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MessinaMessina, migliaia ai funerali Le bare nel Duomo di Messina MESSINA - Dolore, commozione, applausi. In una cattedrale di Messina gremita, si sono svolti questa mattina i funerali di Stato delle vittime dell'alluvione, celebrati dall'arcivescovo della città Calogero La Piana. E' stato letto anche un messaggio di Benedetto XVI, che ha espresso la sua "intensa e affettuosa vicinanza " all'"amata Sicilia", e ha invitato a "un comune impegno per superare le difficoltà". Il premier contestato. All'uscita dalla Cattedrale, Silvio Berlusconi è stato contestatoda un centinaio di persone. Lungo il tragitto per raggiungere il corteo di auto è stato apostrofato con parole come "vergogna", "assassini", "buffone", "sparisci, vai via". Ci sono stati anche fischi. La folla. Ovviamente tutti occupati i 750 posti a sedere del Duomo, in tutto 1.500 le persone all'interno. Nella piazza antistante almeno altre 4 mila persone, secondo le stime delle forze dell'ordine. C'erano famiglie, scolaresche: tutta la popolazione si è stretta intorno ai morti e ai loro congiunti. C'era pure una delegazione di cittadini dell'Aquila. La cerimonia. Strazianti le scene dei parenti disperati vicini ai feretri. Il rito funebre, dopo il messaggio del Papa, è proseguito con la lettura di tutti i nomi dei morti (ciascuno seguito da un applauso). Nella sua omelia, l'arcivescovo ha detto che "si è voluto, come avviene sovente in circostanze simili, polemizzare, giudicare e condannare con sufficienza e presunzione. Non riusciamo a tollerare è il reiterato tentativo di strumentalizzare". Poi però ha aggiunto che "quello messinese è un territorio bello, ma troppo spesso sfregiato, violentato dal peccato dell'uomo, da interessi privati ed egoistici, noncuranza, logiche perverse e speculazioni di ogni ordine e grado". Le presenze istituzionali. Nel duomo, oltre a Berlusconi, c'era in rappresentanza del capo dello Stato - il numero uno del Senato, Renato Schifani. E c'era il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che ha negato problemi nella proclamazione del lutto nazionale: "Nessun ritardo, lo abbiamo deciso al primo Consiglio dei ministri utile". E sull'alluvione: "Bisogna fare chiarezza su quanto accaduto, ciascuno deve fare la sua parte: governo, magistratura, istituzioni locali". La veglia funebre. Ieri sera sono state portate in cattedrale le 21 bare, tutte avvolte nella bandiera tricolore tranne una, quella di una donna romena, con la bandiera del suo paese. Su ogni feretro cuscini di fiori rossi e le foto delle vittime. Tra le bare anche quella bianca della piccola Ilaria, 5 anni: legato c'è un palloncino bianco con il suo nome. Poco più in là altri due palloncini bianchi simboleggiano gli altri due bambini vittime della tragedia, Lorenzo, di 2 anni, e Francesco, di 6, i cui corpi non sono stati ancora recuperati. I familiari di altre sei vittime hanno preferito esequie in forma privata, mentre deve ancora essere riconosciuto il cadavere di uno dei morti estratti dalla macerie. Il bilancio. La conta dei morti è, al momento, ferma a quota 28: l'ultimo ritrovamento tre giorni fa a Giampilieri, i cadaveri di due donne di 82 e 84, anni seppellite sotto le macerie delle loro abitazioni. Ancora sette i dispersi, per cui non c'è più praticamente speranza. L'attacco a Napolitano. A lanciarlo, questa mattina, è "Il Giornale" di proprietà del fratello di Silvio Berlusconi: secondo il quotidiano, il capo dello Stato ha dato forfait - citando "impedimenti" - perché in realtà non vuole stringere la mano al premier. Una ricostruzione che fa infuriare il segretario del Pd, Dario Franceeschini: "Attacchi sempre più volgari e sempre più inqualificabili". Berlusconi e le grandi opere. Oggi a Messina, il premier ha detto, riferendosi alla cricostruzione: "Faremo tutto in pochissimo tempo. Bisogna fare un censimento per sapere e verificare chi vuole una casa nuova o chi preferisce aspettare la ristrutturazione". In un'intervista uscita sulla "Gazzetta del Sud", ha anche annunciato di volere andare avanti con la realizzazione del ponte sullo Stretto. E ha aggiunto che nominerà a breve un commissario straordinario per l'autostrada Salerno-Reggio Calabria. |
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CAMPOBASSO
Storia e Turismo Campobasso |
La città di Campobasso, capoluogo di provincia e di regione del Molise, è situata 786 metri sopra il livello del mare e conta circa 50.000 abitanti. L'origine incerta, pur se molto antica, sembra ricondurre ai secoli VIII e X, quando si ha già notizia dell'esistenza di 2 borghi, Campus de Prata e Campus bassus, dove la parte più antica è situata sulle pendici di un colle ed è dominata dal Castello Monforte, mentre la parte nuova si estende in pianura. Il nucleo più in alto, rappresentato dal castello, ospitava i Longobardi, durante la loro funzione di coordinatori di tutto il territorio circostante. Succesivamente si ebbe la conquista da parte dei Normanni e Campobasso divenne capitale del feudo dei conti del Molise, sviluppandosi anche verso il borgo sottostante. Il grando sviluppo urbano si ebbe poi sotto gli Angioini e gli Aragonesi, continuando per i secoli successivi, pur attraversando periodi di crisi ed epidemie. Negli anni a seguire Campobasso venne considerato un centro molto importante sia dal punto di vista economico che sociale, a causa della sua nomina nel 1806 a capologuo della provincia del Molise, ma ancor più dopo che nel 1963 ci fu la separazione della provincia di Campobasso dall'Abruzzo e il Molise diventava la 15° regione d'Italia. Dal punto di vista economico la città è caratterizzata prevalentamente dal settore agricolo e dall'allevamento del bestiame, ma troviamo anche delle industrie artigianali per la lavorazione di lame d'acciaio che hanno origini molto antiche, in quanto l’arte spadaria del luogo è documentata già nel ‘300. |
L'OLIO MOLISANO
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