EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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Messaggi del 29/08/2018
Post n°768 pubblicato il 29 Agosto 2018 da enodas
"The light of past discovery draws me forward. Its shining light guides me to the glory of exploration..." (Francis Drake)
"...And in the shadowless, unclouded glare (J.Betjeman)
Immagino questo viaggio verso l'ignoto, in una nebbia che non si dirada, nubi grigie ed opache che inghiottono tutto. La barca va, verso questa coltre impalpabile che in lontananza svanisce in un nulla etereo. Ho perduto quella linea dell'orizzonte, non so più nemmeno capire dove mi trovo. Ho solo qualche goccia di pioggia, gelida sulla pelle, sporadica, a ricordarmi che questo é reale, ed io sono qui, sfidando blu e bianchi intrisi di mistero, cercando disperatamente con gli occhi il profilo di un faro, un guardiano silenzioso. Nessuno. Ogni linea scomparsa. E silenzio. Un po' come il profilo di quella barca che si allontana nella nebbia.
Si dice che questo fuoco non si sia mai spento. Per oltre un secolo e mezzo. Osservo le braci che covano silenziose ed ardenti. E' un'illusione, ma é come se fosse quel fuoco sopito la sola sorgente di luce nella sala del pub, dove i riflessi delle birre, i fumi del cibo portato dalla cucina ed i rivestimenti di legno scuro alle pareti barluginassero per pochi brevi istanti intermittanti. Se questa storia del fuoco mai sopito fosse mai vera, credo che non potrebbe esistere luogo migliore di questo perché possa essere effettivamente così. Ho scambiato qualche parola con la signora dietro al bancone, raccogliendo frammenti della sua storia e di quella di questa locanda. Sta scendendo la notte, ad oscurare con un'aria quasi gelida una giornata di sole. La linea della strada, là fuori, scompare velocemente, e qui le braci sembrano quasi svegliarsi dal torpore che le mantiene d'estate. E questo luogo immerso nel nulla, in un paesaggio che fonde una bellezza idilliaca con i profili ruvidi e misteriosi di spuntoni di roccia levigati dal vento, é uno di quei luoghi d'arrivo, quasi un faro immerso nel verde di un mare che non c'é.
“She felt... how life, from being made up of little separate incidents which one lived one by one, became curled and whole like a wave which bore one up with it and threw one down with it, there, with a dash on the beach.” (V.Woolf)
Ho guidato attraverso una strada che scompariva, levigandomi ai fianchi. Un cunicolo di verde e di siepi. L'ho attraversato seguendo idealmente una luce proiettata da uno specchio, cercando uno di quei luoghi ai confini del mondo, dove la terra all'improvviso termina in un salto nel vuoto. Dove qualcosa nel silenzio risplende, semplicemente. E' quel silenzio disturbato solo dal vento, spezzato da eco di onde tormentate, che si fonde nei colori del tramonto. Ed imperterrito rimane il profilo di questa colonna, al termine di una strada scavata nel pendio che conduce in fondo al promontorio, ed una luce pronta ad accendersi, in cima, cavaliere impegnato in una battaglia senza speranza o sentinella in attesa dall'alto di una fortezza alla quale nessuno arriverà mai. Come a dire, non vorrei andarmente da qui.
“What is the meaning of life? That was all - a simple question; one that tended to close in on one with years, the great revelation had never come. The great revelation perhaps never did come. Instead, there were little daily miracles, illuminations, matches struck unexpectedly in the dark; here was one.” (V.Woolf)
La chiamano Land's End. Letteralmente. Anche se un po' ovunque, alla vista del mare, si ha questa sensazione, di essere giunti alla fine del mondo. A tratti, idealmente, ripenso all'altra parte, sulla costa francese, ad osservare questo stesso profilo, questo stesso paesaggio, dove piccoli rovi coperti di fiori violacei coprono il terrreno e sono la carta sulla quale si disegnano labirinti di sentieri. Ad un certo punto, anche, c'é un monte che compare e scompare a seconda delle maree. Altrove, invece, rovine spettrali di miniere sospese nel baratro delle scogliere, compaiono in maniera quasi teatrale da un punto all'altro del sentiero. Ma soprattutto, ritrovo quell'emozione di sfiorare per un attimo l'infinito, anche se solo idealmente, con lo sguardo, verso una linea immaginaria e nascosta, quasi parlasse alla mia mente, ed il fragore lontano ed assordante di un mare che si abbatte sugli scogli, la vertigine di tutto questo osservato dall'alto, come sulle ali di un albatros, e l'eco di un richiamo lontano.
"Where grey Land's End repels the sky The shallow hills reflect that grey, Who stands upon that farthest ledge
"...The mermaid knows what no man knows, "...However long the waters roll
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