Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

« ESTATE VIRTUALERINGRAZIAMO I MODELLI AL... »

Grazie, beata irresolutezza!

Post n°96 pubblicato il 01 Giugno 2014 da ElettrikaPsike
 

 

 

 

                  Immagine surreale di donna nuda seduta con una finestra alle spalle e i capelli lunghi che le coprono totalmente il volto

 

 

Talvolta l’acredine invece di essere un dessert corrosivo al veleno con effetti venefici da servirsi quasi congelati, assume inaspettati risvolti premio. Le potenziali offese diventano espedienti e complimenti involontari. Una beffa per chi li fa e non uno schiaffo per chi se li prende.

Tutto questo è parte della magica ironia della vita, che talvolta non è solo quella valle salata dalle lacrime che tutti indistintamente piangiamo ma una bella burla di Dio.

Tempo fa conoscevo una persona particolarmente astiosa e quindi incattivita, cioè letteralmente in cattività, in gabbia a causa del suo stesso disagio, che era solita armeggiare con un grandioso aggettivo, apostrofando i suoi avversari con questa parola sfoderata come un’arma da taglio per recare offese: irrisolto, chiamava il suo antagonista.

Ed irrisolti erano tutti coloro i quali non la pensavano come lei.

Certo, per lei, la persona sopra citata che, probabilmente, padroneggiava con agilità disumana il dizionario dei sinonimi e dei contrari, irrisolto era un aggettivo oltraggioso puntato con precisione da cecchino sulle parole e le personalità da cui si sentiva minacciata e con totale, non che sincera, convinzione pensava di usare il proiettile grammaticale come una dichiarazione di deficienza al “non risolto” e  "insoluto” aspetto nella persona avversa. 

Ma la vita si fa frequentemente (ed a lungo termine, sempre) beffe di chi sputa in traiettorie lesive. E se ne burla con un certo charme.

Come quando ti svela che irrisolto è il più grande complimento che un amico ti possa dire e il migliore augurio ti possa fare. Perché, semplicemente, significa che si ha ancora un motivo per esserci.

Significa che si ha ancora modo di cercare, e di trovare.

Significa che si ha ancora l’impossibile tra le mani che seduce e ci interroga perché si possa rispondere se desideriamo farlo diventare possibile.

Siamo tanto più figli del divino quando siamo irrisolti di quanto mai potremmo esserlo convinti d’essere risolti, pesantemente caricati di creta sulle carni e claustrofobici per tutto lo spazio occupato dalle ombre dei nostri sogni defunti.

I miei lunghi sguardi sul tavolo settorio per avviare un processo autoptico sull’estetica e sull’etica del mondo non sono mai genitori di una classificazione risolta. Quel momento non è ancora arrivato e mi auguro soltanto che arrivi quando non avrò più la possibilità per continuare ad essere irrisolta. Due minuti e mezzo prima di morire.

Con le mie indagini autoptiche non solo non pretendo di arrivare ad una risposta definitiva e di tagliare il nastro dell’arrivo; ma neppure considero gli strumenti dicotomici per la dissezione come conclusivi. Sono solo il primo passaggio.

Spogliati le immagini e le parole, come i cadaveri, vengono osservate e studiate individualmente. Uso la dicotomia come l’enterotomo e il forcipe dentato. La dialettica dicotomica è solo lo strumento per incidere, per sollevare i tessuti verbali ed estetici e per tamponare. Nulla di più, nulla di meno.

Il pensiero dicotomico è certamente una procedura dogmatica, in quanto nel mantenimento di una struttura che procede per aut aut il conflitto implicito tra le parti non si scioglie in soluzione se non attraverso l’eliminazione temporanea di una delle due parti; ma questo inevitabile dogmatismo si qualifica solo se lo si rende tale. L’autopsia è l’inizio o il punto d’arrivo? Se αὐτοψία è la "visione da se stesso"(con i propri occhi) è solamente un inizio, come la dicotomia.

Iniziamo a vedere con i nostri occhi. Dopodiché il resto. Ma vedere con i propri occhi è la partenza che tocca l’arrivo. Se, infatti, della salma, nuda sul tavolo settorio, si raccolgono elementi inerenti alle caratteristiche generali, cioè i connotati, è solo perché sono utili ad una identificazione dei fenomeni.

Terminato l’esame post-mortem però, si riutilizza, felicemente, ago e filo per richiudere, dopo aver ricomposto il cadavere.

Si è guardato il corpo in esame, ci è guardati dentro, si è catalogato per dare una possibilità alla ragione di afferrare e comprendere, si è circoscritto per allargare. Luce-buio; vita-morte; razionalità-emotività non sono celle senza chiavi. Sono cassetti, contenitori aperti che solo la nostra volontà di comprendere deciderà di richiudere, soddisfandosi dell’ordine apparente di tanti concetti accuratamente riposti, oppure di lasciare visibili, a portata di pensiero, guardandoli per quello che sono, fenomeni e sintomi, non strutture portanti.

Ma, alla fine poi, chi utilizza un cassetto per non riaprirlo più? La sua funzione non è quella di riporre per contenere fino a quando si dovrà riprendere un discorso, ancora innumerevoli, infinite volte?

C’è chi utilizza le celle per poi gettarne le chiavi o per murarle, nella disperata e molte volte patetica volontà di conservare, non mutare, non contaminarsi.

Ma, al contrario, lasciare all’aperto, senza un rifugio temporaneo e accessibile con porte ed uscite di sicurezza ogni nostra cloaca mentale, senza un processo dicotomico iniziale, davvero renderebbe fertile il terreno per la relatività di Einstein, l’indeterminazione di Heisenberg, la complementarità di Bohr e l’incompletezza di Godel?

Non si tratta di inscatolare conserve ed etichettarle lasciandole isolate, in cantina, decostentualizzate ed asettiche; ma di preparare le conserve perché queste possano essere il più possibile commestibili, qualsiasi sia l’uso che se ne voglia fare.

Non cadiamo nel paradosso di chi vuole sfuggire al dogmatismo, gridando al dogmatismo…non se ne esce. Può infatti anche accadere che per accusare di dogmatismo la dicotomia dialettica del proprio interlocutore, non ci si accorga di procedere noi stessi proprio attraverso modalità ed espressioni dogmatiche, ed essere ignari di utilizzare a nostra volta strumenti dicotomici.

Per questo sono innamorata dei paradossi. Niente ha tanta ironia.

Pertanto, attenti a definire "irrisolti" a causa di dogmatismi dicotomici coloro che avete deciso di offendere. Primo perché incorrereste nell’inaspettato rischio di fare loro un complimento, e secondo (mi diverte enumerare, si…) perchè cadreste in una contraddizione in termini. Difficile, infatti, essere irrisolti, cioè aperti, se si è dogmatici.

 

Grazie a Dio sono irrisolta. Grazie a Dio non sono compiuta. Non sono finita.

 

P.S. Lo eliminiamo il liquido essudativo del focolaio linguistico?

 

 

 

 

L'immagine The Archaic Remembrance è opera di Larisa Dydorova

 

 

 

 

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/elettrikamente/trackback.php?msg=12834219

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
ravenback0
ravenback0 il 01/06/14 alle 22:48 via WEB
6 medico? Il discorso duale che si articola tra bianco-nero, caldo-freddo e cos' via è una trappola solo, come dici tu, se la lasci diventare una trappola. se cataloghi in modo ottuso senza dare spazio alle sfumature ma se è un punto di partenza è utile. chi lo elimina del tutto cade nel relativismo sfrenato e nel qualunquismo e alla fine non è meglio del dogmatismo. In un modo o nell'altro si rischia di diventare dogmatici tutti. Bello il significato del termine irrisolto non come negativo. Salut, Max.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 04/06/14 alle 20:58 via WEB
La penso come te. Credo che chiunque lo elimini anche come premessa difficilmente possa accedere ad una qualsiasi conoscenza; a meno che non sia "elettrikamente" folgorato da divina rivelazione...La mia "conoscenza" medica nasce grazie ad Ippocrate più che a Veronesi...;-p
 
misteropagano
misteropagano il 01/06/14 alle 22:57 via WEB
 
misteropagano
misteropagano il 01/06/14 alle 22:58 via WEB
Sai perchè è vuoto il commento di apertura e come lo ho imparato? semplice abilità del vivisezionare. Elementare primo gesto della curiosità. Quel gran rischio di cui avvisi è l'interrogazione che sempre mi pongo prima di parlare o scrivere, forse per questo parlo e scrivo poco. Temo la dualità tra vincente e perdente con la pietà per entrambi. Nel mio sogno onirico ho fatto - se è possibile fare di un sogno - il possibile affinchè le parole per immagini fossero sempre ogni possibile rimando ad un dialogo oltre questo approccio. Di rimando in rimando nel Labirinto in cui perdersi, pericolo per i più. Ho sempre trovato la barriera - quella dei risolti - che impediva alla spirale di continuare a vibrare del tratto ascritto nel cerchio. Dice Morin: Il pensiero dialogico multidimensionale si muove tra piano estetico e piano sperimentale, in cui recede l’illusione di una certificazione assoluta nell’assunzione della complessità come dato e sfida della ricerca.
Questi sono i modi che abbiamo tentato e tentiamo.
Questo forse è spazio e tempo di vessilli e sigilli, di chiavi e codici, di tag per unaInkmap.
Cara Ele cosa aggiungere, ho già lamentato stanchezza, forse che la resolutezza sia l'abbandonarsi a sè stessi? Temo, e forse a causa anche dei molti insulti, che l'essenza sia diventata spugnosa, palpabile e per questo intaccabile e soggetta a rovina. Come se lo "sputo" addosso volesse rilevare le forme dell'invisibile, per l'autopsia. Ecco, forse l'appello al medico legale potrebbe stabilire che non solo di morte fisica si può morire, ma di quella spirituale. Sono sicura che ci vedrai già un'opera in questo. baciM^
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 01/06/14 alle 23:17 via WEB
Il tuo sogno è quella spirale che vibra, ed è anche il mio e il sogno di altri. Come mi è capitato di scriverti e di scrivere, in generale, anche altrove, tu sei lirica oltre che onirica. E questo perché le tue espressioni (verbali, grafiche, di personalità etc…) vivono sempre sospese e fluttuanti nel terzo elemento invisibile dell’aut aut, oltre i due mondi. Non sei risolvibile, per questo, non ti esaurirai. La tua stanchezza non sarà sorella del “risolto” dogmatismo ma al limite, potrebbe condurre, come dici tu, ad un abbandono che è una sorta di fine. Ma la fine esiste per essere una continuazione che precede l’inizio. Non di sola morte fisica si può morire, no, infatti, si muore e continuamente di quell'altra morte. Eppure si resta vivi fisicamente e trasformati. Un altro affascinante paradosso. Doloroso. Inafferrabile. Ma si muore sempre per tornare essere, nuovamente, diversamente.
 
   
misteropagano
misteropagano il 01/06/14 alle 23:59 via WEB
 
misteropagano
misteropagano il 02/06/14 alle 03:23 via WEB
dolce notte Essenza della direzione ..smk®misti
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 04/06/14 alle 20:59 via WEB
Essenza della direzione per chi vive nei labirinti è un bel paradosso ;-)
 
woodenship
woodenship il 02/06/14 alle 22:48 via WEB
Posso autodefinirmi anch'io leggermente"irrisolto"?Mi sento un po'come quegli schemi di parole crociate che,mancanti di alcune definizioni,finiscono per apparire decisamente irrisolti.Io lo sono leggermente,perchè mancante soltanto di poche definizioni.E questo,come tu sottolinei,può anche essere un vantaggio:non permette di essere tralasciati al punto da finire al macero,perchè tanto tutto scarabocchiato,quindi inutile ormai.Mentre i miei spazi bianchi,proprio perchè limitati,attizzeranno sempre la curiosità istigando allo sforzo di risolvermi una volta per tutte.Ma io tengo duro e mi riservo ancora qualche casella bianca.Detto ciò,posso soltanto dire che ho apprezzato moltissimo questo post,nel suo intento di spendere una parola sulla complessità e quindi sulla impossibilità di dare un senso di risolutezza alle cose e a noi stessi.Ne va della bellezza dell'esistenza .........Un carissimo saluto ed un fiore scintillante di saggezza dai vellutati bagliori.........W.........
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 04/06/14 alle 21:15 via WEB
Mi piacerebbe essere risolvibile. Ma che il mio cruciverba, come il tuo, mantenga caselline bianche a lungo. Fino a quei... 2 minuti e mezzo prima di morire; ma prima di allora, voglio sperimentare molti passi di danza nella pioggia. Grazie Wood!
 
LUX_DIAPHANUM
LUX_DIAPHANUM il 03/06/14 alle 18:44 via WEB
Lieta sera Ele, Sempre un Piacere Essere Qui, Siamo Tutti Irrisolti fino alla nostra Fine, almeno quella Terrestre, Nessuno può Dire ora sono Arrivato e mi Fermo, la Vita è Sempre in Evoluzione, si Arriva a delle Concezioni, ma dopo Pco esse possono Essere anche Stravolte, una carezza di Luce Lux.ElettrikaPsike Alex in Lux.Diaphanum
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 04/06/14 alle 21:08 via WEB
Tutti Irrisolti fino alla nostra Fine, almeno quella Terrestre....Ed è semplice e sintetica e così chiara questa condizione che sembra strano che qualcuno possa non vederla...Grazie Lux.
 
ilmiviso
ilmiviso il 04/06/14 alle 13:47 via WEB
sai che sono diretta perciò ti dico : - perdere un amico - qui o nella vita? - significa vederlo trasformarsi in acerrimo nemico...
si può tenere da conto una amicizia solo per non incorrere in questo terrore? baciuzz Doty
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 04/06/14 alle 21:03 via WEB
La risposta è...dipende da quanto è grande il terrore e quale valore si dà all'amicizia. In ogni caso non è mai stata amicizia se l'amico perso diventa nemico e non è amicizia se vive di paura. Bacio a te, Dot.
 
IoSonoLibero68
IoSonoLibero68 il 04/06/14 alle 17:19 via WEB
Irrisolto senza dubbio!
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 04/06/14 alle 21:00 via WEB
Bè...si ;-) se affermi di essere libero...non puoi che essere irrisolto!
 
misteropagano
misteropagano il 04/12/15 alle 01:13 via WEB
mi ha fatto piacere questo trck via Soliloquio.primo..l'irrisolto.N.25. Notte Ele , speriamo la tua connessione presto, M^
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

JE SUIS CENACOLO'

 

Per chi ama scrivere,

per chi ama leggere.

Per chi è innamorato delle parole:

 

JE SUIS CENACOLO' 2015

Il Contest Letterario a colpi di BIC

blog.libero.it/WORDU/

Un Blog di PAROLE…

C H E    A R R I V A N O,

C H E    P A R T O N O,

C H E    R E S T A N O.  

Come un grifo, tra terra e cielo.

 

 

IL CENACOLO SI E' CONCLUSO ED ORA...

ABBIAMO IL LIBRO!

  

 

http://issuu.com/wu53/docs


 

ULTIME VISITE AL BLOG

rteo1alf.cosmosje_est_un_autrewoodenshipmisteropaganoElettrikaPsikekorov_evlegrillonnoirdestaelravenback0arwen971NINAARGY80BabiElepcassetta2ARCAN020
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

                        

                                                             https://twitter.com/elettrikapsike

 

 

 

SIT FEEL - SIT.n.ZERO tutti i numeri dello zero E altre geometrie

Seduti intorno alla Cultura

 

SIT FEEL

 

 

 

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963