EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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Post n°885 pubblicato il 17 Ottobre 2021 da enodas
26-27 Giugno 2021
E' passato quasi un anno, ed alla fine torno a casa passando proprio da qui, da quell'ultimo luogo di frontiera che aveva segnato il mio passaggio, l'ultima volta. Quanti silenzi e quante giornate vissute lontano, nel frattempo. Sono tornato, ma questa volta con l'idea di fermarmi, almeno un attimo. In fondo, me lo ero promesso, di fare tappa qui e spendere un po' di tempo camminando i sentieri che si intravedevano dalla strada che dalla frontiera scendono verso valle. Quel campanile che affiora e compare, quasi dal nulla, soppraffatto dalle acque ma non dal ricordo, lo stesso ricordo che la sua presenza sembra voler mantenere come monito. Quel campanile marca un confine quasi nascosto, ormai, forse dimenticato, e la sua vista segna che sì, finalmente sono entrato in Italia.
E' un lungo cammino di una giornata quello che abbraccia il lago da un'estremità all'altra, partendo da sud, dalla presenza pur sempre sinistra della diga, quella che ha pesantemente plasmato questo paesaggio, e le cui costruzioni ad imbuto che affiorano dall'acqua, ora che il livello dell'acqua é più basso. E si allunga fino all'estremità opposta, praticamente giusto dietro al confine con l'Austria, dove il campanile superstite esce dall'acqua, la stessa immobile come uno specchio opaco ancorato ad un angolo naturale formatosi sulla riva. E' un lungo cammino, che abbraccia un circuito perfetto o si ritragga sullo stesso lato, più in alto lungo il fianco della montagna, esposto alle folate di vento ed alle campate di sole come le vele dei surfisti che si animano in mezzo al lago.
Non si direbbe, ma quel rigagnolo che esce da una frattura nella roccia é il fiume che bagna la mia città. Vi si arriva attraverso un bosco di pini lungo un breve sentiero che si dipana aggirando fortificazioni nascoste nel terreno, collinette aggiunte dall'uomo, e linee di difesa tracciate sulle montagne e mai veramente utilizzate. C'é un certo romanticismo nel pensare di poter bagnare le mani nell'acqua fresca e limpida che sgorga timidamente da questo punto intaliato nel terreno, raccogliere un sasso levigato e portarlo via, ed immaginare che quella stessa acqua mi raggiungerà, centinaia di chilometri più a valle in un altro luogo, là dove ho costruito ricordi ed emozioni. Come due immagini che si sovrappongono in luoghi e tempi diversi, legati dallo scorrere vitale dell'acqua.
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