Non l'ho indossato, questa esperienza non l'ho fatta, perché nella mia scuola elementare, una scuola privata, nessuno indossava il grembiule. E ho cominciato nel '57.
Nonostante questo non ricordo che risaltassero disuguaglianze: non ho mai pensato, nemmeno lontanamente, a confrontare i pantaloni che indossavo io con quelli di un compagno, l'essenziale era indossarne un paio puliti, questo si.
Non c'era gara nemmeno per i quaderni (anonimi), le penne (la mia prima stilo!), i pastelli (proletaria scatola da sei). Non ricordo che qualcuno costruisse un giudizio basandosi sul confronto dei pastelli, per dire.
E allora forse occorrerebbe segnalare al ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, a cui comunque va dato atto che si sta dando da fare, che il punto non è coprire gli abiti griffati indossati dai ragazzini alle elementari, ma evitare che i nostri piccoli si convincano che senza quella maglietta non sono nessuno. Io lascerei perdere il grembiule, non credo risolva nulla, ecco. Perché la maglietta griffata rimane, sotto il grembiule ma rimane. E così il cellulare, l'iPod, il gioco elettronico.
Sembra però che io sia in netta minoranza, a leggere il risultato, per ora parziale, del sondaggio del Quotidiano.Net: dopo 461 voti, l'87% si dice favorevole al grembiule. Una percentuale bulgara, come si dice in questi casi.
Riemerge un'altra voglia di tornare al passato? Mi sa di si. Sapere.it ci ricorda che: "Gli anni Sessanta furono anche in Italia quelli della minigonna (gonna con lunghezza sopra il ginocchio) inventata dalla stilista londinese Mary Quant. Le studentesse dei licei pretesero di non indossare più il grembiule nero, che le rendeva tutte uguali, e ottennero di poter indossare i pantaloni, considerati fino a allora capi di abbigliamento 'riprovevoli' "
Buon mercoledì.
[Continua da SandaliAlSole]
Naturalmente in questi casi il ruolo della familia DEVE essere per lomenocomplementare a quello della scuola, altrimenti uno rema a destra e l'altro a sinistra e non se ne escepiù.
Veniamo alla ministra. Avrebbe potuto scegliere azioni che riportino la scuola a essere il luogo delle opportunità per tutti i bambini (anche quelli che per nascita, destino, disponibilità economica sembrerebbero averne meno). Ha deciso di partire dalla cosmesi. E' una questione di priorità. Le sue sono altre.
* (lei, che come me..) - parentesi errate:
Lei (che come me all'epoca nemmeno sapeva dell'esistenza del marchio) rispondeva...
** francemante --- francamente
Devo dire che però c'è un dato che deve farci riflettere: l'87%. D'accordo, i voti sono pochi, etsendere poi la validità del sondaggio a tutti i genitori di bimbi in età scolare è arbitrario e avventato.
Ma ho come la sensazione che il mio (nostro?) sentire oggi sia diventata minoranza spinta, e questo mi spaventa. Non che creda di avere io tutte le ragioni, questo no, sarebbe stupido. Mi spaventa che le varie proposte: impronte, immigrati, stop ai processi, siano accettate non bene ma benissimo dalla percentuale bulgara.
Non come l'inevitabile, ma come il giusto.