ElettriKaMente
Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)
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Anche se il blog é moderato, ogni intervento pervenuto viene pubblicato.
Qualora il vostro non risulti, invece, visibile tra gli altri è semplicemente perché, presentando tracce delle sopracitate (incontinenze, pratiche onanistiche o manie persecutorie-vittimistiche)
vergognandosi di se stesso e di chi l'ha messo al mondo, si è autoeliminato.
Capisco che il nome del blog potrebbe trarre in inganno, ma qui non troverete il supporto psichiatrico che andate cercando.
Cordialmente,
Elettrikamente,
EleP.
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TI ASCOLTO, OBBEDISCO...
Post n°135 pubblicato il 23 Maggio 2015 da ElettrikaPsike
Dedicato ai geni, quelli accertati e quelli non ancora patentati. E ai talentuosi di ogni variegata fetta di vita. Ma soprattutto a chi non è nè l'uno nè l'altro.
« Nel genio dobbiamo riconoscere un fenomeno dionisiaco, il quale ci rivela ogni volta di nuovo il gioco di costruzione e distribuzione del mondo individuale come l'efflusso di una gioia primordiale. » F. Nietzsche
Passiamo però da Nietzsche a Walt Disney e quella splendente attitudine finalizzata a produrre opere di rilevanza stupefacente nelle arti, nelle scienze e in ogni dove tra i contesti etici e sociali umani, diventa così una creatura dai "fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale"... Tutti abbiamo una lampada magica di cui siamo schiavi, anche quando la lampada è una sorgente di radiazione incoerente emenante fasci di libertà. Ognuno è schiavo della propria e, come accade nelle Mille e una notte, colui che s'impossessa della lampada magica, prima deve necessariamente sfregarla ma poi, una volta ripulita, potrà essere il padrone del genio che ne fuoriesce...restando comunque sempre schiavo dei desideri che la lampada gli potrà concedere. “Ascolto e obbedisco” dice il genio al suo padrone. Ma siamo proprio sicuri di chi sia quel "chi" e a dire "cosa" a quell'altro "chi"?
Ma torniamo all'altro genio. Quello alla Leonardo Da Vinci, per intenderci.
Sostanzialmente e il più brevemente possibile: a differenza del talento, una buona e ammirata predisposizione che per strabiliare deve, però, ricorrere a notevole lavorìo e studio, l'ingegno illumina (dalla cui radice approda il genium) e lo fa abbagliando, senza studium. Eh si, come Atena, nasce direttamente pronto, dalla testa di un dio...Con la santa rassegnazione di tutti i talentuosi più o meno dotati di ricchezze cerebrali del nostro mondo conosciuto e del monte Olimpo. Se ogni giorno i talenti si consumano occhi e membrane del canale rachidiano per migliorarsi, immolando gran parte del loro cuore e tutta la loro fedeltà alla disciplina, la genialità non lascia spazio a simili lungaggini. E' immediata come Ermes, messaggero dello spirito e del passaggio di qualsiasi informazione tra le divinità. E' rapidissima e anche quando non fulmina, irridente il metodo, non segue comunque regole specifiche. Il genio nuota nella follia, ricordava Paul Valery, si tiene a galla là dove il demente annega... Ebbene si, per il genio, anche il talentuoso con tanta buona volontà non è che un patetico contabile. E quel faticoso appello alle regole scritte sulla roccia dai padri defunti (talvolta ammazzati da un fulmine improvviso di più arditi posteri) è un atteggiamento così logoro e meschino da poter essere soltanto commiserato. L'arte talentuosa dopotutto non è mai stata divina, ma solo faticosamente umana e pesantemente meccanica. Che accade, però, se il talento nell'arte (e in ogni dove) gioca a impersonare il genio e non circoscrive più in una costrizione razionale di regole e studio il suo intelletto? Che succede se lascia libero il suo estro lungo tutto il midollo spinale? Risposta: Dissociazioni mentali e crisi di identità. Perchè la lampada magica s'illumina per qualcuno, ma per i restanti che si scordano di sfregarla, ammettiamolo, se non c'è l'impegno, sono soltanto obrobriosi dolori di parto...E senza aperitivi:"No competenze tecniche ed emozioni intellettualmente governate? no opera artistica", solo una manciata di psicodrammi.
Ed ecco a noi un piccolo enigma della Sfinge.
Cosa c'entra il genio della lampada con il genio di Leonardo Da Vinci? Chiediamoci se abbiamo capito, prima, in che misura il padrone è sempre lo schiavo e lo schiavo è pur sempre padrone...e quando sapremo che il genio nel minuscolo spazio vitale siamo proprio noi (tutti)...avremo la risposta.
Ogni tuo desiderio è un ordine... Ascolto e obbedisco.
L'immagine del post è di Nikolai Botnaru, La donna con la lanterna.
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