EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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Post n°532 pubblicato il 12 Marzo 2015 da enodas
C'é questo vento gelido che spira tra i pilastri, sotto le arcate, a tratti fischiando. Eppure, la luce é accecante, là in fondo, quando l'arena brilla del sole e si solleva al vento. Doveva essere intrisa di sangue e colma di urla, allora, un unica onda di paura, forse, terrore, chi lo sa, o una scarica di adrenalina pazzesca, mentre botole si aprivano, ascensori venivano azionati, e portoni si spalancavano. Mi rendo conto che quello che vedo é un'immagine imparata, filtrata da secoli di storia. Mi rendo conto che non é possibile veramente capire, immaginare, quello che era il valore dell'arena, del sangue che scendeva così come della vita che pulsava. No, quello che posso percepire é il silenzio maestoso nel presente, quello di una pietra spezzata e di un rumore continuo dei turisti che vi passano sopra, come sopra una spessa coltre del tempo che copre ogni cosa prima che io vi possa camminare sopra.
Quelle ombre che un musicista scrisse tra le note: osservo i pini, quelli di Roma, quelli mediterranei, ondeggiano dietro a folate di vento gelido, come non avrei aspettato, ora un po' di più quando é buio e ciò che resta sono sagome che scompaiono e luci brillanti in lontananza. E le rovine dei fori restano come illuminate soltanto dalla luna, in silenzio, su un colle buio che dall'alto domina la vista, disegni geometrici e perfetti ai miei piedi, un profilo dietro l'altro in lontananza, dentro una quiete che pare immobile, nel tempo.
Credo che non mi abituerò mai a questa idea. L'immagine di una città fatta di vicoli, strade e palazzi assiepati nel tempo, nell'ordine di secoli. No, la mia mente rimane inevitabilmente ferma, nel tempo, molto più indietro. E' per questo che ogni volta non smetto di stupirmi: perché ogni passo mi fa ricordare la ricchezza della storia, strato su strato, segno dopo segno. E ne testimonia la bellezza.
Ho osservato la luce, questi giorni. Sembrava quasi scolpire la pietra, modellare edifici, la mattina. Calda e dorata, anche se il vento si alzava in folate tremende. Animava una piazza, o penetrava attraverso fessure per proiettarsi su un cornicione di una sfera perfetta. Ondeggiava incerta, nel buio di edifici sacri, come fiammella isolata, o tagliava di nettostrade strette tra edifici eleganti. A catturarmi sin qui é stata una musica. Come il canto di una sirena, sola e flebile di un violino di strada. Un passaggio segreto, questo mi appare, od un palco invisibile. Ho nella mente un'altra immagine, di un violinista, un'immagine lontana ed impressa con delicatezza.
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