Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

« Il benvenuto alla pioggiaTI ASCOLTO, OBBEDISCO... »

L'ANGOSCIA D'AUTORE

 

 

 

L'angoscia… primo riflesso della possibilità,

un batter d'occhio,

che tuttavia possiede un terribile incantesimo.

 

 

Quando spande il suo colore

dentro l’anima buia tra azzurro, onde, splendori

come una pennellata di vendetta

a morire la luce del domani,

 

e contro me

le cose inanimate,

avide del mio asilo e dei miei frutti,

sento scavare

un gesto di morte fissa,

 

triste tempesta

entro cui la speranza va, 

come un pipistrello,

sbattendo la timida ala contro i muri...

 

come nascondere l’ombra in me sospesa

che la distanza ha creato – fredda di vita - a te,

che del nulla

conosci più che i morti?

 

                                                   

 

 

Chiedo al tuo letto senza sogni,

librato sotto il velo segreto dei rimorsi,

 

a forza di aspettarti, cosa ti dirò?

 

Quando sarai arrivata e ti avrò vista, piangendo

 

che farò del vecchio dolore pallido, disfatto,

quando non potrò dirti perché ho pianto?

 

E, aspettandoti,

ritrovata, come ti amerò?

 

Canterò il tuo nome come la valle canta l’eco delle campane; ascolterò il linguaggio della tua anima come la spiaggia ascolta la storia delle onde.

Fà delle tue braccia due ali d'angelo. Nel segreto più segreto della felicità, abita l'angoscia.

 

 

 

                               

 

 

 

 

Ricucita, in un patchwork d'artisti.

 

 

 

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Commenti al Post:
IlFollettovagabondo
IlFollettovagabondo il 18/05/15 alle 13:51 via WEB
L'angoscia è un sentimento che ha ispirato i più grandi poeti, scrittori e pittori. Tutti l'abbiamo provata almeno una volta nella vita ed espressa in diversi modi...ma io credo che sia dall'angoscia più profonda che poi si sprigiona la voglia di raggiungere la felicità e la rinascita interiore per riuscire ad afferrarla. Buon inizio settimana:)
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 20/05/15 alle 02:04 via WEB
Credi quello che scriveva Kierkegaard. E sua l'ultima frase che riporto "Nell'intimo cuore, nel segreto più segreto della felicità, abita l'angoscia che è disperazione: questo è il luogo che preferisce fra tutti: profondamente dentro alla felicità". Grazie per il passaggio Folletto, buona settimana a te ;-)
 
woodenship
woodenship il 19/05/15 alle 16:29 via WEB
Ben volentieri mi ammanto di questo tuo patchwork poetico: versi che suscitano interrogativi,mestizia... Ed un nugolo di emozioni difficili da qualificare,un po'come se ci si lasciasse sopraffare dal vento che rotola cespugli e modella ruderi.........Splendida lettura......Grazie infinite ed un bacio di petali vellutati di stelle.......W........
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 20/05/15 alle 03:20 via WEB
Dici fin troppo bene, Wood, un nugolo di emozioni difficili da qualificare...proprio ciò di cui è fatta l'angoscia...Mi fa piacere che ti piacciano le "mistificazioni d'autore", anche quando sono scomode come questo patchwork di ...Penelope...;-)
 
   
woodenship
woodenship il 20/05/15 alle 17:55 via WEB
L'angoscia...questa conosciuta e temutissima amica:uno sconforto,uno sconcerto, ad animare una cacofonia di sensazioni che s'attardano, carogneschi orchestrali,con stecche e controcanti diabolici,per distruggere quel poco che rimane di raziocinio, nell'albergo del cuore,piantandoci un masso dal peso sconsiderato...Penelope tesse la tela ed il masso ne distrugge la trama:mistificazioni d'autore sono anche le parole,se ricomposte per ordine di macigno.Allora potrebbero anche dirsi poesia.........W......
 
     
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 20/05/15 alle 19:14 via WEB
Sei riuscito molto bene a renderne la musica di stecche e controcanti diabolici che distrugge, inevitabilmente e ogni volta da capo, tutto quel poco che rimane di raziocinio nell'albergo del cuore, ritessuto con pazienza ghiacciata dalle convulsioni, nel troppo breve intervallo tra una visita e l'altra...Grazie Wood. Ti ha visitato spesso e sei un suo ospite ambito se conosci a memoria quel suo masso dal peso sconsiderato. Sono una di quelle persone che credono che scomponendo, fin dove è possibile, il dolore, e vivisezionandolo nella sua struttura malata ma ancora presente, lo si possa rendere meno estraneo (per quanto ugualmente inaccettabile dalla mente prima ancora che dal corpo). Quindi il tuo contributo a smascherare l'estranea indefinibile è molto prezioso. Grazie davvero.
 
Word_User
Word_User il 19/05/15 alle 22:58 via WEB
divertissement è in pagina, in punta di pennawU
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 20/05/15 alle 02:06 via WEB
Ho appena risposto ;-) Mi piace il tuo "scorrono i titoli ma non sono di coda". Grazie per la tua presentazione del mio giochino, wU. In fondo, come mi ha insegnato molto bene la vita, già da tempo, meglio prenderci "seriamente alla leggera";-p
 
legrillonnoirdestael
legrillonnoirdestael il 20/05/15 alle 00:57 via WEB
Ele "mistificatrice" prendi tregua dai tuoi esili da Persefone, hai appena vinto il telaio di Penelope...;-) c'è il tuo diverissement da wU
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 20/05/15 alle 02:07 via WEB
Sono andata a leggere, grazie grillonnoir. Come Penelope, ma per il fatto di disfare e ritessere le "tele" sono più che adatta...e poi, in mancanza d'altro, restando in tema cinematografico, c'è sempre la Cruz...;-p
 
dominjus
dominjus il 21/05/15 alle 00:12 via WEB
Delle volte leggo un masochistico compiaciuto crogiolamento nell'angoscia, nello spleen , nel dolore, nella saudade, nella malinconia e nell'infelicità in genere. Quasi che essere felici possa essere peccaminoso o immeritato. O forse la negatività fa più "figo"? più "intellettualmente corretto"? I poeti.... brutta razza....me lo trovi un esempio di poesia felice?
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 23/05/15 alle 19:51 via WEB
Molta, in realtà…se vuoi prossimamente te la posto ;-) Io non lo so quanto, in effetti, la questione del "peccaminoso" insita anche tra i sensi di colpa di chi è lontanissimo da un indottrinamento religioso, possa convincere alcuni a rimestare nell'angoscia; ma di certo ti do ragione sul fatto che è un’abitudine dell'essere umano quella di temere la felicità. Probabilmente più che “figo” (al di là di alcune convinzioni filo-bohemien che hanno il loro numeroso seguito) l’angoscia fa parte dell’arte apparentemente più della felicità perché, banalmente, il detto ci ricorda che la lingua va a toccare proprio il punto laddove duole il dente. E forse notiamo che cosa fa la lingua proprio solo perché quel punto ci fa terribilmente male se lo sfiora. Non so quanti effettivamente conoscano l’angoscia legata alle crisi di panico, probabilmente per i più resta un modo comune di dire la frase “soffrire d’angoscia”; ma per alcuni di quelli per i quali, invece, angoscia, pensieri disturbanti, disturbi ossessivo compulsivi, panico, ansie e disturbi dell’umore clinici sono la condizione usuale di normalità, credimi, smontarli per comprendere che esiste un filo da dove iniziare a srotolare tutta la nebbia mentale e dell’anima è la cosa più essenziale della loro giornata. E non esiste autocompiacimento masochistico, solo un procedimento di vivisezione che ci si augura possa diventare autoptico. P.S. Questa è di Neruda…Oggi lasciate che sia felice, io e basta, con o senza tutti, essere felice con l’erba e la sabbia essere felice con l’aria e la terra, essere felice con te, con la tua bocca, essere felice…
 
dominjus
dominjus il 24/05/15 alle 00:26 via WEB
L'autocompiacimento autoptico altro non è che una forma di sadismo più o meno latente che fa il paio con quello masochistico. Il Piacere nell'infliggersi dolore diventa elegia del dolore. Anche Neruda che mi porti ad esempio sembra cosciente di ciò: dice "lasciatemi essere felice" quasi gli fosse vietato. Non una felicità di diritto ma una felicità per concessione.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 24/05/15 alle 23:00 via WEB
Compiacersi di vedere il cadavere dell’angoscia ancora sufficientemente non decomposto per poterlo eviscerare e comprenderne i meccanismi, per poi in seguito proteggersi, non lo vedo un procedimento mentale sadico…e neppure masochistico…Per Neruda invece non nego che, come ti ho già detto, sia presente in tutti gli uomini (davvero credo proprio in tutti) questo imbarazzo verso un’ipotetica sfacciata felicità e induce comunque chi ne trae benessere a scusarsene con un pudore fuori luogo; ma restano molte immagini di felicità espressa nella poesia d’autore…Pessoa? Ritento…e poi davvero più avanti ne comporrò una “mistificazione ad hoc ;-) (…) Che bello, non sto pensando a niente! Non pensare a niente è avere l'anima propria e intera. Non pensare a niente è vivere intimamente il flusso e riflusso della vita...
 
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