Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

Tenendo tra le dita il mio filo di Arianna

 

 

Ho passato un periodo estivo borderline. Mi sono sentita spezzata tra un'identità che vedevo in terza persona, un'età che non riuscivo a riconoscere ed il tempo che sembrava non appartenere più né a me, né a chi mi stava accanto.

Non ne sono ancora uscita e sto tuttora tenendo tra le dita il mio filo di Arianna senza capire cosa farmene... 

Ed allora lascio parlare qualcun altro.

 

 

"Due mondi, estranei – difficile dire se realmente opposti o se uno nascesse dall’altro. 

Difficile dire quale sia nato dall’altro.

Il mondo del sole era chiaro, visibile, cruento: nella sua luce accecante si faceva la guerra, luce tagliente come un coltello che tosa il giorno fino al tramonto (la biancheria sulla pietra della lavandaia, la lama per tagliare la canna da zucchero).

Al sole apparteneva anche il sesso, una delle opere generose e incomprensibilmente distruttive del sole e fu durante la calura del riposo meridiano che accaddero le più strane stranezze: da lì nacquero bimbi sanguinanti, che urlavano, dagli occhi scuri, felici, al sapore del sangue.

E l’altro mondo, l’altro essere umano?”.

 

 

Nell'altro ci sono io.

 

 

 

 
 
 

Una strega nel mondo dell'inverosimile

Post n°354 pubblicato il 06 Agosto 2023 da ElettrikaPsike
 

 

 

Non troppo tempo fa, volendosi avvalere della promozione offerta dall'Ecobonus sugli infissi, mio padre si era rivolto ad un esercizio commerciale per cambiare le porte e le finestre dei terrazzi ma, dopo il regolare pagamento in anticipo, nessun posatore si è mai presentato a svolgere i lavori. La proprietaria dell'impresa ha continuato a procrastinare per mesi gli appuntamenti con giustificazioni sempre diverse, rasentando l'inverosimile e comportandosi nello stesso modo surreale anche quando, infine, le è stata richiesta la legittima restituzione del denaro.

Nulla è servito, però. Neppure il tentativo di raggiungere un accordo pacifico tramite mediazione legale.

Dopo aver rigettato la nostra richiesta di restituzione del pagamento, infatti, costei ha rilanciato riproponendo ancora la carta del fantomatico adempimento dei lavori garantendo che, questa volta, sarebbero senz'altro stati svolti entro e non oltre una data da lei stessa stabilita. Inutile dirlo, anche in questo caso la parola data non è mai stata rispettata, né entro né dopo la data indicata.

Abbiamo, allora, anche sporto una regolare denuncia ai carabinieri ma, assurdamente, tanto per le forze dell'ordine quanto per l'avvocato a cui ci siamo rivolti, les jeux sont faits, rien ne va plus. Sembrerebbe proprio, infatti, che la ditta debba restare impunita e che non ci sia alcun modo (legale) per riappropriarsi dei soldi versati nonostante la clamorosa inadempienza e la mancata restituzione dell'onesto denaro pagato anticipatamente.

Della serie, pur avendo ovviamente ragione e pur assicurandoci una percentuale di vittoria del 2000 x 100 portando la causa in tribunale, resta il fatto che dalla titolare dell'impresa & famiglia - professionisti seriali, come si attesta dalle innumerevoli recensioni dei clienti truffati con identica modalità - non otterremmo comunque nulla, dal momento che risultano insolventi e, di conseguenza, fondamentalmente non pignorabili.

La ciliegina sulla torta dell'inverosimile è stata posta, poi, anche da alcuni siti che hanno censurato le mie recensioni sull'impresa perché considerate "lesive della sua immagine, del suo decoro e dell'onore"...Tralasciando che sono stata anche estremamente asettica nell'esporre l'accadimento, personalmente, di decoroso e di onorevole nell'immagine di chi deruba la gente non trovo davvero nulla e, al posto loro, mi preoccuperei piuttosto del danno subito da chi è stato truffato, concentrandomi invece sulla prevenzione per tutelare altri potenziali acquirenti, anzichè stravolgere il senso delle tre iconografiche scimmiette di Confucio (perché, chiaramente, non simboleggiano il lassismo, la vigliaccheria e l'omertà) e trovo semplicemente deplorevole, oltre che inutile, gestire in questo modo un servizio che dovrebbe dare la possibilità ai clienti di esprimere una testimonianza.

Prendo, quindi, e senza problema alcuno, tranquillamente atto che, se è vero quel che si dice sul fatto che ognuno di noi vede negli altri solo ciò che ha dentro di sé (e che, pertanto, la bellezza o la lealtà - proprio come le bruttezze e le disonestá - stanno prima di tutto negli occhi di chi le guarda) io non sono propriamente ciò che si potrebbe definire una persona lodevole. Se mio padre, infatti, pur non essendo affatto uno sprovveduto, tende ad accordare la sua fiducia alle persone non attribuendone facilmente la malafede, la sottoscritta - al contrario - è piuttosto convinta che in ognuno di noi, alla fine, ci sia una gran bella dose di rifiuti tossici.

E, sinceramente, non lo so se il motivo per il quale non ho una grande opinione dell'umanità derivi effettivamente dal fatto che conoscendo così bene le mie personali ombre, tenda poi, inconsciamente, a proiettarle anche sugli altri. Può essere. Non lo escludo, e metto con serenità in conto che la mia percezione degli esseri umani sia inevitabilmente influenzata da ciò che è dentro di me; ma vedo anche che neppure ad aspettarsi la lealtà si ottiene necessariamente sempre ciò che si attende... Sicuramente si vive meglio, non dico di no, ed alla fine è  questo ciò che più conta, ma purtroppo per me - e, di conseguenza, anche per il mondo - io non ho ancora raggiunto il Nirvana, nè la quiete dei sensi.

Si dice anche che, per cambiare e risolvere qualcosa - Madre Teresa docet - ci si dovrebbe focalizzare su quello che si vuole ottenere piuttosto che su ciò che non si vuole; difatti lei sosteneva di non voler assolutamente manifestare contro la guerra, ma di essere pronta per partecipare a tutte le marce esistenti a favore della pace. Vale a dire, non solo due modi sottilmente diversi di esprimere lo stesso concetto, ma propriamente due visioni della vita di notevole differenza.

Credo che, essenzialmente, la religiosa avesse ragione ma, malauguratamente, io sono una strega molto più di quanto non sia una santa e davanti a questi furti non riesco a non curarmi di loro - avanzando oltre - in un salutare stato di atarassia. Ed in tali casi, tanto per i truffatori quanto per i censori omertosi, timorosi che le azioni vengano riconosciute con la loro giusta denominazione, a sentimento - leggasi a sangue caldo - mi sento pericolosamente più vicina al Codice di Hammurabi.

Poi, fortunatamente, un pó di saggezza, empatia e compassione mi raffreddano il sangue spartano e torno ad essere sabauda...Ma, attenzione, pur sempre una strega e non una santa.

Quindi: To be continued.

 

 


 
 
 

Il tempo non esiste, ma lascia il segno...

Post n°353 pubblicato il 07 Luglio 2023 da ElettrikaPsike
 

 

Si, lo lascia.

Il che, detto da una che ha sempre sostenuto la teoria di un eterno presente, potrebbe sembrare contraddittorio (e probabilmente lo è pure, in parte) ma non m’importa granché perché – molto sinceramente – non sono affatto una fanatica della coerenza.

Ad ogni modo…

Il tempo esiste, non esiste o cos'altro, dunque?

Non esiste (o esiste) parzialmente.

E al di là di quel momento di lucida ed eterna atemporalità – senza inizio e senza una fine – in cui ogni cosa appare chiara e al suo posto e non è necessaria alcuna risposta e nessuna domanda perché le prime sono già implicite nelle seconde, il tempo lascia anche un segno. Dentro questi corpi abbigliati di tutti i pesanti colori delle nostre vite, infatti, la piccola lampadina sull’altrove resta un barlume che si spegne velocemente. E non ci può dispensare dai dolori o dai momenti bui successivi perché qui, nella vita biologica, il tempo comunque impera. E alla sua burocrate danza, gli eventi si succedono e mutano ciclicamente, chinando il capo.

 

NON C’E’ PROFUMO,

PRIMAVERA FINITA:

MAGIE DISPERSE.

 

MI SONO PERSA,

IL RICORDO E’ IN QUEGLI ANNI:

TEMPI SPEZZATI.

 

SOGNO DA SOLA,

TI HO CERCATO NEL VENTO:

SEI TU IL MIO ALTROVE.

 

NON HAI PIU’ VOCE,

BEI RICORDI USURATI,

STELLE DISTANTI.

 

UBRIACHI D’AMORE:

OLTRE LO SPAZIO,

SEPARATI DAL TEMPO.

 

P.S.

Oggi compi gli anni… 

“Ed io ti sento l’anima battere,

dietro il silenzio,

come un filo vivo di acque

dietro un velo di ghiaccio."

 


 
 
 

COVID NON PIU' COVID...

Post n°352 pubblicato il 10 Giugno 2023 da ElettrikaPsike
 

 

Dopo tre dosi di vaccini – con la quarta ho incautamente temporeggiato – ed essere riuscita brillantemente a sfuggire alle prime potenti ondate del virus, ecco che, proprio adesso, mentre ormai si stava dichiarando ufficialmente desaparecido e bonariamente accolto dal nostro organismo, mi sono presa in tutta la sua pienezza il Covid. Il pacchetto completo, dalla febbre a 39.5 con tanto di saturazione bassa, anosmia più ageusia fino alla stanchezza senza precedenti. All inclusive.

E se lo dice una che ha sperimentato la chemio e soffre di una patologia cronica che regala l’affaticamento senza recupero, come dire…potete crederci.

Supera anche quei livelli, già di per se stessi, oltremodo tosti. Pertanto, dopo essere riemersa anche da questo esilio fuori programma, ho giusto la forza di concentrare la situazione con concetti e frasi brevi. Molto sintetiche.

Sostanzialmente…quanto un Haiku!


 

OCCHI PESANTI,

E’ STANCHEZZA NEL CORPO:

OMBRA DI UN SOGNO.

 

 

BAGLIORI SPENTI.

MENTE RIPOSA STANCA,

GOCCE DI NIENTE.

 

 

PASSI PIU’ LENTI,

PENSIERO CHIEDE PACE:

SOLE MI SFUGGE.

 

 

LA LUNA TACE,

SONNO PROFONDO E MUTO:

NON HO PIU’ IL CIELO.

 

 

SCURA E’ LA NOTTE,

LA STANCHEZZA MI AVVOLGE:

ANIMA SPOGLIA.

 

 

 

P.S.

L’immagine di donna appesa con abito rosso è stata reperita dal web, ma non è stato possibile risalire alla fonte originaria e all’autore. Naturalmente, qualora il legittimo proprietario ne rivendicasse paternità e diritti, verrebbe subito rimossa.

 

 

 
 
 

E TIRIAMO LE SOMME…

 

 

Dopo aver preso il via dall’interrogativo su Mercoledì Addams 2023

ed essere iniziato qui,

questo ciclo di post generazionali ha trovato il suo – momentaneo – termine proprio nel primo giorno di primavera, con l’ultima e contemporanea “Z”,

Ed ora?

 

 

Pur essendo consapevole che il rischio di (s)cadere in facili generalizzazioni possa diventare ancora e sempre maggiore, è arrivato il momento di chiudere il cerchio con una metaforica quadratura.

Tenendo, però, ancora e sempre in considerazione che non tutti gli appartenenti ad una data generazione condividono necessariamente gli stessi valori ed obiettivi (dal momento che ogni individuo è unico, con le sue scelte e preferenze personali) e tenendo naturalmente in conto che le tendenze e le dinamiche sociali sono influenzate non solo dal contesto storico, ma anche da quello culturale ed economico in cui le persone crescono.

Detto ciò,

riprendiamo la domanda iniziale e cerchiamo di capire perché, una danza come quella di Mercoledì Addams, ha stupito tanto gli adolescenti degli anni ’20 del 2000 (ed i loro genitori, a ruota).

 

In sintesi

– e specificando ancora che i quadri evidenziati non si riferiscono a singoli individui ma a tendenze generazionali e che possono variare notevolmente a seconda dei Paesi, delle culture e delle regioni del mondo –

possiamo dire che:

  I giovani a cavallo degli anni ’50 e’60 erano influenzati dalle tradizioni, dalla famiglia, dalle istituzioni e immersi in un benessere economico ottenuto nel periodo post bellico; ma l’avvento della musica rock ha smosso le acque per una rivoluzione nei costumi sociali. Una rivoluzione di cui, poi, i ragazzi degli anni ’60 e ’70 sono stati protagonisti assoluti con i movimenti di liberazione sessuale e di controcultura, con le lotte per i diritti civili e con la diffusione di ideologie e di valori nuovi in ambito sociale, politico ed economico. I giovani degli anni ’80, invece, cinici e molto più “politicamente scorretti”, hanno concentrato un maggiore interesse verso l’immagine, lo status symbol, l’ascesa sociale, il divertimento e l’edonismo. I ragazzi anni ’90 hanno assistito all’emergere della tecnologia digitale e di internet e si sono posti in una condizione di maggiore apertura tra le varie ideologie e culture differenti ed insieme ai giovani del 2000 hanno focalizzato la loro attenzione sulla globalizzazione e sulla diffusione dei social media. I ragazzi del 2010 sono stati influenzati dall’attenzione alla connessione ed alla condivisione delle informazioni con una sempre maggiore attenzione ai diritti delle minoranze. Ed infine, i teenagers attuali, i giovanissimi del 2020, con la loro consapevolezza ambientale, gli atteggiamenti coscienziosi, l’attenzione alla sostenibilità e all’equità, sono i ragazzi dell’inclusione e, in un certo senso – paradossalmente – i più anziani. Perché, per molti aspetti, sono indiscutibilmente molto più maturi rispetto alle generazioni che li hanno preceduti. Probabilmente anche grazie alla diffusione di internet e dei social visto che, innegabilmente, nel bene oltre che nel male, hanno un libero accesso – quasi gratuito e praticamente senza sforzo – ad una quantità enorme ed immediata d'informazioni come mai era stato possibile per le generazioni precedenti.

 

CONCLUDENDO...

Educati, coscienziosi, assennati, inclusivi, attivi, combattivi e rapidi.

Ma anche ansiosi e nervosi, distratti, sbrigativi ed approssimativi, iper stimolati e sovraccaricati.

E quel che è peggio: derubati della giovinezza.

Inevitabilmente, il contesto in cui stanno crescendo questi “Z” ha contribuito a renderli molto più ricettivi, rapidi e sicuramente più curiosi ed informati, aiutandoli a diventare consapevoli delle varie realtà nel mondo – o, quantomeno, di quelle più evidenti ed immediate – e delle dinamiche di innumerevoli questioni sociali, politiche ed economiche, andando a sollecitare il loro senso di responsabilità.

Inoltre, rispetto ai ragazzi analogici, gli adolescenti di adesso si trovano in un contesto enfatizzato, dove la percezione di ogni fenomeno risulta influenzata dai mezzi di comunicazione e dalle narrazioni dominanti.

E se, da un lato, la veloce e massiccia diffusione mediatica delle notizie ci potrebbe indurre a credere che gli episodi di violenza tra i più giovani – pensiamo anche alle baby gang degli ultimi anni – potrebbero essere più numerosi rispetto al passato anche laddove non ne esiste un effettivo riscontro, allo stesso modo anche la percezione di innumerevoli ragazzi di talento straordinario e di tante eccezioni che confermano la regola, enfatizzata da una divulgazione immediata, virale e talvolta ammorbante delle informazioni, ha contribuito a far sedimentare nelle coscienze dei genitori la malsana convinzione che sia invariabilmente obbligatorio spingere il proprio figlio nell’arena della velocità.

I ragazzi di questa decade vivono, infatti, in un’epoca in cui precise aspettative e puntuali pressioni sociali, come l’attenzione spasmodica al successo personale ed una cultura veloce dell’hic et nunc, inducono a bruciare senza alcuna remora non poche tappe, pur di acquisire tutta una serie di comportamenti maturi e responsabili nel minor tempo possibile.

Anche a discapito dell’approfondimento, dell’acquisizione dell’arte della pazienza e della possibilità di viversi la propria imperfetta e libera adolescenza.

 

 

Peccato che la maturità si costruisca per gradi e si acquisisca

(quando – e se! – la si acquisisce)

grazie a tanti strati di polvere e cicatrici.

E che solo il tempo

– non certo le varie aspettative genitoriali o dei media –

decide quando sia il momento giusto per averla.

E se si cerca dì comprarla in anticipo, indossando vestiti vecchi ante litteram, si resterà comunque bambini.

Ma bambini precocemente avvizziti e palesemente appesantiti da abbigliamenti troppo vintage.

 

 

 

 

N.B.

La foto utilizzata nel post è stata reperita dal web. Non è stato possibile risalire all'autore ma qualora il legittimo proprietario lo richiedesse, verrebbe immediatamente rimossa. 

 

 
 
 
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