EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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Post n°654 pubblicato il 07 Dicembre 2016 da enodas
Mi ritrovo a scrivere dallo stesso punto in cui avevo lasciato. Come se avessi posato la penna e lasciato aperte le pagine. Forse é così, anche se in un certo senso é come se avessi avvolto un quaderno e lo avessi portato con me dentro uno zaino caricato sulle spalle. A volte, l'ampiezza di certi momenti risalta maggiormente guardandoli da fuori, che sia indietro o in avanti ne cambia invece la prospettiva, come prima o dopo una corsa. Così, voltandomi ora e scintillando il mio sguardo nelle foto che ho raccolto e che finalmente posso guardare appieno, alcuni tratti di strada assumono quella sfumatura epica che mi ha fatto desiderare questo viaggio.
"...come posto più sicuro della Terra venne scelta la Patagonia. (B. Chatwin)
Non so esattamente quando questo nome abbia iniziato ad occupare la mia mente. Ma, come all'inizio di un libro da scrivere, mi sono ritrovato in queste parole. All'inizio, era semplicemente un posto lontano, irraggiungibile ed impossibile. Poi, a poco a poco, é diventata una frontiera, un profilo sulla mappa, lo sfondo protagonista di pagine e persone, un ultimo ponte, un luogo non-luogo che traduceva in una qualche realtà quel posto lontano che avevo nella mente.
E silenziosamente, con me, avevo anche un luogo che era continente e mondo nell'anima, una ferita sotto pelle che ogni tanto reclamava la sua presenza al nominare un luogo, ad incontrare persone provenienti da quel Paese, semplicemente pensando che per la prima volta ero qui, in Sud America, in quel mondo che volevo leggere in un paio di occhi. Domande inutili perché senza risposta e senza forse nemmeno fondamento, anche se per quanto non abbia senso razionale, ogni tanto il pensiero si ferma lì.
E' riguardando le immagini che compio un altro viaggio. Ho gli occhi diversi, forse semplicemente capaci di osservare un periodo di tempo più lungo, un insieme continuo. E tutto appare un po' più grande. E' bastato uscire dall'aeroporto, alla prima cittadina in Patagonia per capire cosa quell'epica del luogo fosse intrisa nella desolante mancanza di qualsiasi variazione di ciò che avevo davanti. E lentamente germogliava la leggenda di un nome, o un numero, una distanza, una strada. Sempre più vicino, sempre interminabilmente lontano.
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