EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Post n°31 pubblicato il 12 Marzo 2008 da enodas
… arrivo a Munster, sulla strada del ritorno, ultima tappa di questa settimana itinerante… e ancora una volta è sera tardi… ma ho imparato la lezione, le indicazioni stradali ora sono più precise e riesco a non perdermi… Eppure… la sensazione che mi assale è un certo moto di oppressione… le persone che incrocio, le ombre e le luci… tutto mi fa sentire a disagio… Passeggio per le vie deserte (pur essendo sabato sera, pur essendo una città universitaria!), osservo le figure degli edifici tipici delle gilde recuperati dopo la guerra – lo si capisce dal colore delle pietre con cui sono stati ricostruiti… l’atmosfera che filtra dalle vetrate appannate dei locali ancora aperti rende le strade qua fuori ancora più vuote… dopo una settimana con nuovi amici, dopo le ultime serate a Gottinga, mi ritrovo a camminare da solo… e pure il vento gelido sembra scuotere il mio stato d’animo e trasportarlo lontano… da una finestra sulla strada esce un fascio di luce: mi avvicino… è un panificio, o qualcosa di simile!! Attraverso il vetro osservo due ragazzi vestiti di tutto punto indaffarati al loro lavoro… sembra quasi una scena di altri tempi, un lavoro dal passato e senza tempo… ed all’improvviso mi sento un po’ più vicino a casa… un soffio caldo al cuore… Domenica mattina… entro nella grande cattedrale che stanno celebrando la messa… osservo attraverso la navata laterale e… un’immagine che difficilmente potevo immaginare!! Un coro di voci bianche rompe il silenzio… i ragazzi vestiti di una tunica rossa, guidati da un “maestro cantore” anch’egli vestito di rosso, seguono un cerimoniale che si perde nella tradizione… la luce che filtra attraverso le ampie finestre, si riflette all’interno creando un’atmosfera palpabile, colora le melodie intonate con tanta delicatezza… le note dell’organo risuonano ampie e rotonde, rimbombano tra le ampie arcate e le effigi scolpite nella pietra millenaria… Mi volto e… incrocio lo sguardo di una signora anziana… è uno sguardo buono, mi ricorda quello della mia nonna… Mi sorride e si avvicina ad un altare laterale… accende una candela e si ferma ad osservare la sacra Immagine dinanzi a lei… Sì, mi viene in mente proprio la mia nonna… il suo passo cadenzato, i vestiti, le storie di una vita che mi raccontava ogni volta… il ricordo d’affetto che ho sempre nutrito per lei… Esco e percorro le vie della cittadella, ancora una volta svuotate di quasi qualsiasi presenza… ma lo sguardo di questa mattina è diverso, più sereno rispetto la sera precedente… costeggio il laghetto a ridosso della città, mi dirigo verso la stazione e, stanco, riprendo la strada verso casa…
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