EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Post n°868 pubblicato il 22 Settembre 2020 da enodas
Credo che difficilmente passerà questo giorno. Sono tornato, risalendo chilometri e chilometri di strada nella solitudine peggiore, quella che si prova quando fisicamente si ha qualcuno accanto. Avevo caricato la macchina per portare con me quanto più possibile, una volta tanto che cause esterne mi avevano obbligato a guidare, per trarre vantaggio da questo viaggio forzato su strada. Scusa o motivo, ho perso l'eccitazione un po' bambinesca (ma che chi vive all'estero può immaginare) di avere in gran quota mezzo supermercato alle spalle. Ho percorso questi chilometri in una solitudine amara, proprio quando invece avrei avuto bisogno di non essere solo, proprio quando chi sedeva accanto avevo bisogno fosse anche vicino. Ed invece, come una trama scritta al contrario, é stato tutto l'opposto. Per la strada, una lunga interminabile tirata, per la tristezza e l'incapacità di prevedere il futuro dei prossimi mesi. Perché, accanto allo strappo che ogni partenza, ovunque essa sia, comporta per me emozioni contrastanti, questa volta é ben diversa, e come non sapevo quest'estate come e cosa avrei fatto per scendere, ancora più indecifrabile mi appare tutto ciò che sarà. Sono arrivato a notte fonda e nella notte ho passato lo sguardo in giardino, trovando un mezzo disastro. E' un'immagine che nel buio ha aggiunto sconforto a sconforto. Davvero basta così poco perché tutto cada in rovina, perché senza che metta mano di persona crolli tutto come un castello di carte? Di nuovo, mi sono sentito inutile ed impotente. Questi chilometri, percorsi in macchina, sembrano già un'illusione temporanea, un filo che avevo idealmente ritessuto nella convinzione illusoria che, nel peggiore dei casi, potrò sempre guidare. Perché nel frattempo, volante alla mano, continuo a chiedermi cosa sia amare davvero un'anima, ovunque proteggi, e se mai sarà davvero così.
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