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VENEZIA. TOM FORD REGISTA IN CONCORSO CON IL SUO FILM GAY

Post n°702 pubblicato il 12 Agosto 2009 da diversity84
Foto di diversity84

Lo stilista più glamorous torna il passerella ma questa volta per presentare «A single man»

 

VENEZIA. Sarà uno degli eventi della prossima Mostra del cinema. Perché il film fa parte della Selezione Ufficiale ma anche e soprattutto grazie al suo regista e produttore. Il bello e creativo Tom Ford firma infatti A single man, lungometraggio che esordirà al Lido e che gli consentirà di percorrere un’altra memorabile e trionfale passerella, dopo quelle della moda.

Dal catwalk al red carpet: il texano ex YSL, che rilanciò la griffe Gucci facendone un must in tutto il mondo e che da qualche anno si è “messo in proprio”, sfilerà in carne, ossa e tuxedo per esercitare il suo fascino fuori e dentro il Palazzo del Cinema. E c’è da giurare che ad aspettarlo troverà anche più fans dei divi e delle dive di Hollywood attesi a Venezia. Il bel Tom, però, noto perfezionista, è uno che prende molto sul serio anche questo nuovo mestiere nel cinema e dunque è facile prevedere che vorrà “concedersi” solo o quasi sull’argomento. Ancora non è dato sapere se Ford, egocentrico per sua stessa ammissione, punti direttamente al Leone d’Oro, per il momento ha diplomaticamente dichiarato di considerare «un grande onore» il fatto che A single man sia entrato a far parte della competizione ufficiale della Mostra.

Il top fashion designer, gay dichiarato, affronta l’argomento omosessualità anche nel suo film d’esordio, tratto dal racconto omonimo di Christopher Isherwood (considerato una pietra miliare della causa gay), di cui non soltanto è regista e produttore ma è anche co-sceneggiatore. Ambientato a Los Angeles nel 1962 (forse non a caso è lo stesso anno di nascita di Tom Ford), al culmine della crisi dei missili con Cuba, A single man è la storia di George, un professore di college che si trova a dover affrontare la morte di Jim, il suo partner di una vita, a causa di un incidente stradale e a gestire l’ambiguo rapporto con il suo giovane alunno Kenny.

«La storia è il romantico racconto di un amore interrotto - fa sapere la casa di produzione di Ford, Fade to Black (dissolvenza al nero) -, l’isolamento che è parte della condizione umana, e, infine, l’importanza di quelli che sembrano piccoli momenti nella vita». E, a scanso di equivoci, il regista Tom Ford si è affrettato a dichiarare: «Il pubblico sarà sorpreso perché non c’è sesso nel film, ci sono alcuni baci, peraltro molto casti, e questo è tutto». Quanto alla sua esperienza di regista, commenta: «E’ stupefacente trovarsi in una stanza piena di attori che si muovono, indossano vestiti e si cambiano di conseguenza a quello che questa mattina, mentre ero comodamente seduto sul mio letto, ho stabilito che debbano fare. Dirigere la vita, la morte e persino l’abbigliamento di tutta questa gente ti mette in un’incredibile posizione di controllo».

A single man racconta una giornata del professore, dal suo risveglio a quando va a coricarsi. E’ una pellicola a basso budget, girata in 21 giorni a Los Angeles. Protagonisti sono Colin Firth (il prof), Julianne Moore (la sua amica), Matthew Goode (l’amante) e Nicholas Hoult (lo studente).

(Giorgia Taffarelli)

 
 
 

GERMANIA, ARRIVA IL MATRIMONIO GAY

Post n°701 pubblicato il 12 Agosto 2009 da diversity84
Foto di diversity84

Ritirato il ricorso della Baviera contro il rafforzamento dei diritti delle coppie gay

 

BERLINO — L’ultimo ostacolo per la graduale equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio è crollato all’improvviso, nel bel mezzo del «Sommerloch», il vuoto estivo di notizie che come ogni anno lascia la Germania a crogiolarsi piacevolmente sotto il sole d’agosto. La notizia ha colto tutti di sorpresa: il governo bavarese, il più cattolico tra i Länder tedeschi, ha ritirato il ricorso alla Corte costituzionale federale contro il rafforzamento dei diritti delle coppie gay e lesbiche, stabilito da una legge del 2005.

Nessuna spiegazione, nessun comunicato ufficiale a motivare la marcia indietro: l’anticipazione, comparsa ieri sulla prima pagina della Süddeutsche Zeitung , è stata poi confermata dal ministro bavarese della Giustizia, la cristianosociale Beate Merk: il Land non ha più obiezioni contro la cosiddetta Stiefkind- Adoption , la possibilità di adottare i figli naturali del partner, anche quando la coppia sia composta da persone dello stesso sesso. Un passaggio contenuto nella legge federale, cui il governo di Monaco si era pervicacemente opposto. Ora, con un atto depositato l’8 luglio (ma emerso solo oggi), il via libera. E chissà se, come scrive la Süddeutsche , è una pura coincidenza il fatto che proprio a inizio luglio siano stati resi noti due studi — effettuati dall’Istituto sulla famiglia dell’università di Bamberg e da quello di Pedagogia infantile, a Monaco — concordi nello stabilire come non vi sia alcuna differenza nello sviluppo dei bambini cresciuti in coppie tradizionali o nelle Regenbogenfamilien, le «famiglie arcobaleno»: ad essere fondamentali sono le attenzioni ricevute, non l’orientamento sessuale dei genitori. La Csu aveva polemizzato con le due ricerche, ma a quanto pare il loro contenuto ha colpito nel segno. Anche perché — a detta degli esperti del partito e della Fdp, suo partner di governo — il ricorso non aveva possibilità di successo; le manovre affini tentate dalla Baviera e dalla Sassonia erano già fallite miseramente.

Esulta la Fdp, a favore di un allargamento dei diritti di gay e lesbiche: «Abbiamo aiutato la Csu a sbarcare nel 21˚ secolo», dichiara la presidente liberaldemocratica Sabine Leutheusser- Schnarrenberger. Esultano anche i media di entrambi gli schieramenti: per la Berliner Zeitung,

il principale quotidiano berlinese, di centrosinistra, il governo bavarese «è finalmente entrato nella società tedesca, che da molto tempo ha fatto pace con l’omosessualità »; per il liberalconservatore Frankfurter Rundschau , «una famiglia ha bisogno di bambini e genitori — e questi possono esistere anche in una famiglia arcobaleno ». Da parte sua, la ministra Merk mette le mani avanti: Stiefkind-Adoption sì, ma nessuna apertura globale sul fronte adozione extrafamiliare. «Continuerò a difendere il matrimonio e la famiglia contro ogni graduale equiparazione ». In Germania sono 2.200 i bimbi allevati da «famiglie arcobaleno», in maggioranza composte da due donne.

Gabriela Jacomella

 
 
 

MATRIMONI GAY ALLA CONSULTA, DOPO VENEZIA ANCHE TRENTO

Post n°700 pubblicato il 07 Agosto 2009 da diversity84
Foto di diversity84

Avvenire: Nuovo pesante attacco alla centralità della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna

 

«Dopo il Tribunale di Venezia anche quello di Trento considera fondate le ragioni delle coppie gay che chiedono di accedere all'istituto del matrimonio e per questo ha deciso il rinvio alla Corte Costiuzionale». Lo ha affermato ieri il segretario dell'Associazione Radicale «Certi Diritti» Sergio Rovasio considerando questo passo «una grande vittoria per tutto il movimento lgbt italiano». «Due coppie gay di Trento, una composta da due donne e l'altra da due uomini - ha spiegato Rovasio - si erano viste negare dal comune di Trento le pubblicazioni matrimoniali e per questo avevano fatto ricorso al Tribunale. Il giudice di primo grado aveva dato alle due coppie un parere negativo e per questo l'avvocato Alexander Schuster aveva presentato ricorso, il 9 luglio scorso, davanti alla Corte d'Appello di Trento. La memoria difensiva era incentrata sul fatto che il matrimonio civile deve essere un diritto garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro orientamento sessuale». «Dopo il Tribunale di Venezia - ha sottolineato Rovasio - anche quello di Trento considera fondate le ragioni delle coppie gay che chiedono di accedere all'istituto del matrimonio e per questo ha deciso il rinvio alla Corte Costiuzionale. Consideriamo questo passo una grande vittoria per tutto il movimento lgbt italiano».

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da: Avvenire

Nuovo pesante attacco alla centralità della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna.

Dopo il tribunale di Venezia, infatti anche la Corte d’appello di Trento si è rivolta alla Corte Costituzionale in merito ai matrimoni tra omosessuali. Protagonisti della vicenda, due coppie gay di Trento (una composta da due donne, l’altra da due uomini) che «si erano viste negare dal Comune di Trento le pubblicazioni matrimoniali e per questo avevano fatto ricorso al Tribunale», ha spiegato Sergio Rovasio, segretario dell’associazione radicale Certi Diritti. Il Giudice di primo grado aveva dato alle due coppie un parere negativo e per questo l’avvocato Alexander Schuster aveva presentato ricorso, il 9 luglio scorso, davanti alla Corte d’Appello di Trento. «La memoria difensiva – ha spiegato Rovasio – era incentrata sul fatto che il matrimonio civile deve essere un diritto garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro orientamento sessuale». La Corte d’appello, il 2 agosto scorso, ha dunque inviato gli atti alla Corte Costituzionale. Nella loro ordinanza, i giudici trentini affermano sorprendentemente che «si tratta di questione rilevante e non manifestamente infondata. Non vi è dubbio infatti che rispetto all’epoca in cui sono state incardinate le norme disciplinanti il matrimonio si è verificata un’inarrestabile trasformazione della società e dei costumi che ha portato al superamento del monopolio del modello di famiglia tradizionale – sono parole dei magistrati – ed al contestuale sorgere di forme diverse di convivenza che chiedono di essere tutelate e disciplinate». Il 3 aprile scorso un’analoga decisione.

Una coppia omosessuale veneziana si era vista negare le pubblicazioni di matrimonio dall’ufficiale di stato civile e aveva fatto ricorso. E il Tribunale di Venezia aveva deciso di sollevare, davanti alla Consulta, la questione di legittimità degli articoli del codice civile che non consentono le nozze tra omosessuali. Una decisione, quella di Trento, che arriva nello stesso giorno in cui i lavoratori del portale della comunità gay “www.gay.it” hanno trovato i muri della loro sede imbrattate da minacce («Gli uffici bruceranno e voi morirete tutti oggi»), svastiche e insulti vergati con vernice spray. L’episodio è avvenuto ieri mattina a Ospitaletto, nella zona artigianale di Pisa. «Ho il timore, spero infondato – ha dichiarato Daniele Nardini, uno dei responsabili del sito internet – che questo atto sia da ricollegarsi con l’annuncio dei festeggiamenti che faremo a Torre del Lago, venerdì prossimo». Il portale www.gay.it registra mensilmente, in media, 700 mila contatti e nella sede di Ospedaletto lavorano circa 15 persone. Sulla vicenda indaga la Digos.

 

di Il Manifesto

 
 
 

ALMODOVAR AL PAPA: "ESCA DAL VATICANO PER CAPIRE LA FAMIGLIA"

Post n°699 pubblicato il 07 Agosto 2009 da diversity84
Foto di diversity84

"Non importa se il gruppo è formato da genitori separati, travestiti, transessuali o monache malate di Aids"

 

La Chiesa cattolica ha una concezione superata della famiglia: è l'accusa del regista spagnolo Pedro Almodovar che, in un'intervista al quotidiano tedesco 'Die Zeit', consiglia a Papa Benedetto XVI di "farsi una passeggiata fuori dal Vaticano".

"E' totalmente pazzesco non riconoscere come vivono milioni di persone", afferma l'autore, tra l'altro, di 'Donne sull'orlo di una crisi di nervi' e 'Tutto su mia madre'. "Perché il Papa non si fa una passeggiata fuori dal Vaticano per andare a vedere com'è fatta oggi una famiglia?".

Almodovar, a quanto riportato da un comunicato della 'Zeit', rivendica che le famiglie rappresentate nei suoi film sono più reali della "variante cattolica". "Da oltre vent'anni faccio film nei quali la famiglia è un gruppo di persone, al centro del quale c'è un piccolo essere di cui tutti si occupano".

In questo contesto, "non importa se il gruppo è formato da genitori separati, travestiti, transessuali o monache malate di Aids". Almodovar è in Germania per presentare il suo nuovo film 'Los abrazos rotos' (Gli abbracci rotti).

Pedro Almodovar, in dichiarazioni alla rivista tedesca Die Zeit, ha esortato Papa Benedetto XVI a riconoscere che la famiglia può essere costituita anche da "separati, travestiti, transessuali" come avviene nei suoi film.



Nel presentarlo come "un consiglio per il Papa", la rivista Die Zeit cita il regista spagnolo tra l'altro con la frase: "Perché il papa non si fa una semplice passeggiata fuori dal Vaticano e guarda cos'è oggi una famiglia? E' del tutto folle non riconoscere come vivono oggi milioni e milioni di persone. le mie famiglie - ha aggiunto Almodovar secondo un'anticipazione diffusa oggi - sono più reali di quelle del Papa perché vivono non in base a qualche dogma ma ai compromessi dell'esistenza".

 

di Corriere del Trentino

 
 
 

DECODIFICATO L'INTERO GENOMA DELL'HIV

Post n°698 pubblicato il 07 Agosto 2009 da diversity84
Foto di diversity84

La scoperta potrebbe accelerare lo sviluppo di farmaci antivirali

 

Per la prima volta è stata decodificata la struttura dell’intero genoma del virus Hiv 1, responsabile, come il virus Hiv 2, della sindrome dell’Aids. Il risultato, che si è guadagnato la copertina del nuovo numero di Nature, si deve a un gruppo di ricerca americano coordinato da Kevin Weeks dell’università della North Carolina e, secondo gli autori, apre la strada ad ulteriori ricerche che potrebbero accelerare lo sviluppo di farmaci antivirali.



Avere a disposizione la mappa del Dna di questo virus ha grandi implicazioni per la comprensione delle strategie che il virus mette in campo per infettare le persone. Il virus Hiv si suddivide nei due ceppi Hiv 1 e Hiv 2: il primo è più diffuso e localizzato prevalentemente in Europa, America e Africa centrale, il secondo è localizzato soprattutto in Africa e Asia. Questo virus, spiegano gli autori, trasporta le sue informazioni genetiche attraverso un singolo filamento di Rna anzichè i due filamenti del Dna. L’informazione codificata nel Dna è quasi per intero nella sequenza dei suoi blocchetti di costruzione, chiamati nucleotidi. Ma l’informazione codificata nell’Rna è più complessa: l’Rna è abile a piegarsi in strutture più intricate e tridimensionali che si creano quando l’Rna si ripiega su se stesso come se fosse un nastro.



Kevin Weeks e i colleghi hanno usato una tecnologia di analisi dell’Rna chiamata Shape per decodificare l’intera struttura del genoma del virus a livello di un singolo nucleotide. Come sospettato, la composizione dei nucleotidi influenza la produzione delle proteine, ma il team ha anche mostrato che le strutture dell’Rna influenzano molti passaggi nel ciclo infettivo dell’Hiv: come per esempio la traslazione e il ripiegamento delle proteine.



Lo studio ha numerose implicazioni, sia per sviluppare nuovi farmaci sia «per comprendere - sottolinea Weeks - altri ruoli nel genoma dell’Rna che sono importanti per il ciclo di vita di questi virus». Non solo: grazie alla decodifica, gli scienziati guidati da Weeks hanno cominciato anche a comprendere quali sono i trucchi che il genoma usa per aiutare il virus a non essere individuato nel corpo umano.

 

di la Stampa

 
 
 

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Scritto sul corpo - Jeanette Winterson

Rosario Capaldo - Cieli sporchi

Franco Grillini - Ecce Omo

Oliviero Toscani; Jack Lang. Gay Pride: history.

Massimo Consoli; Maria Cristina Gramolini. Independence gay: alle origini del Gay pride.

Ginevra Brandi; Donne.

Julie Anne Peters; Tra mamma e Jo.

Rosanna Fiocchetto, L'amante celeste - La distruzione scientifica della lesbica.

Cesar Tripp, La questione omosessuale.

Stefano Bolognini, Breve storia del matrimonio gay.

Daniela Danna, Matrimonio africano.

Daniela Danna, Matrimonio omosessuale.

Giovanni Dall'Orto, Manuale per coppie diverse.

Giovanni Paolo II, Le unioni omosessuali non sono una realtà coniugale, in "La Famiglia".

Alicata, Cristiana "Quattro", Edizioni il Dito e La Luna, Milano 2006. Romanzo, storia di una famiglia omogenitoriale raccontata da uno dei figli.

Bonaccorso, Monica, Mamme e papà omosessuali, Editori Riuniti.

Bottino, Margherita e Daniela Danna, La gaia famiglia. Che cos'è l'omogenitorialità, Asterios.

Danna, Daniela, Io ho una bella figlia. Le madri lesbiche raccontano, Zoe, Forlì 1998.

 

 

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