EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Post n°663 pubblicato il 07 Gennaio 2017 da enodas
10 Novembre Sembra incredibile, ma passato un giorno, ho già attraversato una frontiera. Una di quelle visibili, in realtà, anche se sommersa dall'acqua lattiginosa di un fiume giunto al suo ultimo passo verso l'oceano. L'ho attraversata a fianco di uomini e donne che prendevano un traghetto come un altro, magari con una borsa della spesa od un trolley dalle dimensioni ridotte al seguito, come una routine che per me era una strada unica, marcata da timbri e contro-timbri tra le pagine del passaporto, un Paese piccolo e sconosciuto che per me si traducea in un sole stampato sulla targa ammaccata di un'auto in disuso, e quella sensazione del viaggio sul ponte di una nave.
Mi sono ritrovato all'ombra di un sicomoro, cercando dietro i riflessi abbaglianti il profilo di una metropoli. Nella calma di questo luogo, anche quello, oltre la vista, appare meno tumultuoso. Meno tumultuose le mie inquietudini, ora a contatto col mare, quando posso sentirne il rumore, assaggiarne l'aria trasportata dal vento che sbuffa ad intermittenza, come un sospiro, quasi, lo stesso che da il nome ad una stradina che dalle mura a strapiombo sale fino alla piazza, o come la brezza che spira tra i finestrini di un'auto lanciata in corsa, in una passato lontano ed indefinito, altro non resta che un profilo d'epoca, sia esso uno scheletro contro la luce del sole, od un contenitore di un giardino intero. Perché c'é un pizzico di artistico ed 'alternativo', in questa colonia portoghese silente sotto il sole cocente, dove le ore sembrano passare con una calma silenziosa.
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