Creato da vivirencamino il 01/08/2006
...per conoscere l’Italia che non si vede in tv e sui giornali...Grande e umile, eroica e mite, fatta di padri, madri, figli, di laboriosità e generosità. Di Fede.

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'ANTIDOTI' E PAROLA

Foto di vivirencamino

Mi sto rendendo conto che, forse, il mio atteggiamento "virtuale", ossia il modo di gestire il mio blog, a volte può sembrare un po' "duro"...
Nel tentare di diffondere testimonianze di Fede cristiane, mi chiudo a volte in una serie di affermazioni "contro" e non "per" qualcosa...
E' una tendenza che si è fatta molto evidente quando ho incominciato a pensare ai prossimi post...

Ci ho ragionato su e sono arrivato alla conclusione che quello che ora mi preme non è tanto l'annunzio semplice della Parola, quanto piuttosto un'analisi di tutto ciò che non permette a molti di capirne e apprezzarne la bellezza.
Sono diffusissimi i pregiudizi e i luoghi comuni. Sono ancora più diffuse le correnti di pensiero e le ideologie che favoriscono fenomeni di scristianizzazione e secolarizzazione...

Dunque, vorrei accompagnare la diffusione del messaggio cristiano con una serie di "antidoti", se così possiamo chiamarli, ai veleni della cultura contemporanea (cito Rino Camilleri)...
Un'opera di informazione seria e documentata per chiarire gli equivoci e allontanare i pregiudizi.

In questo modo la Bellezza di Cristo sarà ancora più evidente, perchè libera da "lacci e lacciuoli" che cercano di limitarne l'Infinito...

 
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PENSIERI AL RITORNO...

Post n°6 pubblicato il 03 Settembre 2006 da vivirencamino
 

Rientro dal riposo estivo con una rinnovata vitalità...
Ogni esperienza ci cambia, ogni evento della nostra vita è una Parola per noi...
Ringrazio Dio per avermi donato la possibilità di incontrarLo ancora una volta, sperimentando il suo Amore e la sua infinita Misericordia.
...E chiedo perdono perchè, nonostante tutte le meraviglie che ho visto e continuo a vedere, il mio cuore ancora non si abbandona totalmente a Lui e non si converte alla Carità...
"...Al ritorno si viene cantando portando i covoni."
...Spunti di riflessione sui temi della Fede, testimonianze concrete di vita cristiana, contraddizioni e ipocrisie del mondo d'oggi...
Mosso da un sentimento di profonda Gratitudine verso Colui che ci ha donato la vita, continuerò a proporvi argomenti sui quali riflettere insieme.

Un saluto con sincero affetto a tutti gli amici che mi hanno accompagnato finora in questo "Cammino..."
Grazie di cuore.

 
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L'UTOPIA DEL PARADISO IN TERRA

Prima di partire per un breve periodo di vacanza, vorrei lasciare uno spunto di riflessione su un certo modo di pensare che, a volte, trae in inganno anche chi si professa cattolico.
E' un passo dell'enciclica "Deus caritas est" di Papa Benedetto XVI.

"L'amore — caritas — sarà sempre necessario, anche nella società più giusta. Non c'è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell'amore. Chi vuole sbarazzarsi dell'amore si dispone a sbarazzarsi dell'uomo in quanto uomo. Ci sarà sempre sofferenza che necessita di consolazione e di aiuto. Sempre ci sarà solitudine. Sempre ci saranno anche situazioni di necessità materiale nelle quali è indispensabile un aiuto nella linea di un concreto amore per il prossimo. Lo Stato che vuole provvedere a tutto, che assorbe tutto in sé, diventa in definitiva un'istanza burocratica che non può assicurare l'essenziale di cui l'uomo sofferente — ogni uomo — ha bisogno: l'amorevole dedizione personale. Non uno Stato che regoli e domini tutto è ciò che ci occorre, ma invece uno Stato che generosamente riconosca e sostenga, nella linea del principio di sussidiarietà, le iniziative che sorgono dalle diverse forze sociali e uniscono spontaneità e vicinanza agli uomini bisognosi di aiuto. La Chiesa è una di queste forze vive: in essa pulsa la dinamica dell'amore suscitato dallo Spirito di Cristo. Questo amore non offre agli uomini solamente un aiuto materiale, ma anche ristoro e cura dell'anima, un aiuto spesso più necessario del sostegno materiale. L'affermazione secondo la quale le strutture giuste renderebbero superflue le opere di carità di fatto nasconde una concezione materialistica dell'uomo: il pregiudizio secondo cui l'uomo vivrebbe « di solo pane » (Mt 4, 4; cfr Dt 8, 3) — convinzione che umilia l'uomo e disconosce proprio ciò che è più specificamente umano."

Tutto ciò non ci deve allontanare dalle nostre responsabilità...
E' necessario, è doveroso adoperarsi in prima persona nell'esercizio della carità, nell'aiuto al prossimo... restando in ogni caso saldi nella convinzione che "Siamo servi inutili" (Lc 17, 10) ...se a spingerci non è l'amore del Cristo...

"L'esperienza della smisuratezza del bisogno può, da un lato, spingerci nell'ideologia che pretende di fare ora quello che il governo del mondo da parte di Dio, a quanto pare, non consegue: la soluzione universale di ogni problema. Dall'altro lato, essa può diventare tentazione all'inerzia sulla base dell'impressione che, comunque, nulla possa essere realizzato. In questa situazione il contatto vivo con Cristo è l'aiuto decisivo per restare sulla retta via: né cadere in una superbia che disprezza l'uomo e non costruisce in realtà nulla, ma piuttosto distrugge, né abbandonarsi alla rassegnazione che impedirebbe di lasciarsi guidare dall'amore e così servire l'uomo. La preghiera come mezzo per attingere sempre di nuovo forza da Cristo, diventa qui un'urgenza del tutto concreta. Chi prega non spreca il suo tempo, anche se la situazione ha tutte le caratteristiche dell'emergenza e sembra spingere unicamente all'azione. La pietà non indebolisce la lotta contro la povertà o addirittura contro la miseria del prossimo. La beata Teresa di Calcutta è un esempio molto evidente del fatto che il tempo dedicato a Dio nella preghiera non solo non nuoce all'efficacia ed all'operosità dell'amore verso il prossimo, ma ne è in realtà l'inesauribile sorgente. Nella sua lettera per la Quaresima del 1996 la beata scriveva ai suoi collaboratori laici: « Noi abbiamo bisogno di questo intimo legame con Dio nella nostra vita quotidiana. E come possiamo ottenerlo? Attraverso la preghiera »".

Un saluto a tutti...
Buone vacanze e soprattutto...Buon riposo!

 
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L' APOSTOLO DELL'AFRICA

Foto di vivirencamino

Vorrei ricordare insieme a voi una figura unica, che ha dato la vita per la Pace nel continente africano: Daniele Comboni.

Daniele Comboni nasce a Limone sul Garda (Brescia - Italia) il 15 marzo 1831, in una famiglia di contadini al servizio di un ricco signore della zona. Papà Luigi e mamma Domenica sono legatissimi a Daniele, il quarto di otto figli, morti quasi tutti in tenera età. Essi formano una famiglia unita, ricca di fede e valori umani, ma povera di mezzi economici. Ed è appunto la povertà della famiglia Comboni che spinge Daniele a lasciare il paese per andare a frequentare la scuola a Verona, presso l'Istituto fondato dal Sacerdote don Nicola Mazza.

In questi anni passati a Verona, Daniele scopre la sua vocazione al sacerdozio, completa gli studi di filosofia e teologia e soprattutto si apre alla missione dell'Africa Centrale, attratto dalle testimonianze dei primi missionari mazziani reduci dal continente africano. Nel 1854 Daniele Comboni viene ordinato sacerdote e tre anni dopo parte per l'Africa assieme ad altri 5 missionari mazziani, con la benedizione di mamma Domenica che arriva a dire: «Va', Daniele, e che il Signore ti benedica».

Dopo 4 mesi di viaggio, la spedizione missionaria di cui il Comboni fa parte arriva a Khartoum, la capitale del Sudan. L'impatto con la realtà africana è enorme. Daniele si rende subito conto delle difficoltà che la sua nuova missione comporta. Fatiche, clima insopportabile, malattie, morte di numerosi e giovani compagni missionari, povertà e abbandono della gente, lo spingono sempre più ad andare avanti e a non desistere da ciò che ha iniziato con tanto entusiasmo. Dalla missione di Santa Croce scrive ai suoi genitori: «Dovremo faticare, sudare, morire, ma il pensiero che si suda e si muore per amore di Gesù Cristo e della salute delle anime più abbandonate del mondo è troppo dolce per farci desistere dalla grande impresa».

Assistendo alla morte in Africa di un suo giovane compagno missionario, Comboni invece di scoraggiarsi si sente interiormente confermato nella decisione di continuare la sua missione: «O Nigrizia o morte», o l'Africa o la morte.

Nel 1864, raccolto in preghiera sulla tomba di San Pietro a Roma, Daniele ha una folgorante illuminazione che lo porta ad elaborare il suo famoso Piano per la rigenerazione dell'Africa, un progetto missionario sintetizzabile nella frase «Salvare l'Africa con l'Africa», frutto della sua illimitata fiducia nelle capacità umane e religiose dei popoli Africani.

In mezzo a non poche difficoltà e incomprensioni, Daniele Comboni intuisce che la società europea e la Chiesa cattolica sono chiamate a prendere in maggior considerazione la missione dell'Africa Centrale. A tale scopo, si dedica ad una instancabile animazione missionaria in ogni angolo d'Europa, chiedendo aiuti spirituali e materiali per le missioni africane tanto a Re, Vescovi e signori, quanto a gente povera e semplice.

La sua fede incrollabile nel Signore e nell'Africa lo porta a far nascere, rispettivamente nel 1867 e nel 1872, l'Istituto maschile e l'Istituto femminile dei suoi missionari, più tardi meglio conosciuti come Missionari Comboniani e Suore Missionarie Comboniane.

Il 2 luglio 1877 Comboni viene nominato Vicario Apostolico dell'Africa Centrale e consacrato Vescovo un mese dopo: è la conferma che le sue idee e le sue azioni, da molti considerate troppo coraggiose se non addirittura pazze, sono quanto mai efficaci per l'annuncio del Vangelo e la liberazione del continente africano.

Negli anni 1877-78, insieme ai suoi missionari e missionarie, soffre nel corpo e nello spirito la tragedia di una siccità e carestia senza precedenti, che dimezza la popolazione locale e sfinisce il personale e l'attività missionaria.

Nel 1880, con la grinta di sempre, il Vescovo Comboni ritorna, per l'ottava e ultima volta, in Africa, a fianco dei suoi missionari e missionarie, deciso a continuare la lotta contro la piaga dello schiavismo e a consolidare l'attività missionaria con gli stessi africani. Un anno dopo, provato dalla fatica, dalle frequenti e recenti morti dei suoi collaboratori e dall'amarezza di accuse e calunnie, il grande missionario si ammala. Il 10 ottobre 1881, a soli cinquant'anni, segnato dalla croce che mai lo ha abbandonato come fedele e amata sposa, muore a Khartoum, tra la sua gente, cosciente che la sua opera missionaria non morirà. «Io muoio, dice, ma la mia opera non morirà».

Daniele Comboni ha visto giusto. La sua opera non è morta; anzi, come tutte le grandi cose che «nascono ai piedi della croce», continua a vivere grazie al dono che della propria vita fanno tanti uomini e donne che hanno scelto di seguire il Comboni sulla via dell'ardua ed entusiasmante missione tra i popoli più bisognosi di fede e di solidarietà umana.

- Il 26 marzo 1994 viene riconosciuta l'eroicità delle sue virtù.
- Il 6 aprile 1995 viene riconosciuto il miracolo operato per sua intercessione a favore della ragazza afro-brasiliana Maria José de Oliveira Paixão.
- Il 17 marzo 1996 viene beatificato da Giovanni Paolo II in San Pietro.
- Il 20 dicembre 2002 viene riconosciuto il secondo miracolo operato per sua intercessione a favore della mamma musulmana sudanese Lubna Abdel Aziz. 
- Il 5 ottobre 2003 viene canonizzato da Giovanni Paolo II in San Pietro.

"...sono le piccole mani ad agire per necessità, mentre gli occhi dei grandi sono rivolti altrove."

Ecco chi veramente "cambia il mondo"...

 
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L'AFRICA DIMENTICATA

Il mio pensiero, guardando in questi giorni i telegiornali che parlano sempre e solo di Iraq, Israele, Libano e Afghanistan (come tempo fa parlavano solo del Kosovo...), va all'Africa ormai dimenticata da tutti...Non interessa ai media, alla destra, alla sinistra, ai pacifisti di piazza, ai no-global.
L'Africa dei negri può morire di fame, di sfruttamento, di guerra. Non ci interessa nulla!

Se l'Africa in qualche modo sopravvive lo deve ai 7.000 missionari cattolici, i quali tengono in piedi ospedali, dispensari, scuole, orfanotrofi, Università e farmacie...Per non parlare dell'agricoltura...

Le ideologie di destra e di sinistra, i sogni comunisti irrealizzabili hanno creato foschi tiranni che producono miseria nel popolo e fortune colossali al loro portafoglio.
Ci sono soldi per le armi e per la guerra; non ce n'è per il cibo e per le medicine.

Dal 1980, non meno di 28 Paesi dell'Africa sub-sahariana sono stati in guerra. Su 25 milioni di sfollati nel mondo - i più esposti a ogni emergenza e violenza - 13,5 sono africani (10 milioni tra Sudan, Angola, e Congo); su 22 milioni di rifugiati fuori dal loro Paese nel mondo, 8 sono africani. In 10 anni, 2 milioni bambini morti, da 4 a 5 quelli mutilati, 1 milione ha perso i genitori.

In questa drammatica situazione, unico baluardo è la Chiesa con i suoi pastori (Vescovi e sacerdoti) detestati dai potenti perchè parlano chiaro e denunciano al popolo e alla stampa una situazione del tutto insostenibile.
Di tutto ciò né una riga sui giornali, né un cenno sulle televisioni.

 
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LUISA VERONICA CICCONE E LA PACE...

Foto di vivirencamino

Sinceramente avrei voluto cominciare a scrivere sul mio blog cose ben più interessanti, testimonianze di vita cristiana ignorate e oscurate dalla cultura contemporanea, ma non posso fare a meno di approfondire quanto viene detto a proposito della rockstar 48enne.

Premetto che apprezzo molte sue canzoni; per molti aspetti mi è anche simpatica... Non mi inserisco fra coloro che la disprezzano a priori.
Ma a tutto c'è un limite...

"Dovete credere che cambiare il mondo è possibile". Questo l'appello per la pace lanciato dalla cantante al termine del concerto allo stadio Olimpico.
Beh.... dai... In fondo ha ragione...
Ma mi chiedo...

Con quale coraggio afferma ciò dopo un concerto rivolto a tutto tranne che alla Pace, quella vera? Dopo aver irriso la Fede di milioni di persone, dopo aver inscenato pratiche sadomaso, aver paragonato il Papa a Mussolini... Su quali basi vorrebbe "cambiare il mondo"? Come vorrebbe raggiungere quella Pace di cui tanto si parla...?

Certo... Si potrebbe obiettare che sono solo provocazioni per attirare l'attenzione, per far parlare di sè, in un contesto di puro divertimento che nulla ha a che vedere con le "cose serie". "In fondo è solo un concerto...".

Che rimanga tale allora e non sfoci in falsi appelli pacifisti lanciati al vento come le bandiere dell'arcobaleno... In fondo, non ci crede neanche lei...

Per fortuna non c'è solo la Ciccone a parlare di Pace...
C'è chi ci indica davvero com'è possibile "cambiare il mondo"...

"Non ci sarà pace sulla terra sino a quando perdureranno le oppressioni dei popoli, le ingiustizie sociali e gli squilibri economici tuttora esistenti. Ma per i grandi e auspicati cambiamenti strutturali non bastano iniziative ed interventi esterni; si richiede innanzitutto una corale conversione dei cuori all'Amore. "Ritornate a me con tutto il cuore" (Gl 2, 12). "Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio ... (2 Cor 5, 20; 6, 2).".
Queste le parole di Giovanni Paolo II.

Davvero ancora si crede all'utopia di una pace che scaturisca dal solo impegno dell'uomo...? Quanto poco ci si conosce... Basta un nostro sforzo corale per far cessare le ingiustizie, le malvagità, le oppressioni?

La pace nasce nel cuore dell’uomo, della donna, che accolgono liberamente e volontariamente l’amore di Dio. Se nel cuore delle persone persistono odi e invidie, rancori e malevolenze, non può nascervi questa delicatissima pianta. Occorre purificare l’anima dall’affezione al peccato perché nelle famiglie, nella società e nel mondo intero si diffonda “il regno di giustizia, d’amore e di pace” che Cristo ha portato sulla terra.

Quotidianamente, sperimentando l'Amore misericordioso di Dio che tutto perdona e tutto scusa, che cancella le nostre colpe, che non si stanca delle nostre infedeltà, che ci sta accanto nonostante i nostri continui rifiuti... è possibile far nascere la vera Pace, frutto della Giustizia e del Perdono, specchio terreno della Gerusalemme celeste.

C'è pace e Pace...

 
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LE RAGIONI DI QUESTO BLOG

Ormai è lecito parlare di tutto, ma guai a parlare di Fede!

La Fede attiene alla cosiddetta "sfera personale" e... non è opportuno farne conoscere i segni... divulgarne le opere... annunziare la sua bellezza! Provate a farlo... Vi accuseranno di integralismo, di ottusità; sarete chiamati crociati, clericali, servi del Vaticano.

Sono pochissime le "finestre" aperte su questo mondo, così poco conosciuto, considerato quasi inutile, ininfluente...

Quanta stoltezza...

"Né la forza né la saggezza ci condurrebbero lontano; questo è un Cammino che i deboli possono intraprendere con la medesima speranza dei forti. Eppure è tale il corso degli eventi che muovono le ruote del mondo, che sono spesso le piccole mani ad agire per necessità (e a cambiare la storia), mentre gli occhi dei grandi sono rivolti altrove..."

Chi vi parla è uno studente universitario che sta scoprendo le meraviglie di una realtà che troppo spesso viene oscurata, messa da parte, ignorata...

E' un blog volutamente "monotematico" e poco personale in quanto non approfondirà tutti gli aspetti del mio carattere e della mia personalità...
La volontà di aprire una finestra sull'Assoluto ha superato la voglia di raccontare mè stesso in ogni sfumatura...
Per questo vorrei riflettere, scrivere, divulgare, pensare... commentare insieme voi tutto ciò che rientra in questa sfera... ricordando comunque che...

"Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo; il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare."

L'obiettivo di questo blog non è dunque quello di impartire lezioni, di proporre soluzioni magiche per "dominare le maree del mondo"...ma...
Cercheremo, umilmente, insieme, di diffondere seri spunti di riflessione per tentare di sradicare il male nei Nostri campi, nel mio e nei vostri.

 
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