Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

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Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

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EPATER LES BOURGEOIS N°3

Post n°320 pubblicato il 05 Luglio 2021 da ElettrikaPsike
 

 

 

Domanda:

Chi moraleggia cose come "I deboli non possono perdonare perché il perdono è attributo dei forti" è sotto effetto di stupefacenti o solo grandemente presuntuoso?

 

Perché, diciamocelo,

nessuno

- forte, debole, saggio o idiota che sia -

può decidere di concedere o non concedere il perdono a chicchessia.

Ed il motivo è anche piuttosto logico e semplice:

non c'è individuo sulla terra che detenga il calice della verità e che si possa erigere nella condizione di elargire qualcosa che non gli compete affatto e che, di gran lunga, è superiore alle sue capacità come, appunto, il perdono.

Quindi voliamo un tantino più bassi, per favore.

Ai nostri pari possiamo scegliere di dare o non dare apertura, comprensione o compassione empatica ma l'unica facoltà che ci appartiene, se proprio vogliamo giocare a fare Dio, maneggiando impropriamente (e pericolosamente) il perdono, è quella di perdonare solamente noi stessi...

 

 

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Commenti al Post:
misteropagano
misteropagano il 07/07/21 alle 16:59 via WEB
...purtroppo la bellezza in alcuni luoghi non è perpetua...devo lasciarti una bad new cara amica mia : i nostri testi sugli "Arcani di Tirillio" sono stati bannati. Credo che la mano sia quella di chi teme il valore della creatività. Cmq aspettiamo info sui motivi. Nel frattempo abbi cura di te:* M
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 25/07/21 alle 18:19 via WEB
Purtroppo, per quanto pubblichi solo ora, il tuo vecchio messaggio di 18 giorni fa, lo so...Per fortuna mi hai avvisata in tempo reale ma, nonostante se ne sia già discusso in altre sedi, non posso che riscrivere anche qui quello che penso. I motivi per una censura, in ogni campo e luogo, sono di fatto o ipoteticamente plausibili a seconda di chi e di come si decide di guardarli ma soprattutto a seconda di ciò che muove la volontà di bannare qualcosa/qualcuno. La censura sulla creatività non è un argomento moderno, è vecchio quanto l'arte e direi che sotto un post che s'intitola EPATER LES BOURGEOIS, non può che calzare come un guanto. Trovare sconvenienti o offensive alcune cose decisamente borderline e "avanguardiste" (Dio, siamo nel Novecento puro...), se parliamo di creatività, è lecito solamente se si è borghesi, disinformati su una materia o se si decide volutamente di bacchettare per motivi personali qualcuno. Non vedo quarte possibilità. Non conosciamo l'identità dell'utente che si è sentito offeso (oppure piccato e risentito per altri motivi) al punto di scegliere di muoversi in questo modo e quindi ipotizzare il movente diventa più complicato; ma di certo e innegabile rimangono 3 cose. E 3 cose che vanno anche oltre dal singolo caso tirilliano. La prima è che la creatività, l'armonia, la bellezza e la condivisione entusiastica stanno antipatiche solo a chi creativo vorrebbe essere ma, di fatto, non è. La seconda è che, ammesso e non concesso che qualcosa di effettivamente disturbante ci sia stata, perché non farlo presente e circoscrivere il tumore, tagliando solo la parte infetta, senza arrivare a sopprimere l'intero paziente? Se ci si comportasse così per ogni cosa, la gente non avrebbe più una casa perché, invece di chiamare un idraulico per aggiustare una tubatura, l'abbandonerebbe e andrebbe a vivere sotto i ponti, non andrebbe dall'estetista perché, per un'unghia rotta, rischierebbe l'amputazione del dito o dell’intera mano...Suvvia...E poi terza: Ri-ammesso che il peccato sia stato tale da essere obbligatoriamente condannabile in quanto rientrante a pieno titolo fra gli illeciti regolamentati dal portale...perché, allora, innumerevoli profili e blog con immagini ai limiti della pornografia o contenuti dalla vacuità e incapacità linguistica ancora più pornografiche, nonostante le palesi infrazioni contro il buon gusto, la lingua italiana e l'intelligenza umana - senza contare l'esistenza di alcune tristi figure che sarebbero perseguibili per tutta una serie di reati previsti dalla legge, non solo da Libero - continuano allegramente a presenziare, nella loro sfacciata trivialità, sguaiataggine e inettitudine?
 
   
misteropagano
misteropagano il 26/07/21 alle 16:31 via WEB
ciao ElettrikaPsike, bella la tua arringa ma fin troppo importante:):) davvero gli autori non meritano attenzioni intelligenti visto che non si tratta della censura diretta della creatività, in realtà mai nemmeno persa e solo spostata a miglior luogo; solo azioni subdole subordinate al periodicamente vago, e secondo l'umore °)>
 
     
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/08/21 alle 19:23 via WEB
Ma...tu?? Sei lucchettata per bene...e proprio oggi che scrivo dei Giochi olimpici, mi ritrovo a bussare alle porte chiuse del cancello del tuo Olimpo? Come entrare? :-(
 
     
misteropagano
misteropagano il 08/08/21 alle 23:04 via WEB
Cara elettrikapsike non si può voler né dare di più in questo momento. Non ci sono novità, davvero. Abbi cura di te♥
 
     
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 09/08/21 alle 21:04 via WEB
Mestizia...:-(
 
alberto.gambineri
alberto.gambineri il 11/07/21 alle 18:18 via WEB
buon argomento; al massimo si può perdonare chi ci chiede (con molta umiltà) di ricevere il ns perdono, previa prova provata di essersi veramente pentito di aver commesso un torto nei ns riguardi; mai perdonare "gratuitamente"; quello non attiene alla condizione umana; un saluto
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 25/07/21 alle 18:30 via WEB
Grazie mille per il tuo commento alberto. Come ho scritto nel post, però, io penso che nessuno di noi (esseri umani) si trovi nella posizione di poter perdonare qualcun altro solo perché nessuno è a tal punto sopraelevato da poter accordare il perdono, gratuitamente o anche a chi ce lo chiede sentitamente. E questo non tanto perché sia difficile concedere una seconda o una terza possibilità a chi ci ha provocato sofferenza; ma semplicemente perché non siamo nessuno per farlo. Al limite si può comprendere e decidere se accordare ancora la nostra fiducia, andando avanti e superando l'accaduto con benevolenza; ma "perdonare" significa annullare la colpa. E, ammesso che di colpa si possa parlare, giudicare e cancellare le colpe altrui non è il nostro mestiere di uomini. Molto meglio utilizzare sinonimi del verbo...;-)
 
woodenship
woodenship il 12/07/21 alle 04:16 via WEB
La parola"perdono" mi sa tanto si indulgenza. Se poi la si rivolge a se stessi, ecco che la sento scadere nell'autoindulgenza. Cosa mai positiva questa, dal momento che può rilassare parecchio i costumi e la tensione morale, alla stregua di certe mancate autocritiche...........Un bacio scintillante di stelle..........W........
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 25/07/21 alle 19:01 via WEB
Il senso del verbo perdonare, almeno nell'accezione in cui l'ho voluto leggere era proprio la facoltà soprannaturale di estinguere un'azione...alla stregua di un annullamento della Sacra Rota in termini matrimoniali. E non mi piace l'aura di superbia che gravita intorno a coloro che credono di poter essere giudici e creatori, con la stupefacente capacità di annullare - più che "scordare", accantonare, superare - un'azione commessa da qualcun altro. In questo senso, il solo "perdono", vale a dire la capacità di darsi pace e di comprendersi senza flagellarsi, può riferirsi solo nei nostri riguardi. Se non altro perché conoscere e leggere noi stessi è sicuramente un'operazione più facile del conoscere e leggere la complessità di altri individui. Riguardo all'autoindulgenza, in effetti concordo. Non è un atteggiamento produttivo e troppe volte va a braccetto con la mancanza di autocritica e con il lassismo. Ma, allo stesso modo non amo il crucifige e il dogmatismo inflessibile che porta al fanatismo buio e all'autodistruzione. Sapersi "perdonare", quindi, va letto come antitesi alla rigidità da "santa" inquisizione che troppe volte soffoca senza sosta le persone in eccesso di perfezionismo con autocritica inflessibile...Anche meno...(molto, molto meno). Come sempre, un grazie a te wood!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Arwen71 il 24/07/21 alle 20:22 via WEB
Mai capito nenche io questo modo di voler accordare o meno il perdono, Ele...anche se non la vedevo dal punto di vista religioso o spiritualè che ne dai tu mi stona da sempre un po'. Un abbraccio, Moni.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 25/07/21 alle 19:04 via WEB
Un po' troppo pomposo e pretenzioso, se considerato nella sua accezione di capacità di estinguere addirittura l'errore...Un "ok, tutto a posto, non c'è problema" direi che è decisamente più prêt-à-porter ;-)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ARGYRIA il 24/07/21 alle 20:23 via WEB
Fa troppo caldo e mi sembra un post che richiede di addentrarsi troppo in labirinti filosofici eh eh eh passo!
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 25/07/21 alle 19:05 via WEB
Credimi, secondo me lo sopravvaluti, è molto, molto meno complicato di quello che credi ;-p A presto, cara!
 
legrillonnoirdestael
legrillonnoirdestael il 25/07/21 alle 01:55 via WEB
"L'unica facoltà che ci appartiene, se proprio vogliamo giocare a fare Dio, maneggiando impropriamente (e pericolosamente) il perdono, è quella di perdonare solamente noi stessi..." E direi che è già abbastanza...Forse la cosa più difficile. Concordo pienamente su quanto hai scritto.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 25/07/21 alle 19:07 via WEB
Lo penso anche io...Nemmeno questa è una cosa tanto semplice...Difficile, per qualcuno almeno, trovare un giudice più severo della propria coscienza.
 
ravenback0
ravenback0 il 25/07/21 alle 02:10 via WEB
Forse li usano come sinonimi perdono e apertura, comprensione o compassione empatica. Anche io li ho sempre considerati così, a dire il vero. Adesso che me lo fai notare però, ci rifletto per bene :))
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 25/07/21 alle 17:29 via WEB
Sono convinta anche io che si utilizzi il verbo con quella accezione, ma mi premeva specificare in risposta a questo dilagante senso di "onnipotenza" che, al di là della pura questione linguistica, il concetto di perdono porta con sé. Credere di poter accordare o meno, il "perdono" a qualcuno significa, volente o nolente, non solo pensare di essere in cattedra, con la facoltà di giudicare; ma anche fantascientificamente di decidere se è il caso di annullare o di far permanere le manchevolezze e i meriti di qualcun altro... Un po' troppo, non credi?
 
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