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Il fascino dei cimiteri

Post n°369 pubblicato il 28 Settembre 2024 da ElettrikaPsike
 

 

Per ovvie (e già citate) cause, in quest’ultimo periodo ho avuto direttamente a che fare anche con le questioni cimiteriali e quando, qualche giorno fa, mi è stato chiesto per quale motivo molti individui subiscano il fascino dei cimiteri, mi sono soffermata un attimo e, alla fine, ne ho trovati ben più di uno. E mentre inseguivo i pensieri (lasciandomi convincere dal loro racconto) mi sono divertita anche a ricrearne le immagini con l’IA.

 

 

Il primo, più immediato e probabilmente scontato, tra tutti i motivi per cui un cimitero è affascinante è che, inevitabilmente, invita alla riflessione sul ciclo della vita, sulla finitezza dell’esistenza umana e sulla nostra mortalità. E dal momento che la morte resta ancora uno dei più grandi misteri dell’esistenza umana, esserne il simbolo più concreto, non è robetta da poco. I cimiteri appresentano l’ignoto, l’inconoscibile e vanno in qualche modo a stimolare la curiosità, se non proprio il desiderio, di scandagliare ciò che va oltre la comprensione razionale.

In termini psicologici evocano il fascino del sublime, la commistione di paura e meraviglia per l’ignoto e per l’infinito, e qui s’insinua (come avrebbe potuto essere diversamente?) l’aspetto romantico. Il Romanticismo, di per sé, esaltava la bellezza delle cose effimere e fugaci – come la vita stessa – ed i cimiteri sono i luoghi dove questa bellezza transitoria è prepotentemente evidente: i fiori che appassiscono sulle tombe, le lapidi consumate dal tempo, il silenzio rotto solo dal fruscio delle foglie…

Tutti questi elementi evocano il senso di una seduzione che si confronta continuamente con la sua caducità. Inoltre, per i poeti, scrittori ed artisti romantici (più o meno maledetti) non erano soltanto luoghi di morte, ma anche di contatto spirituale/intellettuale con l’altrove.

Erano gli spazi per meditare sul destino umano, sulla fragilità della vita, sulla possibilità di una esistenza oltre la morte e per inseguirne l’idea come una misteriosa e metafisica amante, spesso personificata come figura affascinante e, in certi casi, desiderabile.

I cimiteri, in questo senso, diventano allora i luoghi dove questa suggestione d’irrealtà si manifesta, suscitando un moto di attrazione e timore che può sedurci (e, letteralmente, accompagnarci altrove).

La morte, quindi, viene vista non solo come una fine, ma come un mistero da contemplare ed un passaggio verso l’ignoto che attrae l’anima sensibile. Molti fra gli artisti romantici, poi, erano intimamente attratti dal macabro e dal gotico, che si integrano perfettamente con l’atmosfera e con il contesto cimiteriale. Le tombe, le cripte, le statue degli angeli con le ali spiegate ed i cancelli arrugginiti contribuiscono a creare un’atmosfera che è allo stesso tempo malinconica, inquietante e affascinante.

 

 

E tutto questo gusto per l’oscuro si sposa con il desiderio temerario di scavalcare i limiti dell’esperienza umana. Difatti, nella visione romantica è sempre, in qualche modo, presente l’incontro di Eros e Thanatos (Ἔρως και θάνατος), intesi come forze opposte e complementari. Ed i cimiteri – luoghi di morte e di ricordo – evocando la bellezza e la passione del passato, legano l’amore perduto o idealizzato con la realtà della morte.

L’idea romantica di una bellezza eterna, che trascende la vita, si manifesta nei monumenti funebri che commemorano amori eterni e ideali. Gli artisti erano sedotti dalla mortalità come dimensione capace di amplificare l’esperienza dell’amore, in modo che la stessa consapevolezza della finitezza andasse ad esaltare il desiderio e la passione, rendendo l’amore più intenso e, di conseguenza, prezioso e, in ultima analisi, significativo.

I cimiteri, come terre di confine, richiamano un tempo sospeso dove passato e presente sembrano convivere e, per i romantici, simili luoghi atemporali, offrivano il giusto rifugio da una modernità in sempre più rapido cambiamento.

Oltre a questo, i cimiteri sono inevitabilmente luoghi di storia e memoria collettiva, dal momento che sono i custodi dei ricordi – e dei segreti – delle persone che vi sono sepolte e rappresentano l’archivio fisico di vite ormai passate.

E se, innegabilmente, per chi ha una visione spirituale e/o religiosa della vita, sono luoghi sacri, ponte tra il mondo terreno e quello spirituale, ed il fatto stesso di visitarli diventa un atto di venerazione e di comunione con le anime dei defunti, anche per chi non crede ad un’esistenza al di fuori di quella fisica, restano luoghi di straordinaria bellezza architettonica e paesaggistica.

Le sculture, gli alberi secolari, le piante curate, i sentieri tranquilli e l’arte funeraria in generale, hanno il merito di offrire uno spazio sereno e contemplativo, a dispetto (o in virtù) di ciò che custodiscono e, se non per tutti, sicuramente per alcune persone rappresentano, ancora adesso, un rifugio dal caos e dall’ordinaria follia della vita quotidiana, in quanto luoghi di silenziosa indefinitezza e di rispetto.

Infine, la morte per molte tradizioni religiose o ideologie e credi personali, è incontestabilmente simbolo di metamorfosi e di rinascita. Il cimitero, allora, non è solo un luogo di dolore e rimpianto che conserva amabili resti, ma anche simbolo di trasformazione, dove l’amore e la nostalgia si mescolano ancora una volta, per dare origine a nuove forme di espressione e di bellezza.

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Commenti al Post:
woodenship
woodenship il 29/09/24 alle 01:30 via WEB
Mi fai venire in mente che il cimitero è il luogo in cui i vivi e i morti si incontrano e dialogano. Almeno questa è la visione che si può avere visitando dei cimiteri messicani. La gente ci va per incontrare e parlare con i propri morti: un modo per proseguire una dialettica che la morte ha interrotto.
Detto questo che si può aggiungere di altro a quanto da te espresso in modo brillante ed esaustivo?
È innegabile il fascino dei cimiteri e la serenità letale che ispirano a noi individui stressati dalla vita d'ogni epoca e latitudine. Un bacio scintillante di stelle
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 03/11/24 alle 20:12 via WEB
Anche a me viene in mente il Messico, e ti dirò, anche lo splendido cartone animato della Disney, Coco ;-) Grazie wood!
 
rteo1
rteo1 il 30/09/24 alle 13:52 via WEB
Complimenti,anzitutto, per lo stile letterario,gradevole e avvincente, che consente di avvicinarsi al tema con estrema serenità. Nel titolo fai riferimento al "fascino" dei cimiteri. Penso,in verità, che in molti casi tali luoghi creino angoscia. Anche se non dovrebbero.Se non altro perché ogni essere vivente ha in qualche cimitero almeno un amico,un conoscente,se non, come spesso avviene,dei familiari. Luogo, quindi,del silenzio,del raccoglimento,della riflessione. A Sparta le tumulazioni avvenivano in città affinché i giovani prendessero conoscenza del trapasso dei loro.concjttadini senza aver timore e si abituassero alla loro assenza. Sulle tombe non venivano riportati i nomi,se non per i guerrieri morti in guerra con onore e delle donne morte durante le gravidanze. La riserva di uno spazio pubblico da destinare alle sepolture appartiene soltanto ad alcune culture e comunque non si perde nella notte dei tempi. Era principalmente praticato il falò sulla pira come narra Omero della morte di Patroclo. Personalmente quando posso ci vado volentieri e giro in lungo e in largo per "aggiornarmi" e così ho capito che con l'avanzare dell'età ci si sente parte di quello spazio e che scompare qualunque esitazione. Anzi diventa persino "piacevole" come mi è accaduto quando con sorpresa ho scoperto,dopo circa 50 anni,il loculo di un mio amico d'infanzia investito da un pirata della strada quando aveva solo 9 anni. Luogo,perciò anche della memoria. Conservi o no,pertanto,anche solo i corpi in disaggregazione ma per noi umani i cimitero è anche il diaframma tra la vita, la morte e la rinascita.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 03/11/24 alle 20:17 via WEB
Mi dispiace per il tuo amico, rteo. Grazie mille per la tua testimonianza e le tue parole gentili (e per aver ricordato i rituali greci! due miei nonni e un bisnonno - i cui corpi sono tutti ormai sepolti - provenivano da quei luoghi).
 
animasug
animasug il 30/09/24 alle 14:27 via WEB
Profondo rispetto per le cose sacre, e per le persone molto tristi vicini alle tombe dentro cimiteri; purtroppo non conoscono moderne nuove dottrine di rivelazioni che descrivono avvenute risurrezioni... - it.chiesadigesucristo.org
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 03/11/24 alle 20:18 via WEB
Grazie mille per il tuo commento, animasug
 
misteropagano
misteropagano il 01/10/24 alle 14:24 via WEB
il fascino della permanenza e dell'impermanenza e ma.. È possibile davvero distinguere i cimiteri dai campi dei vivi? ..
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 03/11/24 alle 20:21 via WEB
Tu dici che il fatto che nei cimiteri le persone tacciano, mentre molti cervelli putrefatti di cadaveri viventi insistano a gettare livore e infamie, parlando, non sia una bella discriminante, Amica mia?
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Arwen71 il 23/10/24 alle 21:37 via WEB
Romantico Ele...strano post ma romantico, tipico tuo :))
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 03/11/24 alle 20:21 via WEB
;-)
 
legrillonnoirdestael
legrillonnoirdestael il 23/10/24 alle 21:39 via WEB
Cara Ele post inaspettato, sebbene pertinente al periodo che hai vissuto. Ora però ti voglio sentire circondata di sola vita.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 03/11/24 alle 20:24 via WEB
Neppure molto, in realtà esula dal recente lutto. L'ho lasciato anche un po' più a lungo, giusto per la dia de los muertos! ;-)La vida es aqui y ahora.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ARGYRIA il 26/10/24 alle 17:58 via WEB
Beh non l'avevo mai considerato sotto questo aspetto :o in effetti:)
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 03/11/24 alle 20:24 via WEB
In effetti...;-)
 
ravenback0
ravenback0 il 27/10/24 alle 16:33 via WEB
Il post sulla bellezza dei cimiteri è giusto quel che di gotico che mi mancava ma che apprezzo :))
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 03/11/24 alle 20:25 via WEB
Grazie raven, sei sempre carino ;-)
 
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