Creato da ekeo il 26/10/2009

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Stress fertilità Causio ginecologo fecondazione assistita bari

Post n°107 pubblicato il 14 Settembre 2015 da ekeo

Essere sotto pressione ostacola il desiderio di un figlio. Lo dimostrano i dati discussi dalla Fondazione ibsa: in un caso su tre, le coppie che non riescono a concepire hanno livelli di stress troppo elevati. Il nervosismo perenne è negativo per lui, che produce meno spermatozoi. E per lei.

«La tensione cronica abbassa le difese immunitarie, aumentando l’infiammazione che, a lungo andare, interferisce con l’ovulazione. «In caso di fecondazione assistita, lo stress incide sul successo delle tecniche, oltre che sulla tenuta della relazione, in una coppia su quattro; nei primi mesi di gravidanza può provocare aborti e, dopo, parti prematuri».

 

L’affaticamento metabolico e psicologico porta anche a sterilità temporanea: succede alle atlete che perdono il ciclo, nei forti dimagrimenti, nelle crisi affettive. «È poi alla base di patologie come endometriosi e sindrome dell’ovaio policistico, entrambe cause di infertilità.

 
 
 

Viagra femminile Causio ginecologo eterologa italia

Post n°106 pubblicato il 19 Agosto 2015 da ekeo

DISCO VERDE negli Stati Uniti al "viagra femminile", la prima pillola per stimolare il desiderio sessuale delle donne. La Food and Drug Administration americana ha dato il via libera finale alla "pillola rosa", prodotta dalla Sprout Pharmaceuticals nella Carolina del Nord. Sarà commercializzata con il nome di Addyi. A 17 anni dalla comparsa del Viagra, il prodotto verrà distribuito dietro prescrizione medica, per donne in fase pre-menopausa cui viene diagnosticato un calo cronico del desiderio sessuale. Per i primi 18 mesi però non verrà pubblicizzato direttamente ai consumatori..

E' un medicinale chiamato filibanserina che si prende prima di andare a letto e agisce a livello cerebrale sui neurotrasmettitori legati all'eccitazione, alzando i livelli di dopamina e serotonina.  "Questo via libera offre alle donne che soffrono per il loro basso desiderio sessuale un'opzione di cura approvata", ha commentato Janet Woodcook, direttrice del centro di valutazione e ricerca sui medicinali (Cder) della Food and Drug Administration. "I pazienti devono rendersi conto pienamente dei rischi associati all'utilizzo di Addyi prima di prendere in considerazione il trattamento", ha tuttavia avvertito la Woodcook indicando tra i  possibili effetti collaterali l'abbassamento della pressione e la perdita di coscienza.

Originariamente prodotta dalla tedesca Boehringer Ingelheim, la controversa "pillola rosa" era stata bocciata  per ben due volte dalla Fda, nel 2010 e nel 2013, prima dell'attuale approvazione legata anche alle pressioni delle lobby che hanno accusato l'autorità sui farmaci Usa di discriminare le donne rispetto alla possibilità di controllare la loro vita sessuale. "E' stato un viaggio significativo quello che ci ha portati a questo momento memorabile", ha esultato il Ceo della Sprouts Frarmaceuticals, Cindy Whitehead, in una nota.  Il farmaco sarà venduto dietro prescrizione medica dal prossimo 17 ottobre,

 
 
 

Citomegalovirus, il Sant'Anna scopre come prevenire l'incubo delle future mamme Causio ginecologo eterologa Italia

Post n°105 pubblicato il 10 Agosto 2015 da ekeo

Uno studio condotto su 9000 gestanti dalle cliniche ostetrico-ginecologiche dell'ospedale Sant'Anna di Torino e del San Matteo di Pavia ha permesso di scoprire come prevenire l'infezione primaria da citomegalovirus nelle donne in gravidanza. La ricerca, di grande importanza per le serie conseguenze del citomegalovirus (principale agente infettivo responsabile di sordità e ritardo psicomotorio: si stima che ogni anno circa 40.000 bambini negli Stati Uniti, 35.000 in Europa e 2.000 in Italia nascano con l’infezione congenita), ha avuto un risalto mondiale con la pubblicazione sulla prestigiosa rivista internazionale "EBioMedicine", pubblicazione online promossa da The Lancet e Cell Press.

Lo studio dimostra che una donna incinta ben informata sulle norme igieniche da seguire è in grado di evitare l’infezione durante la gravidanza e quindi di non infettare il suo bambino. Il CMV è presente nelle urine e nella saliva dei bambini al di sotto dei tre anni di vita ed una delle più frequenti modalità di infezione avviene quando si portano inavvertitamente alla bocca mani o oggetti contaminatiI. E’ per questo che gestanti sieronegative (ovvero suscettibili all’infezione primaria), che hanno frequenti contatti con bambini piccoli per ragioni familiari o di lavoro, sono ad elevato rischio di contrarre l’infezione. Circa i due terzi di tutte le infezioni primarie avvengono infatti  in donne alla seconda o più gravidanza.

Citomegalovirus, il Sant'Anna scopre come prevenire l'incubo delle future mamme


Lo studio si prefiggeva di valutare l'efficacia e l'accettabilità di un intervento basato sulla identificazione, all’inizio della gravidanza, delle donne ad alto rischio di infezione e sulla loro informazione. Alle donne veniva raccomandato di lavarsi frequentemente le mani, di non baciare i bambini piccoli sulla bocca o sulla faccia, di non condividere stoviglie, biancheria, cibo o bevande. Più in generale, veniva raccomandato di non portare alla bocca qualunque cosa potesse essere stata nella bocca del bambino (ciuccio, manine e piedini inclusi).

I risultati sono stati inequivocabili: mentre nel gruppo di controllo (donne non informate) 9 donne su 100 hanno contratto l’infezione da CMV, solo 1 su 100 ha contratto l’infezione nel gruppo che aveva ricevuto adeguate informazioni. Inoltre, quando richieste di esprimere un giudizio al termine dello studio, il 93% delle donne ha ritenuto che l’impegno richiesto per seguire  le norme igieniche raccomandate (incluso quella, non facile da mettere in pratica, di limitare gesti spontanei di affetto come baciare il proprio bambino sulla bocca o sul viso) fosse del tutto proponibile alle donne a rischio di infezione.  

 
 
 

Il Social Freezing Causio Ginecologo Bari Puglia

Post n°104 pubblicato il 02 Luglio 2015 da ekeo

La crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale (anche chiamata "social freezing") può essere definita come una terapia dell'infertilità futura. È l'applicazione delle tradizionali tecniche di crioconservazione dei gameti femminili (ovociti), ormai consolidate e sicure, per accedere successivamente alle procedure di procreazione medicalmente assistita qualora non si riesca a concepire in modo spontaneo. È indicata e richiesta dalle donne che per motivi personali voglionopreservare la fertilità e ricercare una gravidanza più avanti nel tempo, quando possono subentrare delledifficoltà nel concepimento naturale per riduzione della fertilità. Inoltre la preservazione della fertilità viene proposta a quelle donne che devono sottoporsi a chemioterapia per un tumore o radioterapia della pelvi, o a cure e interventi demolitivi sugli annessi che incideranno irreversibilmente sulla capacità riproduttiva. Infine è indicata anche in caso di familiarità per menopausa precoce.

 

Che cos'è il "social freezing"?

Il trattamento si articola in diverse fasi: colloquio in un centro specializzato per l'infertilità di coppia e la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), valutazione della riserva ovarica mediante dosaggio ormonale (AMH, FSH, 17 beta estradiolo in fase mestruale) e ecografia trans vaginale con conta dei follicoli antrali e misurazione della volumetria ovarica. Inoltre sono previsti esami diagnostici e infettivologici di legge, induzione della multiovulazione, monitoraggio ecografico e ormonale dell'ovulazione, prelievo degli ovociticongelamento in azoto liquido (-196° C) e conservazione degli ovociti.

 

Chi può sottoporsi a social freezing?

La possibilità di gravidanza futura utilizzando gli ovociti crioconservati dipende dal numero e dalla qualità degliovociti recuperati. In generale questi fattori sono dovuti all'età e alla riserva ovarica della paziente al momento della raccolta.
Patologie come il diabete o l'ipertensione arteriosa non precludono la possibilità di sottoporsi alle tecniche di procreazione assistita, ma vanno attentamente monitorati.

 

Come si svolge la crioconservazione?

La crioconservazione è la fase finale di una procedura articolata che, eseguita prevalentemente in regime ambulatoriale, si conclude con il prelievo degli ovociti in regime di ricovero in Day Surgery e comprende:

  • Esami diagnostici preliminari tra cui il dosaggio ormonale per la valutazione della riserva ovarica ed ecografia transvaginale in fase mestruale con la misurazione della volumetria ovarica e la conta dei follicoli antrali.
  • Induzione e monitoraggio dell'ovulazione. La donna si somministra una terapia ormonale, mediante iniezioni sottocutanee, che consente la maturazione contemporanea di più follicoli. Si eseguono ecografie transvaginali seriate per valutare dimensione e numero dei follicoli e dosaggi ormonali di estradiolo plasmatico e progesterone.
  • Prelievo degli ovociti. Avviene per via transvaginale, sotto guida ecografica e in analgesia o in sedazione profonda.

 

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del social freezing?

Il social freezing consente di preservare la possibilità di ottenere una gravidanza in tempi differiti utilizzando i propri gameti crioconservati. Al momento, numerosi studi scientifici hanno preso in considerazione migliaia di casi e hanno accertato l'assoluta sicurezza delle procedura e dei risultati, anche a distanza di tempo.
Per contro il trattamento prevede che la donna si sottoponga a un trattamento ormonale per stimolare l'ovulazione con minimi effetti collaterali fino al rischio di sindrome da iperstimolazione ovarica.

 

Il "social freezing" è un trattamento doloroso e/o pericoloso?

Tutti i trattamenti, dal prelievo al trasferimento degli embrioni in utero, ottenuti dalla fertilizzazione degli ovociti, sono, in generale, indolori. Il prelievo avviene in analgesia o in sedazione con complicanze minime. Anche il rischio anestesiologico viene limitato dalla presenza di uno staff di anestesisti competenti e comunque è inferiore allo 0,24%.
La fase della stimolazione ovarica comporta gli effetti legati all'assunzione degli ormoni sintetici che vanno da una lieve ritenzione idrica a modesto dolore in sede annessiale. La sindrome da iperstimolazione ovarica è una condizione che si verifica raramente e consiste nell'aumento delle dimensioni delle ovaie in relazione ai vari gradi di stimolazione ovarica; può comportare il rigonfiamento dell'addome e l'alterazione di alcuni parametri emato-chimici con necessità, nei casi più gravi, di ricovero in ospedale (<1 % nella nostra esperienza), ma è più frequente in quelle donne che, dopo stimolazione con risposta eccessiva e successivo trasferimento embrionario ottengono una gravidanza. Attualmente vengono applicati dei protocolli di stimolo adeguati per limitare al minimo questo evento.
La recente introduzione di penne apposite per l'autosomministrazione delle gonadotropine ha reso, inoltre, più agevole la terapia e aumentato la compliance della paziente.

 

Follow up

Il prelievo ha una durata media di circa 15 minuti. La paziente viene tenuta in osservazione e dimessa dopo alcune ore. Alla dimissione la paziente viene "consegnata" ad un accompagnatore (familiare). Raggiunta l'abitazione è consigliato che rimanga a riposo almeno sino al mattino successivo.

 

Norme di preparazione

Il pomeriggio precedente al ricovero per il prelievo ovocitario la paziente deve eseguire una peretta evacuativa, una lavanda vaginale monouso con iodopovidone, e assumere due compresse di carbone vegetale.
La sera precedente il ricovero deve seguire un'alimentazione leggera (pastina e frutta cotta), eseguire unalavanda vaginale monouso con iodopovidone, inserire in vagina 1 ovulo di Cloramfenicolo (500mg) oppure Clindamicina (100mg) e stare a digiuno completo (anche da acqua) dalle ore 24.
Il mattino del ricovero, prima dell'ingresso va eseguita una lavanda vaginale monouso con iodopovidone.
È importante attenersi alle indicazioni raccomandate e attendere con tranquillità l'esame.

 
 
 

Fecondazione assistita: Lorenzin firma le linee guida, anche eterologa Causio ginecologo

Post n°103 pubblicato il 01 Luglio 2015 da ekeo

ROMA - Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha firmato le nuove linee guida della legge sulla fecondazione assistita. Entreranno in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Fra le novità l'accesso all'eterologa. E' possibile la doppia donazione sia di ovociti che di seme. Esclusa la selezione delle caratteristiche fisiche.

Il nuovo testo, che aggiorna le linee guida del 2008, è stato rivisto in rapporto all'evoluzione tecnico-scientifica ma anche normativa. In particolare ai decreti legislativi 191/2007 e 16/2010 e all'accordo Stato Regioni del 15 marzo 2012 (che applica alla Pma le normative europee su qualità e sicurezza di cellule umane), e alle sentenze della Corte costituzionale n.151/2009, e n.162/2014 che hanno eliminato, rispettivamente, il numero massimo di tre embrioni da creare e trasferire in un unico e contemporaneo impianto, e il divieto di fecondazione eterologa.

Per evitare sovrapposizioni fra i diversi provvedimenti che regolano la Pma, nelle nuove linee guida, nella parte relativa all'"attività di consulenza e sostegno rivolta alla coppia", è stato stralciato l'elenco degli elementi utili a maturare un'accettazione consapevole della tecnica proposta, visto che tali elementi sono contenuti nelle disposizioni per il consenso informato, che saranno oggetto di un apposto decreto interministeriale dei ministeri della Salute e della Giustizia, su cui si sta già lavorando.

"Dopo l'istituzione del registro nazionale dei donatori, questo è il secondo importante passo per l'aggiornamento dell'intero quadro normativo che regola la Pma in Italia  - commenta il ministro Lorenzin - aggiornamento che sarà completato nelle prossime settimane con i decreti sul consenso informato e sui cosiddetti 'embrioni abbandonati', e con il perfezionamento del recepimento delle normative europee sulla donazione dei gameti. E' stato un lavoro corposo e impegnativo, portato avanti anche grazie al contributo di maggior esperti italiani di settore convocati ai tavoli di lavoro già da luglio dello scorso anno. Questa serie di provvedimenti, insieme all'aggiornamento dei Lea (che includeranno anche i trattamenti di Pma) contribuirà a conferire certezza al quadro normativo e a migliorare accesso e qualità dei percorsi in questo ambito così delicato del Ssn".

Le variazioni rispetto alle linee guida ora in vigore. Fra le principali l'accesso alle tecniche di fecondazione eterologa, la raccomandazione di un'attenta valutazione clinica del rapporto rischi-benefici nell'accesso ai trattamenti, con particolare riferimento alle complicanze ostetriche, alle potenziali ricadute neonatologiche e ai potenziali rischi per la salute della donna e del neonato nonché l'accesso generale a coppie sierodiscordanti, cioè in cui uno dei due partner è portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili per infezioni da Hiv, Hbv o Hcv (nella versione precedente era previsto solo per l'uomo portatore, in quella attuale si consente anche alla donna portatrice).

Descrizioni dettagliate. In cartella clinica le procedure di Pma dovranno essere descritte con maggior dettaglio di quanto non lo siano state in precedenza, considerato che gli operatori possono avviare percorsi più differenziati di quanto fatto prima delle sentenze. In particolare andranno anche riportate le motivazioni in base alle quali si determina il numero di embrioni strettamente necessario da generare, ed eventualmente quelle relative agli embrioni non trasferiti da crioconservare temporaneamente.

Fecondazione eterologa. Nelle linee guida vengono fornite le indicazioni per la coppia che accede ai trattamenti di fecondazione assistita, mentre tutto ciò che riguarda i donatori di gameti sarà contenuto nel testo di un nuovo regolamento, già approvato dal consiglio superiore di Sanità, che sta proseguendo il suo iter per il recepimento delle direttive europee di riferimento. Nel nuovo testo delle linee guida si danno indicazioni cliniche per l'accesso alle tecniche di Pma di tipo eterologo, prevedendo anche la cosiddetta "doppia eterologa" - quando entrambi i componenti della coppia possano ricevere gameti donati - nonché alla possibilità di "egg sharing" e "sperm sharing", cioè che uno dei due componenti della coppia ricevente possa a sua volta essere anche donatore di gameti per altre coppie che accedono alla Pma eterologa. Per escludere illegittime selezioni eugenetiche, alle coppie che accedono all'eterologa non è consentito scegliere particolari caratteristiche fenotipiche del donatore.

 
 
 

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