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la musica, suonare il pianoforte, suonare il mio violino, la luce del tramonto, ascoltare il mare in una spiaggia deserta, guardare il cielo stellato, l’arte, i frattali, viaggiare, conoscere e scoprire cose nuove, perdermi nei musei, andare al cinema, camminare, correre, nuotare, le immagini riflesse sull’acqua, fare fotografie, il profumo della pioggia, l’inverno, le persone semplici, il pane fresco ancora caldo, i fuochi d’artificio, la pizza il gelato e la cioccolata


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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura





 
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Post N° 123

Post n°123 pubblicato il 17 Gennaio 2009 da enodas


Freddo... freddo intenso che impregna i vestiti e penetra nelle ossa, sale dal fiume e punge il volto. La grande ruota di Londra è là, sull'altra rive del fiume... dalle cabine fasci luminosi di colori danzano nell'aria palpabile dal gelo e vi si disperdono riflettendosi sulla superficie apparentemente immobile del fiume, solcata a tratti da fugaci ombre di imbarcazioni. Da lontano arriva la musica attorno al Big Ben e ancora più su fio a Trafalgar Square. In attesa... dei rintocchi di mezzanotte, dei fuochi d'artificio... di vedere il cielo brillare e gli edifici, oltre la riva, scomparire dietro il fumo tracciato da evanescenti filamenti di luce... e tenere il fiato sospeso, per pochi minuti, con lo sguardo all'insù, rivedendo in rapida successione sensazioni e pensieri, o magari non pensare proprio, nemmeno al freddo, che fino ad allora ti stringeva in una morsa, per pochi minuti soltanto, prima che il calice di plastica si svuoti ed i bocconi di pandoro inzuccherati finiscano. Prima di tornare a percorrere le strade segnate dalla folla e nella tarda notte di follia collettiva abbandonate a se stesse.
Quelle strade percorse a parata, il giorno dopo, come fosse carnevale, come se la città volesse abbracciare se stessa e scaldarsi col proprio calore, pulsante di vita. O come quelle strade, sul mercato di Portobello, affollate di gente, il sabato mattina, dove oggetti nuovi e antichi si mescolano e colmano le vetrine o i banchi che si protaggono fin sulla strada, ed attirano l'attenzione, distolgono gli occhi e fanno incrociare per un attimo soltanto sguardi sfuggevoli destinati a non incontrarsi mai più. O quelle vie, decorate a festa, traboccanti di mercatini e capannette di legno, tra il verde di Hyde Park. O quelle strade, infine, deserte la sera, spazzate dal vento umido che sale dal Tamigi, fino alla Torre ed al suo ponte più famoso, o quell'altro, costruito all'inizio del nuovo millennio, che pare sospeso nell'aria e sembra portarti dritto  in sulla cupola imponente della cattedrale.
E' diversa, Londra, anche in questi giorni... è diversa nei musei, enormi e magnifici, i cui tesori sono aperti al pubblico liberamente quasi fossero parte di ogni abitante della città, arredi di salotti lungo cui poter camminare ogni volta che si passi di lì e se ne abbia voglia, è diversa l'atmosfera che respiri camminando per la città, con le sue luci e le sue brutture, con la pista di pattinaggio che riflette le possenti mura della Torre di Londra, e con le sue manifestazioni imponenti, siano esse contro la torcia olimpica, o migliaia di scarpe distese davanti all'ingresso di Downing Street, o contro la guerra davanti alla National Gallery, che raccolgono genti da ogni angolo del mondo, e tutto sembra incredibilmente piccolo, o incredibilmente grande, a seconda dei punti di vista. Ecco, forse è questo così speciale anche rispetto ad altre grandi città... o forse è il camminare e camminare senza accorgersene, senza sentire il peso opprimente di una grande metropoli.
L'acqua delle fontane in Trafalgar Square sono gelate, la notte, e sulla superficie liscia si specchia il profilo della National Gallery, le luci dei palazzi, le ombre che attraversano la piazza ed i fari degli autobus rossi a due piani... freddo, ancora, ma non ha importanza, perchè ormai è ora di andare...






 
 
 
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