Trent'anni, si diceva.
Da quasi una settimana. E ci sono le prove, non è che posso far finta di no.
Ci sono una serie di testimonianze inoppugnabili a garantire per le mie 30 primavere.
Per esempio, ho visto tutte le puntate di Magnum P.I., McGyver e Supercar. Persino un paio di episodi dei ragazzi della terza C ma sono cresciuta intelligente lo stesso. Forse mi ha aiutata il fatto che non ho mai visto neanche i titoli di testa di O.C.
Ricordo il mondo senza telefonini, DVD e navigatori satellitari...
Chi voglio prendere in giro? Ricordo il mondo anche senza telefoni a toni, CD, computer.
Non è che non si sopravvivesse... Però dopo Pacman e Space Invaders oggettivamente è stata tutta un'altra cosa.
Avevo l'età per piangere ma non per capire quando hanno ammazzato Falcone e Borsellino, quella per capire ma non per piangere quando hanno aeroplanato giù le Twin Towers.
Ricordo il Muro di Berlino sia su che giù.
Ho visto Dirty Dancing e Footloose un numero di volte sicuramente a due cifre.
Ricordo Michael Jackson ancora abbastanza nero.
Se sento nominare Bush penso prima al padre che al figlio e col senno di poi mi chiedo perchè ci lamentavamo tanto del padre.
Ricordo Benigni quando era un (ottimo) comico e non un (mediocre) regista, Jovanotti quando era un (pessimo) rapper cerebroleso e non un (inutile) guru populista, Celentano quando era un (notevole) cantante e non un (patetico) profeta del qualunquismo, Grillo quando era un (eccezionale) polemista satirico e non un (insopportabile, demagogico, approssimativo, superficiale, presuntuoso, delirante) capo-popolo dell'ultima ora.
Ecco, l'ho detto. Non tollero la crociata sensazionalista di Grillo.
Non capivo perchè mia madre piangeva quando è morto Berlinguer, ma so che lei capiva perfettamente perchè piangevo io quando è morto De André.
Ricordo Pertini presidente (ma non i Mondiali di Spagna). Di conseguenza, ahimè, ricordo anche Cossiga presidente. Gli dei dell'Olimpo sono a volte misericordiosi quindi non posso ricordare la presidenza Leone.
Ricordo quando Pannella digiunava contro la guerra e la pena di morte e non perchè la marmellata di prugne non è più quella di una volta. Se non ha ancora fatto uno sciopero della fame per la marmellata di prugne, abbiate fede: è solo questione di tempo.
Inutile negarlo, ho 30 anni.
Allieta il mio genetliaco un controllo oncologico che dice che mio padre ora sta bene.
Lo rattrista un altro controllo oncologico che dice che Giorgio non sta altrettanto bene.
Siccome non tutti i miei coetanei hanno il privilegio di conoscere Giorgio, vi rubo un attimo per dire due parole su di lui.
Giorgio aveva più o meno 30 anni quando sono nata. Alle elementari dicevo che da grande l'avrei sposato.
Giorgio è un vero Illuminista, uomo di Lettere e di Scienze, un fiore da Rinascimento, cantore e musicante, raffinato scrittore, fine umorista, animale politico nel senso più elevato del termine, poeta del vin bon e della bestemmia artistica.
E' l'Amico, il Fratello Elettivo di mio padre.
E ha scritto una manciata di canzoni di rara bellezza, leggerezza e ferocia.
Una di loro si chiama Trent'agns.
Vuol dire Trent'anni, e si scrive strano perchè Giorgio scrive in lingua carnica, quindi mo' sono cazzi vostri.
I trent'agns di Giorgio non possono in nessun modo essere i miei, troppa storia in mezzo perchè si assomiglino.
Ma volevo mandargli un abbraccio e mi piace farlo con le sue parole che mi accompagnano da sempre.
TRENT’AGNS
Ta perfezion di chest atom ch’a sin va
cun fueas, vin nûf e vecjas malinconias
intant ch’i ai voltât la schena di là
la gioventût a è fuida via
a è fuida e plui no tornarà
e intant i ai dibot
trent’agns
Par oceanos e oceanos i ai navigât
par gafâ chest Moby Dio
ma l’agnul a fâ lota
non tu me l’âs mandât
sul prât dai cidivocs
Che la cjandela a no si met sot dal pesenâl
tu lu âs det tu ma forsit
chê dì tu eras cjoc
E par reguei dai tiei cjavei aur e seda
i ai spendût buina moneda
e par savêmi omp denti i tiei vôi
‘na fuarta sperança i ai coltâ
Ma che l’amôr al è il rimuars
di una menzogna
chest oramai i lu ai imparât
I vai i amôrs i vai i amîs i ti vai te
l’omp ch’i vares volût essi
il fradi ch’i vares volût vê
la Comune ch’i non fasarìn
la Rossa Primavera ch’a no ven mai
E la reson spreçad cinîsa e sunsûr
a clama sumps i resonaments dal cûr
Par chest atom rivoluzions non fasarìn
e la Maturitât a è simpri plui lontana
Lenin al à i rèumas, Ho-Chi-Min barba-di-cjara
al è nomo ch’i un poster pitiât suntun mûr
cualchi compagn al à già metût i çavats
e cuachidun a i sta lant devûr
E cualchidun si è sindilât in chê contrada
e par tornâ indevûr nol à cjatât la strada
lassada a mieç la cjchera da mîl
par pôra che in font san fos un pôc di fêl
Ma Rasegnazions
Tosics
Terôrs
me non mi varàn
e intant i ai dibot
trent’agns
E po il vivi al è saurît un grum
i vin fat trenta, i fasarìn
i fasarìn trentun
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