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Ispirazione. Bandiere ammainate. Suggestioni nolane

Post n°774 pubblicato il 26 Giugno 2014 da giuliosforza

Post 732

 

Poi dicono che l’ispirazione non esiste.

Ho l’intenzione di scrivere la storia della città di Roma nel medio evo. Occorre per questo lavoro, mi sembra, una ispirazione altissima, anzi, addirittura una commissione dello stessi Giove Capitolino. L’idea mi venne quando fui travolto dalla vista della città come si presenta dal ponte di San Bartolomeo all’Isola. Debbo intraprendere qualcosa di grande, che dia un contenuto alla mia vita. Misi a parte del mio piano il dottor Braun, segretario dell’Istituto archeologico. Divenne attento e poi disse: ‘E’ questo un tentativo che farà naufragare chiunque’.

Non Ferdinand Gregorovius.

*

E così siamo già all'ammaina bandiera. La plebe italica ripone il sacro drappo sotto la naftalina per ritrarnelo fra quattro anni.

Non perdono questo becerismo "sportivo" nemmeno ai più sprovveduti dal punto di vista culturale. Figuriamoci a dottori, a dottorissimi con tanto di patente non dico di illuminismo, non dico di agnosticismo, bensì di laicismo assoluto, di ateismo razionalistico che poi credono ai "gufaggi"  (l’accusa di gufaggio è stata rivolta a me incredulo, serissimamente,  da uno di tali dottorissimi  incazzato a morte) e strepitano e sacrano e si disperano fino alle lacrime per l'esito negativo di una partita di calcio. Credere per credere, fede per fede, non val la pena di appigionare la propria mente per qualcosa di meno indecente?

*

Nola. Tripudio di popolo per la festa di San Paolino e dei Gigli (manifestazione da quest'anno patrocinata dall'Unesco). Anche Bruno partecipa. L'ho visto scendere dalla statua che lo rappresenta nella Piazza a Lui intitolata e per una volta "ingaglioffarsi". Posso dunque ingaglioffarmi anch'io. Da ogni finestra un drappo e una bandiera bianca gialla rossa. Nostalgie borboniche?

*

Notte magica dalla terrazza dell'avvocato Paolino Fusco che festeggia il suo onomastico mentre dalla città che è tutta riversata per le strade illuminate a giorno e addobbate di mille colori salgono gli strepiti dell'infinito ditirambo che si danza da tutto un popolo invasato. Cicala risalta alla luce tenue della luna o esplode luminoso e policromo al chiarore dei fuochi che i nove comitati delle corporazioni lanciano al cielo a far concorrenza alle stelle, Cupole e gigli, somiglianti a missili su una rampa in attesa di lancio, posano nella semioscurità o improvvisamente s'avvivano emergendo fuggevoli come fuochi fatui dal ventre della Regina della Notte. Nola, Nola, città dell'Anima briaca che " fende i cieli e a l'infinito s'erge"!, Oh Furori Eroici, oh raptamento atteonico! La Sua Ombra non più corrucciata danza per le vie la Vita con la sua gente che il tempo edace consegna integra all'in-civiltà di un mondo che il Mistero, con tutti i suoi Iddii, ha disertato, di un tempo in cui "le ninfe hanno abbandonato i bei boschi dorati".

Alba chiarissima, Esco ad immergermi nella Festa infinita

*

Per chi intenda saperne di più, trascriverò nel prossimo post il resoconto che della festa dei gigli fece nel 1853 Ferdinand Gregorovius, ormai ben noto ai miei cinque lettori. Con alcune variazioni (l’orrenda amplificazione dei brani musicali  e dei canti suonati ed urlati dai vari complessi appollaiati sulla piattaforma della base dell’obelisco, uno per giglio; la processione, senza clero -e mi par giusto, datasi la connotazione pagana di tutta la manifestazione, nonostante la permanenza dei simboli cristiani lungo tutti i venticinque metri di altezza di cotali simboli fallici- per le vie ed i vicoli cittadini che dura dalle 16 del pomeriggio alle nove del giorno successivo, ed altri particolari meno significativi) il resoconto dello storico potrebbe valere tranquillamente per la manifestazione alla quale ho assistito. Come si evince dalla mie brevi comunicazioni su fb qui sopra riportate, esco dall’esperienza nolana positivamente frastornato, fermo restando che quel fracasso che chiamano musica meriterebbe di essere attenuato e reso alla primitiva naturalità, già essa, come annota Gregorovius, di per sé assordante senza amplificazione. E per ultimo, excusatio non petita, una bella differenza esiste tra il “barbaro” -Pindaro abita altrove- invasamento sportivo che ho denunciato e la “demonica” possessione di una folla che sembra “aver bevuto il ciceone” ed essere perciò stata ammessa alla cibelica’orghé: una sacralità eleusina traspira dal fragoroso cerimoniale dei gigli, un popolo unito danza coribanticamente, Paolino e Felice corifei, alle soglie del Mistero.   

 

____________

 

Chàirete Dàimones!

 

Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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