticipo. Ne approfittero' per riposarmi un po'. Ho molto da raccontare. Spero di poter scrivere domani.

 
 
 

Terradillos, tardo pomeriggio del 14 agosto

Post n°18 pubblicato il 14 Agosto 2006 da Die972

Giornata sofferta. I piedi si rifiutano di continuare e buttano fuori bolle un po' dappertutto. Oggi poi e' stato particolarmente monotono... campi e campi e nient'altro. Anche oggi per un bel pezzo ho marciato da solo. Forse e' perche e' 3 giorni che non prendo ansiolitici, ma oggi provo un gran senso di vuoto.
Mi manca la tua dolcezza, che ora non vedo piu'.
Mi manca il tocco della tua mano.
Il rumore del vaporetto che col naso chiuso non ci viene per niente.
Partire io, te, la tenda e la tua panda.
La tua mano esperta che affetta le zucchine.
Mi manca lo sguardo soddisfatto di tuo padre mentre sta per sfoderare una bottiglia di quelle buone.
Mi manca I love Spello anche se ha tremato.
Mi mancano le sostruzioni.
La tua intelligenza.
Il tuo essere maschiaccio.
La cella di padre Bryan.
Mi manca adesso ti faccio ridere, e tu che ridi.
Le tue ciampaline.
Mi manca fare l’amore con te. Fare l’amore con te. Fare l’amore con te.
Mi mancano i tuoi piedi fuori dal finestrino.
Mi manca je ne peux pas travailler.
I tuoi occhi da cerbiatta.
I gabaret di tua mamma.
L’emozione di un paesaggio colto insieme al di là del finestrino.
Il tuo profilo “importante” che quando te lo dico alzi il mento e sollevi un sopraciglio.
La tua curiosità.
Il tuo essere come i fiolini.
Mi manca carezzarti la testa.
Mi manca “a noi CI piace”.
Mi manca "adesso te lo scampo quel bugno".
Il raganaccio verde.
L’affetto di tua nonna.
Il tuo essere sensuale.
Mi manca da morire il tuo capo posato sulla mia spalla.
Quella casa di pietra, anzi, QUELLE case visto che ne abbiamo adottate circa un migliaio credo.
La tua tenacia fisica, anche quando ti si gonfiano le ginocchia.
Mi manca “tanto lo sai come sono fatta”.. e infatti a me manca tanto come sei fatta.
La mia mano posata sul tuo volto per farti addormentare, e tu che ne baci il palmo d'istinto.
Mi manca cantare insieme in macchina.
Come ti muovi quando sali le scale davanti a me (adesso l’hai capito il perché sto dietro??).
Ballare piano in salotto senza musica, tanto la musica la facciamo noi.
Mi manca “Die”.
I tuoi rimproveri.
Il tuo essere testona come poche.
Guardarti fiero perchè sei la miglior compagna che possa immaginare.
I tuoi scavi e la tua competenza che ho sempre ammirato.
Mi manca cantarti una canzone, quando non sei impegnata ad ammazzare zanzare.
Mi manca insegnarti a suonare la chitarra, che non ho mai fatto ma mi piacerebbe tantissimo fare.
Il tuo essere affettuosa e solare con tutti.
Tu che indossi la parananza.
La dolcezza di un tuo bacio.
Quando torni sporca sudata e stanca dal lavoro.
Donarti un fiore quando meno te l'aspetti.
Scoprire posti nuovi insieme.
Le dispute fra noi su qualche cazzata.
Mi manca come ci incastriamo bene.
I tuoi occhi lucidi quando sai emozionarti per una canzone.
Dormire in macchina che fuori ci sono i cavalli che fanno un gran bordello.
Mi mancano le colline di casa tua.
La gola del Furlo.
I fiori del Catria.
Lo stare al sole, e quello “strano effetto” che ti fa.
Disegnare insieme la nostra casa.
La tua cassapanca, che chissa' quando diavolo sara' finita.
Tenerti negli occhi durante una cena romantica.
Guardarti in silenzio mentre dormi al mio fianco mentre guido, e sorridere appena perchè russi.
Mi manca vedere in te una splendida mammina, anzi questo non mi manca perchè lo vedo tutt'ora.
Mi manchi tu.. tantissimo.. così come sei, senza riserve.
Perché sei un essere speciale. E benche' debba distruggerti non riesco a non portarti dentro, fino alla fine del mio cammino.

 
 
 

Carrion de los Condes, pomeriggio del 13 agosto

Post n°17 pubblicato il 13 Agosto 2006 da Die972

Estoy vivo, y non es poco!
Questo e' il titolo di un articolo di giornale appeso in un bar di Hontanas dedicato al tratto di Camino che da Burgos porta, per l'appunto, a questo sperduto villaggio della Castilla.

Le mesetas.
Due grandi dischi sovrapposti. Sotto 360· di giallo ocra, senza case ne' alberi, solo a volte qualche strada sterrata o qualche mucchio di sassi. In alto una cupola azzurra, senza sbavature, e il sole che batte forte facendo della tua ombra una silhouette nerissima.

Dopo Burgos ho camminato 2 giorni interi in questo ambiente surreale, quasi sempre da solo. I walk alone. Ma non fa caldo qui. Anzi. Ieri ho dovuto comprare una felpa pesante perche' la sera e la mattina non arriva a 15 gradi. Il mio giubbino del CUS Bergamo l'ho infatti seminato all'Albergue di Belorado.

L'altra sera a Burgos e' arrivata la protrezione civile spagnola ed ha organizzato un pronto soccorso a cielo aperto per i "pellegrini". C'era una gran fila. Io fortunatamente non ne ho avuto bisogno Nel mettermi a letto ho scoperto che Alice mi aveva cucito di nascosto parte del mio marsupio che si era strappato il giorno prima. Dormiva gia' quando l'ho ringraziata stampandole un bacio sulla fronte.
La mattina dopo, nel buio, e' venuta a svegliarmi Eva, la ragazza catalana. Saranno state le 4.30. Mi voleva salutare prima di partire. Le ho lasciato il mio indirizzo perche' ha detto mi fara' avere la maglietta del suo gruppo escursionistico. Non connettevo molto. So che mi ha detto Adios. Poi mi ha baciato.

L'arrivo a Hontanas quello stesso pomeriggio mi ha riservato uno spettacolo improbabile. Incassato in una sorta di crepa-avvallamento nell'infinito altopiano giallo-ocra, Hontanas appare all'improvviso. E' un villaggio immobile e silenzioso, con poche case di legno e pietra, 2 bar ristoranti, l'ostello dei pellegrini e una chiesa, il cui campanile raggiunge appena, alla sua sommita', il livello di capestio dell'altopiano.
E' stata una giornata magica quella trascorsa in questo villaggio che sembra uscito da un film di Sergio Leone. Udite udite, c'era una slendida piscina municipale all'aperto, con il prato all'inglese a lambire il bordo della vasca. Io, Arianna, Philip, Katrin e Maren ci siamo sollazzati li per 2 - 3 ore.

Ieri a Boadilla ho conosciuto una coppia di bergamaschi, di caravaggio. lei bellissima, non credo di afere mai visto mie conterranee cos¡ belle (e soprattutto senza antipatiche cadenze).  Si fanno il percorso in bicicletta da st jean Pied de Port a santiago. Abbiamo parlato e scherzato per un po' a bordo piscina (incredibile, l'ostello di Boadilla ha un giardino con piscina all'interno). Li ho rivisti per l'ultima volta stamattina quando mi hanno salutato sfrecciandomi di fianco con le loro biciclette uguali.
La notte e' successo di tutto. Il mio letto era un materasso steso a terra su un soppalco in legno. C'erano 6-7 materassi letteralmente attaccati uno all'altro.
Intanto devo dire che non ho dormito, o ho dormito al massimo un paio d'ore, perche' la mia testa non fa altro che girare di notte.
Ma durante quel poco che ho dormito pare che abbia accarezzato ripetutamente il braccio alla ragazza romana che dormiva accanto a me. Me l'ha detto lei stessa, la mattina. Mi ha anche detto di avermi sognato per questo, ed il sogno era che io cercavo di svegliarla per il braccio, poiche'una mia cugina giapponese (!) stava per arrivare e dunque dovevo liberarle il posto.
Vogliamo commentare tutto questo?

Ora sono a Carrion de los Condes, dopo 25 km un po' monotoni percorsi accanto alla strada statale. Stamattina un banchetto di volontari mi ha offerto una ciotola calda di zuppa d'aglio. C'e' poco da ridere, faceva ancora freddo e l'ho gustata volentieri.
Stasera ci sara' una grande festa mediavale qui. Ci sono un sacco di bandiere in giro e di gente in costume. Mangeremo in uno stand dove posto nei giardini della citta' dove sfornano "a nastro" quelle che noi chiameremmo "bistecche fiorentine". Sono grandi come le nostre ma piu' scure e piu' cotte. Incredibile, 5 euro l'una.
Ho appena ricevuto un bel messaggio da marco di Roma, che ringrazio di cuore e che spero di rivedere quanto prima.

Con oggi sono quasi 400 i km che ho percorso. Sta montando una sensazione di tristezza e disagio per il mio imminente abbandono del Camino.
Vorrei tanto proseguire fino a Santiago.
Lo vorrei tantissimo.

Diego

 
 
 

Burgos, sera del 10 agosto

Post n°16 pubblicato il 11 Agosto 2006 da Die972

A Belorado ho lasciato uno dei miei migliori ricordi del Camino.
La serata e' stata fantastica. Dopo una mangiata "internazionale" organizzata in giardino ho avuto modo di suonare un po' la chitarra. Per semplificare posso dire che gli italiani erano partecipi (cantavano con me), i francesi e gli spagnoli seguivano con una certa ammirazione, mentre i tedeschi tradivano piuttosto un atteggiamento di curiosita. Non c'erano fra noi dei particolari appassionati di De Gregori, me ne sono accorto quando nel passaggio "questa canzone la vorrei veder volare, sopra i tetti a Paravento per poterti consolare" ho girato gli occhi sugli astanti ma nessuno pare si sia accorto della personale licenza al testo.

La stessa sera ho conosciuto Eva, ragazza catalana che strimpella un po' la chitarra. Le ho procurato un pletro improvvisato (ho ritagliato una scheda telefonica) e abbiamo chiacchierato un po' in quello strano idioma catalano-italiano che comincia ad essermi familiare. Eva e' una geologa di circa 26 anni, e' qui col ragazzo insieme ad un gruppo di 15 persone. Noto che appena puo' tenta di instaurare una conversazione con me.

Oggi l'arrivo a Burgos e' stato particolarmente faticoso. La citta' conta infatti quasi 200000 abitanti, e attraversarla tutta, da periferia est a periferia sud, ha comportato una marcia sull'asfalto di circa 3 ore. Burgos e' tuttavia una citta' fantastic... una citta in cui vivere. Ho preso alloggio nell'albergue posto all'interno del grande parco della citta', in mezzo al verde. Per mangiare abbiamo usufruito della mensa universitaria. Con 4 euro abbiamo fatto pasto completo. Qui in Spagna sono un pezzo avanto rispetto a noi. I servizi universitari sono impeccabili, anzi, direi di altissimo livello. La mensa poteva sembrare un ristorante di lusso per noi, ubicato all'interno di uno splendido campus universitario che comprende strutture gotiche perfettamente conservate e parchi verdissimi e molto curati.

Non posso non segnalare la magnificenza della cattedrale di Burgos, una delle piu' famose e ricche d'Europa. Incredibile la sedimentazione di stili e la ricchezza delle opere che vi sono conservate. Peccato avere cosi' poco tempo per visitare questa sorprendente citta'.

Stasera ho procurato qualche bottoglia di vino tino per "bagnare" adeguatamente l'addio del gruppo di catalani di cui fa parte Eva, che domani lascia il camino e rientra a Barcellona. Devo dire che mi dispiace.

Domani il Camino entra davvero nel vivo. Iniziano le famigerate Mesetas, altopiani completamente a grano per centinaia di chilometri dove l'unica ombra possibile e' quella del tuo cappello. Ho un po' di timore ma anche di eccitazione per questo brusco cambiamento di paesaggio e di condizioni ambientali. Dalle comodita' di Burgos domani si passera' a una delle zone piu' selvagge d'Europa, dove non c'e' l'ombra di una casa per decine di chilometri.
Fisicamente sto benissimo, credo che il mio corpo ora abbia trovato un suo equilibrio nella sollecitazione di questo cammino forzato e prolungato. Ma da domani, e per una settimana, sara' soprattutto una prova psicologica, dove la mente e il cuore devono dimostrarsi saldi nell'affrontare le solitudini e i silenzi di questi posti.

Camminando con Arianna oggi ho saputo che poco prima di Santiago si trova una grande croce di ferro in corrispondenza del punto piu' alto di tutto il Camino. In quel luogo e' possibile lasciare un oggetto che simboleggi qualcosa da lasciarsi alle spalle nella vita. Arianna si e' offerta di portare un oggetto per me, se voglio, fino la' e depositarlo. Sto pensando se sia il caso.. ho una fototessera nel portafoglio che non e' la mia.. ma voglio prendermi un po' di tempo per decidere. Leon, la fine del mio cammino, e' a una settimana da qui. Allora decidero' cosa fare.

Diego

 
 
 

Belorado, 8 agosto, tardo pomeriggio

Post n°15 pubblicato il 08 Agosto 2006 da Die972

Santo Domingo de la Calzada, donde canto' la gallina despues de asada.
Ieri il percorso per Santo Domingo e' stata quasi una passeggiata fra campi di grano e le ultime vigne della Rioja. Alle 11.30 eravamo gia' sul posto dopo aver camminato per 24 km.
Dunque molto relax.. pisolo di un paio d'ore, gelato nella piazzetta della citta' e giro turistico. Il centro storico e' incantevole, con la sua splendida cattedrale dedicata a Santo Domingo de la Calzada, un santo locale famoso per aver organizzato gia dal XI secolo l'accoglienza ai pellegrini di santiago. Ma ancora piu' famoso e' un suo miracolo.. legato ad un pellegrino e a una gallina. E' lunga da raccontare, comunque sappiate che in cattedrale in una grande teca di cristallo e' esposta perennemente una gallina viva che i sagrestani locali trattano come fosse una madonna.

Oggi altra tappa tranquilla, 24 km un po' noiosi fra campi di grano, spesso costeggiando la statale per Burgos. Belorado e' un ridente villaggio della Castilla dove tutti ti salutano e sono molto cortesi. Anche oggi ho avuto un pomeriggio a disposizione per rilassarmi. La stanchezza aumenta di giorno in giorno, non solo per me. Bastava infatti vedere la camera dell'Albergue: oggi pomeriggio tutti quanti erano riversi sui letti a fare la siesta. Il rifugio e' molto confortevole e accogliente, con un giardino interno con tanto di fontanella e vasca per immergere i piedi che pare proprio fatto al caso nostro.
Stasera stiamo organizzando una grande cena per 16 persone. Ormai qui siamo una grande famiglia. Si prevede una grigliatona di carne e patate fritte a nastro. Non so se si e' capito, ma abbiamo tutti voglia di mangiare un po' di porcate.
Poco fa e' saltata fuori una chitarra. E' del rifigista. Dopo cena si fara' una bella cantata fra noi italiani, con il sottoscritto alla chitarra. Naturalmente ci saranno anche gli amici francesi, tedeschi e spagnoli.

A proposito di spagnoli, l'altro ieri il gruppo di spagnoli con cui sono usvito sabato sera ha lasciato il Camino. Con Juan Carlos e Pedro ci siamo scambiati gli indirizzi email per stabilire degli scambi enologici. Loro mi manderanno una selezione di buoni vini di Spagna e io faro' altrettanto coi vini italiani. Ci siamo proprio incontrati eh..
Susana mi ha regalato un ventaglietto di carta fatto con le sue mani. Ma lei non e' ripartita, rimane sul Camino.

Un saluto dalla Castilla.

Diego

 
 
 

IO

 

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PAROLE...

"Todo pasa y todo queda,
pero lo nuestro es pasar,
pasar haciendo caminos,
caminos sobre el mar.

Nunca persequí la gloria,
ni dejar en la memoria
de los hombres mi canción;
yo amo los mundos sutiles,
ingrávidos y gentiles,
como pompas de jabón.

Me gusta verlos pintarse
de sol y grana, volar
bajo el cielo azul, temblar
súbitamente y quebrarse...

Nunca perseguí la gloria.

Caminante, son tus huellas
el camino, y nada mas;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
Al andar se hace camino,
y al volver la vista atras
se ve la senda que nunca
se ha de pisar.
Caminante, no hay camino,
sino estelas en la mar.
[Antonio Machado]

Tutto passa e tutto resta
ma il nostro destino è di passare
passare disegnando percorsi
percorsi sul mare.

Non ho mai rincorso la gloria,
nè voglio lasciare nella memoria
degli uomini la mia canzone;
io amo i mondi sottili,
in assenza di gravità e gentili,
simili a bolle di sapone.

Mi piace vederli mentre si dipingono
di sole e di rosso, volare
nel cielo azzurro, tremare
improvvisamente e svanire...

Non ho mai rincorso la gloria.

Viandante, sono le tue orme
il cammino e niente di più;
Viandante, non c’è una strada,
la si costruisce camminando.

Mentre vai si fa la strada
e voltandoti
vedrai il sentiero che mai
più calpesterai.
Viaggiatore,
non esiste una strada,
ma solo scie nel mare.


"Superba è la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l'anima si getta all'avventura".
[Alda Merini]

"Le case abbandonate sono come gli uomini. Alcuni tengono duro, altri crollano. Dolore e solitudine fanno cadere uomini e muri."
[Mauro Corona]

 

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Inviato da: Anonimo
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Ciao Die :) come stai? Come è iniziato questo nuovo...
Inviato da: Anonimo
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LO SO'E' DA MALEDUCATI SCRIVERE IN MAIUSCOLO,MA...
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