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GRILLINI: FINI HA RAGIONE, RESPONSABILITà DELLA CHIESA

Post n°498 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da diversity84
Foto di diversity84


GRILLINI: FINI HA RAGIONE, RESPONSABILITà DELLA CHIESA CATTOLICA NELLE LEGGI RAZZIALI



Come ha detto giustamente Fini la chiesa cattolica non solo non si
oppose alle leggi razziali, ma nel '43 addirittura ne chiese il
mantenimento con l'abrogazione limitatamente agli ebrei convertiti al
cattolicesimo.

Solo l'armistizio firmato nel settembre 43 impose allo stato italiano la completa abrogazione delle leggi razziali antiebraiche.

L'opposizione
vera e propria all'abrogazione delle leggi razziali da parte della
chiesa cattolica dopo la caduta di Mussolini rappresenta una delle
pagine più nere della chiesa cattolica stessa. Stupisce che su questa
pagina obrobriosa della politica estera del Vaticano durante la guerra
sia calato nel dopoguerra un silenzio complice e sospetto.

La
storia completa della richiesta vaticana di non abrogare le leggi
razziali è stata raccontata con dovizia di particolari sul numero 120
del mensile "Critica Liberale" ed è reperibile al sito www.grillini.it
e al sito della comunità ebraica di Milano all'indirizzo web
http://www.comunitaebraica-mi.it/article.php?section=prima_di_tutto&id=135.

Nel
ventennio fascista la chiesa cattolica si alleò col regime dittatoriale
e da questa alleanza trasse numerosi e duraturi benefici nonchè
privilegi che durano tutt'oggi. Non c'è mai stata autocritica nei
decenni successivi da parte della chiesa cattolica per l'appoggio dato
al regime fascista e per le prebende che il regime elargiva al Vaticano
per il suo silenzio e la sua condiscendenza verso il regime stesso, a
partire dai famigerati "patti lateranensi" tuttora in largamente in
vigore. Infine la chiesa cattolica non si oppose al principio delle
leggi razziali.

Franco Grillini

Presidente di Gaynet

Associazione Omosessuale d'Informazione

---

Le “discriminazioni soavi” che piacciono al Vaticano: ieri e oggi

La
rivista “Critica liberale” apre il suo prossimo numero con un
editoriale che paragona l’atteggiamento della Chiesa cattolica di ieri
nei confronti degli ebrei a quello di oggi verso i gay.







TESTO



Dal
numero 120 di “Critica liberale”, attualmente in distribuzione,
anticipiamo l’editoriale di Felice Mill Colorni dedicato alla storica
propensione della Chiesa cattolica alla discriminazione “amichevole”
delle minoranze: solo fino a pochi anni fa gli ebrei, oggi gli
omosessuali.







“Critica liberale” è la
storica rivista della sinistra liberale in Italia, fondata nel 1967,
organo della fondazione che porta lo stesso nome. A più riprese, in
cinque serie, la rivista ha dato voce a quella sinistra che si rifà al
filo rosso di pensiero laico che va da Gobetti a Rosselli, da Salvemini
a Ernesto Rossi, da Einaudi al “Mondo” di Pannunzio, dagli “azionisti”
a Bobbio.



Ogni dieci giorni circa la fondazione invia
gratuitamente per email a tutti coloro che ne fanno richiesta una
newsletter, “Radiolondra”, che non comprende i testi della rivista, ma
che vuole essere il filo che unisce tutti i nostri simpatizzanti in un
momento politico assai preoccupante per la nostra democrazia.



Per
informazioni, www.criticaliberale.it , email info@criticaliberale.it ;
l’indirizzo della redazione è via delle Carrozze 19, 00187 Roma.



L’abbonamento
annuale alla rivista costa 30 euro (estero 60 euro), da versare sul
c.c.p. n. 11639705, intestato a Edizioni Dedalo srl, casella postale
BA/19, 70123 Bari, o tramite bonifico bancario su: IT22 Q 01010 04015
100000015412. Pagamenti con carta di credito possono anche essere
effettuati per telefono, allo 080 5311413.







Discriminazioni soavi






Nei giorni immediatamente successivi al 25 luglio 1943 il governo
Badoglio procedeva allo smantellamento di gran parte delle leggi e
delle strutture portanti del regime fascista. Si salvarono però le
leggi di discriminazione razziale contro gli ebrei. Omissione
stupefacente, dato che la politica antisemita del fascismo non era mai
stata altrettanto popolare né aveva goduto dello stesso consenso di
massa di cui aveva fruito il regime negli “anni del consenso”.



La
principale ragione di quell’omissione è ampiamente nota agli storici,
ma non all’opinione pubblica anche qualificata ed informata,
quell’opinione pubblica cui, esibendo un analfabetismo civile che sfida
il grottesco, la maggior parte dei giornalisti e dei politici italiani
vorrebbe far credere che la Chiesa cattolica sia stata per secoli
antesignana e paladina dell’affermazione dei diritti umani e della
“dignità della persona umana”, anche indipendentemente dalle
appartenenze religiose.



La mancata tempestiva
abrogazione delle leggi razziali fu dovuta principalmente
all’intervento del Vaticano, tramite il padre Pietro Tacchi Venturi,
uno dei più eminenti gesuiti del tempo, già grande tessitore della
“conciliazione” fra Papato e Italia fascista, e intellettuale cattolico
così autorevole e qualificato da essere stato imposto a Gentile nella
redazione dell’Enciclopedia italiana come ufficioso controllore e
supervisore cattolico.



Nella sua veste di rappresentante non ufficiale del Vaticano presso il governo italiano, il 10 agosto 1943 Tacchi Venturi
[Questa la ricostruzione di David I. Kertzer, I papi contro gli ebrei.
Il ruolo del Vaticano nell'ascesa dell’anti-semitismo moderno, Rizzoli,
pp. 302ss., corsivo mio; ma l’episodio non è controverso].




In conseguenza di questo passo della Santa Sede, le leggi razziali
fasciste contro gli ebrei non furono abrogate per un atto di volontà
autonoma dello Stato italiano all’indomani della caduta del fascismo,
ma solo più tardi, e in esecuzione di una clausola dell’armistizio
dell’8 settembre imposta all’Italia dagli alleati angloamericani.



I cui faceva riferimento Tacchi Venturi nella sua lettera, venivano da lontano. Come scrive lo storico Giovanni Miccoli,
[Giovanni Miccoli, I dilemmi e i silenzi di Pio XII. Vaticano, Seconda
guerra mondiale e Shoah, Milano, Rizzoli, 2000, corsivo mio].


In un libro di sei anni fa, che non ha avuto la risonanza che avrebbe
meritato, Ruggero Taradel e Barbara Raggi hanno ricostruito questo
coerente e ininterrotto atteggiamento della Chiesa cattolica ufficiale
attraverso la vicenda di un secolo di storia di quell’organo ufficioso
della Santa Sede che era ed è la “Civiltà cattolica” [La segregazione
amichevole. “La Civiltà Cattolica” e la questione ebraica 1850-1945,
Roma, Editori Riuniti, 2000].

“Segregazione amichevole”,
discriminazione “soave” (come allora scrivevano i padri gesuiti) e
senza più persecuzione, riproposizione di pregiudizi e stereotipi
secolari anche se questi possono essere presi a pretesto per attacchi
violenti o per istigazione all’odio sociale da parte di imprenditori
politici razzisti e populisti, contemporaneo e un po’ ipocrita
riconoscimento della necessità di rispettare (e tutelare dalla violenza
così stimolata) individui ancora oggetto di pregiudizi diffusi, purché
non pretendano però parità di diritti: tutto questo ricorda qualcosa di
maggiormente legato all’attualità?

Quel che non si fa più con
gli ebrei è esattamente quel che la Chiesa cattolica e i politici a lei
maggiormente asserviti dicono, propongono e interdicono oggi per gli
omosessuali.

Gli italiani vivono, da anni, sotto una campana
mediatica che fa loro apparire normale quel che in una democrazia
liberale normale non è. E come tutti i popoli che hanno vissuto
esperienze analoghe, non si accorgono di ragionare secondo quel che la
campana suggerisce. L’Italia è ormai, con Austria e Irlanda, il solo
paese dell’Europa occidentale a non garantire alcuna tutela giuridica
alle coppie gay. E perfino una proposta ultramoderata e ben lontana dal
riconoscere la parità di diritti, come quella del pacs, è motivo di
opposizioni isteriche, e di “amarezza” anche nel centrosinistra.

Anche
a voler essere indulgenti con chi deve fare i conti con il peso di una
storia millenaria, che differenza concettuale c’è fra la
discriminazione sulla base della “razza” e la discriminazione sulla
base di altre caratteristiche ascritte dell’identità individuale?



Felice Mill Colorni


di
comunicato stampa

 
 
 
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Cesar Tripp, La questione omosessuale.

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Daniela Danna, Matrimonio africano.

Daniela Danna, Matrimonio omosessuale.

Giovanni Dall'Orto, Manuale per coppie diverse.

Giovanni Paolo II, Le unioni omosessuali non sono una realtà coniugale, in "La Famiglia".

Alicata, Cristiana "Quattro", Edizioni il Dito e La Luna, Milano 2006. Romanzo, storia di una famiglia omogenitoriale raccontata da uno dei figli.

Bonaccorso, Monica, Mamme e papà omosessuali, Editori Riuniti.

Bottino, Margherita e Daniela Danna, La gaia famiglia. Che cos'è l'omogenitorialità, Asterios.

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