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ISLANDA. UNA PREMIER LESBICA PER USCIRE DALLA CRISI

Post n°579 pubblicato il 30 Gennaio 2009 da diversity84
Foto di diversity84

Biondissima, 66 anni, ex hostess della Loftleideir Airlines (oggi Icelandair), socialdemocratica ed ex ministro degli Affari sociali. Johanna Sigurdardottir ha un curriculum politico di tutto rispetto e per questo il 73% degli elettori islandesi gli tributano una fiducia incondizionata. L'Islanda che vuole uscire dalla crisi si mette nelle sue mani. Nominata due giorni fa a capo del governo transitorio, traghetterà la coalizione fino alle prossime elezioni anticipate, che si terranno con ogni probabilità in primavera. La signora Sigurdardottir ha, però, anche un'altra particolarità. Donna sicuramente poliedrica, nella sua vita ha fatto praticamente di tutto. Si è sposata, ha avuto due figli, poi ha divorziato e infine si è risposata. Anche qui, nulla da stupirsi, se non fosse che il secondo "marito" di Johanna è in realtà una moglie, la giornalista e scrittrice Jonina Leosdottir, con la quale è convolata a nozze nel 2002. Johanna è quindi la prima premier al mondo ufficialmente gay.

Ma la cosa sembra solleticare più le pruderie esterne che non l'attenzione degli abitanti di Reykjavik. Popolo riservato, quello islandese. 320mila anime in una terra sconfinata. Johanna in Islanda la conoscono tutti e la apprezzano per quello che ha dimostrato in questi anni di attività politica, per le sue battaglie e per la sua tenacia, anche quando è entrata in conflitto col suo partito e non è rimasta in silenzio. La sua vita privata e le sue vicende sentimentali interessano poco e niente agli islandesi, che invece da lei si attendono che diventi il faro che li condurrà fuori dalla crisi più terribile cha l'Islanda abbia mai attraversato.

A ottobre dello scorso anno, il sistema bancario islandese è drammaticamente collassato. Da allora, le piazze di Reykjavik, solitamente tranquille, si sono riempite contro il governo, accusato di aver condotto il paese verso il baratro. I Verdi-Sinistra hanno cominciato a premere per le elezioni anticipate. La coalizione dei conservatori e dei socialdemocratici è stata travolta e dissanguata dalla perdita dei consensi. Solo una personalità ha continuato a godere della stima della maggioranza degli islandesi: Johanna Sigurdardottir. Potrebbe essere lei, quindi, a portare il paese e la coalizione fuori dall'impasse.

Diversi anni fa, l'Islanda scelse di fondare la propria economia sulle banche. I governi decisero di deregolamentare e privatizzare in maniera selvaggia l'intero settore, che crebbe 10 volte più del sistema economico del Paese. All'epoca il motto era: «saremo come il Lussemburgo e la Svizzera». L'ottimismo di quegli anni però chiudeva gli occhi di fronte a un punto cruciale, che si sarebbe poi rivelato fatale per l'economia islandese: l'Islanda non è come il Lussemburgo e la Svizzera, perché i sistemi bancari di questi due paesi si fondano sulle solide basi di un'esperienza secolare. Le banche islandesi, invece, hanno appena qualche decennio, come avrebbero mai potuto fronteggiare il meltdown globale?

Così, alle prime avvisaglie di crisi le strutture finanziarie hanno cominciato a sbriciolarsi, trascinando il sistema produttivo con sé. Il governo in questo è stato sempre «complice», laddove non ha tenuto sotto controllo - come era doveroso fare - l'attività bancaria. In sostanza, gli islandesi hanno accusato le banche di aver corso rischi eccessivi e di aver agevolato un management inadeguato e improvvisato e, last but not least, si sono scagliati contro il governo colpevole di essere stato lassista nelle operazioni di supervisione e controllo. I politici, in realtà, hanno stretto i denti e provato a resistere, confidando nel motto del Paese che recita «thetta reddast!», un ottimistico: «alla fine tutto andrà bene». Ma la fine è arrivata e non è andato tutto bene. Il governo ha rassegnato le dimissioni e ora la nuova premier gay cercherà di ridare all'Islanda una speranza. Niente male per il paese del ghiaccio che, ricordiamolo, è però anche il paese dei geyser, sorgenti di acque bollenti...


 


di Il Riformista

 
 
 
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Giovanni Paolo II, Le unioni omosessuali non sono una realtà coniugale, in "La Famiglia".

Alicata, Cristiana "Quattro", Edizioni il Dito e La Luna, Milano 2006. Romanzo, storia di una famiglia omogenitoriale raccontata da uno dei figli.

Bonaccorso, Monica, Mamme e papà omosessuali, Editori Riuniti.

Bottino, Margherita e Daniela Danna, La gaia famiglia. Che cos'è l'omogenitorialità, Asterios.

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