EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Post n°553 pubblicato il 08 Giugno 2015 da enodas
Arriva una musica, da dietro le piante. La suonano, archi, trombe trionfanti, a tratti voci acute. E scrosci d'acqua. Brillano nell'oro, quello che ormai é rimasto come riflesso di un tempo che fu, un mondo che non esiste più, ed un regno che allora era di un re che si faceva nominare come il Sole. Nel cuore d'Europa, irraggiava, un misto di moda, modello da copiare, ed espressione estrema di potere, nel segno di un universo impossibile, distaccato da tutto. Brillava, come brillano i riflessi d'acqua, istantanei e fulminei, immaginari, come le creature mostruose che sbucano fuori dall'acqua, la biga di Apollo che si lancia furiosa dietro a cavalli mossi da fuoco divino. Immaginario, come le figure che si muovono sulle note fuse in una goccia d'acqua, altisonanti, ornamentali, ristrette in quel mondo che aspirava all'idillio e tutto si traduceva in cerimonia e maniera.
Eccomi, sono tornato. Ogni angolo di Parigi é per me ormai una pittura sfocata che chiude dentro un ricordo. C'é spesso un qualcosa che parla al profondo dell'anima, per una città che mi piace tanto, fino all'invidia, anche quando questo si nasconde dietro al particolare più semplice, sia un'insegna di un ristorante od un venditore ambulante all'interno dei giardini di un palazzo reale. Non avevo mai varcato le porte della reggia. Tanti anni fa, ricordo, ci si era passati in macchina, in partenza, dopo giorni che avevano lasciato un ricordo amaro. E più di recente, una manciata di anni fa, alla vigilia della festa nazionale, quando la sera si giocava una finale di calcio dall'altra parte del mondo, lungo i giardini... quella volta, meglio lasciar perdere... Anche così ogni angolo può ricordare qualcosa. C'é un sole caldo e sereno. Le fontane si accendono, come si accendono gli sfarzi del palazzo reale, tessuti preziosi, una galleria infinita di ritratti ed una, enorme, di campi di battaglia rievocati, lungo tutta la storia di Francia. Ed un corridoio si riempie di luce, uno specchio dietro l'altro, moltiplica le luci dei candelieri, i colori del soffitto... e la vista che si apre sui giardini.
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