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Sogno. Mozart. Veuillot. Pasolini.Silone. Allgemeine Zeitung. Lulli e la Marsigliese. Viotti e Bizet

Post n°779 pubblicato il 09 Luglio 2014 da giuliosforza

Post 735

 

Ho sognato l'annuncio della mia morte: "Papà si è ridisciolto nel suo Tutto, cadendo in piedi come ha sempre desiderato. Non vestitevi di cordoglio ma d'allegrezza e lodate la Vita di cui egli fu indefesso, caparbio celebratore. Chàirete Dàimones!":.

Sono graditi pensieri e gesti apotropaici.

*

Chi si è perso ieri sera (Rai 5, 21,30-0.30) la Così fan tutte scaligera diretta da Baremboim si è privato di un grande piacere. Mozartiano assai tiepido e patito di musica romantica, soprattutto strumentale e sinfonica (Wagner è un caso a sé, in lui la voce umana entra di diritto e de plain-pied nel gioco sinfonico strumentale, risolvendosi in uno strumento fra strumenti essa stessa); per lo più nemico giurato di chi ha il vezzo di “modernizzare” regie e scenografie delle opere classiche (perché non dunque anche i testi, l’aspetto più insopportabile di un’opera per un raffinato orecchio modermo?), questa volta ho amato e goduto e Mozart e la sua freschezza (è nel pieno della sua maturità umana ed artistica, ha trentaquattro anni e prossimo alla morte) e la sua vena sbarazzina, ottimamente rese da una regia, una scenografia, una direzione  perfettamente ad esse adeguate. Applausi.

*

Louis Veuillot, “il fanatico e piccolo Voltaire delle tenebre” (Gregorovius). Rileggere Les libres penseurs e Odeurs de Paris. Anche se è un papista fondamentalista insopportabile il suo stile pamphlettistico, acuminato come uno stilo, è notevole e piacevole. Per via di esso molto gli è perdonato.

*

Leggo che Pasolini si dichiarava razionalmente ateo e anticlericale,  ma puntualizzando: «..io so che in me ci sono duemila anni di cristianesimo: io con i miei avi ho costruito le chiese romaniche, e poi le chiese gotiche, e poi le chiese barocche: esse sono nel mio patrimonio, nel contenuto e nello stile.».

Oggi si direbbe nel mio DNA

Mi piace molto questo aspetto dell’ancor discusso personaggio. Come mi piace quello di Silone, che si definiva “cristiano senza chiesa, socialista senza partito”. In ambedue in qualche modo mi riconosco.

 

*

Lasciato Liszt alla sua quiete tiburtina, occupiamoci di una fuga di notizie vaticane che fece scalpore ben più di quanto ne abbiano fatto le recenti assai simili vicende d’Oltretevere. concause non ultime delle clamorose (esse sì rivoluzionarie) dimissioni di Papa Ratzinger.

Annota Gregorovius il 14 febbraio 1870 (l’anno, si ricordi, oltre che di Porta Pia, della proclamazione del dogma della infallibilità):

 

“L’Allgemeine Zeitung è venuta in possesso di documenti fra i quali si trovavano gli indirizzi pro et contra infallibilitatem e ciò è avvenuto prima che il papa ne prendesse conoscenza, cosa che l’ha irritato moltissimo. Ricercano qui il traditore ed anche l’autore degli ottimi articoli riguardanti il Concilio, pubblicati dalla Allgemeine Zeitung. E’ stato espulso il professore Friedrichs, un sacerdote di Monaco, teologo del cardinale Hohenlohe” (il protettore di Liszt),” e quest’ultimo sarebbe caduto in disgrazia presso il Papa. Ciò è possibile per il solo sospetto fatto sorgere dal suo fratello a Monaco. Molti corrispondenti sono stati espulsi; il dottor Dressel è stato citato, accusato come autore degli articoli e minacciato d’esilio, cosa che annienterebbe quest’uomo quasi cieco. Egli è il corrispondente giornaliero (assai innocuo) della Allgemeine Zeitung. Mi fece sapere questo ed ho perciò parlato con la principessa Wittgenstein e con Liszt –ma Tauffkirchen mi ha detto che la faccenda era stata sistemata.”.

(Una curiosità.

In quegli anni, precisamente dal 1882 all’87, l’epoca del Kulturkamps birmarckiano, sarebbe stato inviato nunzio apostolico in Baviera un cardinale vivarese, Angelo di Pietro, i cui resti, a 101 anni dalla morte, si pensa di traslare al suo e nostro natio borgo selvaggio. L’azione diplomatica del porporato, svoltasi oltre che a Monaco, in vari paesi del sud America e in Spagna, fu al tempo molto apprezzata e, nel conclave da cui sarebbe uscito eletto Pio X, gli meritò molti voti).

*

Primissima alba del 29 giugno.

Sveglia alle tre.

Dopo un breve riappisolamento in cui sogno una strana casa di tolleranza -le ospiti sono anziane pie donne- due ore di godimento: film di Brusati, Dimenticare Venezia, del 1979. Trovo il film, che ebbe una nomina per l’Oscar dell’80, ben costruito e ben recitato da una Melato ed una Giorgi giovanili assai credibili e da un Erland  Josephson, l’attore preferito di Bergmann, e da una Nerina Monagnani molto ben calati nel loro ruolo. Mi levo riposato.

*

Apprendo in radio da Guido Rimonda, il vioninista saluzzese fresco di registrazione dell’ opera omnia del virtuoso, compositore ed impresario piemontese coetaneo di Mozart Giambattista Viotti (attivo in Francia ed in tutta Europa tra il 1755 ed il 1824),  che la Marsigliese, nel 1892 adattata da Rouget de L’Isle ad inno dei rivoluzionari, altro non  è che il tema del Tema con variazioni in do maggiore dello stesso Viotti. Definitivamente lo dimostra il manoscritto dal Rimonda stesso rinvenuto nel corso delle sua ricerche, che è del 1781. Controllo in youtube e trovo tutto alla lettera (pardon alla…nota) vero. Ed improvvisamente ricordo che già in gioventù ne avevo avuto notizia.  

Piemontese il Viotti, di origine italiana Napoleone: Non può proprio dirsi che  il contributo italiano alla più grande rivoluzione della storia sia stato di piccolo conto.

In mancanza di una nostra rivoluzione (siamo il popolo più pecoresco della storia), a meno che tale non voglia considerarsi quella fascista abortita, possiamo dunque andarne fieri. Non è una consolazione da poco e si contenti chi può. 

*

Altra curiosità musicale.

Anche la famosa marcia dell’Arlesienne,  che ascolto in rai, secondo movimento delle musiche di scena di Bizet per l’omonima pièce di Alphonse Daudet (quello col quale tanto se la prende il neoconvertito fondamentalista Verlaine) è la ritrascrizione orchestrale che della ritrascrizione dell’antica Marche des Rois, o Marche de Touraine (motivo natalizio tradizionale provenzale) aveva fatto il fiorentino Lulli trapiantato in Francia come musicista alla corte del Re Sole. Io a mia volta ne posseggo una riduzione per organo od harmonium, dal titolo Antica marcia di Turenna (italianizzazione di Touraine, la regione di Tours), contenuta in una raccolta di melodie celebri curate mensilmente da Francesco Molfetta e per me raccolte in volume preziosamente rilegato da due miei ex alunni genovesi, Massimo Rivara e Gianni Dassio, come dono augurale per il Natale  1955.

Corro a risuonarla ed a …ricommuovermi.

 

_____________

 

Chàirete Dàimones!

 

Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)

 

 
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giuliosforza
giuliosforza il 16/07/14 alle 08:50 via WEB
Grazie a Lei Thirsenos!Che anche con Lei sia la Vita, "dono grande e terribile del Dio"!
 
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