condannati a riviverlo?

Post n°15 pubblicato il 31 Luglio 2007 da fartina
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« Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo » con questa frase di Primo Levi voglio iniziare il mio scritto. Dimenticare e cancellare il passato.
Chi non ha mai tentato almeno una volta in vita sua, credendo di aver sbagliato tutto, di aver visto troppo e di voler ricominciare, di RINIZIARE? E' vero la vita del mondo è ciclica, le stagioni ,ne sono un esempio lampante, ma la nostra vita no. La nostra vita porta tutti ad una stessa fine che sia questa prematura, sofferta, fulminante o inaspettata, ma pur sempre un fine ultimo comune e accomunante. L'importante è però, credo, il come si arriva al fine ultimo, a come ci sentiamo noi ogni giorno, a cosa facciamo noi ogni giorno, a chi siamo noi ogni giorno.
 Allora perchè dimenticare? A cosa serve se in ogni istante della nostra vita, che sia esso doloroso o pieno di gioia, abbiamo saputo ricordare, ricordare l'attimo e memorizzare le sensazioni? Se dimentichi invece per cancellare, la condanna di rivivere i momenti, soprattutto quelli dolorosi, è certa.
Siamo la Perfezione Imperfetta.
Non voglio impartire lezioni a nessuno o filosofare senza arrivare mai al dunque così Lascio a Voi la decisione.




DIMENTICARE PER CANCELLARE o RICORDARE PER IMPARARE??

 
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Emily Brontë, 189 anni

Post n°14 pubblicato il 30 Luglio 2007 da fartina
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Emily Jane Brontë nata il 30 luglio, 1818, festeggia oggi 189 ANNI, fu una scrittrice e poetessa inglese, famosa per il suo unico romanzo Cime tempestose, unanimanente riconosciuto come uno dei classici della letteratura inglese del XIX Secolo. Emily era la seconda delle tre sorelle Brontë.

Le sue poesie

Non un'anima vile è la mia
Non un'anima pavida nel cielo burrascoso del mondo
Vedo splendere le gioie del Paradiso
E la Fede s'erge ferma a sostenermi contro la Paura.

Oh, Dio dentro il mio petto
Onnipotente onnipresente Divinità
Vita, che in me trovi dimora
Come io trovo forza in Te, Vita Immortale.

Vane sono le migliaia di fedi
Che muovono i cuori umani, indicibilmente vane,
Incapaci, come malerba avvizzita
Oh come oziosa spuma sul mare sconfinato,

A risvegliare il dubbio in colui
Che si regge saldamente alla tua immensità
Ancorato con vera sicurezza
Al solido scoglio dell'Immortalità.

Come avvolgente amore
Il tuo spirito anima gli anni eterni
Li pervade e li protegge,
Li muta, li sostiene, li disfa, li crea, li eleva.

Anche se Terra e Luna dovessero scomparire
E i soli e gli universi cessare di esistere
E tu solo restassi
Ogni esistenza esisterebbe in te.

Non c'è spazio per la Morte
Né atomo che renda vano il suo potere
Poiché tu sei Essere e Respiro
E ciò che tu sei mai potrà venire distrutto.





Verrò quando sarai più triste,
steso nell'ombra che sale alla tua stanza;
quando il giorno demente ha perso il suo tripudio,
e il sorriso di gioia è ormai bandito
dalla malinconia pungente della notte.

Verrò quando la verità del cuore
Dominerà intera, non obliqua,
ed il mio influsso si di te stendendosi,
farà acuta la pena, freddo il piacere,
e la tua anima porterà lontano.

Ascolta, è proprio l'ora,
l'ora tremenda per te:
non senti rullarti nell'anima
uno scroscio di strane emozioni,
messaggere di un comando più austero,
araldi di me?





L'amore è simile alla rosa di macchia,
l'amicizia assomiglia all'agrifoglio:
l'agrifoglio è scuro quando la rosa fiorisce,
ma chi è più costante nella fioritura?

La rosa di macchia è odorosa in primavera,
i suoi fiori estivi profumano l'aria;
ma aspetta che torni l'inverno:
chi si ricorderà della rosa di macchia?

Disprezza allora l'inutile corona di rose
e ricopriti della lucentezza dell'agrifoglio
che – quando dicembre rattrista la tua fronte –
ancora sa mantener verde la tua ghirlanda.

 
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Mille Piani

Post n°13 pubblicato il 29 Luglio 2007 da fartina
Foto di fartina

Nel buio, colta dalla paura, un bambino si rassicura canticchiando. Cammina, si ferma al ritmo della sua canzone. Essa è come l’abbozzo, nel caos, di un centro stabile e calmo, stabilizzante e calmante.
Adesso, invece, siamo a casa nostra. Ma casa nostra non è preesistente: si è dovuto tracciare un cerchio attorno a un centro fragile e incerto, organizzare uno spazio limitato.
Adesso, finalmente, si comincia ad aprire il cerchio, lo si apre, si lascia entrare qualcuno, si chiama qualcuno, oppure si esce, ci si getta verso l’esterno. Ci si lancia, si rischia l’improvvisazione. Si esce di casa al suono di una canzonetta. Sulle linee motorie, gestuali, sonore che indicano il percorso abituale di un bambino s’innestano o iniziano a germogliare le linee di erranza, con anelli, nodi, velocità, movimenti, gesti e sonorità differenti.
A volte il caos è un immenso buco nero, e si cerca di fissarvi un punto fragile come centro. A volte si organizza attorno al punto un’andatura (più che una forma) stabile e calma: il buco nero è divenuto una dimora. Altre volte ancora, su quest’andatura, s’innesta una fuga, fuori dal buco nero.
E le tre cose insieme. Forze del caos, forze terrestri, forze cosmiche: tutto questo si affronta e confluisce nel ritornello.
Ambienti e ritmi. Il ritmo è critico, tesse istanti critici, o si tesse al passaggio di un ambiente in un altro.
(Gilles Deleuze e Félix Guattari, Mille Piani)

 
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Rally!

Post n°12 pubblicato il 27 Luglio 2007 da fartina

Aggiornato il sito con la sezione foto rally!!! A breve anche le altre pagine saranno aggiornate!!!

http://digilander.libero.it/fartina/

 
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Donne&

Post n°11 pubblicato il 24 Luglio 2007 da fartina
Foto di fartina

Quanti uomini scrissero e scrivono di noi, del nostro lungo incespicare tra sbagli e pregiudizi,
tra maschilismo e femminismo, inesistente o ridicolo, tra verità e semi verità,
tra amore e orgoglio, tra femminilità e società, tra eteree visioni e carnali passioni.
Molte imprigionate nel loro stupendo corpo, altre nel loro cervello.
Tante con la voglia di dimostrare di saper fare, saper essere ma con quella
flebile nostalgia di essere donne che ci rende più sensibili e fragili.

A voi, a noi....per dire che non è necessario festeggiarci un giorno all'anno,
ma rispettarci tutta la vita.
per dire che non è troppo tardi , non è mai troppo tardi per dire basta
a tutti quegli uomini che osano alzare le mani o violenza verbale o sessuale,
non sul sesso debole,
ma su UNA DONNA.

Proprio leggendo su Internet oggi ho scoperto che la percentuale di violenze denunciate,
di uomini nel confronti di donne nel 2006 è altissima.
Contando però, ad esempio, che quelle domestiche se ben presenti , poche sono segnalate.

Molte donne infatti, ormai, rassegnate dalla "Giustizia Europea" si limitano
a convivere con il proprio dolore,
portando con sè vergogna di un gesto subito e non voluto.

 
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