Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

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Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

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L'ESTATE NEL CUORE

 

 

 

 

Si dice che quando si sta facendo qualcosa che si ama, il luogo e il momento diventano già vacanza.

Leggevo in rete un articolo sulle estati più belle della vita e sulla libertà come effettivo privilegio e stato di ricchezza unica.

Concordo.

 

E quell’articolo iniziava pressapoco così…

 

 

“L’estate più bella della mia vita.

Ricordo molto bene quel meraviglioso mattino d’estate quando, dopo gli esami di maturità, svegliatomi, sono rimasto sdraiato a letto, immobile, a fissare il soffitto per dieci minuti buoni.

Era finita, avevo fatto tutto quello che dovevo fare e avevo davanti a me un’intera estate di libertà e divertimento.

Sono rimasto lì a godermi quel momento di massima soddisfazione e totale assenza di doveri, ben consocio che la vita probabilmente non me ne avrebbe regalati molti altri.

Quella sensazione fu una ricchezza dal valore inestimabile, avrei voluto non terminasse mai, catturarla e conservarla per sempre, perché probabilmente la vita che mi attendeva sarebbe stata un perpetuo obbligo e una costante fatica…”

 

 

Già qualche post fa avevo scritto di come la giovinezza fosse uno stato interiore e fisico e che in nulla c’entrasse con l’anagrafica umana; ma dopo aver letto questo post sono stata decisamente alleggerita dal fatto di scoprire che anche altre persone, in questo caso l’autore dell’articolo, recuperassero lo stato di “giovinezza libera” ogni volta che riuscivano a riprovare alcuni stati d’animo creduti irrecuperabili.  E se irrecuperabili sono, è solo perché da troppo tempo sono stati trasmutati in strati di apatica e iper-controllata attività adulta multitasking, vissuta in terza persona.

Vale a dire...stati d'animo vissuti con la mente vigile sul dovere e l’efficienza intellettuale, mentre i sensi e le emozioni stanno procedendo in modalità provvisoria.

O, ancora, emozioni percepite solo con i sensi e con un cuore che, decisamente intorpidito, si ridesta appena, in una veglia che ha la durata di un temporale.

Ma sempre di barlumi troppo brevi si tratta, perché la mente, incapace di restare attenta al famosissimo “qui e ora”, come una bambina irrequieta reclama attenzioni eccessive, riportandoci troppo presto via da importanti parti di noi stessi.

Così accade che sempre più raramente si riesca a sentire un sapore, o si possa respirare la bellezza di un pezzetto di cielo, avvertendolo sulla pelle e dentro gli occhi.

Ed ancora più raramente, poi, accade che si riesca a percepire la primavera interna, quella fatta di luce in musica e di levità sul cuore, avvertendo la piena presenza della nostra mente lì, viva accanto ai nostri sensi e finalmente azzittita, quietamente accondiscendente, appagata anche solo dall’ascoltare le note pacificanti del silenzio...Un silenzio pieno, completo, simile a quello che culla le costellazioni e le falci di luna, nelle notti più chiare.

 

La tanto insignita “vita adulta”...o forse è meglio definirla per come è, e chiamarla “vita vecchia”, o ancora meglio deteriorata, perché costretta a trovarsi orfana del fluire emotivo naturale, è una furba deprivatrice che delle nostre esistenze si appropria di quell’unica cosa che fa la vita meritevole d’essere vita: la possibilità di sentire.

Ed è così che si dissolvono pezzi interi della nostra persona, ed i colori scivolano dai corpi e dai volti, trasformandoci in cartonati grigi.

L’inflessibile vita da persona adulta (e derubata) ci convince, allora, che è assolutamente “giusto” e nell’ordine “normale” delle cose, questo vivere lontani dalla nostra esistenza e ci ripete con ogni possibile mezzo che per essere adulti, maturi e arrivati, pertanto convenzionalmente “felici”, dobbiamo essere infelici.

E con questo ci vince. Ma solo per sfinimento e assuefazione.

D’un tratto tutta una serie di stati emotivi, sensazioni e sentimenti che abbiamo costruito durante l’età dell’innocenza e poi amplificato, variegandoli, nell’età dell’incoscienza – quella, per intenderci, della giovinezza più "meravigliosamente giovane" - viene gradualmente, ma con precisa costanza, anemizzata dalla ripetitività incalzante e dal salasso sistematico di innumerevoli “qui ed ora”.

E noi, così, restiamo scissi e lontani 1000 km dalla nostra anima, a vivere per procura, caricati di bugie e sensi di colpa a palate, impinguiti in aut-aut di visioni futili o di prospettive anoressiche e mediocri.

Restiamo scissi tra obblighi morali e bacchettate sopra i sogni serviti ogni giorno per colazione, ed una prosaicità vacua e ridondante alternata a squallore affamato apparecchiati tra il pranzo e la cena.

Pertanto è proprio vero quel che leggevo nell’articolo: negli eccezionali momenti in cui veniamo baciati da un piccolo raggio di ricchezza emozionale, non siamo nemmeno più capaci di viverle, quelle emozioni.

Ed è vero che non siamo più abituati a sentire la ricchezza della percezione, perché ci preme più di ogni altra cosa, ed ancor prima di assaporarla, riuscire velocemente ad immortalarla. Fermarla e catturarla in pochi gesti in un lucido smartphone a schermo curvo e flessibile, per poterla trattenere prima che ci sfugga, come se volessimo prendere per le ali una minuscola e fugace Trilly, con il solo intento di mostrare al mondo tutta la nostra luminosa leggerezza.

 

 

Nessuno dice che fermare un'immagine per farla nostra non sia un normale desiderio di conservazione a lungo termine del nostro sentire, io stessa immortalo un buon quantitativo di scorci e particolari, e conservo insospettabili ricordi da mettere via per i tempi di carestia...e certo con questo non ho intenzione incriminare gli smartphone di qualsiasi marca o dimensione; ma il punto è un altro...

Se quella da noi vissuta, fosse stata realmente una ricchezza tale da invaderci e allagarci del tutto l’anima, forse l'avremmo vissuta senza neppure ricordarci, in un piccolo momento d'imprevista amnesia estatica ed estetica, dove fosse o...anche che cosa fosse, quel nostro elegante smartphone...

Perché è questo, infatti, il modo in cui ci giochiamo, ogni giorno o quasi, una ricchezza che anche i poveri possono ottenere senza costi aggiuntivi e senza la quale ogni ricco è realmente solo un poveretto.

Mi riferisco a quella dei battiti di vita che ti abbracciano e ti circondano seguendoti, precedendoti e camminandoti accanto, ed in cui nulla può interrompere la sensazione dell’essere giusti e di trovarsi in un luogo e in un momento giusti perché, inaspettatamente, ogni cerchio sembra meravigliosamente essersi chiuso in un soffio di eterna perfezione.

Senza domande, senza risposte, senza bisogni. Senza null’altro che la beatitudine e la ricchezza del…Tutto!

Perché questa è la libertà della ricchezza unica.

Quella grazie alla quale torni a vedere e a respirare, e grazie alla quale è davvero possibile un sentire che equivale al riprendersi da una malattia.

E quando si ritrova questa ricchezza, con tutti suoi brividi e le sue tralasciate emozioni, le stesse sensazioni di quelle estati - di quelle età dell’innocenza e dell’incoscienza, delle infradito, della libertà, del sole che si riflette sulle acque limpide e l'aria luminosa di emozioni e pace - la giovinezza ritorna, miracolosamente, a riempire il cuore, rientrando dentro gli occhi.

Quindi la mia conclusione è...no. La vacanza, la ricchezza e la giovinezza non c’entrano nulla con le partenze, i luoghi, i conti bancari o con le età.

C’entrano, invece, con la capacità di non farci anestetizzare, convincendoci a dar via il nostro sentire come fosse un vestito da prestare o da nascondere segretamente in cassaforte in attesa della pensione...

 

“C’entrano con le emozioni che sentiamo dopo aver chiuso gli occhi e preso un profondo respiro: quando rilasciamo lentamente l’aria e riapriamo gli occhi e ci accorgiamo di essere esattamente dove vogliamo, facendo esattamente ciò che amiamo, e provando quella serenità che ormai avevamo dimenticato.” 

 

 

 

 

 

N.B. 

Non è stato possibile risalire all'autore del secondo quadro di cui ho utilizzato l'immagine per il mio post.

Gli altri sono stati, invece, citati come tag. 

Qualora i legittimi proprietari lo deiderino, non avranno che da richiederlo e le immagini verranno immediatamente rimosse. 

 


 
 
 
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