Creato da fabio.casi il 06/03/2007

Ad Gloriam

My piece of the dark side of the moon

 

 

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Cronaca di una giornata

Post n°2 pubblicato il 28 Marzo 2007 da fabio.casi

Quelle giornate in cui non vedi l'ora di ritornare a casa capitano così, all'improvviso.. Molto spesso è tutta colpa di qualcosa di imprevisto. Sono quelle le giornate in cui rientro di corsa e letteralmente mi lancio verso l'impianto stereo, cercando di afferrare le cuffie come chi dopo una lunga immersione in apnea cerca di afferrare una bombola di ossigeno. Ti senti soffocare e hai bisogno della "tua" aria. Al buio, per escludere la vista e concentrarsi sull'udito mi sdraio.. lasciando che tutte le tensioni muscolari scivolino via come sono venute. Poi lentamente il suono (di solito da un nastro, ma spero presto da un bel vinile frusciante) comincia a diffondersi nell'ambiente e mi pervade, trasportandomi nei luoghi dei miei sogni o nei ricordi della mia memoria.

Ieri sera, come molte altre volte, è stato l'ascolto di "The division Bell" a farmi riemergere dall'anossia. Sì, lo so.. sono state dette e ridette mille e mille cose su questo disco. E' stato detto tutto e il contrario di tutto. E' una ciofeca, no..è un capolavoro! Ma no è soltanto una ciofeca! Ti dico che è un capolavoro cacchio! Personalmente non me ne è mai importato molto di queste discussioni (per me spesso viziate da pregiudizi floydiani), mi interessa molto di più ciò che un disco ha da dare! E personalmente a me The division Bell da molto. Forse anche per una questione affettiva... è stato il primo disco dei pink floyd che ho ascoltato, è stato anche l'unico che ho vissuto "in tempo reale" alla sua uscita.

I dibattiti non mi interessano, personalmente pochi dischi sanno trasmettermi emozioni come questo e dopo una giornata a ritmi frenetici (per colpa anche del caro treno che ha avuto un'ora e mezza totale di ritardo) è un balsamo per il cuore e per le orecchie farsi trasportare in un viaggio sopra le nuvole nere, a picco sul mare, dalla splendida chitarra di David in Marooned, o lungo un percorso di introspezione dalla suadente e dolcissima voce di Richard in "wearing the inside out". Chissenefrega delle discussioni, diamo spazio una volta tanto alle emozioni, che sono quelle che contano davvero... "Alla fine l'unica cosa che conta è se ti emoziona o meno, no?" diceva una volta un genio, in tempi non sospetti.. Diamo spazio alle emozioni, non è forse l'unica cosa che conta quando si ascolta un disco?  

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Commenti al Post:
darkside_79
darkside_79 il 29/03/07 alle 19:06 via WEB
Oh sì, ciò che un'opera suscita è la base per chiunque ne fruisca. Ho scritto anche io su TDB sul mio blog (e anzi ti invito a cercarlo nel tag Pink Floyd), e bene o male vedo che la pensiamo similarmente. Riabilitiamo questo lavoro, un'opera che vive di una sua luce propria. E paradossalmente superiore a Momentary, perchè anche se tardo, questo disco è espressione di floydianità (intesa come amalgama di contributi dei singoli) superiore a qualsiasi lavoro almeno da the Wall in poi. Certo l'ottica è più senile, matura se vuoi. Non ci azzecca un raffronto con i lavori dei 70, perchè è una tappa di vita e visionarietà posteriore. Però suvvia, definirlo pop da quattro soldi è sbagliato secondo me. Poi, sai... ognuno la vede e la sente a modo suo. Ed è giusto così ;) A presto
 
 
fabio.casi
fabio.casi il 29/03/07 alle 19:27 via WEB
Bè, cos'altro aggiungere? sono assolutamente d'accordo su tutto. Soprattutto riguardo il discorso sull floydianità dell'album. Si respirano di nuovo quelle atmosfere che hanno caratterizzato il sound del gruppo negli anni d'oro, con innumerevoli citazioni sonore. E per di più, aspetto ancora più importante di tutti, si percepisce il ritorno ad un lavoro "di gruppo" e non fortemente spostato verso un singolo componente. Non accadeva dai tempi di Animals una partecipazione del genere, o forse addirittura ai tempi di whish you were here.... Per questo dico un'infinito grazie a Mr. Richard Wright e alla sua intuizione su come sviluppare il disco... (poi si sa, io sono di pare... :) )
 
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