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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura





 
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Post n°606 pubblicato il 29 Febbraio 2016 da enodas

 

 

 

Donna di successo ed abissi di profonda solitudine. Questa frase, estratta da qualche parte in uno dei pannelli esplicativi, ritorna espresso in continuazione. Davvero cerchiamo il lato oscuro e tormentato dietro al genio che si eleva sopra noi persone comuni, o é il genio creativo ad esigere una qual forma di tormento per esistere?
Ad ogni modo, la solitudine di Tamara de Lempicka era quella della diva, ad un certo punto icona di stile e fautrice di moda, lei, una silhouette decisamente parigina, due occhi chiari, penetranti, capelli biondi e naso greco, leggermente ricurvo, labbra color carminio e maglione color ocra rossa, altezza considerevole per una donna, la cui sola presenza suscita curiosità, e vestiti da favola, pellicce costosissime ed una bisessualità dichiarata che ispirava la sua arte fino quasi a forgiarla.
Ecco, allora, cos'era quell'ombra nascosta, dietro una vita alla ribalta, ed un'arte amata che vendeva "a colpi di biglitti i banca"? Questa mostra parte dall'inizio, dalle origini addirittura incerte e passano per Parigi, gli esordi europei e la vita in America. Lo fa attraverso fotografie, alcune delle quai eccezionali, suggstioni di musica, vestiti disegnati ed intessuti da un'artista e, ovviamente, le tele dipinte.
I mondi, il medievalismo, la figlia, gli amori, la spiritualità, lo scandaloso erotismo: tutto sul proscenio di un mondo nuovo, in cambiamento, in cui la modernità é vetro ed acciaio, abiti fatti di latta e boccoli di capelli che sono trucioli di rame; il Futurismo sullo sfondo, l'amore e l'amirazione per la pittura italiana del Quattrocento e quella fiamminga del Seicento che rendevano la sua pittura anacronistica e dedita al particolare. Ma soprattutto, le sue opere scendevano nel profondo dei sensi e dei sentimenti. Per i suoi amori liberi e disinibiti, e le donne che amava in particolare, innanzitutto, alle quali quasi attingeva in una ricerca della visione amorosa, in una rielaborazione colma di erotismo. Nel tema dell'infanzia, nel rapporto frustrato e frustrate con la figlia - in una sola parola, semplicemente ambiguo - un'infanzia "sapiente" e consapevole dei dubbi e delle sensazioni adulte, o tenera ed intima tanto da sfiorare la sacralità. Nel modo di ritrarre, un'anatomia possente e mascolina, ed una sinuosità quasi tormentata delle linee, con un forte senso del volume - quasi fotografico - e la resa del colore come fosse applicato su una superficie di ceramica.

 

 

Quello che ne esce é un percorso avvincente ed una storia complicata quanto affascinante, dove arte e vita si intrecciano. Una vita fatta di splendore, cosmopolitismo e ricchezza, ostentata al pubblico come parte di un personaggio che era e rimane icona, dove l'identità artistica veniva di proposito sovrapposta all'immagine della nobile femme fatale.
Nella calma frigida delle sue figure, quasi scolpite, si intravedeva, per suggestione, la sua immagine. Ci si muove tra salotti buoni e luoghi sfarzosi, sotto l'eco costante di un mondo moderno e rumoroso. Si sfiora l'eleganza e la trasgressione, l'indipendenza e la celata fragilità di una personalità che ha lasciato una firma inconfondibile di se stessa. Un dandy al femminile. E questo é un traguardo riservato ai più grandi, a mio parere, la capacità di risultare sempre immediatamente riconoscibile. Gettare uno sguardo a quello che vi sta dietro é, in parallelo, un percorso diverso dal solito ed una storia emozionante attraverso il mondo di una spiccata sensibilità.

 

"Erano altri tempi ed era estremamente difficile per una donna essere riconosciuta come un’artista. I critici dell’epoca preferivano concentrarsi sui miei modi eccentrici di vivere la vita."


Le donne sono le Erinni,le Amazzoni,le Semiramidi,le Giovanna d’Arco
(Valentine de Saint Point - “Manifesto della donna futurista“)


"Mi piaceva uscire la sera e avere un bell'uomo al mio fianco che mi diceva quanto ero bella o quanto grande era la mia arte."

 

 

"Apre a Verona la grande mostra monografica dedicata a Tamara de Lempicka, una delle artiste del Novecento più amate e seguite dal grande pubblico. [...] la mostra racconta l’eccezionale avventura artistica di Tamara attraverso 200 opere tra olii, disegni, fotografie, acquerelli, video e abiti.

Il percorso dell’esposizione, in ordine cronologico, parte dalle opere parigine degli anni ‘20 e arriva all’ultima produzione degli anni ‘50 del Novecento.
Ad accogliere il visitatore è la Ragazza in verde, eccezionale prestito del Pompidou di Parigi, il quadro che decreta il pieno riconoscimento ufficiale, acquistato nel 1932 dallo Stato francese per essere esposto nella sezione polacca del rinnovato Jeu de Paume.

Durante il percorso sono analizzati i rapporti tra la sua arte e i linguaggi della fotografia e della moda – a cui è dedicata un’intera sezione – ed è raccontata la sua capacità di rappresentare la vita moderna attraverso dipinti che sono diventati icone; è infine evidenziato l’aspetto di una donna-artista che impone una figura femminile nuova, emancipata, disinibita e libera, del tutto rivoluzionaria per il suo tempo. In mostra anche i notissimi quadri “scandalosi” raffiguranti le amanti di Tamara, e i nudi pieni di sensualità per cui è conosciuta in tutto il mondo.

(dall'Introduzione alla mostra)

 

 
 
 
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