EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Post n°878 pubblicato il 30 Gennaio 2021 da enodas
Riavvolgendo il tempo di un anno esatto da oggi, mi ritrovo in quell'ultimo estanuante viaggio. Un'interminabile trafila di coincidenze e nomi di città tra Asia ed Europa, durata quasi due giorni, che precipitosamente mi riportava indietro con tristezza infinita. E paura, certo. Anche se difficilmente avrei potuto guardare avanti e vedere ciò che é, ad un anno di distanza. Con la tensione che scemava, di passaggio in passaggio, ritrovando quella normalità che soltanto pochi giorni erano bastati a stravolgere. Quella realtà non raccontata che mi era apparsa immediata ed esplicita appena atterrato, attraversando strade che dovevano essere piene di vita e che si presentavano spettralmente deserte. Quella realtà non raccontata che ogni mancanza di notizie rendeva ancora più opprimente. I cieli già si stavano chiudendo. Adesso, quelle immagini appaiono come ricordi lontani ed incridibilmente sbiaditi. Ho cercato allora di pensare a quel tragitto come un'avventura in sé, un'esperienza di viaggio. E certo é stato così, magra consolazione di quella che smebrava quasi una fuga. Eppure ancora era l'illusione di pensare che si trattasse dell'altra parte del mondo, e che tutto sarebbe stato assorbito in una colonna in seconda pagina. Ma quelle strade deserte mi avevano colpito, come uno schiaffo. Lasciando un macigno sul cuore, a dover ripartire così. E niente, ancora, era nemmeno all'orizzonte.
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