EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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Post n°750 pubblicato il 13 Aprile 2018 da enodas
Mi piace questo luogo. Rallentare, seguire una strada persa nella campagna, senza intralci e senza fretta, tenendo ai lati i profili dei vigneti che lentamente si aggrappano alla primavera che avanza, già non più scheletri sofferenti. Una deviazione, poi un'altra, ed un'altra ancora, dove la strada si restringe verso uno dei villaggi dal nome prestigioso, dietro un muretto, verso il profilo di uno di quei chateau che significano altro che castello, sempre seguendo linee regolari tracciate nel terreno. Mi piace. Giungere in questi villaggi in pietra, un sapore d'antico, dove tutto é Medioevo, ed ogni passo risuona in una storia di terra e ciò ed uno dei suoi prodotti più misteriosi, tanto da essere nascosto nelle cave, labirintici sentieri sotterranei sovrapposti secolo dopo secolo, in un'attesa di anni, oscura e silenziosa, che permea l'aria di umidità e sapore di legno bagnato. Mi piace fermarmi.
Quelle che sono rovine silenziose era un centro smisurato di potere. Esteso a tutta l'Europa, il potere dell'abbazia di Cluny. Non restano che queste vestigia, imponenti anche se uno spettro in confronto a ciò che doveva essere, segnate magari da un visitatore del passato il cui nome graffiato sulla pietra viene sfiorato da un riflesso di sole. Precario, come quella stessa pietra. Come il battito d'ali di una colomba che attraversa la volta di ciò che doveva essere e si perde uscendo da una vetrata aperta sul mondo, quello di oggi, tanti anni dopo, diverso e lontano, anche entro una cinta di mura e viottoli costeggiati dagli infissi di legno, le strutture a graticcio, e gli stendardi corporateschi che ondeggiano al vento.
Siamo in Borgogna. Una parte soltanto, perché a guardare con attenzione la mappa, sono tanti i puntini attraverso cui vorrei tracciare una linea di penna. Mi sono mosso così, seguendo la dolcezza del paesaggio e cercando alcuni di quei sapori per cui questa regione é tanto nota da aver creato un nome proprio. L'ho fatto arrampicandomi su villaggi che all'occasione sembravano isole fluttuanti o piccoli centri di vita medievale sfuggiti al tempo. Seguendo una linea da nord a sud che si appoggiava ad una Costa d'Oro e d'Oriente e si ritagliava il suo spazio tra ordini monastici, un ducato ricco e potente, e lunghe file di botti colme di vino. Così, mi sono ripetuto, sarà forse un'altra stagione, sarà magari un'altra zona, ma tornerò, ancora, per gustare qualche giorno soltanto un ritmo diverso di vita.
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