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Post n°102 pubblicato il 10 Giugno 2015 da ekeo
BRUXELLES - Per la prima volta al mondo, una donna ha dato alla luce un figlio dopo che i chirurghi le hanno impiantato tessuti ovarici che erano stati rimossi e congelati quando era ancora una bambina. L'ha reso noto l'équipe dell'ospedale belga Erasmus alla rivista Human reproduction. Alla donna era stata diagnosticata un'anemia acuta, che richiedeva una terapia particolarmente pesante, con effetti distruttuvi sulle ovaie. Per questo motivo, i medici, a 13 anni, prima d'iniziare la cura, avevano rimosso l'ovaio destro della ragazza e l'avevano congelata a frammenti, sperando di poterlo reimpiantare più avanti. Il trattamento apre speranze per centinaia di ragazzine che devono affrontare la chemioterapia o cure pesanti da piccole. La neo mamma oggi ha 27 anni. Nata nella Repubblica del Congo, era andata a vivere in Belgio a 11 anni. Dopo essersi ammalata fu sottoposta a una chemioterapia che nei bambini anemici ha effetti positivi sul sangue, ma mette a rischio le ovaie. La piccola non aveva ancora le mestruazioni, ma era già in pubertà. |
Post n°101 pubblicato il 15 Maggio 2015 da ekeo
ROMA - E' illegittima la norma che vietava l'accesso alle tecniche di fecondazione assistita, e dunque alla diagnosi pre-impianto, alle coppie fertili, ma portatrici sane di patologie genetiche. Questa, secondo quanto si è appreso, sarebbe la decisione presa dalla Corte Costituzionale in merito alla norma contenuta nella legge 40 sulla procreazione assistita. E' l'ennesima decisione dei giudici che colpisce i divieti di una legge molto discussa e a questo punto completamente svuotata. |
Post n°100 pubblicato il 08 Maggio 2015 da ekeo
ZAIN Rajani ha 22 giorni. E' il primo bambino al mondo nato con "l'aiuto" delle staminali grazie alla scoperta di un gruppo di scienziati di Toronto. I medici canadesi hanno sviluppato una tecnica di fecondazione in vitro che potrebbe aprire un nuovo capitolo nella storia della medicina. Già dall'estate, come anticipa il giornale Time, dovrebbero nascere altri bambini con questo metodo che migliora sensibilmente le possibilità di portare a termine la gravidanza. Ovuli più forti. Gli esperti hanno studiato a fondo l'infertilità femminile. Si sono concentrati sul fatto che molte pazienti hanno ovuli "più deboli", che non riescono ad essere fecondati. Hanno capito che la soluzione del problema era utilizzare cellule staminali di ovuli sani non ancora sviluppati per "ringiovanire" quelli più vecchi. Fra l'altro, mentre la maggior parte delle cellule staminali possono svilupparsi in altre cellule nel corpo e a volte diventare cancerogene, in questo caso non c'era un pericolo di questo tipo. Le staminali degli ovuli più giovani si trasformano solo in ovuli. |
Post n°99 pubblicato il 03 Aprile 2015 da ekeo
La visita ginecologica riveste un ruolo di fondamentale importanza nella vita di una donna, ma da sola non basta a dare un quadro completo del suo apparato genitale, soprattutto nella donna in età fertile e con problemi di infertilità. Si ricorre pertanto ad un esame ormai entrato nella routine quotidiana dei medici ginecologi ed ostetrici cioè l’ecografia, che può essere pelvica o endovaginale. Essa ha come vantaggi il basso costo, la rapida esecuzione, la ripetibilità, ma ha come limiti la perizia dell’operatore, l’interpretazione in tempo reale dell’esame, artefatti di vario tipo, ostacoli all’esecuzione come meteorismo (gas) intestinale, struttura della paziente (tessuto adiposo in eccesso per esempio) e strutture ossee. Per garantire una migliore visione e caratterizzazione delle strutture da analizzare in relazione a problematiche d’infertilità (utero, ovaie e annessi) è preferibile che questo esame venga effettuato per via endovaginale. Si tratta di un esame ripetibile poiché gli ultrasuoni utilizzati non sono assolutamente dannosi per la salute, a differenza delle radiazioni ionizzanti utilizzate per le radiografie. Un’attenta valutazione ecografica consente di individuare alcune delle cause responsabili dell’infertilità femminile: cause uterine, come neoformazioni benigne (es. fibromi e polipi) o malformazioni congenite (utero unicorne, utero sub-setto) che alterano le caratteristiche della cavità uterina ostacolando il processo di impianto dell’embrione; cause ovariche, come l’endometriosi e la micropolicistosi, patologie che determinano una funzionalità alterata delle ovaie nonché produzione di ovuli di scarsa qualità; cause tubariche di una o di entrambe le tube con raccolta di materiale infiammatorio al loro interno e relativa dilatazione (sactosalpinge). Questo screening ecografico oggi si può eseguire anche con immagini tridimensionali (ecografia 3D), consentendo all’operatore di valutare l’endometrio nelle diverse fasi del ciclo allo scopo di misurarne lo spessore e valutarne l’aspetto e compararli con i livelli ormonali riscontrati. È inoltre possibile verificare le caratteristiche della vascolarizzazione uterina, strettamente correlata con le percentuali di successo della fecondazione assistita, mediante il Doppler delle arterie uterine per il calcolo degli indici di resistenza (RI) e pulsatilità (PI). L’ecografia è inoltre coinvolta nelle più importanti fasi di un trattamento di fecondazione assistita: serve infatti per:
Recentemente è stato introdotto nella pratica clinica un nuovo approfondimento di tipo ecografico, la conta dei follicoli antrali, che si effettua all’inizio del ciclo mestruale ed è utile per la valutazione della riserva ovarica (funzionalità residua dell’ovaio). Essa è direttamente correlata alla probabilità di gravidanza dopo tecniche di fecondazione assistita: sembra infatti che maggiore è il numero dei follicoli antrali, maggiore sia la possibilità di recuperare ovociti in seguito a una stimolazione ovarica. A questo nuovo dato si associano i seguenti dosaggi ormonali in tutte le donne che afferiscono ai centri di procreazione medicalmente assistita, ma in particolare a quelle che mostrano notevoli difficoltà ovulatorie nei cicli spontanei:
Altri elementi da tenere in considerazione ai fini dell’ottenimento di una gravidanza da tecniche di PMA sono le variazioni drastiche di peso, il fumo che riduce più rapidamente la riserva ovarica, l’uso indiscriminato di alcol o droghe. Di grande rilevanza sono anche alcune patologie autoimmuni, intolleranze alimentari, squilibri ormonali.
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Post n°98 pubblicato il 17 Marzo 2015 da ekeo
Despite an estimated prevalence of 10% in women, the etiology of endometriosis remains poorly understood. Over recent decades, endometriosis has been associated with risk of several chronic diseases, such as cancer, autoimmune diseases, asthma/atopic diseases and cardiovascular diseases. A deeper understanding of these associations is needed as they may provide new leads into the causes or consequences of endometriosis. This review summarizes the available epidemiological findings on the associations between endometriosis and other chronic diseases and discusses hypotheses for underlying mechanisms, potential sources of bias and methodological complexities. METHODS: We performed a comprehensive search of the PubMed/Medline and ISI Web of Knowledge databases for all studies reporting on the associations between endometriosis and other diseases published in English through to May 2014, using numerous search terms. We additionally examined the reference lists of all identified papers to capture any additional articles that were not identified through computer searches. RESULTS:We identified 21 studies on the associations between endometriosis and ovarian cancer, 14 for breast cancer, 8 for endometrial cancer, 4 for cervical cancer, 12 for cutaneous melanoma and 3 for non-Hodgkin's lymphoma, as well as 9 on the links between endometriosis and autoimmune diseases, 6 on the links with asthma and atopic diseases, and 4 on the links with cardiovascular diseases. Endometriosis patients were reported to be at higher risk of ovarian and breast cancers, cutaneous melanoma, asthma, and some autoimmune, cardiovascular and atopic diseases, and at decreased risk of cervical cancer. CONCLUSIONS:Increasing evidence suggests that endometriosis patients are at higher risk of several chronic diseases. Although the underlying mechanisms are not yet understood, the available data to date suggest that endometriosis is not harmless with respects to women's long-term health. If these relationships are confirmed, these findings may have important implications in screening practices and in the management and care of endometriosis patients. © The Author 2015. Published by Oxford University Press on behalf of the European Society of Human Reproduction and Embryology. All rights reserved. For Permissions, please email: journals.permissions@oup.com. KEYWORDS: asthma; autoimmune diseases; cancer; cardiovascular diseases; endometriosis
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