EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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Post n°551 pubblicato il 27 Maggio 2015 da enodas
La Rosa di Fuoco era Barcellona. Una mattina d'estate, agli inizi del Novecento, prese questo nome. Un mondo sta scomparendo, avviato a quel cambiamento che avrà come spartiacque la Grande Guerra. Il mondo borghese ha affinato una nuova sensibilità del gusto, sta conoscendo la modernità e le sue conseguenze. A fianco, gli invisibili, la parte della società che pagava dazio a quella stessa modernità e popolava i sobborghi di un'altra città, ai margini della prima, una polveriera pronta ad esplodere. Anche tra le vie della città catalana.
Sono arrivato attratto da questo titolo, questo nome quasi magnetico nell'associaretumulto e delicatezza. Mi sono trovato immediatamente nel mondo rovesciato di Gaidi e nelle proiezioni immaginate che evocavano le foto alle pareti. Eppure... eppure, mi sono presto perduto, lungo un percorso che abbozzava, suggeriva, ma continuamente mi sembrava povero e mancante. Cosi' che, rileggendo me stesso, adesso, colgo il significato, passaggio dopo passaggio, di una storia suggerita ma, a mio parere non ben raccontata. Piuttosto breve, un po' carente. Sono uscito deluso, con la sensazione che un po' le parti fossero accozzate dietro un nome ed un'idea affascinanti. E non parlo dei nomi. Anzi, alcuni sono stati stupore e piacere, sguardo nuovo e diverso. Mancava tutto il fuoco, da narrare.
"La rosa de fuego. La Barcellona di Picasso e Gaudí evoca la straordinaria fioritura che, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, ha cambiato il volto della città catalana e ne ha fatto uno dei più effervescenti centri dell’arte e dell’architettura in Europa. (dall'Introduzione alla mostra)
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